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A cosa serve il registro elettronico

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  • 13 Novembre 2014

A che serve, e a chi serve il registro elettronico? Da almeno un paio d’anni, l’argomento caldo del settore istruzione è quello dell’informatizzazione del registro scolastico, definito uno strumento per la “dematerializzazione delle procedure amministrative”. Un progetto che sembrava dovesse trovare immediata applicazione già per l’anno scolastico 2012 – 13, inserito nella spending review del Governo Monti. Alla fine quella che doveva essere una legge, la 135/2012, a carattere perentorio e immediato, è stata accantonata, data l’impossibilità di renderla operativa in molte scuole, causa arretratezza e mancanza di fondi necessari.

Si tratta, tuttavia, di una vera e propria rivoluzione del sistema scolastico che porterebbe una serie di vantaggi e agevolazioni. Per rispondere alla domanda che fa da incipit all’articolo, il registro elettronico serve a tutti gli agenti scolastici. Serve ai genitori, che finalmente potrebbero contare su un canale diretto attraverso cui monitorare le prestazioni del proprio figlio, uno strumento diretto, funzionale, semplice; servirebbe ai docenti, i quali potrebbero finalmente ottimizzare in un unico sistema tutti quei registri personali e di classe che ad oggi occorre gestire sul cartaceo; servirebbe agli studenti stessi, a cui verrebbe offerto un mezzo per mantenersi sempre aggiornati sullo sviluppo del programma, del proprio andamento, valutazioni, criticità; serve alla scuola nel suo complesso in quanto si potrebbe grazie ad esso strutturare un modello di gestione rivoluzionario. Le ricadute positive della digitalizzazione del registro si esprimono a livello economico con un considerevole risparmio di denaro, di spazio e di carta; a livello comunicativo, in una gestione decisamente più semplificata e performante delle comunicazioni verso docenza e famiglie; a livello di gestione d’archivio, in un più lineare metodo di amministrazione di ogni pratica burocratica, dalla consegna della pagella alle iscrizioni annuali fino alla configurazione delle classi.

L’Unione Europea sostiene – anche economicamente – il progetto, tuttavia esso rimane ancora in una fase incerta del proprio sviluppo. Il governo incoraggia i dirigenti scolastici a fare quanto in loro possesso per dare concretezza alla digitalizzazione, ma allo stesso tempo chiede loro che il bilancio economico non ne risenta. Alcuni istituti sono stati già in grado di attivare il proprio registro online, a fronte di altri che restano indietro, intensificando la confusione sul tema, in attesa di sviluppi che siano soprattutto di stampo politico.

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