Ogni fallimento nasconde un’opportunità per rialzarsi e migliorare, soprattutto quando si parla di scuola. Alessandro Benetton ha affrontato l’argomento nel suo ultimo video Youtube ripreso dal “Corriere della Sera”.
Alessandro Benetton: bocciatura un “incidente di percorso” che tutti possono superare
Fondatore e Presidente di 21 Invest, imprenditore premiato da Ernst&Young, Cavaliere del Lavoro. E di recente nominato alla guida di Edizione, la holding di famiglia. Molti immaginano la carriera di Alessandro Benetton come un percorso senza particolari ostacoli. Nulla di più sbagliato. Sono diverse le sfide che l’imprenditore ha dovuto affrontare per arrivare dov’è ora. La prima già da giovanissimo, durante gli studi. Ne ha parlato per la prima volta durante l’ultimo episodio di un #UnCaffèConAlessandro, rubrica Youtube ripresa anche dal portale del “Corriere della Sera”. “Al liceo sono stato bocciato. Una frase che detta ad alta voce mi fa ancora un certo effetto e mi riporta alla mente tantissimi ricordi, non tutti felici”. Ricordi ed esperienze che l’imprenditore ha già messo nero su bianco nella sua autobiografia dal titolo “La Traiettoria”, edita da Mondadori, e che ha deciso di condividere direttamente anche sui social: “Partiamo da un presupposto fondamentale: un fallimento nella scuola non vuol dire necessariamente un fallimento nella vita – sostiene Alessandro Benetton, portando i noti esempi di Einstein, Hack ed Edison – persone incappate in una bocciatura ma entrate poi nella storia dell’umanità. Nessuno di loro si è fatto fermare dal fallimento scolastico, perché capirono che si trattava di un incidente di percorso e non di una condanna per la vita”.
Alessandro Benetton: grazie ai miei professori ho capito che studiare significa poter realizzare i propri sogni
È importante dare il giusto peso a quello che sicuramente è un campanello d’allarme, ma farne un dramma si rivela una strategia inutile: “Una bocciatura può essere un’opportunità e può portare a una vera svolta nella tua vita – spiega Alessandro Benetton – proprio come quello che è successo a me”. Una vera e propria “doccia fredda” quella che colpisce il giovane durante gli anni al liceo: “Non tanto per aver perso un anno, ma perché sentivo di aver fallito in qualcosa di importante. ‘Ho deluso i miei genitori’, ‘Non posso fare niente’, ‘Sono un fallito’: questo tipo di pensieri non mi dava pace”. Il cognome importante non avvantaggia, ma conferisce maggiore peso: “Un Benetton che fallisce era un problema per l’immagine della mia famiglia”. La svolta avviene quando, proprio a causa della bocciatura, Alessandro Benetton incontra quello che considera il suo primo maestro: “Don Tarcisio, professore di filosofia, che mi ha insegnato una delle lezioni più importanti: l’ignoranza non è un male se è la benzina che accende il desiderio della conoscenza”. Con Don Tarcisio, Alessandro Benetton capisce che studiare significa possedere gli strumenti per raggiungere i propri obiettivi. Fondamentale il supporto dei genitori, che hanno il dovere di far capire ai figli la gravità del fatto, ma soprattutto che non sono destinati ad una vita di fallimenti: “Un bambino può cogliere l’opportunità nascosta dietro il fallimento – conclude – solo se i suoi genitori gliela mostrano”.