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Le gallerie d’arte contemporanea

Non sempre, al di là delle distinzioni storiografiche e in certa misura specialistiche, risulta semplice rintracciare la differenza fra arte contemporanea e arte moderna: ciò avviene a causa di alcuni equivoci linguistici che si generano in seno alla questione di definizione del significato dei termini “contemporaneo” e “moderno”.

Da un punto di vista eminentemente storico, e non storiografico, il contemporaneo e il moderno sono due aggettivi utilizzati per indicare una sola epoca storica, ossia quella che è coeva a colui che parla o scrive.

Così, ciò che è moderno non si differenzia da ciò che è contemporaneo, ma non solo: entrambi questi termini denotano uno stesso ambito storico, uno stesso periodo, che tuttavia si è presentato innumerevoli volte nel corso della storia. Ad esempio, per un soggetto che si esprime nel Ventunesimo Secolo è proprio tale Secolo ad essere incluso ed indicato dagli aggettivi moderno e contemporaneo; ma al contempo, il Diciottesimo Secolo era moderno e contemporaneo per gli illuministi, così come il Diciannovesimo secolo per i romantici e così via.

Nel corso della storia, tutti coloro che hanno inteso i due termini per delimitare un periodo storico in particolare riferimento alla loro esperienza vitale hanno potuto farlo senza temere di generare fraintendimenti o equivoci.

Le cose sono sensibilmente cambiati ai giorni nostri, ove il prosperare delle scienze storiografiche ha reso necessario catalogare le singole epoche della storia attorno a classificazioni storiografiche più o meno convenzionali: in questo modo, ad esempio nella storia dell’arte, l’arte moderna e l’arte contemporanea si sono divise, ed indicano due periodi di tempo differenti.

Fra una galleria d’arte moderna e una galleria d’arte contemporanea al momento attuale vi è una distanza enorme: le opere dell’una non rientrano nè sono simili a quelle dell’altra.

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