Continui segnali di ripresa dalle imprese italiane nel corso del 2011. La puntualità nei tempi di pagamento nel terzo trimestre del 2011 è infatti ulteriormente migliorata rispetto al primo semestre dell’anno. Nello specifico, a fine settembre il 46,03% delle imprese italiane ha saldato i fornitori entro i tempi di pagamento stabiliti, facendo segnare un miglioramento rispetto al primo semestre dell’anno, quando le imprese virtuose erano state il 42,98%, ma soprattutto un netto passo in avanti rispetto alla fine del 2010, quando solo il 37,5% del totale (il livello più basso dal 2007) era risultato puntuale.
Questa, in sintesi, la principale evidenza che emerge dall’aggiornamento al 30 settembre sui tempi di pagamento delle imprese italiane, presentato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information.
La puntualità nel rispettare gli impegni nei pagamenti nei confronti dei propri fornitori è, dunque, migliorata dopo un 2010 da dimenticare e un inizio di 2011 carico di incertezze: secondo l’aggiornamento al 30 settembre 2011 dello Studio sui comportamenti di pagamento realizzato da CRIBIS D&B, il 46,03% delle imprese ha pagato alla scadenza dei tempi di pagamento, il 47,91% ha saldato entro il ritardo minimo di 30 giorni (modalità di pagamento più utilizzata) mentre il 3,61% tra i 30 e i 60 giorni di ritardo. Nella categoria dei ritardi gravi l’1,4% delle imprese ha saldato le fatture ai propri fornitori tra i 60 e i 90 giorni di ritardo, lo 0,65% tra i 90 e i 120 giorni mentre il rimanente 0,40% del totale ha superato il limite dei 4 mesi.
“Nel corso dei primi 9 mesi del 2011 abbiamo osservato un graduale miglioramento nei tempi di pagamento delle imprese italiane, anche se siamo ancora lontani dai livelli del 2007. Un trend che dovrà essere verificato nei prossimi trimestri, vista la recrudescenza della crisi economica che si è consolidata negli ultimi mesi – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato CRIBIS D&B –. Condizionato dalla congiuntura economica negativa, il contesto economico si sta caratterizzando per una maggiore fluidità, intesa come maggiore dinamicità e velocità nei cambiamenti, sia a livello di controparti (clienti e fornitori), sia a livello di andamento di mercato. In questo scenario – continua Preti – è sempre più fondamentale che le imprese adottino un’efficace politica di risk management che, attraverso strumenti adeguati, consenta di individuare i segnali che vengono dal mercato e dalla propria clientela. Soprattutto è fondamentale riuscire ad intercettare quei segnali deboli, cioè quei cambiamenti di comportamento che possono consentire di intercettare per tempo i mutamenti nel proprio contesto competitivo”. “I comportamenti di pagamento sono uno dei più importanti segnali dello stato di salute e dell’affidabilità delle proprie controparti – illustra Preti -. Unite alle informazioni commerciali tradizionali e ai dati interni, consentono di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni dei propri flussi di cassa. Del resto, la competitività delle imprese si è spostata dal Conto Economico allo Stato Patrimoniale e, in particolare, al Working Capital, che rappresenta la capacità dell’impresa di autofinanziare i propri investimenti e la propria crescita. In questo contesto, spostare il focus dalla gestione del singolo cliente alla gestione del portafoglio, anche in termini di impatto sulla finanza aziendale, potrà consentire alle imprese di migliorare i processi interni e di prendere decisioni, anche sul singolo cliente, più consapevoli e quindi più efficaci”.
E’ disponibile sul sito di CRIBIS D&B la versione completa dello studio sui tempi di pagamento delle imprese, che comprende anche i dati sulle differenze nei tempi di pagamento tra Nord e Sud, i tempi di pagamento delle imprese italiane per settore, area geografica e dimensione.
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