”Fermate il mondo, voglio scendere!!” si comincia ad udire da più parti, gridato ormai a gran voce da chi consapevolmente ha capito che questa tendenza rappresenta un’eredità, un macigno che pesantemente ricadrà sulle generazioni future: si apre insomma un’attenzione rivolta alle cose buone di un tempo, ai metodi tradizionali di produzione, quando le delizie della tavola richiedevano passione, ricette artigianali e soprattutto tanta pazienza.
Come ad esempio al tipo di coltivazione ( e relativi derivati) condotta anni addietro, la cosiddetta “agricoltura integrata” ( o produzione integrata), che prevede l’adozione di tecniche compatibili con la conservazione dell’ambiente e la sicurezza alimentare mediante minimizzazione nell’uso di prodotti chimici (fitofarmaci): rappresenta per il consumatore una certezza dell’origine, della genuinità e della freschezza delle produzioni. Si riesce, in pratica, a proteggere le risorse ambientali attraverso un basso impatto, reso possibile dall’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione,
In particolare:
-la fertilizzazione dei terreni viene ottenuta con sostanze organiche;
-le lavorazioni del terreno vengono condotte prevenendo la degradazione della sua struttura e l’erosione;
– il controllo delle piante infestanti viene effettuato “naturalmente” limitando il ricorso al diserbo chimico. Sono compatibili con questo obiettivo, ad esempio, le false semine, le rotazioni colturali, il diserbo meccanico, ecc.
E’ evidente che da questa metodologia di coltivazione si riescono ad ottenere cibi sani e sicuri, preservando nel contempo le risorse ambientali. Come ad esempio l’olio calabrese commercializzato sul web da siti di prodotti tipici calabresi che hanno basato la loro “mission” aziendale nell’offerta di referenze genuine ed esclusive in fatto di salubrità.
Le caratteristiche proprie del prodotto si possono così riassumere brevemente:
VISIVO:tra il verde ed il giallo oro, lievemente opalescente.
OLFATTIVO: armonico, intenso, dell’oliva colta al giusto punto di maturazione.
GUSTATIVO: leggermente piccante, amarognolo ed intensamente fruttato.
ACIDITA’: bassa acidità, con valori compresi tra 0,2-0,6% di acido oleico.
Rimarcare la qualità dell’olio della Calabria è superfluo, ma val la pena ricordare ( a mero titolo di esempio) importanti riconoscimenti ed attenzioni ottenute a livello internazionale. Quali quelle del professor White, enologo di grande fama di origine americana trapiantato in Nuova Zelanda, il quale condusse uno studio sul prodotto calabrese già 20 anni fa, deducendone che si tratta di una eccellenza tra le migliori esistenti sul mercato italiano e della Comunità europea, l’unico al mondo a garantire dai rischi di infarto.