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un artista che ha fuso lo jugendstil con l’espressionismo

Rudolf Kalvach al Museo Leopold: un artista che ha fuso lo jugendstil con l’espressionismo

Rudolf Kalvach al Museo Leopold: un artista che ha fuso lo jugendstil con l’espressionismo

 
[2012-06-15]
 

VIENNA, June 15, 2012 /PRNewswire/ —

La lungamente attesa riscoperta di una “cometa nel firmamento dell’arte viennese”

Il Museo Leopold celebra la riscoperta di Rudolf Kalvach (1883-1932), con quella che ad oggi è la mostra più completa dell’opera dell’artista viennese. Con 250 opere in mostra, l’esposizione “Fantastico! Rudolf Kalvach. Vienna e Trieste attorno al 1900″ offre interpretazioni uniche nella varietà delle opere di Rudolf Kalvach, mostrando un oeuvre che fonde jugendstil ed espressionismo.

Natter: “Nota interessante nel concerto della Vienna attorno al 1900″

Il direttore del Museo Leopold, Tobias G. Natter, si riferisce al lavoro di Kalvach come a “una nota interessante ed unica nel polifonico concerto della “Vienna attorno al 1900″. Natter sottolinea il pronunciato elemento fantastico che “confina con il sinistro” nelle opere di Kalvach. “Il che lo mette alla pari con Alfred Kubin e Franz Sedlacek“, secondo Natter.

Festi: “La volontà di essere diverso”

Il curatore della mostra Roberto Festi definisce Kalvach una “persona speciale, un artista pieno di entusiasmo per la sua arte, con grande talento e la volontà di essere diverso”. Kalvach non era interessato a rendere omaggio alle tendenze manieriste della secessione, ma piuttosto “ha fatto quello che voleva fare”, ha ribadito Festi.

Weinhäupl: “Tesoro non ritrovato”

Peter Weinhäupl, direttore del Museo Leopold, vede l’oeuvre di Kalvach come un “tesoro non ritrovato”. Ha ricordato che il professor Rudolf Leopold era stato ospite di Giorgio Uboni già negli anni Novanta e che questa mostra è stata organizzata anche in suo onore. Sia gli amministratori che i curatori hanno esteso la loro gratitudine a Giorgio Uboni, nipote di Kalvach, che amministra la tenuta dell’artista a Trieste. Egli iniziò a studiare la vita e le opere di suo nonno già quarant’anni fa, in un periodo in cui l’artista era noto solo a pochi a Vienna.

Festi: “Come una meteora” – Tiddia: “Cometa nel firmamento dell’arte”

Roberto Festi descrive Kalvach come un “artista apparso sulla scena dell’arte come una meteora, ma una che non è bruciata tanto in fretta da non aver lasciato il segno”. Alessandra Tiddia, co-curatore della mostra e capo curatore del Museo MART di Rovereto ha studiato Kalvach e il rapporto tra Italia e Austria per molti anni. Kalvach, i cui genitori si trasferono a Trieste nel 1900, era di casa sia a Trieste che a Vienna. Tiddia definisce Kalvach come una “cometa nel firmamento dell’arte viennese” apparsa attorno al 1900.

Smola: “Collezione unica”

Il curatore della mostra Franz Smola parla di una “collezione unica esposta a Vienna nella sua interezza per la prima volta”. Smola cita anche l’eccezionale collezione di smalti del MAK, che per la mostra ha fornito i cliché di stampa originali “che sono stati splendidamente conservati”. Altri prestiti sono arrivati dall’Albertina, il semplicemente inesauribile archivio dell’Università delle Arti Applicate di Vienna, dal Museo del teatro austriaco e dal Museo Wien, nonché da gallerie e collezionisti privati.

Il riconoscimento in vita – la morte lontano da Vienna, a Kosmonosy

Le citazioni di molti eminenti contemporanei dell’artista, tra cui Josef Hoffmann o i suoi maestri Carl Otto Czeschka e Berthold Löffler, rivelano che l’opera di Kalvach era già apprezzata durante la sua vita. È stato solo in seguito allo svilupparsi di una malattia mentale nel 1912 che l’artista smise di lavorare e iniziò a svanire nell’oscurità. Nel 1932, non ancora cinquantenne, Kalvach morì di tubercolosi in una casa di cura nella città ceca di Kosmonosy.

Dipinti, smalti e xilografie del porto di Trieste

La mostra “Fantastico! Rudolf Kalvach. Vienna e Trieste attorno al 1900″ sfoggia non solo dipinti, smalti, disegni, cartoline per la Wiener Werkstätte e importanti incisioni in legno raffiguranti la “Vita del porto di Trieste” di Kalvach, ma anche esempi di xilografia viennese a colori del periodo (Hugo Henneberg, Erwin Lang, Emil Orlik e molti altri) così come opere dei maestri di Kalvach e altri contemporanei, tra cui Oskar Kokoschka, Egon Schiele, Anton Faistauer e Anton Kolig.

“L’ultimo capitolo” e la Trieste attorno al 1900 nei filmati storici

Una delle sale della mostra è dedicata a cogliere l’ultimo capitolo della vita di Kalvach in maniera gentile e rispettosa, mostrando memorabili citazioni dalla sua documentazione medica presso l’Istituto di igiene mentale Steinhof, nonché fotografie in bianco e nero dalla casa di cura di Kosmonosy. Pezzi aggiuntivi esposti, tra cui fotografie storiche e cartoline, provvedono a illustrare la particolare atmosfera predominante a Trieste nel 1900. L’esperienza è completata da inediti filmati storici da Filmarchiv Austria. La mostra al Museo Leopold sarà aperta dal 7 giugno al 10 settembre.

Immagini dell’inaugurazione della mostra si possono trovare in AOM/servizio Bild originale, così come in OTS Bildarchiv http://bild.ots.at, http://www.apa-fotoservice.at e http://www.picturedesk.com.

Immagini della mostra sono reperibili in AOM/servizio Bild originale così come in OTS Bildarchiv http://bild.ots.at

Per ulteriori informazioni contattare:
Museo Leopold – Privatstiftung Mag. Klaus Pokorny – Stampa / Pubbliche relazioni
Tel.: +43-1-525-1507
E-mail: [email protected] 
http://www.leopoldmuseum.org

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