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Settembre 2024

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Dario Lo Bosco: la Sicilia al centro degli investimenti di RFI

Portare a 250 chilometri orari la velocità delle principali linee ferroviarie siciliane, elettrificare la tratta Palermo-Trapani, ammodernare le stazioni e collegarle con i principali aeroporti, ridurre i tempi di percorrenza tra gli scali e trasformare gli immobili in disuso in accademie internazionali: questi sono solo alcuni dei punti del grande Piano che RFI, guidata dal Presidente Dario Lo Bosco, sta attuando per ridefinire il panorama infrastrutturale dell’Isola.

Dario Lo Bosco

Dario Lo Bosco: “Sforzo senza precedenti” di RFI in Sicilia

In Sicilia non si era mai vista una cosa simile”: Dario Lo Bosco, Presidente di RFI, ha illustrato nel dettaglio gli investimenti di RFI per l’Isola, sottolineando come dei 44 miliardi di euro impiegati in tutta Italia per gli ambiziosi progetti infrastrutturali della società, ben 17,4 saranno utilizzati per il rinnovamento e l’espansione delle ferrovie siciliane. Il Piano prevede l’ammodernamento della linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina, con l’obiettivo di raggiungere una velocità massima di 250 km/h in alcuni tratti. In preparazione del Ponte sullo Stretto, il Gruppo FS sta studiando ulteriori modifiche per estendere questa velocità a tutta la linea. Dario Lo Bosco ha annunciato inoltre ulteriori interventi, che includono l’elettrificazione della tratta Palermo-Trapani e l’integrazione della stazione di Birgi con il vicino aeroporto.

I progetti di RFI per le stazioni siciliane illustrati da Dario Lo Bosco

Dario Lo Bosco ha inoltre anticipato l’intenzione di RFI di rinnovare radicalmente le stazioni siciliane attraverso accordi con Unioncamere Sicilia e Federfarma, trasformandole in “hub di servizi per i passeggeri, dall’offerta di prodotti enogastronomici e dell’artigianato a quella di prodotti per la salute e il benessere”. Secondo il manager, RFI prevede inoltre di rigenerare le stazioni in disuso per metterle al servizio della cittadinanza: particolarmente strategico sarà il progetto di fondare, riutilizzando la vecchia Stazione ennese, un Centro di Studi che attrarrà anche studenti dall’estero.

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Luca de Meo: come Renault Group sta affrontando le sfide del mercato europeo

Il 2024 si sta rivelando un anno cruciale per Renault Group: grazie a una strategia focalizzata su innovazione e velocità di esecuzione, la realtà guidata da Luca de Meo ha ottenuto importanti risultati finanziari, ma il percorso è costellato di sfide legate alla regolamentazione e alla concentrazione geografica del suo mercato.

Luca de Meo

Luca de Meo: Renault Group protagonista di un anno sfidante

Il settore automobilistico europeo ha concluso la prima metà del 2024 con risultati che riflettono uno dei periodi più sfidanti per i principali costruttori occidentali, alle prese con la transizione verso l’elettrico. Tra i protagonisti spicca Renault Group che, grazie al suo ambizioso turnaround iniziato quattro anni fa, continua a registrare ottimi risultati. Nel primo trimestre, il CEO Luca de Meo ha guidato l’azienda verso un nuovo record di margine operativo, puntando su innovazione, flessibilità e rapidità di esecuzione. Renault Group continua a beneficiare di un mercato europeo vivace: secondo Vittoria Ferraris, Sector Lead Automotive EMEA di S&P Global Ratings, “il margine operativo del comparto auto di Renault continua a crescere, trainato dalle motorizzazioni tradizionali e ibride“. Tuttavia, la componente elettrica pura rimane ancora limitata, con Scenic E-tech Electric in fase di lancio e l’attesissima Renault 5 E-tech Electric prevista per la fine dell’anno.

Luca de Meo: Renault Group, cresce il titolo in borsa

Un inizio anno estremamente positivo per il Gruppo guidato da Luca de Meo, che nel 2020 è entrato in Renault proprio con l’obiettivo di avviare un processo di ristrutturazione aziendale e spingere lo switch elettrico. Un percorso premiato anche dai mercati, con il titolo che al momento è l’unico tra i produttori europei a registrare una crescita nel 2024, superato solo da BYD e GM. Subito dopo Renault, sul podio dei costruttori europei c’è BMW, che nonostante ricavi e redditività in calo, sta accelerando sulle auto elettriche.

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Gian Maria Mossa, Banca Generali: la forza dei consulenti finanziari per servizi di eccellenza

Reclutamenti: Banca Generali, guidata da Gian Maria Mossa, si distingue per impegno nell’eccellenza del servizio, presenza sul territorio e crescita sostenibile.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa: reclutamenti, Banca Generali conferma la leadership annuale

Nelle scorse settimane anche l’AD Gian Maria Mossa, parlando della raccolta di luglio, aveva rimarcato il valore dei professionisti di Banca Generali: “Un altro mese solido nella consistenza dei flussi e con crescente qualità nel mix, a conferma dell’esaustività della gamma di soluzioni di investimento e attenzione dei nostri banker ad un’accurata diversificazione”. Parole che rilette oggi assumono ancora più valore alla luce dei numeri registrati sul fronte dei reclutamenti che attestano l’impegno di Banca Generali verso l’eccellenza del servizio, la presenza sul territorio e la crescita sostenibile. L’Istituto guidato da Gian Maria Mossa, come riporta Assoreti, ha avviato il secondo semestre con 2.315 consulenti finanziari, confermandosi leader annuale di reclutamenti con un aumento del +3,3%, nonché quarta rete italiana per forza commerciale.

Gian Maria Mossa: la forza dei consulenti di Banca Generali

Banca Generali rafforza in particolare la propria presenza in Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna e continua a crescere nelle regioni del Centro e Sud Italia e nelle isole maggiori. I numeri che ne attestano la leadership annuale di reclutamenti trovano conferma in quanto l’AD Gian Maria Mossa ha dichiarato in diverse occasioni sull’importanza e il rilievo strategico di queste queste figure nella crescita della Banca. “Possiamo contare su team di consulenti, che oggi gestiscono oltre 20 miliardi di masse, nei quali un senior affianca un profilo più giovane che può così crescere e imparare”, aveva ricordato anche lo scorso 29 luglio nell’intervista rilasciata ad “Affari e Finanza” di “Repubblica”. “La forza della domanda e l’attenzione che ci arriva da molti consulenti d’esperienza ci fanno guardare con fiducia ai prossimi mesi dove contiamo di raggiungere gli ambiziosi traguardi prefissati”, ha ribadito inoltre Gian Maria Mossa commentando i risultati della raccolta di luglio.

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Dagli studi all’estero alla guida di Capgemini: la carriera di Monia Ferrari

Durante tutto il suo percorso Monia Ferrari ha avuto un impatto significativo nel mondo della tecnologia e dei servizi finanziari. Come Managing Director di Capgemini Italia, guida l’azienda verso un futuro più sostenibile e innovativo, grazie anche alla vasta esperienza acquisita in diverse aziende e settori.

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Gli studi e le esperienze all’estero

Attuale Managing Director di Capgemini Italia, leader nella consulenza per la trasformazione tecnologica e di business delle aziende, Monia Ferrari è oggi una delle figure più influenti nel mondo della tecnologia e dei servizi finanziari. Cresciuta negli anni ’70 in Italia, Monia ha intrapreso un percorso formativo che l’ha portata a conseguire una laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Parma, seguita da master in e-business Management e marketing internazionale. La sua carriera internazionale è decollata a New York, dove ha lavorato nel campo della digitalizzazione dei prodotti di consumo. Tornata in Italia nel 2001, ha avviato la sua carriera nel settore IT-bancario, dimostrando rapidamente le sue competenze e capacità.

L’ingresso in Zucchetti e il passaggio a Capgemini

Nel 2004, Monia Ferrari è entrata nel Gruppo Zucchetti, dove ha svolto ruoli chiave nel settore IT, specializzandosi in software per banche e assicurazioni. Successivamente, ha lavorato nel Gruppo AIVE come Responsabile Commerciale per l’area Banking. Con l’acquisizione di AIVE da parte di Capgemini nel 2011, Ferrari è entrata a far parte del team di Capgemini, inizialmente come Responsabile Commerciale del settore Banche. La sua carriera ha subito una rapida ascesa, e nel 2014 è diventata Responsabile della divisione Banking. Dal 2019, guida l’area Financial Services, distinguendosi per la sua visione strategica e le sue capacità di leadership. Dal 2023, Monia Ferrari è alla guida di Capgemini Italia come Managing Director, impegnandosi a guidare l’azienda verso un futuro innovativo e sostenibile, sfruttando la tecnologia per migliorare l’efficienza e l’inclusività dei servizi finanziari. La sua leadership è riconosciuta anche a livello internazionale, come testimoniato anche dalla sua inclusione nella classifica MPW Italia di Fortune del 2023.

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Cristina Scocchia: la leadership è una questione di carattere e responsabilità

Cristina Scocchia, CEO di Illycaffè, rappresenta un esempio raro e straordinario di leadership nel panorama imprenditoriale italiano. Con una carriera che l’ha vista al vertice di tre grandi aziende (L’Oréal Italia, Kiko, e ora Illycaffè), sfida le convenzioni e ridefinisce il concetto di leadership, sottolineando come essa non sia una questione di genere, ma di responsabilità, carattere ed esperienza.

Cristina Scocchia

Leadership senza genere: la visione di Cristina Scocchia

Cristina Scocchia ha una posizione chiara e controcorrente rispetto alla tradizionale distinzione tra leadership maschile e femminile. “Non credo esista una leadership femminile”, afferma con decisione, respingendo l’idea che uomini e donne debbano essere incasellati in stili di leadership distinti. La sua esperienza personale la porta a credere che la leadership sia determinata dal carattere e dalle esperienze dell’individuo, piuttosto che dal genere. Questa convinzione nasce da anni di osservazione e pratica, durante i quali ha visto uomini e donne adottare sia stili di comando tradizionali e assertivi, sia approcci più empatici e partecipativi. “Per me – aggiunge l’AD – il leader migliore è quello che sa alternare i diversi stili, a seconda delle dinamiche e delle situazioni. La leadership non è potere, è responsabilità”. La sua carriera è un percorso di tenacia e determinazione, iniziato in un piccolo borgo della Liguria e culminato nei vertici delle multinazionali. Nata in una famiglia modesta, con una madre maestra d’asilo e un padre professore di educazione tecnica, ha capito presto che il suo futuro dipendeva solo da lei. Senza appoggi o network influenti, ha lavorato sodo per laurearsi con il massimo dei voti alla Bocconi di Milano: un percorso che l’ha portata in Procter & Gamble, dove ha iniziato la sua carriera internazionale. Lasciare successivamente Procter & Gamble, che le ha fatto da “madre” dal punto di vista professionale, è stata una delle decisioni più coraggiose della sua vita. Questa scelta ha aperto la strada a nuove opportunità, portandola prima in L’Oréal Italia e poi in Kiko, dove, all’inizio della pandemia, ha preso decisioni difficili ma fondamentali per proteggere la salute dei suoi collaboratori, come la temporanea chiusura dell’e-commerce. Per Cristina Scocchia, il benessere delle persone è sempre stata una priorità assoluta, una filosofia che applica anche nella sua attuale posizione alla guida di Illycaffè.

Cristina Scocchia: superare i pregiudizi con il merito e il coraggio

Nonostante il suo successo, Cristina Scocchia non ignora le difficoltà che le donne affrontano nel mondo del lavoro, soprattutto in Italia, dove i pregiudizi di genere sono ancora radicati. Nonostante ciò, la manager è convinta che il cambiamento sia possibile, ma richiede uno sforzo culturale significativo. Per lei, l’equità di genere non può essere raggiunta semplicemente attraverso la creazione di quote rosa, ma deve passare attraverso la valorizzazione del merito, la concessione di uguali opportunità a uomini e donne e un riequilibrio dei carichi familiari. In Illycaffè, “non esistono quote rosa o quote azzurre. Abbiamo invece quella che io chiamo l’ossessione per il merito: se questo diventa il metro di ogni cosa, la diversità in ogni sua forma emerge in azienda in modo automatico”, conferma la manager. “Noi donne – aggiunge – non abbiamo bisogno di una porta più grande per fare gol ma di avere le stesse opportunità di toccare la palla”. Uno degli aspetti più umani e significativi del percorso di Cristina Scocchia è stata la maternità. “Diventare mamma è stata la cosa più bella della mia vita”, afferma con emozione. Nonostante la sua carriera impegnativa, ha sempre cercato di mantenere un equilibrio tra lavoro e vita familiare. Ha scelto di dedicare momenti di qualità al figlio, rinunciando ad attività professionali come il networking serale, che avrebbero potuto favorire ulteriormente la sua carriera. Per l’AD, il segreto sta nell’imparare a gestire le priorità, dando di volta in volta più importanza agli aspetti più critici della vita personale e professionale. Cristina Scocchia conclude con un messaggio ispiratore per le giovani donne — e per gli uomini — che aspirano a intraprendere una carriera manageriale: “Non permettere al tuo punto di partenza di definire chi sei”. Il coraggio di guardarsi dentro, capire i propri sogni e perseguirli con determinazione è ciò che fa la differenza. Per le donne, in particolare, l’invito è a non lasciarsi scoraggiare dagli stereotipi e a non usarli come alibi per ridurre le proprie ambizioni. La strada è in salita, ma la sua esperienza dimostra che con impegno e coraggio è possibile raggiungere le vette più alte.

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Sicurezza energetica e autonomia: le sfide di Terna secondo Giuseppina Di Foggia

Giuseppina Di Foggia, AD e DG di Terna, ha parlato dei futuri sviluppi e delle sfide che attendono il Gruppo. La manager si è soffermata sulle principali attività e su progetti cruciali come il Tyrrhenian Link e il Sa.Co.I3.

Giuseppina Di Foggia

Giuseppina Di Foggia: Terna accelererà gli investimenti per raggiungere i 74 GW di rinnovabili entro il 2030

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima prevede di raggiungere 74 gigawatt (GW) di capacità da fonti rinnovabili entro il 2030. Per Terna questa è una sfida ambiziosa ma realizzabile. “Siamo in fase di accelerazione”, ha affermato Giuseppina Di Foggia. “Da un Gigawatt nel 2021, tre nel 2022, lo scorso anno in Italia le nuove installazioni si sono attestate a circa 6 GW”, ha precisato. Attualmente, le richieste di connessione alla rete ammontano a oltre 328 GW, suddivisi in 141,3 GW da fonte solare, 95 GW da eolica on-shore, e 91,9 GW da eolica off-shore. Questi dati non si riferiscono a impianti esistenti, ma a nuovi progetti presentati al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alle Regioni. “Servono infrastrutture. E tempi stretti per realizzarle”, ha ribadito l’AD. Terna ha visto nel 2023 un aumento del 20% negli investimenti autorizzati rispetto al 2022, con 23 opere per un valore complessivo di 3 miliardi di euro. Tra i progetti principali che Giuseppina Di Foggia ha menzionato ci sono il ramo ovest del Tyrrhenian Link, che collegherà Sicilia e Sardegna con una profondità record di 2.000 metri sotto il mare, e il progetto Sa.Co.I3, che potenzierà l’elettrodotto tra Sardegna, Corsica e Toscana. Terna è inoltre coinvolta nella progettazione della nuova rete elettrica per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e nel primo collegamento diretto tra Europa e Africa attraverso la Tunisia. Questi progetti non solo mirano a rafforzare la rete elettrica nazionale, ma anche a integrare l’Italia in un contesto energetico più ampio e internazionale. “L’accelerazione nelle autorizzazioni è dovuta agli ottimali rapporti con il Mase e con l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ma anche con le istituzioni comunitarie e locali”, ha rimarcato Giuseppina Di Foggia. 

Giuseppina Di Foggia: strumenti e tecnologie avanzate

Per far fronte allo squilibrio tra la localizzazione degli impianti rinnovabili al Sud e i centri di consumo al Nord, Giuseppina Di Foggia ha illustrato il nuovo portale digitale, che offrirà una visione centralizzata e coordinata delle infrastrutture di rete, degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo. Questo strumento, previsto dal Decreto Energia, sarà operativo entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto e sarà accessibile a vari enti, tra cui il Mase, il Ministero della Cultura, Arera, e le Regioni. La digitalizzazione rappresenta una componente cruciale del piano industriale di Terna. “La digitalizzazione ci aiuta a gestire la rete in modo più efficiente e resiliente”, ha confermato l’AD e DG. Terna ha realizzato notevoli economie anche nel servizio di dispacciamento, con una riduzione del costo per Megawattora da circa 8 euro a 1,5 euro nel 2023. La digitalizzazione consente inoltre una manutenzione predittiva avanzata e la creazione di un “digital twin” dei cantieri, migliorando la gestione degli accumuli e la sicurezza della rete. La sicurezza energetica è un altro tema fondamentale, e l’attuale saldo estero di energia dell’Italia riflette ancora una dipendenza significativa dalle importazioni. Nel 2023, l’import di energia è stato di 54,6 Terawattora, mentre l’export è sceso a 3,3 TWh. Al fine di migliorare l’autonomia energetica dell’Italia, ha quindi concluso Giuseppina Di Foggia, è essenziale una transizione più rapida verso nuove fonti di energia e una diversificazione delle forniture.

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Pier Silvio Berlusconi: MFE Advertising, la forza di un sistema innovativo

Pier Silvio Berlusconi: MFE Advertising punta ad essere il motore per lo sviluppo di “un sistema di advertising europeo mai visto prima” facendo leva sulle sinergie “in Italia, Spagna e negli altri Paesi che si uniranno al progetto”. 

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: MFE, prospettive di crescita favorevoli nel mercato della raccolta pubblicitaria

Innovazioni, Europa, futuro, tecnologia. È in questa direzione che guarda MFE, come ha ricordato il CEO Pier Silvio Berlusconi nelle scorse settimane parlando al TG5 dopo che JP Morgan ha migliorato la raccomandazione sul titolo da ‘Neutral’ a ‘Overweight’ riconoscendo il valore del progetto e le prospettive di crescita. “Abbiamo già fatto molto, abbiamo consolidato la nostra televisione spagnola, siamo cresciuti al 30% del primo gruppo televisivo in Germania. Diciamo che l’augurio, la speranza, il progetto a cui lavoriamo è quello di creare il primo vero broadcaster europeo che abbia un’impronta tale sul pubblico da poter competere con i giganti, con le multinazionali del web e di internet” ha rimarcato Pier Silvio Berlusconi. Sulle valutazioni degli analisti di JP Morgan hanno influito anche le favorevoli prospettive di crescita nel mercato della raccolta pubblicitaria nonché l’impatto sulle azioni del gruppo e delle sue controllate.

Pier Silvio Berlusconi: “Il rapporto umano, la stima e la fiducia sono un valore unico oggi più che mai

“In Italia a giugno la crescita della raccolta si attesta a + 14%, e a luglio è ancora meglio” ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi lo scorso 16 luglio nel corso della serata di presentazione dei palinsesti Mediaset 2024/25 sottolineando come i segnali indichino un mercato “veramente tonico, e Publitalia si è mossa alla grande”. È una buona notizia “non solo per Mediaset, ma anche per le imprese italiane e tutta l’economia, perché l’andamento del mercato pubblicitario è anche cartina di tornasole dell’economia e del livello di fiducia delle aziende” ha aggiunto, prospettando “buone sensazioni per fine anno, anche se viaggiare a questi livelli è difficile”. Risultati che permettono di preventivare “una crescita del +30% dell’utile netto”, anche a fronte di una strategia lungimirante che ha portato Mediaset negli anni a imporsi per la forza della propria offerta crossmediale e per la vision sugli obiettivi che animano il progetto MFE: un’azienda italiana alla guida di un grande polo europeo con al centro la televisione generalista free to air. Fondamentale nello sviluppo di questo progetto la nascita di MFE Advertising, motore per lo sviluppo di “un sistema di advertising europeo mai visto prima” che fa leva sulla capacità di Mediaset di proiettarsi nel futuro dell’innovazione tecnologica e del digital. Sempre mantenendo al centro le persone e la forza dei rapporti umani, come ha ribadito lo scorso 12 luglio Pier Silvio Berlusconi nel corso dell’evento organizzato da Publitalia 80 per la presentazione dei palinsesti della stagione 2024/25: “Noi non solo stiamo riuscendo a lavorare al meglio con tutte le nuove tecnologie, ma abbiamo con molti clienti un rapporto storico, un rapporto che insieme a loro chiamiamo di partnership. Siamo cresciuti insieme. Io penso che questo abbia un grande valore. Non ci sono innovazioni e tecnologie che tengono. Il rapporto umano, la stima e la fiducia sono un valore unico oggi più che mai”.

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Premio Tesi di laurea 2024: le scadenze e la biblioteca sulla sicurezza

Comunicato Stampa

Premio Tesi di laurea 2024: le scadenze e la biblioteca sulla sicurezza

 

Fino al 31 ottobre 2024 è possibile inviare gli elaborati e partecipare al Premio per le migliori tesi di laurea su salute, sicurezza sul lavoro e sostenibilità. Le tesi saranno pubblicate nella “Biblioteca Tesi Sicurezza”.

 

C’è ancora tempo fino al 31 ottobre 2024 per partecipare al Premio per le migliori tesi di laurea su salute, sicurezza sul lavoro e sostenibilità, organizzato dalla Fondazione AiFOS, in collaborazione con l’Associazione AiFOS e con la partnership di PuntoSicuro.

 

Ricordiamo che questa importante iniziativa non solo premia numerosi lavori universitari, ma valorizza idee, strategie e soluzioni innovative, offrendo strumenti di crescita in materia di salute, sicurezza e sostenibilità nel mondo del lavoro.

 

Le tesi saranno raccolte, per favorirne la diffusione e consultazione, in una biblioteca virtuale ad accesso libero, la “Biblioteca Tesi Sicurezza” (BTS) che conta attualmente, con l’aggiunta delle tesi relative al premio del 2023, 570 lavori relativi a 86 diverse Università.

 

Il bando tesi di laurea 2024 su salute, sicurezza e sostenibilità

Ricordiamo che il Bando Tesi di Laurea 2024, indetto dalla Fondazione AiFOS, riguarda tesi, discusse tra il 1° novembre 2023 ed il 31 ottobre 2024, che trattino i seguenti temi:

  • Salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, declinata in uno dei seguenti ambiti individuati dal Decreto interministeriale del 6 marzo 2013:
    • ambito giuridico, normativo, organizzativo;
    • ambito tecnico, ingegneristico, medico;
    • ambito psicologico, educativo, formativo, relazionale.
  • Sostenibilità in ambito lavorativo, declinata in uno o più dei seguenti argomenti:
    • benessere organizzativo, lavoro dignitoso, corretta gestione ambientale in azienda.
  • Pari opportunità, premio dedicato al genere femminile, alla diversità di genere e alla conciliazione vita-lavoro.

 

Il premio tesi di laurea 2024: le tesi che saranno selezionate

Per il Premio tesi di laurea 2024 la Commissione valutatrice selezionerà:

  • 3 tesi di lauree triennali in materia di salute e sicurezza sul lavoro, una per ciascuno dei tre ambiti individuati (ambito giuridico, normativo, organizzativo; ambito tecnico, ingegneristico, medico; ambito psicologico, educativo, formativo, relazionale);
  • 3 tesi di lauree magistrali/master di primo livello in materia di salute e sicurezza sul lavoro, una per ciascuno degli ambiti individuati;
  • 1 dottorato in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
  • 1 master di II livello in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
  • 1 tesi in materia di sostenibilità;
  • 1 tesi in materia di pari opportunità (Premio SOFIA Comitato Donne AiFOS).

 

Come segnalato nell’articolo 4 del regolamento/bando, le tesi selezionate avranno diritto a titolo di premio:

  • riconoscimento economico di € 500,00 (cinquecento) a ciascun vincitore;
  • pubblicazione della tesi sul portale della Biblioteca Tesi Sicurezza
  • attestato di partecipazione al concorso;
  • abbonamento on-line per un anno ai “Quaderni della Sicurezza”, la rivista scientifica AiFOS.

 

La partecipazione al premio e la Biblioteca Tesi Sicurezza

Come indicato sopra, le tesi partecipanti saranno pubblicate sul portale BTSBiblioteca Tesi Sicurezza” (https://bibliotecatesi.fondazioneaifos.org/) che raccoglie tutti gli elaborati che hanno partecipato al Premio dal 2013 ad oggi.

 

Le tesi di laurea inserite nella Biblioteca sono di libera consultazione e sono accessibili, tramite database, con la semplice creazione di un account gratuito.

 

Con il consenso degli autori, la Fondazione rende, infatti, pubblici gli elaborati e ne permette la consultazione mettendoli a disposizione non solo di studenti, ricercatori, e accademici, che sentano l’esigenza di approfondire le tematiche affrontate, ma anche di operatori della sicurezza, come, ad esempio, RSPP, Consulenti e Formatori.

 

Il motore di ricerca della Biblioteca è progettato per filtrare le ricerche in base a diversi criteri: autore, anno di discussione della tesi, ateneo, corso di laurea, area tematica e argomento. Nella Biblioteca virtuale le tesi vincitrici del Premio sono evidenziate con un logo speciale.

 

La partecipazione al Premio è completamente gratuita e, ribadiamo, in conclusione, che il termine ultimo per l’invio degli elaborati è il 31 ottobre 2024.

 

In considerazione della vicinanza della scadenza, invitiamo tutti gli studenti laureati/laureandi di tutte le università italiane a presentare le proprie tesi alla segreteria del “Premio tesi di laurea nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro e sostenibilità”.

 

Il link per scaricare il bando di concorso e la domanda di partecipazione alla selezione:

https://fondazioneaifos.org/premio-tesi-di-laurea

 

Segreteria del Premio: Fondazione AiFOS c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia, via Branze, 45 – 25123 Brescia Tel. 030.6595037 Fax 030.6595040 [email protected]

 

29 agosto 2024

 

 

Ufficio Stampa Fondazione AiFOS

[email protected]

www.fondazioneaifos.org

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Mercato del caffè, ormai la differenza di prezzo tra robusta e arabica è minima

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  • 3 Settembre 2024

Negli ultimi tempi si parla moltissimo dell’aumento del prezzo del caffé, che potrebbe giungere a 2 euro al bar. L’aumento deriva dallo scenario che sta avvenendo sul mercato del caffè, le cui quotazioni sono arrivate a livelli molto elevati, fino a toccare i massimi di 13 anni.
La cosa insolita però è che l’aumento dei prezzi ha avvicinato le quotazioni della varietà “arabica“, la più pregiata, a quella “robusta“, considerata meno nobile.

Cosa succede sul mercato del caffé

cafféBisogna premettere che la qualità arabica viene coltivata ad altitudini superiori, che rendono quindi la produzione più difficile. Inoltre è anche meno resistente alle malattie e più delicata sotto il profilo della composizione chimica. In una parola, qualità.
Normalmente questo spiega perché la varietà arabica vale molto di più di quella robusta, oltre ad essere maggiormente apprezzata dai consumatori in termini aromatici (contiene minore caffeina rispetto alla variante robusta).

E allora perché negli ultimi mesi c’è stato l’avvicinamento dei prezzi di queste due varianti, e perché gli indicatori che anticipano il trend rivelano che questa tendenza continuerà?

L’avvicinamento tra i prezzi

Il mercato del caffè prevede una quotazione alla borsa finanziaria ICE di entrambe le varianti. Alla fine di agosto l’arabica era quotata sopra i 5500 dollari per tonnellata mentre la variante robusta era giunta a 5.100 dollari per tonnellata. Certo, difficilmente arriveremo a una situazione di zero spread, ma comunque questo scarto di 400 dollari è assolutamente irrisorio. Soprattutto se lo confrontiamo con i prezzi del passato, quando la varietà arabica costava addirittura circa il doppio.
Nel 2020, ad esempio, l’arabica con consegna a un mese costava 2450 dollari, mentre la robusta costava 1.287 dollari.

Che cosa è cambiato?

La svolta è avvenuta nel 2023, quando i prezzi delle due varianti sul mercato del caffè hanno cominciato ad avvicinarsi. Questo scenario si è concretizzato per una serie di fattori che si sono verificati simultaneamente.

In primo luogo le condizioni climatiche sfavorevoli che hanno inciso sulla produzione di caffè robusta, specialmente nelle regioni del Vietnam, Costa d’Avorio e Uganda. Le tensioni in Medio Oriente hanno poi reso difficili le spedizioni di robusta dall’Asia orientale all’Europa. Incide poi l’aumento di domanda di robusta per il suo utilizzo nelle miscele di caffè, sempre più richieste rispetto alle “monorigine”.

Oltre a tutto questo c’è un miglioramento della qualità di caffè robusta, che per lungo tempo è stata trascurata dai produttori. Negli ultimi anni invece gli agricoltori sono stati incentivati effettuare investimenti per migliorare, proprio grazie all’aumento nell’utilizzo delle miscele.

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Gruppo Riva tra passato, presente e futuro della siderurgia

Protagonista indiscusso della storia della siderurgia italiana, Gruppo Riva continua ad avere un ruolo centrale nello scenario nazionale ed internazionale del settore siderurgico, con un focus sempre maggiore sulla sostenibilità ambientale. Un valore fondamentale per il Presidente Claudio Riva.

Claudio Riva

L’ascesa di Gruppo Riva: pioneer della siderurgia italiana

Gruppo Riva affonda le sue radici nei primi anni ’50, quando Emilio Riva, insieme al fratello Adriano, avviò un’attività dedicata al commercio di rottami ferrosi. L’iniziativa si trasformò rapidamente in un’impresa di rilievo nel settore siderurgico, coincidente con il periodo di grande sviluppo economico del Paese, noto come “miracolo economico”. Negli anni successivi, Gruppo Riva si espanse anche all’estero, affermandosi come uno dei principali gruppi siderurgici in Europa. Tuttavia, la vera innovazione arrivò a metà degli anni ’60, quando l’azienda si trovò ad affrontare la sfida della crescente concorrenza internazionale. Emilio Riva comprese l’importanza di investire in tecnologie moderne per mantenere la competitività e, così, introdusse la colata continua curva a tre linee, una tecnologia particolarmente innovativa per l’epoca. Un approccio che non solo permise al Gruppo oggi guidato da Claudio Riva di adattarsi ai cambiamenti del mercato, ma che segnò anche un punto di svolta per l’intera industria siderurgica italiana, che poté abbandonare definitivamente i tradizionali lingotti in favore delle più moderne billette. La collaborazione con esperti del settore, come il tecnico Luigi Danieli e il progettista Renzo Colombo, portò all’inaugurazione della prima colata continua presso lo stabilimento di Caronno il 2 giugno 1964, un evento che incise profondamente sul futuro di tutto il comparto.

L’espansione internazionale e la vision dell’attuale Presidente Claudio Riva

Negli anni ’70, in un contesto segnato dalla crisi petrolifera e dalle sfide per la siderurgia europea, Gruppo Riva avviò un processo di espansione internazionale, acquisendo aziende in Spagna, Francia e Canada. Questo percorso consentì di aumentare la produzione di acciaio e laminati e di affermare ulteriormente la posizione di leadership del Gruppo nel panorama europeo. Nel corso degli anni, la strategia di espansione ha visto Gruppo Riva interessato anche a Paesi come Belgio e Germania, con l’obiettivo incrementare la produzione e consolidare la propria presenza. Inoltre, un’importante iniziativa nel 2005 ha portato alla riconversione dell’impianto di Cornigliano a Genova, un esempio di sinergia tra esigenze industriali e sostenibilità ambientale. Con lo sguardo rivolto al futuro, nel 2022 l’azienda ha acquisito siti di raccolta e frantumazione di rottami metallici, un passo importante verso l’autosufficienza nella catena del riciclo dell’acciaio. Uno sviluppo che riafferma l’impegno del Gruppo per una crescita responsabile e sostenibile. La figura di Emilio Riva, fondatore del Gruppo, è stata fondamentale per il suo successo. Il figlio Claudio Riva oggi continua a guidare l’azienda, mantenendo un focus sulla modernizzazione e sull’innovazione.

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Ares Ambiente ottiene l’autorizzazione per la gestione dei rifiuti urbani

Ares Ambiente ha recentemente ottenuto un’importante autorizzazione che amplia i suoi servizi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, segnando un ulteriore passo avanti nella tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Ares Ambiente

Ares Ambiente ottiene l’Iscrizione in Categoria 1 Classe F

Grazie all’iscrizione dei propri mezzi in Categoria 1 Classe F dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, Sezione Regionale della Lombardia, Ares Ambiente ha raggiunto un traguardo significativo nella gestione e nel trasporto dei rifiuti urbani. Questo riconoscimento conferma la conformità dell’azienda alle normative vigenti, permettendo al Gruppo di operare in piena legalità e trasparenza. La gestione dei rifiuti urbani in Italia è disciplinata dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, noto anche come “Codice dell’Ambiente”. Il decreto stabilisce i principi fondamentali per la gestione dei rifiuti, con l’obiettivo primario di tutelare l’ambiente e la salute pubblica. I pilastri della strategia nazionale per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti includono la raccolta differenziata, il riciclaggio e il recupero di materia ed energia.

Ares Ambiente amplia i servizi di gestione dei rifiuti urbani

L’autorizzazione ottenuta da Ares Ambiente, in particolare, permette all’azienda di gestire una vasta gamma di rifiuti urbani, in conformità con le normative specificate nei paragrafi 4.2 dell’allegato 1 al Decreto Ministeriale dell’8 aprile 2008 e successive modifiche del 13 maggio 2009. Ciò consente all’azienda di offrire servizi più completi ed efficienti, affrontando le sfide della raccolta e del trasporto dei rifiuti con soluzioni innovative e sostenibili. L’ampliamento dei servizi aziendali rappresenta un contributo significativo al miglioramento del sistema di gestione dei rifiuti in Italia. Attraverso una gestione responsabile e sostenibile, l’azienda si pone come un punto di riferimento nel settore della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio. Questo passo avanti non solo rafforza la posizione di Ares Ambiente nel mercato, ma sottolinea anche il suo impegno continuo verso pratiche ecologicamente sostenibili e la protezione dell’ambiente per le future generazioni.

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