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BeatriceMonticelli

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Formazione esperienziale, outdoor e molto altro… scopriamo IALT9

Per coloro i quali ancora non conoscessero IALT, la scuola internazionale di formazione del Trentino sulla leadership e il teamwork e i suoi campus residenziali sullo sviluppo personale, ecco un piccolo vademecum per capire di cosa si tratta.

IALT è formazione esperienziale nella natura libera dei boschi del Trentino, e accoglienza nei caldi rifugi, davanti a un fuoco e sotto le stelle alla sera.

IALT è  vita di  gruppo come luogo sicuro ed incubatrice di apprendimento.

IALT è l’outdoor come strumento per i partecipanti, per sviluppare le proprie conoscenze con grande indipendenza, acquisendo competenze pratiche ed esaltando le proprie attitudini all’assertività.

IALT è esplorazione personale ed esperienza su cui riflettere assieme al gruppo.

IALT è libertà di scegliere e facoltà di definire il “proprio” obiettivo di apprendimento.

A IALT apprendimento fa rima con emozioni, perché sono il loro catalizzatore, ma non solo. Fa rima con suoni, sensazioni, sapori, intuizioni, colori, legami. Ma per capire appieno che sapore ha uno IALT, si può solo provarlo: farne esperienza.

IALT è per tutti coloro i quali credono nella formazione continua e nella possibilità di crescere, sempre.

Beatrice Monticelli

http://arelativethinking.blogspot.it/

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni:

 

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http://www.leadership.it/

http://ialtbook.ning.com/

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Time management o personal management? La risposta di Leonardo Frontani

Quante faccende ci si ritrova a dover sbrigare durante una giornata di lavoro? E su quanti di questi impegni sentiamo di avere un effettivo potere decisionale?

Esiste un modo per affrontare da una parte tutte le cose da fare e dall’altra il “poco” tempo a disposizione, e sbarazzarsi di quella sensazione di essere sballottati di qua e di là tra mille impegni.

Durante un workshop sul time management il team di Maieutikè, avvalendosi dell’aiuto della teoria della gestione del tempo di Covey, ha proposto una strategia dalla potenzialità notevole.

Quando ci si trova con molti impegni e obblighi da assolvere, si tende a vedere la situazione come un palcoscenico di problemi urgenti che possono essere risolti solo attraverso la gestione del fattore tempo. Si tende a pensare in termini di efficienza: è prioritario risolvere i problemi, portare a termine più compiti nel minor tempo possibile. Il “baricentro personale” di chi si trova in questa condizione oscilla, come il moto di un pendolo,  tra le cose da fare e il tempo a disposizione: ciò crea costantemente stress, ansia e/o crisi gestionale.

Un cambio di prospettiva che dia modo di osservare la situazione dall’esterno, può aiutare a fermare il moto del pendolo di modo che questo baricentro sia indirizzato su se stessi. Un baricentro fermo, seppur collocato tra le cose che ci sono da fare e il tempo a disposizione, induce la persona a definire le priorità a partire da se stessa.

Attraverso la definizione di principi guida dell’io e del suo agire, principi che ciascuno delinea e definisce come prioritari per se stesso, si spostano la propria attenzione e le proprie energie dalle cose da fare e dal tempo e le si concentrano su se stessi, per reinvestirle in ciò che proattivamente si sceglie.

È a partire dallo spostamente del proprio “baricentro personale”, che si apre l’intuizione secondo cui ciò che nelle situazioni ha bisogno di essere gestito, sulla base dei principi che ci diamo, siamo noi stessi.

 

Beatrice Monticelli

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Collaboratori demotivati o titolari sfiduciati? L’analisi di Maieutikè

“And whichever way we choose to work, we should make our choices explicit, especially when working in a team”.

È capitato di recente durante un’analisi dei bisogni di un’azienda del settore beauty, di sentirci dire che i titolari dei saloni tendono a caricarsi sulle spalle tutti impegni, anche quelli che di norma spetterebbero ai loro collaboratori. “Gli stessi titolari sottolineano inoltre la mancanza di intraprendenza da parte dei loro collaboratori e un sentimento generale che li porta a fare il minimo indispensabile”.

Abbiamo cercato di comprendere quali basi potesse avere il problema e attraverso un’indagine più profonda è emerso che se da una parte i datori di lavoro si lamentano della mancanza di proattività da parte dei propri collaboratori, questi ultimi si chiedono perché dare di più per un’attività che in ultima analisi non appartiene loro.

Il problema va in due direzioni diverse ma la radice è comune, con una sola chiave di risoluzione a duplice valenza. Creare trasparenza, fiducia, rispetto: cercare di creare un senso d’appartenenza alla realtà organizzativa da un lato e  sviluppare e potenziare le capacità di delega di responsabilità dall’altro.

Riuscire a fare lavoro di squadra, quindi a sviluppare una cultura dell’appartenenza, implica senza dubbio l’esplicitazione delle proprie scelte oltre che il renderle comprensibili e credibili per i propri collaboratori. In una parola coinvolgimento. E legato al coinvolgimento vi è un fattore chiave per lavorare efficacemente in team e poter, da titolari, dedicare le proprie energie alle attività di propria competenza: sapere delegare.

La delega di responsabilità è la risposta attraverso la quale ci si concentra sui risultati desiderati, trasmettendo al collaboratore di riconoscere e valorizzare la sua auto-consapevolezza, oltre che la sua capacità immaginativa, coscienza e volontà. (Cfr. Covey, 2005, I sette pilastri del successo, FrancoAngeli, Milano).

Coinvolgimento e delega di responsabilità, sono ingredienti indispensabili quando si decide di lavorare in squadra perché entrambi cementificano le basi del team di trasperenza, fiducia e rispetto reciproco.

Beatrice Monticelli

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La cipolla di Hofstede per le organizzazioni: una proposta di Maieutikè

Strumento preso in prestito alle scienze sociali dal team di Maieutiké, la cipolla culturale di Hofstede si è dimostrata un valido aiuto nel processo di definizione dell’identità culturale di un’organizzazione. Nel corso di un teambuilding per dei team di venditori di una nota multinazionale del farmaco, il dott. Leonardo Frontani (direttore didattico della scuola IALT) l’ha impiegata come strumento di debriefing . Attraverso una riflessione “guidata”, volta a riempire con le informazioni necessarie la cipolla, il prodotto è stato una mappa di lettura della cultura aziendale percepita.

I risultati sono stati notevoli in termini di raccolta di informazioni sul percepito e il pensato dai lavoratori rispetto all’azienda, oltre che in termini di confronto, coesione e crescita di consapevolezza rispetto l’identità dell’organizzazione di cui fanno parte.

 

Beatrice Monticelli

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