La caduta capelli è generalmente indicata con il termine calvizie. La terminologia medica parla invece di alopecia, anche se la definizione necessita di un chiarimento. La calvizie vera e propria, quella causata da fattori ereditari, si definisce alopecia androgenica (o androgenetica); si tratta di un processo irreversibile che può essere rallentato attraverso trattamenti farmaceutici ma non impedito in maniera assoluta. Nel caso di alopecia androgenica, l’unica soluzione definitiva è quella del trapianto di capelli. In realtà non è vero che il cuoio capelluto rimanga privo di capelli: essi sono ancora presenti all’interno del bulbo pilifero, tuttavia subiscono una significativa miniaturizzazione che li rende invisibili all’occhio umano.
L’alopecia androgenica, però, non è l’unico tipo di calvizie esistente in natura. La caduta capelli infatti può essere causata da fattori esogeni, i quali provocano un graduale ma rapido decorso negativo del capello che si manifesta con stempiatura a chiazze. Questo tipo di alopecia è definita telogenica ed è causata prevalentemente da prolungate situazioni di stress subite dal soggetto. L’alopecia telogenica è un processo reversibile, a patto che il soggetto riesca a recuperare uno stato di quiete.
Nel caso della alopecia androgenica la calvizie è causata da una sovrapproduzione di diidrotestosterone, un ormone prodotto dall’intervento dell’enzima 5-alfa-reduttasi sul testosterone. L’azione eccessiva di tale enzima provoca l’eccessiva presenza di diidrotestosterone, la quale a sua volta causa a sua volta alopecia. L’alopecia telogenica, come detto, è una conseguenza dello stress. Per contrastare gli stati di tensione, ipotalamo e ipofisi producono ormoni di rilascio della corticotropina (CHR). Tali ormoni inibiscono le cellule responsabili della riproduzione dei capelli, rallentando o arrestando del tutto la ricrescita. Sebbene quest’ultimo tipo di alopecia sia, come detto, reversibile, è importante che lo stato di stress non sia prolungato. In caso contrario, il disturbo si trasforma in una vera e propria patologia e richiederà una terapia di tipo cognitivo – comportamentale.
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