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Microchip e Anagrafe Felina, istruzioni per l’uso

I proprietari di un gatto ben sanno quanto il carattere indipendente del felino lo porti spesso ad allontanarsi dalla propria abitazione, spesso anche per giorni.

Per quanto questa sia una pratica normale per l’amico a quattro zampe, perderlo equivale comunque a dolore e a preoccupazione per la sua sorte.

A.N.M.V.I. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani)

Per ovviare in qualche modo a questo inconveniente e per fornire a chi ha un gatto uno strumento in più di ritrovamento, è stata istituita l”A.N.M.V.I. (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), la quale ha al proprio interno, i dati di tutti quei gatti a cui i padroni hanno fatto impiantare un microchip.

Impiantare un microchip

Il microchip al gatto si impianta tramite puntura, nel sottocute del collo o, in casi di gatti molto piccoli, tra le scapole. Il microchip del gatto, dalle dimensioni di 13 x 2 mm, resta inerme se non stimolato da parte di un lettore del veterinario che identifica immediatamente il codice del felino: questo apre le porte alla scheda depositata presso l’A.N.M.V.I. dove sono riportati i dati anagrafici del gatto, del proprio padrone e il numero di microchip.

L’applicazione del microchip al proprio gatto non rientra tra le pratiche veterinarie obbligatorie ed è un’iniziativa completamente volontaria ed è ‘ per questo che ha dei costi, interamente sostenuti dai padroni, che variano da veterinario a veterinario.

L’anagrafe felina di Roma

Nella capitale, l’anagrafe felina romana offre una lista consistente di veterinari che hanno aderito all’iniziativa, tra cui il dott.Aleandri che, per un costo pari a 50 euro, impianta microchip a gatti presso il proprio ambulatorio, previo appuntamento, o legge mediante apposito lettore il microchip di quei gatti smarriti al fine di restituirli ai propri padroni, togliendoli dall’angoscia.

Impiantare un microchip al gatto è una pratica quasi completamente indolore e che non necessita di anestesia; l’unico caso in cui potrebbe essere necessaria, è legato a quei gatti il cui carattere forastico, non consente neanche una visita veterinaria normale.

Introdurre un microchip non è obbligatorio, salvo in quel caso in cui occorre avere il Passaporto Europeo, obbligo che non ha nulla a che fare con l’A.N.M.V.I.; avere comunque a disposizione un servizio come questo, fa ben capire quanto ci sia interesse per la salute dei nostri amici a quattro zampe e delle esigenze dei loro padroni, un valore aggiunto da parte della classe medica veterinaria.

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