Lo scrittore Michele di Mauro con il suo libro “L’uomo-Carbone” trasporta il lettore indietro nel tempo per raccontare una pagina tragica della storia, che fece ben oltre 200 vittime.
In Belgio, alla metà degli anni Cinquanta, fu preso un accordo tra l’Italia e il Belgio, secondo cui i minatori italiani venivano scambiati con il carbone. Quest’intesa fu voluta dal governo italiano per sopperire alla mancanza di lavoro e avere come merce di scambio del carbone.
In seguito a questo accordo partirono per il Belgio molti lavoratori, che poi divennero vittime in un’esplosione che provocò 262 vittime: la metà degli uomini erano italiani.
A essere protagonisti della storia narrata nel libro “L’uomo-Carbone” sono due giovani: Sandro e Antonio. Hanno perso il padre durante l’esplosione e grazie all’accordo “Uomo-Carbone” possono sostituire il padre nelle miniere.
I due giovani sono quindi costretti a partire, e mentre uno dei due crede che questa sia un’opportunità per dimostrare che la famiglia può contare su di lui sostituendo il capofamiglia, l’altro pensa che andare lì sia uno sbaglio.
Partono entrambi, con il loro umore diverso addosso, con sogni e desideri, ma soprattutto con la paura di dover affrontare qualcosa che si mostra pericoloso.
Il libro “L’Uomo-Carbone” di Michele di Mauro è molto bello, poetico, interessante e soprattutto è un romanzo che vuole puntare i riflettori su una storia drammatica che molti neanche ricorderanno e che sembra essere ancora tragicamente attuale, come testimonia la tragedia di questi giorni in Turchia.
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