La sostenibilità sociale, economica ed ecologica improntano la progettazione ecoconsapevole ed ambientale dell’architettura del paesaggio e degli interni detta ESD.
Il green design si applica anche all’ingegneria, all’industria della moda, all’industrial design, alla pianificazione urbana; i suoi princìpi basilari sono il basso impatto ambientale, l’efficienza energetica, la qualità, la durata dei materiali col passare del tempo, la proprietà di riutilizzabilità dei materiali, la riciclabilità, la biomimetica, la rinnovabilità. Alle origini del green design vi sono i problemi mondiali, quali la sovrappopolazione, la diminuzione delle risorse naturali, la minaccia all’ecosistema ed alla biodiversità, la crisi ambientale globale. Prodotti realizzati con scarti di produzione e materiali ecocompatibili o riciclati si alternano ad oggetti artistici, rivendibili con un approccio ecologista in tutte le fasi di immissione in commercio.
Ciò che caratterizza tale produzione fino al suo smaltimento è l’attenzione per il consumo di risorse, le emissioni di sostanze nell’ambiente, le conseguenze dell’inquinamento ambientale, la deforestazione; il green design è regolamentato dal decreto legislativo 15 del 2011, che ha recepito una direttiva europea del 2005, secondo cui se un prodotto non è conforme alla disciplina dell’ecosostenibilità, non può ricevere il marchio dell’Unione Europea e non può essere venduto al suo interno per nessun motivo.
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