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Aspirina: dall’estratto di salice alla pasticca per tutti.

Documenti sull’uso della radice di salice per la cura di stati febbrili e malesseri muscolari o influenzali risalgono ad Erodoto, che ne Le Storie, fa riferimento alla pratica di realizzare un decotto di radice di salice con finalità curative. Tale pratica inoltre viene espressamente indicata nei libri di ricette con le erbe officinali. Durante poi il medioevo tale pratica venne abbandonata. L’aspirina come la conosciamo oggi nasce a metà del 1800 dall’intuizione di un chimico di un’azienda tedesca, la Bayer, che nel cercar euna cura per il padre che fosse gradevole al palato, ha ottenuto il composto, che tuttora è alla base dell’aspirina, a base di acido salicidico e acido acetico. La scoperta rivoluziò l’intera produzione farmceutica poichè fu il primo prodotto ad essere sottoposto a sperimentazione clinica costituendo un precedente importante in ambito farmceutico poichè da quel momento anche altri prodotti subirono la sperimentazione. L’apirina divenne in breve tempo il farmaco più consociuto al mondo. L’aspirina deriva il proprio nome da: “a”, usato per indicare il gruppo de “acetilene”, “spir” derivante dal fiore spirarea da cui deriva l’acido salicidico, e del suffisso “ina”, usato genericamente per identificare i farmaci. Fin dalla sua commercializzazione l’aspirina venne usata per combattere i sintomi dell’influenza, come analgesico e antinfiammatorio. L’apirina è da considerarsi a tutti gli effetti il capostipite di tutti i prodotti da banco vendibili senza obbligo di ricetta medica.

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