Martedì 25 maggio alle ore 18.00, presso la Libreria Friuli a Udine, si terrà la presentazione de “Il patrimonio salvato”: volume scritto dall’ing. Roberto Gentilli e dal prof. Giorgio Croatto, che propone una documentata rievocazione delle diverse fasi dell’intervento in seguito al terremoto del ’76 in Friuli. La presentazione, oltre all’intervento degli autori, vedrà la partecipazione dei proff. Edino Valcovich e Francesco Chinellato.
Oltre milleottocento edifici, sparsi in centosette comuni, da Claut a Drenchia – salvati da una sicura rovina o demolizione – sono ancora integri e presenti, a testimoniare quell’impresa che fin’ora era rimasta quasi dimenticata in un “vuoto di riflessione, per molti versi inspiegabile” come scrive il prof. Edino Valcovich nella presentazione del volume “Il patrimonio salvato”, curato dall’ing. Roberto Gentilli e dal prof. Giorgio Croatto, per Editrice Forum.
Il 33° anniversario dei terremoti del Friuli vede, oltre alla rievocazione dei momenti più emozionanti ed emotivi di quegli eventi, anche un inizio di valutazione sui criteri della ricostruzione post-sismica, come adottati dalla nostra Regione allora, e come ora messi in atto in Abruzzo da parte della Protezione Civile.
Uno degli aspetti più evidenti di questa non facile occasione di studio – che comunque potrà essere conclusa solo fra qualche anno – può essere ricondotto allo slogan di allora: “Com’era e dov’era”, confrontato con la pur rapida ed esemplare realizzazione delle “new-towns” intorno al capoluogo abruzzese. In questo quadro si inserisce la rievocazione dello straordinario ed estesissimo intervento, promosso ed attuato allora dalla Regione per il recupero e la valorizzazione di quello che fu possibile salvare dalla moltitudine di edifici tipici dell’architettura spontanea preesistenti nella zona terremotata.
“Questo lavoro, di quasi quattrocentocinquanta pagine ricche di grafici, rilievi e progetti di una selezionata serie di edifici, propone oltre ad una documentata rievocazione delle varie fasi – tecniche, politiche ed amministrative – dell’intervento, anche una riflessione sui risultati raggiunti – commenta uno degli autori, l’Ing. Roberto Gentilli – come occasione per una rilettura dell’architettura spontanea nel nostro territorio, tema sostanzialmente non più trattato in forma organica dopo gli storici studi condotti da Scarin, Marinelli e Gortani.”
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