Lo studio condotto presso l’Università degli Studi di Perugia dal prof. Stefano Fiorucci e dal prof. Franco Baldelli e pubblicato sulla prestigiosa rivista Plos One, rivista della Public Library of Science, USA, presenta importanti ricadute sul piano del trattamento dei pazienti affetti da infezione cronica da HIV allo scopo di prevenire gli effetti avversi cardio-vascolari.
L’infezione cronica da virus HIV è responsabile dell’AIDS.
Gli studi di sorveglianza delle nuove infezioni da HIV registrano 6,7 nuovi casi di HIV positiva ogni 100.000 residenti (dati Ministero della Salute – 2008), posizionando l’Italia fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di HIV medio-alta.
Le persone che scoprono di essere HIV positive hanno oggi un’età media di 38 anni i maschi e 34 anni le femmine. Aumentano i casi attribuibili a contatti eterosessuali ed omosessuali, che nel 2008 costituiscono complessivamente il 74% di tutte le segnalazioni.
Su tre persone che vengono diagnosticate come HIV positive, una è di nazionalità straniera.
Le stime effettuate sulla base dei dati disponibili indicano che in Italia sono attualmente presenti 170.000-180.000 persone HIV positive viventi, di cui circa 22.000 di Aids. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto.
Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all’anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle nuove terapie.
La sorveglianza dell’Aids ha una copertura nazionale e riporta i dati relativi alle persone sieropositive in fase avanzata di malattia, cioè con Aids conclamato.
Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 ad oggi sono stati segnalati oltre 62.000 casi di AIDS, di cui quasi 40.000 deceduti.
Le terapie a lungo termine con farmaci anti-virali per quanto efficaci nel ritardare la progressione verso l’AIDS nei soggetti infetti con virus HIV, causano effetti avversi cardiocircolatori (infarto del miocardio ed ictus).
I casi di Aids continuano a diminuire principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate che ritardano la comparsa dell’Aids. Tali terapie prolungano la sopravvivenza e riducono la mortalità delle persone sieropositive, comportando un aumento progressivo delle persone viventi con Aids.
SIFAINFORMAZIONI