Secondo le teorie sulle quali si basa la Cronoterapia, l’efficacia di un medicinale è strettamente correlata all’orario dell’avvenuta assunzione. Insomma, secondo questi studi, non è sufficiente seguire le terapie facendo rispettando dosi e durata ma sarà fondamentale fare attenzione al momento della giornata nel quale verrà preso il farmaco.
È noto che il corpo umano è soggetto a dei ritmi che ne regolano le diverse funzioni vitali e i nostri parametri fisiologici non sono costanti ma mutano in base al momento della giornata e alle stagioni.
Un chiaro esempio di questi cambiamenti fisiologici sono, ad esempio, i cali di difese naturali che ci affliggono ad ogni cambio di stagione o ancora i disturbi di depressione ai quali sono soggette le popolazioni del nord che vivono 6 mesi l’anno senza beneficiare della luce solare.
Secondo la Cronoterapia, le terapie farmacologiche non possono prescindere da questi ritmi che regolano il nostro organismo, devono invece “sfruttarli” per individuare gli intervalli temporali migliori per ottenere maggior efficacia dall’assunzione di un farmaco.
Maurizio Cutolo, responsabile dell’Unità di Reumatologia del Dipartimento di Medicina Interna dell’università di Genova e presidente dell’ultimo congresso dell’European League Against Rheumatism (Eular), svoltosi recentemente a Roma, spiega: “gli ‘orologi interni’ del nostro organismo influenzano costantemente i cambiamenti biologici che avvengono nel corpo umano […]”
Ecco alcuni esempi che indicano delle categorie farmacologiche e i relativi orari considerati ideali per l’assunzione:
– Antinfiammatori, antidolorifici e antipiretici: a stomaco pieno, la sera prima di dormire
– Antigastrici: dopo i pasti
– Antistaminici: la sera prima di dormire
– Aspirina: la sera dopo cena se viene utilizzata contro l’influenza, al mattino come prevenzione di ictus e infarti
Ciò che impedisce una completa applicazione della Cronoterapia è spesso la mentalità del paziente. Non sempre, infatti, è facile convincerlo dell’importanza dell’orario di assunzione di un farmaco e spesso è già difficile pretendere dal paziente una completa adesione alle cure e una predisposizione ad acquisire buone abitudini legate alla costanza e al rispetto degli orari.