Un progetto fotografico che prende vita quasi per gioco, dall’idea di liberarsi dagli schemi imposti dagli scatti in studio e che nel giro di pochi mesi diventa qualcosa di più organico. Potere della rete – certo- che lo ha fatto conoscere in ogni parte del globo, ma anche del lavoro che sta dietro (e davanti!) l’obiettivo. «Mi piace ogni volta cogliere qualcosa di speciale in ognuna delle ragazze che immortalo. Mi piace vederle immerse nel loro mondo, a casa loro nella loro camera con i loro vestiti», spiega Emanuele. E ora l’impegno profuso si concretizza con un’interessante e ampia intervista sull’edizione bulgara della rivista Max. Un punto d’arrivo? Tutt’altro, come spiega Emanuele. «Uno stimolo in più che mi spinge a fare sempre meglio e che mi conferma come il progetto piaccia e come stia crescendo».
L’intervista è nata quasi per caso. «Hanno visto le mie foto in rete e hanno letto della filosofia che sta dietro tutto questo e… Pronti via il giorno dopo nella mia mail una decina di domande». Un grande soddisfazione e la riprova che «quando un’idea funziona ci vuole poco per farla piacere». Quello che stupisce è il successo fuori confine. Attestati di stima da tutta Europa. «I russi sono i miei più grandi estimatori», racconta ancora Emanuele. Un paio di mesi fa infatti il progetto è stato “aperto” anche ad altri fotografi. «Ho chiesto ai miei colleghi di inviarmi i loro editoriali per vedere come loro interpretassero le nextdoormodel. Ho ricevuto lavori da ogni parte del mondo». E i progetti per il futuro di NextDoorModel sembrano sempre guardare in questa direzione. «Vorrei far conoscere sempre di più il progetto, in Italia sì, ma anche all’estero e coinvolgere fotografi di altri Paesi, per dare a nexdoormodel un respiro sempre più internazionale». L’articolo di Max è un primo importante passo.
Per vedere gli ultimi editoriali pubblicati:
www.nextdoormodel.it
No Comments Found