Novità alle Olimpiadi di Londra dedicate ai diversamente abili: tanti edifici ecosostenibili, ma soprattutto monitoraggio delle proprie emossioni di gas serra,per la prima volta nella storia.
A Londra il premio della sostenibilità, sia per gli edifici – dal Parco Olimpico al Velodrome, al Main Stadium – che fanno largo uso di materiali riciclati- siae per la gestione dei rifiuti. Tutti gli acquisti all’interno del parco olimpico e tutti gli imballaggi sono riciclabili al 100% mentre l’usa e getta è green e made in Italy.
I Giochi Paralimpici (in corso di svolgimento a Londra in questi giorni), dedicate ai diversamente abili,si svolgono quasi negli stessi impianti delle Olimpiadi da poco terminate.
Essi rappresentano, tra l’altro, un’importante opportunità scientifica per valutare sistemi di riabilitazione e di preparazione, di collaudo di apparecchi sanitari avanzati, anche meccanici, in grado di ovviare a mancanze e incrementare prestazioni. Insomma, un appuntamento sportivo utile per sperimentare scoperte e progressi nel campo della scienza e della tecnologia.
Dovunque, sugli impianti delle Paralimpiadi londinesi sventola la bandiera della sostenibilità , così come su quelli delle Olimpiadi: a iniziare dall’area industriale di Stratford, delle dimensioni di 297 campi da calcio, che è stata completamente bonificata. Il terreno conteneva catrame, olio, solventi, piombo e arsenico.
Le Olimpiadi di Londra sono anche i primi giochi a monitorare le proprie emissioni di gas serra e a poter vantare tanti edifici sostenibili. Il Parco Olimpico, ad esempio, ha ottenuto il certificato FSC (Forest Stewardship Council), per l’utilizzo di legno riciclato nella costruzione degli edifici. Due terzi di tutto il legno utilizzato provengono da piantagioni gestite. Il “Velodrome” vanta 17 chilometri di cavi in acciaio riciclato, l’equivalente di due volte l’altezza del monte Everest. Il progetto si basa su un efficiente utilizzo della ventilazione naturale, al punto che non c’è stato bisogno di installare alcun sistema di aria condizionata. Per la realizzazione delle tre piscine olimpiche, le oltre 800.000 piastrelle in ceramica necessarie sono state consegnate in treno direttamente all’interno del Parco Olimpico.
Il 50% di tutto il materiale da costruzione è stato trasportato via acqua o su rotaia.
Il Main Stadium, 80.000 posti, che ospita le cerimonie di apertura e chiusura, è l’edificio più leggero del Parco Olimpico. La struttura portante del tetto è stata realizzata con 2.500 tonnellate di tubi d’acciaio riciclato. La passerella che conduce dalla stazione di West Ham, invece, viene illuminata 24 ore al giorno grazie alla pressione dei passi delle persone che ci camminano sopra.
Il sistema è della britannica Pavegen e si stima che sarà calpestato più di 12 milioni di volte, producendo 72 milioni di joules. Abbastanza per illuminare la passerella otto ore a pieno regime di notte e 16 ore a mezzo regime durante il giorno. Dovrebbe anche avanzare un 35% di energia che verrà immagazzinata.
Si capisce quindi perché i Giochi abbiano ottenuto il Breeam, il certificato di sostenibilità ambientale britannico e seguano la norma Iso 20121, che nasce dal lavoro della British Standards Institution, commissione incaricata di definire il nuovo standard globale per la gestione degli eventi sostenibili. Già nel 2008 un rappresentante di questo gruppo interdisciplinare era venuto in Italia, a Torino, per incontrare i responsabili scientifici del progetto Eventi a ridotto impatto ambientale applicato al Salone del Gusto e Terra Madre.
Obiettivo della visita era approfondire l’impiego di prodotti e tecniche per incidere meno possibile sull’ecosistema in una manifestazione dai grandi numeri. Tra i materiali analizzati, il Mater-Bi di Novamont, impiegato per la produzione di articoli monouso biodegradabili e compostabili naturalmente. Il risultato della ricerca è stato positivo e l’organizzazione dei Giochi Olimpici ha scelto di distribuire nei punti ristoro le stoviglie per il catering e i bicchieri con i relativi coperchietti sviluppati dalle tre aziende (rispettivamente di Novara, Vicenza e Napoli) fiore all’occhiello della ricerca italiana in questo settore. Tutti gli acquisti all’interno del parco olimpico e tutti gli imballaggi sono così riciclabili al 100%.
“A Londra abbiamo dimostrato che alcune soluzioni possono essere valide ed esportate da eventi straordinari come le Olimpiadi a sistemi di gestione della raccolta dell’organico nelle cittadine inglesi” ha dichiarato Alberto Castellanza, responsabile del settore catering per Novamont.
Insomma, a portare la bandiera green a Londra c’è sicuramente anche l’Italia con le sue aziende all’avanguardia.
Fonte: Planet Inspired
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