Nell’ambito delle consultazioni tra le autorità portuali italiane circola il nome di Pasqualino Monti per la designazione del nuovo presidente. A giugno l’assemblea che sancirà il cambio di guardia
Entra nel vivo la corsa per il rinnovo al vertice di Assoporti. Sulla base della ‘road map’, definita nell’assise di Cagliari a fine aprile, i tre saggi, nominati in quell’occasione, Luciano Guerrieri, Cristoforo Canavese e Aldo Garozzo, presidenti, rispettivamente, delle autorità portuali di Piombino, di Savona e di Augusta, si apprestano ad avviare le consultazioni tra i presidenti delle autorità portuali italiane per arrivare alla designazione del successore di Francesco Nerli, il cui mandato è in scadenza e non è più rinnovabile.
I tempi sono stretti: l’assemblea che sancirà il cambio della guardia si terrà, infatti, nel prossimo mese di giugno. Le consultazioni dei tre saggi dovrebbero richiedere un paio di settimane per poter arrivare a fine mese con l’indicazione del nuovo presidente.
E non è un lavoro facile quello che attende Guerrieri, Canavese e Garozzo per arrivare a un nome condiviso, che metta d’accordo tutti. Un nome che può fare la differenza, in un momento chiave per il rilancio dell’economia del Paese e per uno dei suoi settori strategici, come quello portuale. Tanto più che l’obiettivo è quello di ridare unità all’associazione delle Autorità portuali dopo almeno un paio d’anni di forti turbolenze. Il toto nomine è aperto ormai da tempo. Sono circolati i nomi di due senatori, Lorenzo Forcieri e Piergiorgio Massidda, rispettivamente presidenti dei porti di La Spezia e di Cagliari. Ma gettonati sono anche i nomi Marina Monassi di Trieste e di Pasqualino Monti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.
L’identikit che si delinea per il prossimo presidente di Assoporti è quello di un manager in grado di assicurare discontinuità. In questa ottica, anche guardando al profilo generazionale, ha buone credenziali il presidente del porto di Civitavecchia, che non ha ancora quarant’anni (è nato a Ischia nel 1974). Se pur molto giovane, Monti ha al suo attivo i buoni risultati della gestione del porto di Civitavecchia e può contare sul sostegno di una rete di relazioni bipartisan.
La richiesta che arriva dalle diverse realtà portuali italiane è quella di un progetto che sia in grado di ripensare la portualità italiana, che superi i microporti e che realizzi un vero sistema fatto di specializzazioni diverse per evitare il cannibalismo tra i diversi scali. Va rivista la natura stessa delle autorità portuali, estendendone la loro mission anche alla logistica e istituzionalizzando l’authority della logistica. Centrale è anche la ridefinizione di un nuovo rapporto e di nuove regole con i grandi concessionari: va incentivato il project management per rendere autonome le autorità portuali dal pubblico, garantendo incassi agli enti locali e remunerazione di mercato alle autorità portuali.
Secondo i rumors, nella rosa dei candidati c’è anche il presidente dell’autorità portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, considerato uomo della mediazione tra le diverse anime di Assoporti. ”Di Assoporti – ha detto recentemente- mi interessa l’attività di lobbismo in senso positivo ovviamente, per le cariche si vedrà. Io non ho chiesto niente, comunquè’. E c’è anche Luigi Merlo, presidente del porto di Genova, che conta ‘supporters’ tra i presidenti di alcune authority, soprattutto del Sud.
Fonte: Adnkronos