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Luca Dal Fabbro: l’acqua è un’opportunità per il futuro. Iren pronta a investire 3 miliardi

Lo ha ribadito più volte il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro: l’acqua non è solo un bisogno, ma un’opportunità per costruire un futuro sostenibile. Nel piano strategico al 2030 della multiutility 3 miliardi di euro di investimenti per far fronte al tema dell’acqua.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: investire sull’acqua per preservare il futuro

L’acqua è tra le risorse più importanti che abbiamo a disposizione, ma ad oggi il suo utilizzo e la sua gestione sono tutt’altro che ottimali. In Italia una delle aziende che si sta adoperando per salvaguardare questo prezioso elemento è Iren. È stato il Presidente della multiutility Luca Dal Fabbro a spiegare che “i tubi italiani perdono anche oltre il 60% dell’acqua che depuriamo”, una situazione che potrebbe essere risolta “rattoppando i tubi, trovando le perdite e creando una pipeline di acqua molto più resistente”. Ma questo non basta. Come riportato anche dal manager, il 90% delle gocce d’acqua che cascano sul territorio vengono disperse, quando invece occorrerebbe raccoglierle. “C’è da fare un grosso progetto nazionale di invasi, del quale, come Iren, siamo grandi sostenitori”, sottolinea Luca Dal Fabbro, secondo il quale persino le acque utilizzate in agricoltura, o le cosiddette acque reflue, andrebbero valorizzate. “Se noi raccogliessimo tutta l’acqua reflua dalle coltivazioni e dall’industria e la depurassimo avremmo il 30% dell’acqua per l’agricoltura che oggi, invece, dobbiamo depurare e non riutilizziamo“, aveva fatto notare in un’intervista rilasciata a margine della presentazione del Blue Book 2024.

Luca Dal Fabbro: l’acqua è un’opportunità non divisiva

L’acqua, come sottolineato più volte da Luca Dal Fabbro, è più di un semplice bisogno: è un’opportunità per il futuro che può portare beneficio a tutti. Per il Presidente di Iren, si tratta di “un’opportunità non divisiva, perché serve a tutti”. Affrontare queste problematiche richiederà investimenti significativi, ma si tratta di un passo necessario per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Ecco perché il manager lo definisce “un grandissimo investimento per i nostri figli e i nostri nipoti”. Mentre Iren sta investendo quasi 3 miliardi di euro nel suo piano strategico per fronteggiare il tema dell’acqua, Luca Dal Fabbro ha invitato il Governo a considerare l’ipotesi di implementare un PNRR o addirittura un piano Marshall dedicato all’acqua che porti ad azioni concrete per migliorare la situazione.

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L’eccellenza del vino italiano: Botter nel settore vitivinicolo

Botter ha costruito dal 1928 un percorso di successo grazie a una solida strategia lungimirante, affermandosi come protagonista nella produzione e distribuzione di vino. Tra i prodotti di punta spiccano alcune delle tipologie italiane più richieste a livello globale, tra cui Prosecco, Primitivo e Pinot Grigio.

Botter S.p.A.

Botter, marchio italiano che conquista i mercati globali

Fondata a Fossalta di Piave (VE) nel 1928 su iniziativa di Carlo Botter, l’azienda Botter avviò le proprie attività come piccola realtà dedicata alla vendita al dettaglio di vino in fusti e damigiane. Negli anni è cresciuta fino a diventare uno dei maggiori esportatori di vino italiano nel mondo. Botter è oggi parte integrante, insieme a Mondodelvino e Cantina Zaccagnini, del Gruppo Argea, operatore privato leader nel settore vitivinicolo italiano nato su impulso del Fondo Clessidra. Tornando alle origini, l’azienda è sempre stata in grado di combinare tradizione e innovazione: risale agli anni ‘50, ad esempio, l’avvio della commercializzazione di vini imbottigliati, inizialmente concentrata sul mercato interno per poi estendere gli orizzonti anche all’estero. Il successo raggiunto si traduce oggi nell’elevata specializzazione per la produzione e commercializzazione di diverse tipologie di vino, sia fermo che frizzante, con particolare attenzione ad alcune delle tipologie di vino italiano più apprezzate a livello internazionale: tra queste, Prosecco, Primitivo e Pinot Grigio.

Botter: la crescita sostenibile del vino italiano

Botter è riuscita così a conquistare un ruolo di rilievo nei mercati più importanti per l’export del vino, anche attraverso un’ampia offerta di etichette e denominazioni di alta qualità. La presenza internazionale e il posizionamento competitivo hanno reso l’azienda il fulcro di un progetto che punta a riunire le eccellenze vinicole italiane in un tragitto di crescita comune. L’obiettivo è preservare le identità delle varie realtà produttive esaltandone la tradizione e, contemporaneamente, aumentarne l’influenza a livello globale. Botter è inoltre impegnata in un percorso connesso alla sfera della sostenibilità: l’azienda supporta infatti la transizione ecologica della filiera promuovendo pratiche sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Tale vision si traduce in un approccio responsabile, senza compromettere la qualità e la tradizione che hanno reso Botter uno dei maggiori esportatori di vino italiano nel mondo.

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Pietro Labriola: TIM sulla strada giusta con TIM Brasil

L’AD di TIM Pietro Labriola ha firmato un articolo pubblicato su “Repubblica” in cui parla delle motivazioni che hanno spinto il Gruppo a puntare sul mercato brasiliano e vendere la rete fissa, evidenziando come questa si sia rivelata la scelta aziendale più giusta.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: l’enorme potenziale del mercato brasiliano

Sotto la guida dell’AD Pietro Labriola, TIM ha intrapreso un importante percorso di crescita. La vendita dell’infrastruttura di rete fissa ha però generato un dibattito, sollevando interrogativi sul perché non si sia optato per la vendita di TIM Brasil. È proprio il numero uno di TIM a fornire la risposta con un articolo da lui firmato e pubblicato su “Repubblica”. Partendo da un confronto con gli altri grandi operatori europei, le cui attività internazionali contribuiscono in modo sostanziale alla loro capitalizzazione, l’Amministratore Delegato evidenzia il potenziale di TIM Brasil che rappresenta il 67% del valore del Gruppo nonostante generi solo il 30% dei ricavi. Da qui l’importanza strategica di mantenere la presenza di TIM nel mercato brasiliano. Quest’ultimo “sta vivendo profonde trasformazioni, con una crescita importante che beneficia di diversi fattori chiave”, spiega Pietro Labriola, “c’è un grande potenziale di crescita, soprattutto perché il consumo di dati è ancora relativamente basso e le offerte attuali non includono una quantità di giga ‘abnorme’”. A questo si aggiunge che “l’asta per le frequenze del 5G è stata orientata maggiormente ad obiettivi di digitalizzazione e modernizzazione del Paese piuttosto che a un incasso immediato, rendendo il Paese uno dei leader mondiali per l’ampiezza e modernità della rete”. “Se in Italia – prosegue il manager – lo Stato ha incassato 6,5 miliardi di euro per le frequenze, il Brasile ha seguito una strada diversa, incassando dall’asta circa 1,1 miliardi di euro al cambio del 2021 ma stimando investimenti da parte degli operatori per oltre 6 miliardi”. Uno scenario che “fa del Brasile uno dei mercati più promettenti per le telecomunicazioni”.

Pietro Labriola: TIM è sulla strada giusta

Della possibile vendita di TIM Brasil se ne parlò per la prima volta nel 2014, ma poi il Gruppo decise diversamente. “Con il senno di poi – afferma Pietro Labriolala decisione di investire nel rilancio del Brasile si è rivelata giusta, poiché da TIM Brasil oggi arriva il 50% del margine del Gruppo e supporterà la crescita dei prossimi anni, grazie a un’esposizione a un mercato sano e in espansione, generando le risorse necessarie”. Se poi si considera che “dal 2022, anno in cui è partito il processo di vendita della rete di oggi, il titolo è salito del 50% passando da 29 miliardi di reais di capitalizzazione a oltre 44 miliardi di reais, creando valore per tutti gli azionisti”, emerge chiaramente che quella intrapresa da TIM è la strada giusta. “TIM – continua l’AD – è oggi un’azienda diversificata, e non solo geograficamente: è presente anche in diversi segmenti tecnologici (fisso, mobile e servizi IT) e di clientela (retail, piccole e medie imprese, grandi aziende e pubbliche amministrazioni), ed è un insieme di business e mix di attività in fasi differenti del loro ciclo di vita, con prospettive di crescita, e conseguentemente di rischio, differenti, ma che garantiscono la sostenibilità del Gruppo. TIM, quindi, non sarà sostenibile domani, lo è già oggi”.

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Gruppo Riva: un modello di gestione ambientale efficace nel settore siderurgico

Gruppo Riva si attiene scrupolosamente alle politiche ambientali che prescrivono l’utilizzo delle tecniche più moderne al fine di abbattere le emissioni inquinanti dell’attività siderurgica.

Gruppo Riva

Gruppo Riva: le strategie ambientali

Gruppo Riva è fortemente impegnato nella gestione sostenibile delle proprie attività industriali, riconoscendo l’importanza di coniugare la produzione con il rispetto dell’ambiente. Fin dal 2007, tutti gli impianti produttivi della società sono conformi alle “migliori tecniche disponibili” (BAT), stabilite a livello europeo e internazionale. Il rispetto delle normative ambientali è confermato dall’ottenimento delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) e delle Autorizzazioni Uniche Ambientali (AUA), rilasciate dalle autorità competenti dopo attentissimi controlli. Queste certificazioni prevedono precisi programmi di monitoraggio delle fonti emissive, permettendo al Gruppo Riva di valutare attentamente e ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. Tutti gli stabilimenti della società sono certificati secondo la norma UNI EN ISO 14001.

La filosofia della sostenibilità di Gruppo Riva

In Gruppo Riva la responsabilità sociale non si limita alla gestione interna delle attività produttive, ma coinvolge anche il rapporto con gli stakeholder, inclusi i cittadini, le autorità e le parti interessate. La sostenibilità ambientale, infatti, viene considerata dalla società siderurgica come un obiettivo in continuo divenire, da perseguire attraverso collaborazioni tra pubblico e privato e un confronto aperto e trasparente con le autorità locali. Il Gruppo promuove attivamente un approccio multidisciplinare alla sostenibilità industriale, incoraggiando lo sviluppo di studi originali e la diffusione delle competenze più avanzate a livello internazionale. Punta, inoltre, a sensibilizzare e coinvolgere attivamente i propri dipendenti attraverso specifiche pratiche di formazione.

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Champions League 2024/25, Marzio Perrelli: l’offerta senza precedenti di Sky Sport

La Champions League 2024/25 sarà rivoluzionaria: le dichiarazioni dell’Executive Vice President Marzio Perrelli sulla nuova edizione della più prestigiosa competizione calcistica continentale, trasmessa su Sky Sport con una copertura “unica in Europa”.

Marzio Perrelli

Champions League, Marzio Perrelli: le novità della stagione 2024/25

La nuova edizione della Champions League rappresenterà una svolta storica per il calcio europeo, come sottolineato dall’Executive Vice President Sport di Sky Italia nel corso della presentazione della copertura della stagione appena iniziata. “Una stagione rivoluzionaria”: sono state queste le parole di Marzio Perrelli, che ha spiegato come, con l’introduzione di tre classifiche, il format della competizione si avvicini a quello dei campionati nazionali, diventando così ancora più interessante per gli appassionati. Con otto squadre italiane in gara, l’entusiasmo per le partite è davvero alto. “Questo ci riempie di soddisfazione. Come dice la nostra campagna, è il più grande spettacolo del mondo – ha affermato l’Executive Vice President di Sky Sport – Non esiste una competizione calcistica globale a questo livello: avremo i giocatori più forti, le squadre migliori, gli stadi più spettacolari e il tifo più appassionato”. Per rendere la visione dei match ancora più accattivante, ha poi dichiarato Marzio Perrelli, Sky Sport si impegnerà “a valorizzare tutto questo con il nostro Sky Touch, trattandolo con la massima attenzione e cura, come se fosse un bambino piccolo”.

Marzio Perrelli: una copertura senza pari, l’offerta di Sky Sport unica in Europa

Il nostro palinsesto è unico: in Europa, non esiste nulla di simile”, così Marzio Perrelli ha evidenziato la straordinarietà del palinsesto di Sky Sport. Con 13.000 ore di eventi live e oltre 22 discipline diverse, la rete offre una programmazione di circa 35 ore di dirette quotidiane. “Se qualcuno volesse passare 24 ore della propria giornata solo su Sky Sport, troverebbe sempre qualcosa da vedere”, ha detto il manager, ricordando la possibilità offerta da Sky Go per gli abbonati di registrare da remoto così da “fruire di tutti i contenuti quando e dove lo desiderano”.  All’inizio della stagione, Sky Sport ha trasmesso in esclusiva le partite di due grandi club italiani, Juventus e Milan, con match che fino all’anno scorso erano considerati materiali da finalissima, come Milan-Liverpool. Con un piano editoriale ben definito, che prevede 51 serate UEFA e oltre 500 partite in totale, Sky Sport si prepara a offrire una copertura senza precedenti e ricca di emozioni.

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MFE fuori dalla media europea, Pier Silvio Berlusconi: cresciamo ancora, presto nuove assunzioni

In un’intervista rilasciata al TG5, il CEO Pier Silvio Berlusconi descrive MFE come un “caso unico”. Nonostante la competizione delle multinazionali e il trend generale del mercato, il Gruppo da lui guidato continua a investire e crescere: “Il nostro titolo cresce di più della media di tutti i broadcaster in Europa”.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: risultati oltre le attese

Utile netto a 104,7 milioni (in crescita del 20,2%), risultato operativo a 136,3 milioni (+12,7%) e ricavi netti consolidati che si attestano a 1.476,5 milioni di euro (+7,8%): sono questi i numeri della crescita del Gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi. “Un caso abbastanza unico” quello di MFE, come sottolineato dallo stesso Amministratore Delegato nel corso di un’intervista rilasciata al TG5. Nonostante le enormi sfide che presenta attualmente il settore dei media e la concorrenza delle multinazionali, la società ha conquistato la leadership in Spagna e ha affermato la propria presenza in Germania. “Durante le varie crisi il mercato della pubblicità è passato da 10 miliardi di euro a 6 miliardi, una perdita del 40%. Ora, buona parte di questi investimenti sono stati recuperati, ma c’è tantissima concorrenza, anche da parte del web. Nonostante questo, noi abbiamo continuato a investire e anche a crescere“, ha sottolineato Pier Silvio Berlusconi.

Pier Silvio Berlusconi: crescita superiore rispetto alla media di tutti i broadcaster in Europa

Con “tutti i fondamentali in crescita” e un titolo che “cresce di più delle media di tutti i broadcaster in Europa”, MFE può permettersi di guardare al futuro e investire nel reclutamento di nuove risorse, portando avanti il piano di assunzioni. “Visto che le cose stanno andando bene e pensando di fare il miglior investimento per il futuro, abbiamo lanciato questo programma di nuove assunzioni concentrato su under 30 e donne, e ci stiamo riuscendo. Posso dire che il bilancio attesta che il nostro organico non è in discesa ma è in crescita, cioè Mediaset sta creando nuova occupazione“, ha affermato Pier Silvio Berlusconi. A contribuire agli ottimi risultati è stata anche la scelta di mantenere “molto alta l’asticella per quantità e qualità di prodotto”, offrendo “intrattenimento, informazione e fiction in maniera totalmente gratuita, senza canone, senza abbonamenti”.

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MAIRE, commessa da 1.1 miliardi per il Gruppo presieduto da Fabrizio Di Amato

La commessa miliardaria con l’algerina Sonatrach non è solo un contratto, ma un passo significativo verso il consolidamento dei rapporti strategici con il Paese nordafricano. Sotto la guida di Fabrizio Di Amato, MAIRE e la controllata Tecnimont dimostrano che l’Italia può competere globalmente nel settore petrolchimico.

Fabrizio Di Amato

Fabrizio Di Amato: i dettagli della commessa

Il Made in Italy è da sempre sinonimo di eccellenza e stile. Ingegneria e innovazione sono due ambiti che non fanno eccezione. Lo dimostra la recente commessa siglata da Tecnimont, controllata del Gruppo MAIRE, e Sonatrach, azienda di stato algerina tra le principali realtà petrolifere al mondo. Un contratto di Engineering, Procurement, Construction and Commissioning dal valore di 1,1 miliardi di dollari. Per Fabrizio Di Amato, Presidente di MAIRE, si tratta di un altro grande risultato per la tecnologia e l’ingegneria italiana. Il manager ha poi sottolineato l’importanza strategica di questa collaborazione. “Per far fronte alle sfide del futuro, dobbiamo puntare sulla formazione delle competenze e lo faremo a partire dal Mezzogiorno italiano, investendo nella crescita dei talenti e nella creazione di una nuova generazione di esperti”. Tra le principali sfide la transizione, ha aggiunto, che necessita di una “nuova gradualità”. Non è certo la prima volta che MAIRE si distingue a livello internazionale: lo scorso ottobre il Gruppo ha infatti siglato un maxi-contratto negli Emirati Arabi da 8,7 miliardi per sviluppare soluzioni digitali innovative finalizzate alla riduzione delle emissioni e all’ottimizzazione dei consumi energetici.

Il percorso imprenditoriale di Fabrizio Di Amato

Fabrizio Di Amato è un manager e imprenditore che opera nel settore della trasformazione delle risorse naturali. Oltre a ricoprire il ruolo di Presidente di MAIRE, ne è anche il fondatore e azionista di riferimento. Classe 1963, ha avviato la sua carriera a soli 19 anni dando vita a una società attiva nell’impiantistica. Dopo essersi laureato in Scienze Politiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha portato avanti la sua azienda con successo, arrivando ad acquisire prima la Fiat Engineering e poi Tecnimont. Nel 2007 la quotazione in borsa del Gruppo. Oggi MAIRE è leader indiscusso in diversi ambiti, dalla tecnologia all’ingegneria fino alla costruzione nel downstream oil&gas e da ultimo alla transizione energetica. Nel 2021 ha costituito la Fondazione Evolve, attiva nel recupero del patrimonio ingegneristico e industriale, di cui è Presidente. È inoltre membro del Consiglio Generale di Unindustria e del Consiglio Generale di Assolombarda, nonché del Consiglio Direttivo di Assonime. Per l’impegno nel settore e per i risultati conseguiti alla guida di MAIRE, nel 2016 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.

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Amplifon accelera la crescita, Enrico Vita: nuove acquisizioni in Francia e Spagna

Amplifon continua a rafforzare la sua posizione nel mercato dell’hearing care con una serie di nuove acquisizioni in Francia e Spagna, avvicinandosi all’obiettivo di raggiungere quota 10.000 negozi a livello globale. Come dichiarato dal CEO Enrico Vita, “le acquisizioni, insieme alla crescita organica, sono un pilastro della nostra strategia di sviluppo internazionale”.

Enrico Vita

Enrico Vita: nuove acquisizioni di Amplifon in Francia e Spagna

Nel primo semestre del 2024 Amplifon ha già acquisito circa 290 negozi, principalmente negli Stati Uniti, in Europa e in Cina. Il Gruppo ha completato di recente l’acquisizione del Groupe Françoise in Francia, che aggiunge 15 punti vendita nella regione Centro-Valle della Loira alla sua rete. Questo passo segue l’acquisto di Pastel Audition, un’altra catena francese, che ha contribuito a consolidare la presenza di Amplifon in uno dei principali mercati globali della cura dell’udito. In Spagna, Amplifon ha rilevato OirT, un gruppo con circa 30 negozi, in gran parte situati in Andalusia, ma con punti vendita anche a Tenerife e Minorca. Questo mercato ha visto Amplifon realizzare nel 2018 la sua più significativa acquisizione, quella di Gaes, per un valore di circa mezzo miliardo di euro. Sebbene la realtà guidata da Enrico Vita fosse già ben posizionata in Spagna, l’ultima acquisizione è stata vista come un’opportunità strategica per espandere ulteriormente la propria rete.

Enrico Vita: Amplifon, Stati Uniti nel mirino

Il focus primario di Amplifon rimane il mercato statunitense, dove il Gruppo ha acquisito circa 100 franchisee di Miracle-Ear, portando la rete di negozi diretti a 400 unità, aggiungendosi ai 1.200 punti vendita in franchising. Come confermato da Enrico Vita, le acquisizioni dovrebbero contribuire ad almeno due punti percentuali di crescita dei ricavi per l’intero 2024, mentre il primo semestre si è chiuso con ricavi pari a 1,2 miliardi di euro, in aumento dell’8%. L’innovazione continua a essere un altro pilastro fondamentale per Amplifon. Il Gruppo ha infatti stretto un accordo con Plug & Play, piattaforma di open innovation, per promuovere la collaborazione tra la divisione di ricerca e sviluppo AmplifonX e startup del settore health care. Con una rete commerciale in espansione e un impegno costante nell’innovazione, Amplifon, sotto la guida di Enrico Vita, si avvicina sempre di più al traguardo dei 10.000 negozi, consolidando così la sua posizione di leadership nel mercato globale dell’hearing care.

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Sostenibilità e tradizione: il successo di Botter

Fondata nel 1928 a Fossalta di Piave da Carlo Botter come piccola attività di vendita di vino in fusti e damigiane, Botter si è evoluta in uno dei maggiori esportatori di vino, diventando simbolo dell’eccellenza vinicola italiana nel mondo.

Botter

Botter: tradizione e innovazione

Parte del Gruppo Argea, il più importante operatore privato nel settore vitivinicolo italiano, insieme a Mondodelvino e Cantina Zaccagnini, Botter continua a promuovere il vino italiano attraverso un vasto assortimento di etichette apprezzate nei mercati globali. Già dagli anni ‘50, l’azienda ha investito nella commercializzazione di vini in bottiglia, avviando la propria espansione internazionale con prodotti iconici come il Prosecco, il Primitivo e il Pinot Grigio. La capacità di adattarsi alle richieste dei mercati esteri ha reso possibile un’espansione che unisce qualità e tradizione, garantendo una presenza stabile nei principali mercati di esportazione. Botter si distingue per un approccio strategico che integra la tradizione con l’innovazione. Il progetto di aggregazione del Gruppo Argea mira a unire le eccellenze enologiche italiane per aumentarne la presenza a livello internazionale, valorizzandone le identità regionali e promuovendole come espressioni autentiche della cultura italiana.

Botter: l’impegno verso la sostenibilità

In linea con le sfide attuali del settore vitivinicolo, Botter ha posto la sostenibilità al centro della propria strategia. L’azienda promuove pratiche che rispettano l’ambiente e garantiscono uno sviluppo etico della filiera, dalle metodologie di coltivazione fino alla produzione e distribuzione. Questo impegno si traduce in azioni concrete per ridurre l’impatto ambientale e sostenere l’ecosistema locale, rispondendo alla crescente domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori globali. Grazie a un’esperienza consolidata nella produzione di vini DOC e DOCG e all’orientamento verso una crescita sostenibile, Botter si conferma come protagonista di una nuova era del vino italiano: una fusione di autenticità, rispetto per l’ambiente e una visione globale che guarda al futuro.

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Alessandro Benetton: 21 Invest punta sul potenziale delle imprese italiane, il focus

21 Invest, il Presidente Alessandro Benetton: “I nostri investimenti testimoniano la fiducia nel potenziale delle imprese italiane e il nostro impegno per creare valore, non solo a livello finanziario, ma anche in termini di crescita occupazionale e sviluppo sostenibile”.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: gli investimenti di 21 Invest testimoniano la fiducia nel potenziale delle imprese italiane

21 Invest continua il suo percorso di valorizzazione delle eccellenze italiane” scrive su LinkedIn Alessandro Benetton, fondatore e oggi Presidente, in merito a quanto annunciato recentemente da In&Out. Dal 2021 nel portafoglio di 21 Invest, la realtà leader nella produzione di zanzariere, tapparelle e accessori per il foro finestra ha acquisito il Gruppo Pinto, attivo nel settore degli avvolgibili in alluminio e PVC, rafforzando ulteriormente la propria leadership di mercato. Quella di In&Out è solo una delle storie di successo che 21 Invest, con la guida di Alessandro Benetton, ha contribuito a scrivere. “I nostri investimenti testimoniano la fiducia nel potenziale delle imprese italiane e il nostro impegno per creare valore, non solo a livello finanziario, ma anche in termini di crescita occupazionale e sviluppo sostenibile”.

Alessandro Benetton: non perdiamo mai di vista i mercati internazionali

È solo “quando lasciamo un’impresa e l’ecosistema in cui è immersa meglio di come li abbiamo trovati” che 21 Invest sa “di avere avuto successo”. E come ha ribadito in diverse occasioni il Presidente Alessandro Benetton “per riuscirci è necessario adottare una prospettiva di medio-lungo termine, che permette sì di sostenere l’azienda nel diventare più competitiva e resiliente, oltre che un luogo in cui sia piacevole lavorare, ma anche di renderla sostenibile e di favorire ricadute positive su tutto l’ambiente circostante: il tessuto imprenditoriale, il territorio, la comunità locale”. La storia di In&Out si identifica efficacemente nel percorso di 21 Invest: nata a Grottaglie (TA), l’azienda ha ampliato gradualmente il proprio portafoglio prodotti e oggi annovera 14 stabilimenti in tutta Italia. Con l’ingresso di 21 Invest, il percorso di crescita di In&Out ha subito una decisa accelerazione: il Gruppo si posiziona oggi come leader a livello nazionale anche a seguito di una serie di acquisizioni mirate e, con l’integrazione di Pinto, prevede di raggiungere nel 2024 un fatturato di circa 270 milioni di euro, con una crescita di oltre tre volte rispetto al momento dell’ingresso di 21 Invest e un incremento dell’occupazione di circa il 190%. “Spingiamo le imprese locali a diventare leader nei loro settori. E non perdiamo mai di vista i mercati internazionali”, ha evidenziato Alessandro Benetton.

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Amica Chips: leader italiano nelle patatine e snack

Amica Chips, fondata nel 1990, è un’azienda italiana leader nel settore delle patatine e degli snack, con un forte focus su innovazione e qualità. Cresciuta attraverso acquisizioni strategiche e un’espansione internazionale, oggi esporta in tutto il mondo. L’azienda si distingue per il suo impegno verso la sostenibilità, utilizzando packaging con materiali riciclati.

Amica Chips

Amica Chips

Amica Chips: una storia di qualità e crescita continua

Fondata a Castiglione delle Stiviere, Amica Chips ha puntato su qualità e innovazione, con l’obiettivo di conquistare il mercato italiano. L’azienda sottolinea come le patatine siano paragonabili agli amici: non sono mai abbastanza, evidenziando il desiderio di creare prodotti che evocano emozioni positive e momenti di convivialità. Nel 1991 Amica Chips diventa fornitore di Esselunga, ampliando rapidamente la propria presenza nelle principali catene di distribuzione italiane. Tra il 1994 e il 2000 acquisisce diverse piccole aziende, integrando la produzione nello stabilimento di Castiglione delle Stiviere, che nel 2010 raggiunge i 40.000 m². Tra i marchi acquisiti ci sono Dorita, Pandal e Mia. Grazie a queste operazioni, l’azienda vede una crescita significativa, registrando nel 2010 un fatturato di 70 milioni di euro, fino a superare i 100 milioni nel 2022.

Espansione internazionale e impegno sostenibile di Amica Chips

Amica Chips ha continuato negli anni a crescere attraverso acquisizioni strategiche e innovazioni. Il marchio ha ampliato la propria gamma di prodotti, introducendo nuovi snack e migliorando continuamente la qualità dei suoi articoli. Grazie a un mix di tradizione e sperimentazione, l’azienda ha raggiunto una presenza internazionale, esportando in più di 22 Paesi. Oltre all’attenzione per il prodotto, la società ha implementato una strategia sostenibile, utilizzando imballaggi realizzati con il 30% di plastica riciclata, contribuendo alla tutela ambientale.

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Christophe Rabatel: leadership che ridefinisce il retail in Italia

Da Deloitte a Carrefour, Christophe Rabatel ha costruito una carriera che riflette il suo impegno per l’innovazione e la sostenibilità. Oggi, come CEO di Carrefour Italia, sta plasmando il futuro dell’azienda e del settore retail, a dimostrazione che la leadership può essere sinonimo di responsabilità sociale e ambientale

Wikiceo, il portale dei manager

Gli studi e l’esperienza in Deloitte

Nativo di Grenoble, Christophe Rabatel ha intrapreso un viaggio professionale che lo ha portato a diventare CEO di Carrefour Italia. La sua carriera, caratterizzata da ruoli di responsabilità crescente, lo ha reso un leader riconosciuto nel settore retail. Dopo aver conseguito la laurea presso l’ICN Business School di Nancy nel 1993 e un MBA all’Indiana University of Pennsylvania nel 1994, Rabatel avvia il suo percorso professionale nel 1995 presso Deloitte. Qui lavora come consulente aziendale tra le sedi di Parigi e Montreal, fino a diventare Senior Manager. Nel 2004, entra nel gruppo Carrefour, dove rapidamente assume ruoli di crescente responsabilità. La sua carriera in Carrefour lo porta a ricoprire posizioni chiave, tra cui Direttore Finanziario in Turchia nel 2006 e Business Controller in Francia nel 2009. Nel 2015, viene nominato Direttore Esecutivo, gestendo le operazioni regionali, prima di trasferirsi a Varsavia nel 2018 come Direttore Esecutivo per Carrefour Polonia.

Carrefour: innovazione e sostenibilità i pilastri della gestione Christophe Rabatel

Nel 2020 viene nominato CEO di Carrefour Italia, dove sviluppa una strategia fondata su franchising, riposizionamento dei prezzi e ristrutturazione dei punti vendita. Sotto la sua leadership, Carrefour Italia non solo ha innovato, ma ha anche ricevuto riconoscimenti significativi nel settore. Nel 2022, Christophe Rabatel entra nella lista dei 100 Top Manager stilata da Forbes Italia, riconoscendo il suo impegno per l’innovazione e l’ambiente. L’anno successivo, riceve il premio ai CeoforLife Awards come eccellenze della sostenibilità. Membro del consiglio esecutivo dell’intero Gruppo Carrefour, il manager continua a dimostrarsi un leader visionario, capace di guidare l’azienda verso le sfide future, con un occhio sempre attento alla responsabilità sociale e ambientale.

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Star Italia: innovazione e tradizione nella ristrutturazione dei bagni

Fondata nel 2016 a Ferrara, Star Italia, attiva nel settore della ristrutturazione completa di bagni e nella conversione di vasche in docce, ha saputo coniugare tradizione e innovazione. Con oltre tre generazioni di esperienza, si è affermata come un punto di riferimento nel panorama delle costruzioni in Italia, estendendo i suoi servizi su tutto il territorio nazionale.

Star Italia

La mission di Star Italia

La mission di Star Italia è ampliare il proprio approccio progettuale integrando competenze tecnologiche e di design per offrire ristrutturazioni specializzate. L’azienda si impegna a creare ambienti sicuri e accessibili, garantendo la libertà di movimento senza rischi. Ogni progetto viene gestito con la massima cura, seguendo i clienti in tutte le fasi della ristrutturazione: dalla documentazione alla selezione dei materiali, dall’esecuzione fino all’assistenza post-vendita. La qualità dei materiali utilizzati, la personalizzazione dei servizi e l’assistenza dedicata sono i valori che contraddistinguono il suo operato. Con una rete di 150 agenti e circa 70 dipendenti, Star Italia è particolarmente orgogliosa della sua struttura interna: il 50% dei lavoratori ha meno di 30 anni e l’85% sono donne, segno di un forte impegno verso la diversità e l’inclusione.

Star Italia: responsabilità sociale e ambientale

Star Italia non si limita a offrire servizi di ristrutturazione, ma è anche fortemente impegnata in pratiche di sostenibilità ambientale. Tra le iniziative attuate, utilizza auto elettriche per il trasporto interno, impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia e promuove la raccolta differenziata in tutti i suoi uffici. Nella sua nuova sede operativa a Comacchio ha riqualificato un’area di circa 20.000 metri quadrati, dotandola di edifici alimentati da energia verde e stazioni di ricarica. L’azienda è inoltre attivamente coinvolta in programmi di welfare, collaborando con il FAI – Fondo per l’ambiente italiano ETS e sostenendo il progetto “Star con te”, a favore delle persone in difficoltà. La qualità dei servizi e dei prodotti offerti ha portato Star Italia a ricevere numerosi riconoscimenti, tra cui “Le Fonti Awards” 2023 per “Eccellenza dell’Anno – Innovazione & Leadership nella Ristrutturazione di Bagni” e il Premio “100 Top Products and Services” assegnato nel 2024 da Class Editori.

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Federico Motta Editore: come si arriva alla nascita di una Commissione europea

In occasione delle nomine per le istituzioni comunitarie che si sono tenute nei mesi scorsi, Federico Motta Editore ha pubblicato un articolo sul ruolo della Commissione europea nell’UE, fornendo un quadro del contesto storico in cui tale organo si è venuto a creare. A fare da supporto al contenuto, il saggio di Eugenio Capozzi pubblicato sull’Età Moderna.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: le funzioni e l’attività della Commissione Europea

Nel focus di Federico Motta Editore sulla Commissione Europea, l’Editore spiega come questa rappresenti un organismo fondamentale all’interno delle istituzioni europee, svolgendo funzioni cruciali e complesse. Si configura come un ente internazionale che opera tra Stati sovrani e si assume il compito di garantire l’applicazione delle leggi in tutti i Paesi membri. La Commissione ha il potere di presentare proposte legislative, gestire il bilancio dell’Unione e negoziare accordi internazionali che riguardano la UE. La sua azione è quindi essenziale per il funzionamento stesso dell’Unione Europea. La sua sede principale si trova a Bruxelles, ma l’agenzia ha anche uffici a Lussemburgo e rappresentanti in tutti gli Stati membri, compresi uffici a Roma e Milano. La Commissione ha inoltre la responsabilità di assistere nella realizzazione degli obiettivi europei, promuovendo politiche che rispondano alle esigenze dei cittadini europei e garantendo che gli Stati membri rispettino le norme comuni. 

Federico Motta Editore: quando e come nasce l’idea di una comunità europea

Come indicato nel saggio dedicato alla nascita dell’Unione Europea di Eugenio Capozzi e pubblicato sull’Età Moderna di Federico Motta Editore, le origini storiche della Commissione Europea risalgono a un periodo di profonda riflessione sull’unità del continente europeo. Le prime teorie su un’Europa unita emergono inizialmente come ideologie utopistiche, ma assumono un significato più concreto dopo le devastazioni causate dalle due guerre mondiali. Nella formulazione di una visione federale per l’Europa svolgono un ruolo cruciale gli antifascisti e socialisti Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, i quali, durante il loro confino sull’isola di Ventotene nel 1941, redassero il noto “Manifesto di Ventotene” che esprimeva il desiderio di “un’Europa libera e unita”. Fu proprio questo manifesto a gettare le basi per una cooperazione tra le nazioni europee, culminando nella creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) nel 1951 e successivamente nella Comunità Economica Europea (CEE) con i trattati di Roma nel 1957. È in tale contesto storico che si viene a formare anche la Commissione Europea, un’istituzione destinata a svolgere un ruolo centrale nella governance dell’Unione Europea.

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Ares Ambiente: etica e sostenibilità al centro della responsabilità sociale

Ares Ambiente ha consolidato la sua reputazione attraverso un approccio improntato al miglioramento continuo delle performance, sottoponendosi regolarmente a verifiche da parte di enti terzi. Questo non solo assicura la conformità alle normative, ma garantisce ai clienti e agli stakeholder la qualità e affidabilità dei servizi offerti, rafforzando il legame di fiducia che l’azienda ha costruito nel corso degli anni.

Ares Ambiente

Ares Ambiente: trasparenza e sostenibilità

Un pilastro fondamentale della responsabilità sociale d’impresa (CSR) di Ares Ambiente è l’adozione del Bilancio SA8000, un documento che rappresenta uno strumento di trasparenza. Questo standard internazionale attesta l’impegno dell’azienda nel rispettare i diritti dei lavoratori e promuovere condizioni di lavoro sicure, etiche e rispettose. L’adozione di tale standard dimostra la volontà del Gruppo di andare oltre il profitto e investire nel benessere delle proprie risorse umane, ritenute una componente essenziale per il successo aziendale. A livello ambientale, l’azienda ha redatto la Dichiarazione Ambientale in conformità al Regolamento EMAS (CE n.1221/2009), un altro segnale tangibile del suo impegno per la sostenibilità. Questo documento non è solo una formalità, ma uno strumento di comunicazione trasparente che mette a disposizione della comunità locale e degli stakeholder un quadro chiaro delle attività, dei programmi e degli obiettivi ambientali. Ares Ambiente promuove così la consapevolezza riguardo al proprio impatto ambientale, integrando la sostenibilità come elemento cardine della propria visione aziendale.

Ares Ambiente: qualità, sicurezza e collaborazione per una crescita sostenibile

La politica interna dell’azienda è inoltre strutturata in modo da garantire qualità e sicurezza attraverso un’organizzazione rigorosa dei compiti e delle responsabilità. Ares Ambiente ha sviluppato protocolli operativi e procedure che mirano a garantire elevati standard qualitativi, mentre la formazione continua dei collaboratori assicura l’adozione di pratiche all’avanguardia in ambito ambientale e di sicurezza. L’impegno del Gruppo non è circoscritto all’interno dell’organizzazione, ma si estende anche verso i fornitori e i clienti, promuovendo un approccio collaborativo e responsabile nei confronti della sostenibilità. L’obiettivo di Ares Ambiente è quello di creare una rete di partner e clienti capaci di condividere i valori di rispetto ambientale ed etico, favorendo così una crescita armoniosa e sostenibile.

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L’AD di Mercitalia Logistics Sabrina De Filippis: l’80% del piano da 3 miliardi per il rinnovo delle locomotive

Presente a Innotrans 2024, l’AD di Mercitalia Logistics Sabrina De Filippis ha parlato del piano investimenti da 3 miliardi di euro che la società intende concretizzare nei prossimi anni e ha ribadito la centralità dell’intermodalità nel settore della logistica.

Sabrina De Filippis

Sabrina De Filippis: Mercitalia Logistics lavora a un piano da 3 miliardi di euro

Mercitalia Logistics, società del Polo Logistica di Ferrovie dello Stato Italiane, sta lavorando a un ambizioso piano investimenti da 3 miliardi di euro, da concretizzare nei prossimi 5-7 anni. A riportarlo è stata l’AD Sabrina De Filippis durante la presentazione delle locomotive da manovra Dual Shunter 2000, che si è tenuta in occasione di Innotrans. L’80% dei fondi, ha precisato la manager, sarà “dedicato al rinnovo di locomotive e carri di prima generazione”. Si tratta di investimenti che si allineano con l’obiettivo di modernizzare la flotta e ridurre l’impatto ambientale del trasporto merci su rotaia. Nel caso delle locomotive Dual Shunter 2000, “il combustibile diesel di ultima generazione Hvo green consentirà di ridurre le emissioni di CO2 fino al 90%”. Sabrina De Filippis ha anche però messo in guardia sugli ostacoli che potrebbero essere riscontrati in quest’ambito, come la preferenza, da parte di alcuni clienti, per il gommato, che potrebbe “generare un momento di difficoltà nel settore”.

Sabrina De Filippis: l’intermodalità per un’Europa connessa

Un tema centrale nella strategia di Mercitalia Logistics è la necessità di intercettare i nuovi bisogni della logistica, puntando sull’intermodalità. “Senza intermodalità nelle merci non riusciamo a portare a casa i risultati che l’Europa ci chiede – ha dichiarato l’AD Sabrina De FilippisOggi in Italia siamo all’11% del trasporto merci su ferro, in Europa al 17% e in Svizzera al 70%. L’obiettivo è quello di arrivare al 2050 al 50%”. Per questo motivo, la società sta siglando una serie di partnership volte a sviluppare il primo e l’ultimo miglio. Orientata verso un mercato europeo, Mercitalia Logistics punta all’obiettivo di avere locomotive interoperabili che attraversino i confini. Dopo aver acquistato il 25% del terminal di Duisburg, adesso guarda con interesse ai mercati di Francia e Spagna.

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Stefano Venier: policrisi e Net Zero, l’editoriale dell’AD di Snam su “Energia”

Il ruolo del gas come vettore di transizione, la leva trasversale dell’innovazione, il valore di un approccio ampio, olistico, alla sostenibilità: l’editoriale dell’AD di Snam Stefano Venier sulla multifattorialità delle policrisi.

Stefano Venier

Il sentiero stretto tra policrisi e Net Zero: l’editoriale di Stefano Venier

Indaga la multifattorialità della policrisi in corso l’AD di Snam Stefano Venier in un editoriale pubblicato su “Energia”, il trimestrale scientifico-divulgativo su tematiche legate all’ambiente e al mondo dell’energia. Nell’articolo, l’AD di Snam ripercorre il percorso compiuto dall’Italia da quando è esplosa l’emergenza energetica nel 2022 sottolineando anche il ruolo di Snam: “Pur senza cullarsi sugli allori e continuando a lavorare nella giusta direzione, possiamo essere orgogliosi di quanto fatto finora”. Il passato, il presente ma anche il futuro: nell’editoriale, l’AD di Snam Stefano Venier ha provato a tratteggiare anche la strada su cui continuare a lavorare nonostante un contesto internazionale che resta fragile e frammentato. “Possibili vie d’uscita, che rispondano alla complessità nel segno dell’integrazione”, si legge nel post su LinkedIn in cui rilancia l’editoriale.

Stefano Venier: rispondere alla complessità nel segno dell’integrazione, l’impegno di Snam

Nell’editoriale, l’AD Stefano Venier invita innanzitutto a “leggere e comprendere la radicale multifattorialità della situazione e delle sfide in cui siamo globalmente e localmente presi, con effetti che il mercato energetico, a sua volta, subisce e produce di continuo”. È fondamentale per riuscire a proseguire in questo percorso e individuare le soluzioni più funzionali a partire dall’integrazione “delle tecnologie, dei vettori energetici e degli obiettivi da perseguire”. Una vision che per Snam si traduce nell’impegno di sviluppare e portare avanti una politica infrastrutturale, con sguardo a lungo termine, allineando più obiettivi in un’unica traiettoria: al centro, come spiega l’AD di Snam Stefano Venier nell’editoriale, il ruolo strategico del gas quale vettore di transizione, la leva trasversale dell’innovazione e un approccio ampio, olistico, alla sostenibilità, che confermi la lotta alle emissioni climalteranti ma guardi anche agli altri planetary boundaries, biodiversità inclusa.

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Risultati 2023: Luca Dal Fabbro annuncia un dividendo in crescita dell’8% per il Gruppo Iren

Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, ha commentato i risultati finanziari del 2023, approvati dal Consiglio di Amministrazione, evidenziando il solido modello di business adottato dal Gruppo.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: Ebitda in crescita del 14% e utile netto del 13%

L’Ebitda del Gruppo ha registrato un incremento del 14%, mentre l’utile netto è cresciuto del 13%. Questi dati, secondo Luca Dal Fabbro, dimostrano la capacità di Iren di adattarsi con successo alle sfide macroeconomiche, climatiche ed energetiche, garantendo al contempo servizi di elevata qualità ai cittadini. La crescita sostenuta permette al Gruppo di proporre un dividendo in aumento dell’8%, con un pay-out del 60%, confermando la validità delle strategie messe in atto. Nonostante i consistenti investimenti nel potenziamento della capacità rinnovabile, raggiungendo 800 MW, e l’avvio di nuovi impianti per l’economia circolare, Iren ha mantenuto un rapporto Ifn/Ebitda pari a 3,3x grazie a una gestione efficace del capitale circolante.

Luca Dal Fabbro: Iren promuove transizione energetica e tutela idrica

Luca Dal Fabbro ha inoltre sottolineato il ruolo chiave di Iren nella transizione energetica e nella creazione di valore per le comunità locali e gli azionisti. Il Gruppo ha concluso l’anno con oltre 11mila dipendenti, in aumento di 420 unità rispetto al 2022, confermando un profondo impegno nella crescita occupazionale. Iren ha inoltre confermato la sua attenzione verso il settore idrico, partecipando come sponsor all’ottava edizione del Festival dell’Acqua a Firenze, dove il Presidente Luca Dal Fabbro è intervenuto in qualità di Vicepresidente Vicario di Utilitalia, sottolineando l’importanza della tutela delle risorse idriche e della digitalizzazione del servizio idrico integrato.

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L’analisi di Pietro Labriola sul futuro di TIM: l’impatto della cessione della rete sul mercato europeo

Il settore delle telecomunicazioni necessita urgentemente di riforme che ne garantiscano la sostenibilità finanziaria, agevolando così lo sviluppo della digitalizzazione in Europa: questa è l’opinione che Pietro Labriola, AD di TIM, ha espresso in una recente intervista, nel corso della quale ha offerto un’approfondita analisi delle maggiori problematiche che affliggono il settore.

Pietro Labriola

L’appello di Pietro Labriola alle istituzioni europee: “Cambiare le regolamentazioni per sostenere il settore”

Preservare il settore delle telecomunicazioni è fondamentale per lo sviluppo delle infrastrutture digitali europee: lo ha dichiarato Pietro Labriola, AD di TIM, auspicando dei radicali cambiamenti nella normativa attuale che permettano di risolverne le criticità. Secondo il manager, il mercato delle telecomunicazioni, a livello europeo ma specialmente in Italia, è penalizzato da una forte saturazione e da una marcata frammentazione, criticità che si riflettono nell’andamento borsistico dei principali player del settore: “Le Telco ormai sono un ambito in cui gli investitori sono molto cauti, per usare un eufemismo”. Secondo il manager, questo quadro di stagnazione è in particolare attribuibile alla mancanza di una politica industriale definita da parte dell’Unione Europea. A riguardo, ha citato la recente lettera indirizzata congiuntamente dai principali operatori europei del Continente alla Commissione Europea, nella quale viene sollecitato un cambiamento normativo che possa favorire la sostenibilità economica delle Telco e, di conseguenza, sostenere l’espansione della rete e della digitalizzazione.

TIM volta pagina sotto la guida di Pietro Labriola

Successivamente, Pietro Labriola ha commentato il recente “nuovo corso di TIM” in seguito alla recente cessione della rete fissa a KKR. Il manager ha sottolineato come la decisione di vendere la rete sia stata una mossa strategica necessaria per ridurre il debito del Gruppo, migliorandone dunque la posizione finanziaria e permettendogli di valorizzare i propri servizi tecnologici avanzati. Il CEO ha poi evidenziato come anche il mantenimento della rete avrebbe richiesto costi molto elevati, in particolare legati alla necessità di convertire in fibra ottica gli attuali collegamenti in rame. Pietro Labriola ha dunque concluso il suo intervento con un appello: “Forse è arrivata l’ora di voltare pagina, lasciandoci alle spalle polemiche sterili e di pensare al futuro del nostro settore, della digitalizzazione del Paese e della nostra Azienda”.

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Giuseppina Di Foggia e il Presidente Schifani siglano l’accordo per il progetto Elmed

La Sicilia rafforza il suo ruolo strategico nel panorama energetico europeo grazie all’accordo firmato tra la Regione e Terna, il Gruppo guidato dall’AD e DG Giuseppina Di Foggia che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta tensione. L’intesa rappresenta un importante passo verso la realizzazione di Elmed, la prima interconnessione elettrica tra l’Europa e il Nord Africa, un progetto ambizioso che mira a unire la Sicilia alla Tunisia, consentendo uno scambio energetico cruciale per l’Italia e per l’intera area del Mediterraneo.

Giuseppina Di Foggia

Giuseppina Di Foggia: siglato accordo con la Regione Sicilia

L’infrastruttura, inserita nel Piano Mattei, rappresenta una svolta significativa per la sicurezza energetica italiana, facilitando l’integrazione delle rinnovabili e aumentando l’affidabilità della rete elettrica nazionale. Con l’autorizzazione ottenuta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica lo scorso maggio, il progetto si avvia ora verso la fase operativa, sostenuto dall’impegno congiunto delle istituzioni e del settore privato. A siglare l’accordo sono stati Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia, e Giuseppina Di Foggia, AD e DG di Terna. L’incontro, tenutosi a Palazzo d’Orléans a Palermo, ha sancito un impegno comune: la Regione garantirà il supporto necessario per accelerare le procedure esecutive e la costruzione delle infrastrutture, mentre Terna si impegnerà a ridurre al minimo gli impatti ambientali e sociali legati ai cantieri.

Giuseppina Di Foggia: un impegno per il territorio

Oltre alla valenza strategica del progetto Elmed, l’accordo prevede un piano di riqualificazione territoriale e ambientale. Terna stanzierà un contributo di 1 milione di euro, integrato da ulteriori 4 milioni provenienti dal Fondo di sviluppo e coesione della Regione Sicilia. Queste risorse saranno destinate a interventi di valorizzazione del Parco Archeologico di Selinunte, in particolare alla ricomposizione parziale delle colonne del maestoso Tempio G, uno dei più grandi esempi di architettura greca occidentale. Il Gruppo erogherà inoltre ulteriori contributi a beneficio dei Comuni coinvolti: Castelvetrano e Partanna riceveranno rispettivamente 600mila euro e 2 milioni di euro, fondi che saranno destinati a progetti di sviluppo locale. Giuseppina Di Foggia ha sottolineato l’importanza della Sicilia per Terna, evidenziando come la regione sia al centro della transizione energetica italiana. Con oltre 3 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi cinque anni, il Gruppo contribuirà allo sviluppo delle reti elettriche regionali, accelerando il processo di decarbonizzazione e creando nuove opportunità economiche e sociali per il territorio.

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Roma Termini: FS Park rivoluziona la sosta con servizi intermodali e inclusivi

A Roma Termini, il parcheggio Piastra di FS Park è diventato un fulcro essenziale per la mobilità urbana, grazie a una serie di servizi innovativi e intermodali. L’area offre soluzioni efficienti e inclusive per i viaggiatori che utilizzano il sistema ferroviario e i trasporti pubblici.

FS Park

FS Park a Termini: accessibilità, elettrico e intermodalità cambiano il concetto di sosta

Il parcheggio Piastra della Stazione Termini, ormai attivo da diversi mesi sotto il brand FS Park, si è rapidamente affermato come un esempio di mobilità intermodale e inclusiva. Con i suoi tre piani e circa 1.400 posti auto, l’hub offre una vasta gamma di servizi, tra cui colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, posti riservati per le donne in gravidanza e per le persone con mobilità ridotta, videosorveglianza e telepedaggio. L’inclusività e la sostenibilità, cardini del progetto, si riflettono nell’integrazione tra trasporto pubblico e parcheggio, grazie ai collegamenti pedonali diretti con i marciapiedi ferroviari e le aree urbane circostanti. All’evento di presentazione, l’Amministratore Delegato di FS Park Andrea Destro aveva sottolineato l’importanza di trasformare il parcheggio in un vero hub multimodale, dichiarando: “Il nostro obiettivo è cambiare il concetto di parcheggio, rendendolo più accessibile e integrato con il trasporto pubblico”.

FS Park: come nasce il nuovo brand del Gruppo FS

FS Park rappresenta la nuova frontiera nella gestione della sosta per il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, nata in seno alla storica Metropark, attiva da oltre 30 anni. Fondata nel 2024, la società ha ereditato l’esperienza del passato con una mission chiara: rivoluzionare il parcheggio trasformandolo in un punto di snodo intermodale, sostenibile e digitale. FS Park gestisce attualmente 90 aree di sosta in tutta Italia, con l’obiettivo di espandersi a 250 nei prossimi dieci anni. Tra i servizi offerti spiccano le postazioni di ricarica per veicoli elettrici, il car sharing, il telepedaggio e la videosorveglianza, mentre la tecnologia innovativa, come il sistema theBreath per il miglioramento della qualità dell’aria, testimonia l’impegno verso una mobilità green. FS Park punta anche all’inclusività con iniziative come corsi di formazione per la lingua dei segni, garantendo così un’assistenza dedicata a tutti i viaggiatori.

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Pier Silvio Berlusconi: MFE presenta i risultati del primo semestre 2024, il commento del CEO

Nei risultati del primo semestre 2024 registrati da MFE la forza di un “modello unico in Europa”: la vision del CEO Pier Silvio Berlusconi, intervistato dal TG5.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: MFE registra una costante crescita in termini di raccolta pubblicitaria, di redditività e di utili

Come ha spiegato il CEO Pier Silvio Berlusconi lo scorso 18 settembre ai microfoni del TG5, il valore dei risultati di MFE nel primo semestre 2024 (“Abbiamo tutti i fondamentali in crescita”) è anche nel contesto in cui sono stati conseguiti: un periodo “che ha visto anche a livello internazionale flettere i conti di tutto il settore dei media, con drastici tagli all’occupazione”. Nonostante ciò “MFE registra una costante crescita in termini di raccolta pubblicitaria, di redditività e di utili” e continua ad assumere “creando nuova occupazione”. Ma nella lettura di Pier Silvio Berlusconi emerge anche un altro dato importante: Abbiamo tenuto molto alta l’asticella per quantità e qualità di prodotto in cui offriamo intrattenimento, informazione e fiction in maniera totalmente gratuita, senza canone, senza abbonamenti, e anche questo è un dato importante”.

La prima semestrale 2024 di MFE nelle parole del CEO Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi ai microfoni del TG5 parla non a caso di “risultati al di sopra di ogni previsione”: i numeri presentati da MFE sono superiori al “consensus” degli analisti. Ricavi netti consolidati a quota 1.476,5 milioni di euro (+7,8%); risultato operativo (Ebit) positivo per 136,3 milioni di euro (+12,7%); utile netto in crescita a 104,7 milioni di euro (+20,2%). E “anche la crescita dei ricavi pubblicitari, supportata nel periodo da ottimi riscontri sul piano editoriale, è risultata più sostenuta rispetto alle stime iniziali”, si legge nella nota diffusa da MFE: nei primi 9 mesi del 2024 la raccolta “ha mantenuto un andamento al di sopra delle aspettative e in linea con quello del primo semestre dell’anno, nonostante la concomitanza di eventi sportivi internazionali (gli Europei di Calcio e le Olimpiadi di Parigi) non nella disponibilità del gruppo sia in Italia che in Spagna”. Numeri raggiunti “grazie alla dimensione internazionale del Gruppo – una diversificazione geografica che attutisce gli squilibri nei diversi mercati – e grazie al nostro sempre più evoluto sistema crossmediale” che fanno di MFE “un caso abbastanza unico in Europa”, come ha rimarcato Pier Silvio Berlusconi.

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Carlo Messina, Intesa Sanpaolo: l’impegno per la crescita economica e una società più inclusiva

Intesa Sanpaolo ai vertici del settore in Europa, con un ruolo di rilevanza unica nel nostro Paese, a beneficio della crescita economica e di una società più inclusiva: le considerazioni del CEO Carlo Messina.

Carlo Messina

Carlo Messina: Intesa Sanpaolo, ruolo di grande rilievo a sostegno dell’economia reale e sociale del Paese

Il CEO Carlo Messina, sottolineando il valore dei risultati che Intesa Sanpaolo ha registrato nel primo semestre 2024, è ritornato a parlare del “ruolo unico” che il Gruppo svolge “a favore dell’economia reale e sociale del nostro Paese”. Lo dicono i numeri: “Nei primi sei mesi del 2024 le erogazioni a medio e lungo termine hanno superato i 20 miliardi di euro. Il risparmio che ci affidano famiglie e imprese al 30 giugno 2024 ha raggiunto oltre 1.353 miliardi di euro. Le risorse destinate alle nostre persone che lavorano in Italia nel 2023 sono state superiori ai 6 miliardi di euro. Le famiglie italiane e le nostre Fondazioni azioniste nel 2023 hanno percepito oltre 2 miliardi di euro come dividendi. Nel 2023 siamo stati i primi contribuenti per imposte sul reddito contabilizzate nel Paese e nel primo semestre 2024 le imposte per Intesa Sanpaolo sono pari a 3,1 miliardi di euro”. Il fulcro di strategie e prospettive di sviluppo restano i clienti: “La loro fiducia nella solidità della nostra Banca e nella sua leadership tecnologica, il forte rapporto con i professionisti al loro servizio per il credito e la consulenza. L’ascolto delle loro esigenze è la nostra priorità”, ha ricordato Carlo Messina annunciando un obiettivo di utile netto superiore a 8,5 miliardi di euro per gli esercizi 2024 e 2025.

Carlo Messina, Intesa Sanpaolo: fortemente impegnati nel contrasto al cambiamento climatico

Intesa Sanpaolo, ha ricordato il CEO Carlo Messina, si pone al servizio del Paese promuovendo anche un reale contributo sociale alla comunità: “Realizziamo il principale progetto di coesione sociale, per promuovere una società più equa in modo strutturale e concreto grazie al programma di interventi per 1,5 miliardi di euro entro il 2027 – in aggiunta al miliardo del periodo 2018 – 2021 – promosso da 1.000 professionisti della Banca”. Nella stessa direzione guarda anche il forte impegno nel contrasto al cambiamento climatico: “Dal 2021 al 30 giugno 2024 le nuove erogazioni a supporto della Green Economy e della transizione ecologica sono state di 59 miliardi di euro, di queste circa 10 miliardi di euro dal 2022 a supporto dell’economia circolare, e i nostri approvvigionamenti in Italia da fonti rinnovabili hanno raggiunto il 100%”. Tutto questo, ha commentato quindi Carlo Messina, colloca Intesa Sanpaolo “ai vertici del settore in Europa, con un ruolo di rilevanza unica nel nostro Paese, a beneficio della crescita economica e di una società più inclusiva”. La qualità professionale delle nostre persone, ha aggiunto il CEO, è “elemento determinante per raggiungere risultati solidi e sostenibili a favore di tutti gli stakeholder: a loro va il nostro grazie”.

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Amica Chips: la storia e la visione imprenditoriale di Alfredo Moratti

Il successo di Amica Chips è una testimonianza della visione imprenditoriale di Alfredo Moratti. Classe 1953, il Presidente è riuscito a catturare l’attenzione della grande distribuzione grazie all’alta qualità delle materie prime utilizzate. Il suo stile manageriale è un perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione.

Alfredo Moratti

Alfredo Moratti: da operaio a pioniere nel mondo degli snack

Nato il 2 agosto 1953 a Castiglione delle Stiviere, Alfredo Moratti ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista nel settore dell’industria alimentare italiana, fondando la nota azienda Amica Chips. La sua avventura imprenditoriale ha preso il via dopo aver maturato diversi anni di esperienza nell’azienda di famiglia, specializzata in escavatori, come operaio. Probabilmente è stata proprio questo ad aver contribuito alla sua forte attitudine al lavoro e alla sua determinazione. Nel 1990 fonda Amica Chips con una vision chiara: produrre patatine fritte di alta qualità, prestando massima attenzione alla sicurezza e alla qualità delle materie prime. La sua intuizione si rivela vincente, perché poco dopo il prodotto riesce a entrare nei supermercati dell’Esselunga, segnando l’inizio della sua distribuzione su scala nazionale. Con l’acquisizione di marchi storici come Dorita, Pandal e Mia, Alfredo Moratti consolida ulteriormente la presenza di Amica Chips nel mercato, rendendola un punto di riferimento nel settore degli snack.

Amica Chips tra tradizione e innovazione: lo stile imprenditoriale di Alfredo Moratti

La gestione aziendale di Alfredo Moratti si basa su un modello imprenditoriale che coinvolge la famiglia. Negli anni 2000, la crescita di Amica Chips si consolida e consente all’azienda di ampliarsi e investire in nuovi macchinari tecnologicamente all’avanguardia. Con questi investimenti, il Presidente riesce a rafforzare l’infrastruttura dell’azienda, preparandola anche ad affrontare le sfide future. Sotto la sua guida, nel 2015 Amica Chips ha festeggiato i suoi 25 anni di attività con un evento speciale che, mettendo insieme dipendenti, famiglie e amici, ha voluto celebrare il passato e proiettare l’azienda verso il futuro. Con uno stile che incarna un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, Alfredo Moratti continua ad essere una realtà chiave nel panorama imprenditoriale italiano.

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Luca de Meo sostiene il report di Mario Draghi

Il settore automobilistico europeo si trova di fronte a sfide cruciali legate all’innovazione, alla decarbonizzazione e alla competitività globale. Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, evidenzia l’urgenza di una politica industriale collaborativa per affrontare questi cambiamenti e sottolinea il valore strategico del report di Mario Draghi, che offre una visione chiara sulle priorità future per l’industria. La linea d’azione onnicomprensiva e trasparente tra i vari attori europei sarà fondamentale per garantire il successo a lungo termine del settore.

Luca de Meo

Innovazione e decarbonizzazione: le sfide dell’auto europea secondo Luca de Meo

Il CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA (Associazione dei Costruttori Europei di Automobili) Luca de Meo, ha espresso un forte sostegno alle raccomandazioni di Mario Draghi nel recente report sulla competitività europea. Secondo il manager, questo documento rappresenta un’importante occasione di riflessione per l’Europa, in particolare per il settore automobilistico, che si trova di fronte a sfide cruciali come l’innovazione e la decarbonizzazione. In un intervento pubblicato su LinkedIn, il CEO ha sottolineato come il report “potrebbe essere il campanello d’allarme di cui l’Europa aveva bisogno”, evidenziando come il lavoro di Draghi sia stato “colossale” e abbia messo in luce l’importanza strategica dell’industria automobilistica. Le parole di Luca de Meo riflettono un giudizio positivo su un report che risponde anche a preoccupazioni già sollevate in passato dal CEO di Renault Group, soprattutto in una lettera inviata alle Istituzioni europee lo scorso marzo. In questa prospettiva, il manager ha auspicato che “la decarbonizzazione sia in linea con la competitività”, un obiettivo che richiede l’impegno di tutte le parti coinvolte, non solo a livello industriale, ma anche politico.

Le proposte di Luca de Meo per una leadership automobilistica europea

Luca de Meo non si è limitato ad esprimere sostegno per il report di Draghi, ma ha anche avanzato proposte concrete per rafforzare la leadership europea nel comparto dell’auto. Nel suo intervento, il CEO ha sottolineato la necessità di promuovere una politica industriale olistica e collaborativa, in cui è cruciale l’importanza di un chiaro programma regolamentare, la neutralità tecnologica, il sostegno concreto alla manifattura e le zone del Green Deal. In questa direzione Renault Group è pronta a collaborare con franchezza e apertura per portare contributi e idee innovative, sottolineando anche l’importanza strategica dei piccoli veicoli elettrici a prezzi accessibili, che potrebbero rappresentare una svolta nel rendere la filiera automobilistica europea competitiva a livello globale.

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Continua la crescita di Serenissima Ristorazione: “Fatturato 2023 oltre 535 milioni di euro”

Un anno da record per Serenissima Ristorazione: gli indicatori finanziari indicano un quadro di crescita su tutti i fronti, mentre il Premio Industria Felix riconosce alla società il suo impegno nell’ambito sostenibile.

Serenissima Ristorazione

Un 2023 senza precedenti per Serenissima Ristorazione

Serenissima Ristorazione ha concluso il 2023 con risultati straordinari, confermandosi come uno dei leader della ristorazione collettiva italiana. Il fatturato consolidato ha superato i 535 milioni di euro, segnando una crescita del 17% rispetto all’anno precedente: un incremento a cui ha contribuito la strategia di investimenti mirati messa in atto dalla società. L’EBITDA ha registrato un aumento del 25.5%, raggiungendo i 31.6 milioni di euro, mentre l‘utile netto ha toccato i 13 milioni di euro, segnando un incremento del 28.26% rispetto all’anno precedente. “Il 2023 è stato un anno di notevoli progressi per il nostro Gruppo. Gli investimenti strategici che abbiamo messo in atto testimoniano il nostro impegno a lungo termine verso l’innovazione, la sostenibilità e l’espansione in nuovi settori”, ha dichiarato Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione: “Questi risultati non sarebbero stati possibili senza il duro lavoro e la dedizione di tutta la nostra squadra: più di 11mila collaboratori e collaboratrici impegnati quotidianamente nel fornire servizi di alta qualità per il benessere delle persone.

Serenissima Ristorazione e la sostenibilità: un impegno costante

Nel 2023 Serenissima Ristorazione non si è distinta solo per i risultati economici, ma anche per l’impegno nel campo della sostenibilità. Non a caso, è stata insignita di una menzione speciale da Industria Felix per il suo Bilancio di Sostenibilità e per l’impegno nella lotta contro il cambiamento climatico: un successo meritato in virtù della sua dedizione nella lotta contro gli sprechi alimentari. Nello specifico, nel 2023 più di 14000 kg di rifiuti alimentari sono stati trasformati in prodotto utile come base per fertilizzante e nel campo del compostaggio e grazie alla tecnica del cook&chill la conservazione del prodotto viene prolungata, evitando dunque lo spreco di un elevato numero di pasti.

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La politica ambientale di Riva Acciaio tra Best available techniques e innovazione

La vocazione sostenibile di Riva Acciaio è confermata non solo dalle certificazioni ottenute, ma anche dal continuo impegno dell’azienda nell’adottare le innovazioni e le tecniche produttive che maggiormente contribuiscono ad abbattere le emissioni.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: un impegno costante per l’ambiente

Riva Acciaio, società leader nel settore siderurgico, adotta un approccio proattivo e consapevole verso la sostenibilità ambientale, sviluppando una solida politica ambientale applicabile a tutti i propri stabilimenti, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto delle proprie attività produttive. La società si allinea già dal 2007 alle “migliori tecniche disponibili” (BAT) definite dalle normative europee, impegnandosi costantemente a migliorare le proprie tecniche produttive in base agli sviluppi scientifici e tecnologici. Non a caso, ha ricevuto diverse certificazioni ambientali, come la UNI EN ISO 14001, che ne sanciscono l’impegno nel garantire un miglioramento continuo delle performance di sostenibilità. Grazie a un sistema di gestione certificato, monitora tutte le fonti emissive, attuando programmi di riduzione delle emissioni e dei rifiuti e promuovendo l’uso efficiente delle risorse energetiche. Riva Acciaio collabora, inoltre, attivamente con le autorità locali e gli enti di certificazione per garantire il rispetto delle normative vigenti, come l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA). Questi documenti, ottenuti a seguito di rigorosi controlli, confermano l’impegno della società nell’operare in conformità con standard ambientali di eccellenza.

I pilastri della politica ambientale di Riva Acciaio

Attraverso un approccio sistematico e documentato, Riva Acciaio ha definito obiettivi di sostenibilità chiaramente delineati, tra cui la riduzione dell’uso di risorse non rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica e la minimizzazione delle emissioni di CO2: traguardi che vengono continuamente monitorati e periodicamente rivisti per garantire che la società si attenga agli standard internazionali e alle aspettative degli stakeholder. La formazione periodica e la sensibilizzazione del personale sono ulteriori strumenti fondamentali attraverso cui la società promuove una cultura aziendale orientata alla sostenibilità.

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Marco Tripi: innovazione e leadership nel panorama italiano dell’ICT

Dal 2005, Marco Tripi è l’Amministratore Delegato del Gruppo Almaviva, un’azienda che ha trasformato in un leader della trasformazione digitale. La sua carriera, iniziata nel marketing di BNL Multiservizi, è un esempio di successo imprenditoriale e innovazione nel settore ICT.

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Gli incarichi attuali

Marco Tripi, dal 2005 Amministratore Delegato del Gruppo Almaviva, è un imprenditore e dirigente d’azienda italiano con una vasta esperienza nel settore ICT. Sotto la sua guida, Almaviva è diventata un leader nella trasformazione digitale, con un fatturato che ha superato il miliardo di euro nel 2022 e una presenza globale con oltre 40.000 dipendenti. Tripi ha anche fondato Almawave, un’azienda specializzata in tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e l’analisi del linguaggio naturale, che è stata quotata in borsa nel 2021. La sua visione imprenditoriale continua a spingere Almaviva verso nuove frontiere tecnologiche, con investimenti in fintech, trasporti e altre aree innovative.

Marco Tipi: studi e prime esperienze professionali

Nato a Roma nel 1969, Marco Tripi ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. La sua carriera è iniziata nel 1997 presso BNL Multiservizi, dove ha lavorato nella Direzione Marketing. Nel 1999 è entrato nel Gruppo Cos, fondato dal padre Alberto, e nel 2001 è stato nominato Amministratore Delegato. Durante il suo mandato, ha guidato l’acquisizione di Finsiel da Telecom Italia, integrando le attività del Gruppo Cos e Finsiel per formare il Gruppo Almaviva. Oltre ai suoi ruoli aziendali, Tripi ha ricoperto vari incarichi in associazioni di categoria e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’inclusione nella classifica “Ceo Awards 2022” di Forbes Italia.

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Clessidra: Gruppo Argea (Botter, Mondodelvino e Cantina Zaccagnini) leader europeo del vino

La genesi del Gruppo Argea risale all’unione di Botter al fondo Clessidra: con nuovi, ambiziosi investimenti, il marchio si consolidò per espandere la propria leadership globale. Attualmente, fanno parte del Gruppo anche Mondodelvino e Cantina Zaccagnini.

Botter

Botter si unisce a Clessidra, il preludio alla nascita del Gruppo Argea (composto anche da Mondodelvino e Cantina Zaccagnini)

Botter, storica società vinicola fondata nel 1928 a Fossalta di Piave, è divenuta parte del fondo Clessidra nel 2021, segnando una storica tappa del proprio percorso. Questa operazione segnò infatti l’ingresso di Clessidra nel settore del vino, un mercato globale di oltre 300 miliardi di euro, consolidando il marchio vinicolo come uno dei principali attori dell’export vinicolo italiano. Clessidra si avvalse dell’ottimo posizionamento competitivo dell’impresa vinicola, del suo orientamento internazionale e della sua vasta gamma di denominazioni ed etichette per conquistare i principali mercati mondiali di esportazione, tra cui Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Paesi Scandinavi.

Le acquisizioni di Clessidra: Botter, Mondodelvino e Cantina Zaccagnini

Così si espresse la famiglia Botter in seguito all’unione al fondo Clessidra nel 2021: “Siamo molto felici dell’accordo con Clessidra, che ha individuato Botter quale cardine di un progetto di aggregazione nel settore vinicolo. Dall’ingresso di IDeA Taste of Italy, nel 2017, abbiamo potuto valutare positivamente il contributo che un fondo di private equity può apportare all’interno di un’azienda familiare”. Clessidra, negli anni, ha poi investito sull’espansione globale del marchio vinicolo fino ad arrivare alla costituzione del Gruppo Argea, nato dall’unione di Botter, Mondodelvino e Cantina Zaccagnini. Il Gruppo è oggi il più importante operatore privato nel settore vitivinicolo del panorama nazionale.

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Luca Dal Fabbro (Iren): “Con l’acquisizione di Egea contribuiamo al rilancio dei territori”

Attraverso l’acquisizione di Egea, Iren, guidata dal Presidente Luca Dal Fabbro, mira a rafforzare la sua leadership nel Nord Ovest, valendosi delle potenzialità della Liguria e del Piemonte in numerosi settori, da quello ambientale, al teleriscaldamento, alla distribuzione del gas.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: il potenziale strategico dell’acquisizione di Egea

Sotto la guida di Luca Dal Fabbro, Iren ha portato a termine un’operazione di grande importanza acquisendo Egea, multiutility di Alba radicata nel territorio piemontese e ligure: una mossa strategica che consentirà al Gruppo di rafforzare la propria presenza portando avanti con rinnovato vigore i progetti industriali di carattere ambientale e sostenibile. L’acquisizione di Egea, conclusa dopo oltre un anno di trattative, ha rappresentato una sfida complessa ma fondamentale al fine di consolidare la leadership aziendale nel Nord Ovest. “Ci sono tre motivi per cui ho fortemente voluto portare a termine l’acquisizione di Egea”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro: “Il primo è che il territorio dov’è radicata, cuneese e basso Piemonte, ha un altissimo potenziale economico sia per le grandi imprese presenti, e penso ad esempio a Ferrero, sia per un tessuto manifatturiero brillante e ricco. Il secondo è che ho visto le capacità di questa azienda e credo che possiamo rilanciarla.” Infine, attraverso l’acquisizione, Iren ha fortificato la sua presenza in entrambe le regioni, proseguendo il proprio processo di espansione nazionale.

Luca Dal Fabbro: le strategie sostenibili di Iren

L’acquisizione di Egea è solo un tassello della strategia attraverso la quale Luca Dal Fabbro intende fare di Iren un vero e proprio catalizzatore della transizione energetica in Italia. Tra i punti cardine del Piano Industriale, gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili, dall’idroelettrico al fotovoltaico. Spicca, in particolare, la recente acquisizione di un importante progetto per un impianto agrivoltaico a Rovigo. Cruciale, in tutte le attività di Iren, è l’instaurazione di un dialogo costruttivo con gli stakeholder locali, finalizzato a garantire un rilancio solido e sostenibile tanto della società, quanto dei territori in cui opera.

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