Solo pochi anni fa, i motori di ricerca potevano essere ingannati facendo credere loro che un sito internet era utile pubblicando regolarmente contenuti ricchi di parole chiave. Oggi, algoritmi più sofisticati e l’ascesa dei social media hanno reso il Web un luogo molto più esigente.
Di seguito si elencano 10 aspetti negativi da cui stare in guardia per preservare i contenuti e migliorare le performance di un sito web.
1. Frequenza di rimbalzo elevata
Anche se il sito ha un buon posizionamento nei motori di ricerca, ad un certo punto ha bisogno di vendere prodotti e/o servizi a persone reali. Considerato che la frequenza di rimbalzo sta diventando un fattore sempre più importante nell’algoritmo di Google, ci sono ancora meno scuse per avere nel sito contenuti scadenti, magari pieni zeppi di keyword ma poco utili per gli utenti. Un contenuto di qualità non deve solo puntare sulle parole chiave, ma ha bisogno anche di essere convincente e persuasivo, in modo da spingere i visitatori a fidarsi e a spendere i loro soldi. Investire nella creazione di contenuti originali e coinvolgenti, scritti con un occhio al marketing, può aumentare il tasso di conversione e quindi il rendimento del sito internet.
2. Nessun segnale sociale
Studi recenti stanno mostrando una chiara correlazione tra le classifiche dei motori di ricerca e i segnali sociali. Se il contenuto del sito non viene condiviso all’interno dei social media, allora è meno probabile che sia un contenuto di qualità e di conseguenza è meno probabile che scali le SERP.
3. Contraddire Google
Il fatto è che, se si vuole ottenere un buon posizionamento, è un’ottima idea seguire le regole di Google. Controllare le linee guida sui contenuti negli Strumenti per i Webmaster di Google relative all’Assenza o scarsa presenza di contenuti originali. Se la maggioranza delle pagine corrisponde alla descrizione di Siti affiliati poveri di contenuti, Pagine doorway, Contenuti generati automaticamente, Contenuti di altri siti, si può già essere penalizzati nei risultati di ricerca, senza nemmeno rendersene conto.
4. Assenza di link in entrata
Se non si ha nulla di originale da dire, non c’è ragione che spinga le persone a leggere le pagine del sito e a decidere di linkarle. Gli algoritmi dei motori di ricerca prendono in considerazione i link in entrata per stabilire quanto sia importante una pagina, nel più ampio contesto del Web. Se si fornisce contenuto informativo, interessante ed educativo la gente sarà maggiormente disposta a condividerlo nei social network e a linkarlo nei propri siti web, contribuendo ad elevare il livello di prestigio del sito e a migliorare i risultati nei motori di ricerca.
5. Nessun commento
I commenti sono un modo di impegnarsi con i propri lettori. Possono trasformare il processo a senso unico di chi legge la pagina in un dialogo bidirezionale e possono aiutare a creare un pubblico fedele di persone che trovano i contenuti del sito tra i loro risultati di ricerca. Incoraggiare le persone a commentare porta alla creazione di contenuti interessanti, capaci di stimolare il dibattito; bisogna stare attenti, però, a non assumere un tono troppo polemico che potrebbe allontanare potenziali clienti in modo permanente.
6. Potrebbe non adattarsi bene
Il contenuto testuale delle pagine deve essere tale da adattarsi sia al layout del sito web che alla categoria di utenti a cui si rivolge. Questo per non rovinare la compostezza dell’interfaccia grafica e, soprattutto, per non produrre contenuto inadeguato o in eccesso al punto che nessuno riuscirà mai a leggerlo fino alla fine.
7. Mancanza di ottimizzazione
Non bisogna tralasciare le attività di ottimizzazione siti web per ottenere buone performance. È importante utilizzare le keyword rilevanti come anchor text dei link per soddisfare le esigenze SEO, ma senza rovinare la grammatica delle frasi. Inserire le parole chiave scelte nelle intestazioni del testo, utilizzando gli opportuni tag HTML (h1, …, h6). Adattare l’ottimizzazione on page al resto dei contenuti, come le didascalie delle immagini, le URL, il titolo della pagina e i meta tag, per un risultato davvero ottimale.
8. Contenuti duplicati
A volte, quando si esegue una ricerca su Google, è presente un link in fondo ai risultati che dice: “Al fine di visualizzare i risultati più rilevanti, sono state omesse alcune voci molto simili a quelle già visualizzate. In alternativa, è possibile ripetere la ricerca includendo i risultati omessi”. Se il contenuto del sito è copiato da altre fonti, con troppe citazioni esterne, o è solo leggermente diverso da una pagina pubblicata su un altro sito, si rischia che le pagine vengano filtrate come contenuti duplicati.
9. Divorati dal Panda
L’aggiornamento Google Panda è nato per punire i siti internet con contenuto copiato da altre parti del Web e le cosiddette “content farm”. Se si copiano i contenuti di altri siti, parola per parola, si rischia di infrangere le leggi sul copyright o di subire il filtraggio dei duplicati per le singole pagine. Inoltre, l’intero sito potrebbe scomparire dai risultati di Google poiché l’algoritmo, adesso, guarda alla qualità complessiva del sito molto più da vicino.
10. Non è etico
Il proprio codice etico personale potrebbe anche consentire di copiare i contenuti da altri siti, ma prima di tutto è necessario dare priorità agli interessi dei clienti. Le persone sono sempre più sensibili nei confronti degli impegni assunti dalle imprese in tema di responsabilità sociale e farle sospettare che il contenuto di un sito sia stato messo su sfruttando il lavoro svolto da altri potrebbe danneggiare la reputazione dell’azienda. Avere contenuti davvero originali dimostra un livello di impegno etico in grado di supportare anche tutti gli altri sforzi profusi nella gestione di problematiche d’impatto sociale e morale.
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