“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” di Vincenzo Di Michele raccoglie testimonianze e documenti che ricostruiscono i giorni di prigionia di Benito Mussolini al Gran Sasso dopo la firma dell’Armistizio.
Di Michele propone una versione molto diversa rispetto a quella scritta nei libri di storia. Secondo i documenti e le interviste in possesso dell’autore, Benito Mussolini godeva di una certa libertà al Gran Sasso: aveva la possibilità di vedere persone e gestire serenamente il suo tempo.
Vincenzo Di Michele suggerisce l’esistenza di un accordo tra il Re, Badoglio e i tedeschi per la consegna di Benito Mussolini. La testi revisionistica contenuta in “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, si basa su documenti e interviste che dimostrano come i militari tedeschi catturarono il Duce senza sparare neanche un colpo.
I carcerieri di Benito Mussolini avrebbero avuto l’ordine di non opporre nessuna resistenza ai tedeschi e consegnare il Duce senza alcuna reazione. Secondo l’autore di “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, Badoglio e il Re trovarono un accordo per la consegna di Mussolini ai tedeschi in cambio della loro salvezza.
Vincenzo Di Michele ricostruisce gli avvenimenti successivi alla firma dell’Armistizio dell’8 settembre del ’43 attraverso documenti e interviste a persone presenti al Gran Sasso al tempo. L’autore conosciuto per il libro “Io, prigioniero in Russia”, propone una versione molto diversa della storia “comunemente” conosciuta.
Nel suo libro, lo scrittore propone una nuova istantanea dell’Italia in guerra, dopo aver scritto della tremenda prigionia in Russia di suo padre. Il precedente libro di Vincenzo Di Michele, intitolato “Io, prigioniero in Russia”, raccoglie le memorie del padre, militare durante la seconda guerra mondiale, proposto dall’autore in un romanzo storico molto commovente.