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eleonora.chiais

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XXV seminario Europa: La certificazione delle competenze: un procedimento necessario per i giovani e il mercato del lavoro

Competere con le competenze: sembra ovvio, ma riconoscere le competenze professionali acquisite e renderle spendibili sul mercato non è semplice. Lunghe discussione su chi deve fare cosa: certificante, certificatore, certificando, sono ancora in cerca di un metodo. Intanto il resto d’Europa ci precede e compete. È di inizio anno un decreto che tenta di rispondere agli input dell’Europa, ma, a quanto pare, il traguardo non è dietro l’angolo, per questo il CIOFS-FP pone la questione al centro della discussione. Ideata dal Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale (CIOFS-FP), sostenuta dall’Associazione Nazionale FORMA, la XXV edizione del Seminario Europa affronta quest’anno il tema della certificazione delle competenze professionali con un format che mira a un confronto nazionale e internazionale, coinvolgendo delegazioni provenienti da Francia, Svizzera, Olanda, Irlanda e Gran Bretagna. Intitolato Il riconoscimento e la certificazione delle competenze professionali, il Seminario Europa si svolgerà̀ a Genova dall’11 al 13 settembre. Secondo Lauretta Valente, Presidente del CIOFS-FP: “Rispetto alla certificazione delle competenze, in Italia c’è un innegabile ritardo, tuttavia non siamo all’anno zero. Per un decennio è stata condotta una sperimentazione, un sistema attualmente riconosciuto dal punto di vista ordinamentale, che ha messo a punto con ottimi risultati un metodo che integra l’apprendimento teorico e quello pratico. Il sistema mette in correlazione la filiera professionalizzante con la filiera produttiva ed è in grado di certificare le storie di studio- lavoro di tanti giovani e meno giovani, offrendo possibilità̀ concrete sul mercato del lavoro. Se le istituzioni esaminassero e dessero la giusta attenzione al lavoro fatto finora, sarebbe possibile raggiungere rapidamente e con un significativo risparmio di risorse, il livello di gran parte dei paesi europei, favorendo l’occupazione. Abbiamo presentato in tal senso un appello al Presidente Enrico Letta”. Le fa eco don Mario Tonini, Presidente del Cnos-Fap (Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale): “Il riconoscimento e la certificazione delle competenze professionali purtroppo non è un tema che scalda i cuori o scatena dibattito perché́ non se ne comprendono le ricadute! L’esperienza sul campo degli enti di formazione professionale trova difficilmente cittadinanza, mentre troppo spesso dall’alto giungono linee guida del tutto astratte e lontano dalle reali esigenze e dall’obiettivo di favorire l’occupazione”. Di fatto, nel nostro Paese la fliera della professionalizzazione resta frammentaria e incompleta: in un periodo storico in cui ci si confronta in modo immediato con nazioni ben più̀ efficienti, rapide e concrete della nostra, l’Italia rischia di arenarsi a causa dell’estrema frammentazione e astrattezza. Germania, Francia e Svizzera dispongono invece di modelli di valorizzazione e riconoscimento delle competenze maturate sul campo, nonché́ di modelli di formazione continua che offrono importanti ricadute occupazionali. Declinazioni del tema verranno prese in analisi. Atteggiamento e life like learning: certificazione delle competenze secondo criteri inusuali per il mondo dell’istruzione e del lavoro italiano, orchestrando tutto ciò̀ di cui una persona dispone. Portare cioè̀ a bilancio anche le capacità intrinseche quali creatività̀, determinazione, carattere, curiosità̀ e tutto ciò̀ che nel corso della vita un soggetto apprende in qualsiasi modo ed è in grado di esprimere nel lavoro . Prassi già̀ adottata da diversi stati europei. Coerenza con il mercato: il mercato del lavoro denuncia migliaia di “introvabili”, ovvero richieste per mestieri che non trovano un candidato, anche se quel candidato c’è eccome. Ma andrebbe riconosciuto e indirizzato. Che fare, dunque? Il punto della questione è dare pari dignità̀ ai percorsi di studio e a quelli di lavoro, in particolare per tutti quei mestieri che gravitano attorno alla formazione professionale. Tuttora in Italia chi non ha un diploma o una qualifica, ma ha magari l’ ”esperienza nelle mani”, non vede riconosciuto il suo “iter diverso”, più̀ pratico, e rischia di non vedere riconosciute le proprie competenze e abilità perché́ al momento non etichettate. Si tratta di una questione di accesso al lavoro, tanto in Italia, a causa della frammentazione regionale, quanto in Europa, sbocco naturale per una sempre maggiore mobilità e scambio occupazionale. È proprio in quest’ottica che va vista ed esaminata la fase di realizzazione del repertorio di qualificazioni nazionale: un meccanismo dinamico e aperto per assecondare il rapido cambiamento del mondo del lavoro. La certificazione delle competenze è per il CIOFS-FP e il Seminario Europa il terzo step di un percorso tematico che comprende l’orientamento delle nuove generazioni e lo sbocco “contrattuale” dell’apprendistato, tutti e tre indispensabili argini alla disoccupazione. Nella giornata conclusiva del 13 settembre coordinata da FORMA, che raccoglie l’80% circa gli enti di formazione professionale, le autorità̀ competenti saranno invitate a prendere atto della proposta di mettere a sistema l’Istruzione e Formazione Professionale offrendo anche al Sud possibilità̀ di ripresa della formazione.
Per informazioni e iscrizioni: 06 57 29 911 – [email protected] – www.ciofs-fp.org

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25 anni di dialogo con l’Europa per il futuro e il lavoro dei giovani

Dall’11 al 13 settembre presso il Centro Congressi dell’Hotel Sheraton di Genova si festeggia la 25° edizione del Seminario Europa, unico summit italiano sui temi della formazione professionale e del rapporto tra giovani e lavoro, in particolare i cosiddetti “mestieri”, ideato dal CIOFS-FP (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale) in un’ottica di dialogo programmatico con altri Stati europei.

“Il Seminario Europa è nato come momento di lavoro e confronto interno, tra gli operatori del settore, per lavorare in modo eff icace e armonico con la Comunità Europea, poi negli anni è diventato un forum di tutto il segmento italiano della formazione professionale con l’Associazione di categoria FORMA e la partecipazione degli Enti Pubblici Nazionali e Locali, del mondo accademico e della ricerca, e dei tanti partner che rappresentano le imprese e il lavoro sul territorio” osserva Lauretta Valente, Presidente del CIOFS-FP, ideatrice del Seminario. A ripercorrere i 25 anni di Seminario Europa, anche un video con interviste ai protagonisti e ospiti storici dell’iniziativa: oltre alla Presidente del CIOFS-FP, Lauretta Valente, intervengono Angela Elicio, coordinatrice delle relazioni europee per CIOFS-FP, Irene Gatti, esperta di formazione, Giuseppe Roma, Direttore Generale del Censis, e il Senatore Giorgio Santini, a lungo impegnato nella CISL-Scuola. Nonostante il mondo dei mestieri sia tuttora un segmento che resiste piuttosto bene alla crisi, tanto che con una certa frequenza le imprese continuano a trovare con difficoltà alcune figure professionali, la Formazione Professionale non riceve sufficiente attenzione e riconoscimento da parte di enti pubblici e media laddove, invece, il recupero dei giovani che hanno abbandonato il percorso scolastico “tradizionale” e il reinserimento di chi ha perso il lavoro, sono un obiettivo imprescindibile per il futuro del Paese.

Il primo Seminario Europa risale alla fine anni ’80, uno scenario storico-economico assai diverso da quello di adesso, in cui si parlava ancora di boom economico, ma c’erano già segnali inquietanti “si viveva oltre le reali possibilità del Paese, ma per la classe politica cambiare rotta sarebbe stato impopolare. Già allora c’era la necessità di percorsi di apprendimento più legati alla concretezza, alla praticità e alla manualità per dare soluzioni fattive alle reali esigenze dei giovani e del mercato del lavoro, così la Formazione Professionale ha iniziato a concentrarsi su questi obiettivi. Già da tempo alcuni altri Paesi europei consideravano fondamentale un’offerta ampia e diversificata in quest’ottica,” ricorda Lauretta Valente. “Per noi, inserirci nella preparazione al Trattato di Maastricht significava attrezzarsi per maggiori possibilità di studio e di confronto in linea con il progressivo definirsi dell’Europa”.

Gli anni ’90 sono stati connotati dall’affermazione e dallo sviluppo dell’Europa, da trattati che hanno posto le basi e definito i confini di una Comunità che si sarebbe allargata sino a includere gli attuali 28 Paesi. Nell’ambito della Formazione Professionale, pietre miliari e ispiratori di un percorso comune, furono i cosiddetti “libri bianchi” di Jacques Delors ed Édith Cresson, che hanno indirizzato per tappe e metodi alla definizione dei formatori globali.Negli anni 2000, l’attentato dell’11 settembre e la gravissima crisi tuttora in corso hanno pesanti ripercussioni politiche, sociali ed economiche sotto molteplici aspett i: “Il taglio della spesa si abbatte troppo spesso sul privato sociale anche quando offre un servizio pubblico che risponde a un effettivo e comprovato bisogno,” commenta la Presidente del CIOFS-FP. “Pur essendo ormai una realtà, l’Europa ha politiche economico-finanziarie legate ai singoli Paesi, politiche non sempre solidali. Nonostante il quadro generale lo richieda, in Italia i processi di integrazione, di collegamento forte tra formazione e lavoro sono ancora tutti da difendere e sostenere”. L’inizio del secondo decennio del XXI secolo vede altre criticità e ulteriori tagli alla spesa pubblica anche in un segmento come quello della formazione-lavoro che dovrebbe essere considerato propulsivo: “Si tratta spesso di una scelta ideologica e aprioristica, in modo particolare in rapporto alla Formazione Professionale, che viceversa offre un servizio pubblico richiesto da molte famiglie in rapporto a particolari bisogni dei figli” – afferma Lauretta Valente – “per di più con maggiori richieste in aree critiche come il Sud e in famiglie di origine straniera con basso reddito”. “La Formazione Professionale” – continua la Presidente del CIOFS-FP – “è uno strumento in grado di prevenire il cosiddetto fenomeno dei NEET, i giovani che non studiano né lavorano, contribuendo in modo decisivo a inserirli nel mondo del lavoro. Non si tiene nel dovuto conto che, oltre ad essere alternativo alla scuola tradizionale, questo servizio ha un costo per lo Stato significativamente minore e, là dove non è ostacolato, contrasta la dispersione scolastica, favorisce la microimprenditorialità e spesso sfocia in un percorso formativo più articolato”. A fronte dei NEET lontani tanto dalla scuola quanto dal lavoro e degli imprenditori all’ardua ricerca di artigiani quasi introvabili, esistono ret i di formatori e orientatori che, nonostante gli ostacoli, lavorano per far incontrare domanda e offerta, di questo e di molto altro si parlerà al Seminario Europa 2014 dedicato alla certificazione delle competenze professionali (per maggiori informazioni si rimanda a comunicato stampa e programma specifici).

Per informazioni e iscrizioni: 06 57 29 911 – [email protected] – www.ciofs-fp.org
Press kit scaricabile al link: http://www.mariagraziabalbiano.com/press-kit-CIOFS-FP-2013.html

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Al via Heat un progetto italo-francese per trovare lavoro a 90 giovani

Incontro costruttivo a Torino stamane per ufficializzare il via del progetto europeo di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia HEAT, acronimo di Health Education Apprenticeship Training, organizzato da C.I.O.F.S.-F.P. Piemonte (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale) insieme ai partner italiani e francesi, Intoo Srl e CIBC-Savoie: orientamento per trovare occupazione a 90 giovani (50 italiani e 40 francesi) in 24 mesi.

L’attività dietro le quinte è iniziata da alcuni mesi, spiega la referente italiana del progetto Daniela Varone di CIOS-FP, iniziando con le selezioni di 30 giovani resistenti in Torino e provincia di età compresa tra i 16 e 29 anni senza occupazione, ragazzi con obiettivi di vita ben definiti. Nel 2014 la sperimentazione interesserà altri 20 ragazzi. Nei prossimi giorni i colloqui preliminari delle candidature già arrivate. I ritratti dei candidati sono interessanti e le richieste sorprendenti, sono molto eterogenee per profilo di studi acquisito e per contenuto delle richieste stesse: il 65% dei candidati ha presentato un progetto ben definito, il 20% circa ha individuato invece un percorso formativo che integri le competenze già acquisite, mentre il 15% circa ha fatto richiesta di placement, quindi di vero e proprio accompagnamento ad un posto di lavoro. Si osserva che, di solito, chi ha una scolarità medio-alta è più incline a presentare dei progetti indirizzati ad aziende o finalizzati ad attività imprenditoriale, mentre i giovani con qualifiche professionali tendono a ricercare servizio di placement o formazione. I 2/3 delle richieste arrivano da ragazze. Le idee progettuali sono tutte molto trasversali, è chiaro il concetto di mixare diverse competenze per creare nuove forme di occupazione e realizzazione professionale. I progetti abbinano giornalismo/ambiente, arte/azienda, connettendo tempo libero, cultura, enogastronomia e moda. Si rileva invece una certa carenza per richieste in ambiti legati alla scienza, ricerca e tecnologia.

A fianco dei giovani canditati, per sei mesi, un orientatore 2.0: il COM”, ovvero un consigliere orientatore multi-competente che prenderà per mano il giovane e lo condurrà verso il proprio obiettivo sia formativo che occupazionale o imprenditoriale. Questo è il secondo ambito d’azione sperimentale del progetto HEAT: elaborare figure professionali necessarie di orientatori in grado di seguire la rapida evoluzione e di star dietro ai cambiamenti del mercato del lavoro europeo in tempo di crisi. In questo, il tandem con la Francia dell’area della Savoia è fondamentale. Riassume con grande efficacia Florence Rey-Giraud di CIBC-Savoie. “Le tecniche di orientamento del passato ormai sono limitate ed è necessario ripensarle senza temere la sperimentazione. Ciascun individuo ha diritto ad un percorso di orientamento che duri tutta la vita per diventare life designer a tutti gli effetti cogliendo le possibilità e le opportunità che incontra sulla sua strada. Oggi come oggi i percorsi professionali sono meno prevedibili rispetto al passato e impongono nuove sfide come la necessità di sviluppare competenze velocemente contro l’obsolescenza”. Florence Rey-Giraud ha concluso poi buttando sul tavolo della discussione uno spunto di riflessione quanto mai attuale: “il nomadismo ormai caratterizza la forma del lavoro, l’instabilità è aumentata e tutti sono diventati più pronti a cogliere le opportunità che si trovano sulla propria strada. Ciascuno è chiamato a cogliere le possibilità quando e dove gli si presentano”.

Erano presenti in sala, invitati da CIOFS-FP Piemonte, la Provincia di Torino con Arturo Faggio, il CIBC-Savoie, partner francese, con Florence Rey-Giraud, Intoo Srl, partner italiano, con Edgardo Vaccari, l’Agenzia Piemonte Lavoro rappresentata dal suo direttore Franco Chiaramonte, il presidente di SIPLO Pier Giovanni Bresciani e Anna Grimaldi per ISFOL.

Si ricorda che l’incontro fa parte del progetto selezionato nel quadro del Programma ALCOTRA Alpi Latine COoperazione TRAnsfrontaliera Italia – Francia 2007-2013 e cofinanziato dal FESR, di cui il C.I.O.F.S.-F.P. Piemonte è capofila.

(Dettagli del programma sul sito del progetto www.heat-interreg.net o sul sito ufficiale del capofila www.ciofs.net )

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Dialoghi italo-francesi intorno all’orientamento Capire dove andare e come andare alla ricerca di un lavoro

Prepararsi ad essere orientatori e ad orientarsi per trovare una strada per il proprio futuro sono i due lati della stessa medaglia necessari ed entrambi, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Il 2013 è l’anno dell’orientamento, tematica spesso sottovalutata e cardine fondamentale individuato dall’Unione Europea per agevolare l’occupazione giovanile e non solo. Se ne discute il 28 maggio dalle ore 9 alle ore 14 nella sala del Consiglio in piazza Maria Ausiliatrice 35 a Torino in un seminario organizzato e promosso dal C.I.O.F.S.-F.P. Piemonte (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane – Formazione Professionale) che in questa occasione, ufficializza l’avvio dei lavori del progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia HEAT, acronimo di Health Education Apprenticeship Training, insieme ai partner italiani e francesi, Intoo Srl e CIBC-Savoie.

Riassume l’importanza dell’evento Silvana Rasello – Presidente del CIOFS-FP Piemonte “Oggi nessuno parte per un luogo sconosciuto senza un navigatore satellitare, l’orientamento è la mappa interattiva per trovare un impiego. Se non si sa cosa c’è, difficilmente si sa come arrivarci e solo se si hanno i mezzi giusti si giunge a destinazione. Pare scontato, ma quando si parla di formazione e lavoro, questo criterio non sempre si applica! Il nostro seminario dunque parlerà delle rinnovate competenze e dei nuovi strumenti di lavoro necessari agli operatori dell’orientamento per accompagnare chi, giovane o meno giovane, è alla ricerca di un’occupazione. L’occasione è l’avvio di un importante progetto selezionato nel quadro del Programma ALCOTRA Alpi Latine COoperazione TRAnsfrontaliera Italia – Francia 2007-2013 e cofinanziato dal FESR, di cui il C.I.O.F.S.-F.P. Piemonte è capofila ”.

HEAT è un’opportunità concreta per 90 giovani, 50 italiani e 40 francesi, tra i 16 e i 29 anni privi di occupazione, di accedere ad un insieme di servizi presenti sul territorio (servizi per l’impiego, formazione e salute psicofisica) attraverso un percorso di accompagnamento e tutoraggio per l’inserimento lavorativo, la cura di sé e l’ integrazione sociale. Un “COM”, ovvero un consigliere orientatore multi-competente, prenderà per mano il candidato e lo condurrà verso il proprio obiettivo: formativo, occupazionale o imprenditoriale.

Le selezioni sono state fatte negli scorsi mesi e in tanti hanno risposto all’appello, “Sono ragazzi con una qualifica professionale, un diploma, talvolta una laurea che si trovano ad un punto di svolta: chiediamo loro se hanno un obiettivo o un’idea progettuale che vogliono realizzare, e li aiutiamo -spiega Silvana Rasello-. Qualcuno vuole fare uno stage all’estero, altri un corso di specializzazione, alcuni hanno un’idea ben chiara di un’iniziativa in proprio e, per esempio, ci chiedono di fare da ponte con imprese che possono essere interessate alla realizzazione”.

Il CIOFS-FP Piemonte ha chiamato al tavolo relatori una serie di partner e collaboratori con i quali da anni interagisce: la Provincia di Torino con Arturo Faggio, il CIBC-Savoie, partner francese, con Florence Rey-Giraud, Intoo Srl, partner italiano, con Edgardo Vaccari, l’Agenzia Piemonte Lavoro rappresentata dal suo direttore Franco Chiaramonte, il presidente di SIPLO Pier Giovanni Bresciani e Anna Grimaldi per ISFOL.

L’incontro è libero e gratuito

(dettagli del programma sul sito del progetto www.heat-interreg.net o sul sito ufficiale del capofila www.ciofs.net)

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Un anno (sensato) con semiofashionandthecity (semiofashionandthecity.wordpress.com)

Nato nel febbraio 2012 semiofashionandthecity è il blog dedicato alla semiotica della moda che si interroga sul senso dell’abbigliamento a tutto tondo. Curato da Federica Turco ed Eleonora Chiais, dell’Università degli Studi di Torino, semiofashionandthecity porta la semiotica dalle biblioteche alle passerelle di moda (passando per la bocca di tutti) e spiegando che la moda è una questione di senso.

Tra fashion blog, fashion magazine, fashion theory e fashion analysis essere fuori moda ormai sembra impossibile ma ì il fashion addicted doc può limitarsi a comprare il capo all’ultimo grido e ad abbinarlo con l’accessorio di stagione?

Da anni esiste una materia che, vantando radici filosofiche e una paternità addirittura aristotelica, può aiutare ad analizzare anche il modo in cui i capi di moda si combinano tra di loro facendosi portatori di significati per chi li osserva. Questa materia è la semiotica che, spesso relegata al ruolo di noiosa materia per studiosi universitari occhialuti, in realtà nasconde più di una sorpresa. La semiotica, che come spiega bene la sua origine greca analizza i segni (ma attenzione perché semeion significa anche miracolo!), indagando le cause per le quali gli elementi assumono un valore comunicativo quando si trovano ad essere inseriti in una “messa in comune” di dati. Insomma la semiotica è quella disciplina che ci aiuta a spiegare (proprio a spiegare, e non solo ad accettare come una sorta di evidenza lapalissiana) i motivi per cui un uomo d’affari con il suo doppiopetto d’ordinanza ben si distinguerà da un rampante PR dei locali con i jeans lisi e la maglietta all’ultima moda.

Perché accade questo? Come già diceva Barthes perché «il vestito dà senso al corpo e quindi lo fa esistere: lo valorizza dandolo a vedere. Il vestito non nasconde, né mostra, allude e valorizza: non esibisce ma semantizza». Insomma l’abito fa il monaco ma questo accade se e solo se chi osserva e chi indossa possiede una “cassetta degli attrezzi semiotici” in grado di interpretare i messaggi che vogliamo trasmettere attraverso quello che indossiamo.

Nel guardaroba virtuale di semiofashionandthecity trovano spazio suggerimenti e consigli, spunti di riflessione sui must have e indicazioni precise sul dress code perché ogni momento della vita merita il suo capo perfetto e quindi via libera alla moda bimbo, allo stile prémaman, all’abbigliamento della seduzione, ai trucchi per nascondere fianchi troppo abbondanti e molto altro ancora.

Informazioni e contatti:
semiofashionandthecity.wordpress.com – [email protected]
Facebook: SemioFashion and the City
Twitter: @SemioFashion
Eleonora Chiais: [email protected]

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Due anni con Finestra Italiana

Una rete nata un po’ per scommessa, un po’ per confrontarsi, un po’ per offrire, anche all’utente finale, un punto di informazione puntuale e semplice sulla realizzazione e messa in posa di finestre e portoncini in PVC. FinestraItaliana.it è nata nell’autunno 2011 unendo 68 serramentisti italiani, molti dei quali pionieri dell’uso del PVC per gli infissi, clienti della multinazionale VEKA leader mondiale nel settore. Si tratta di artigiani, professionisti, aziende piccole e grandi con un altissimo know how, spesso con una storia di due, tre generazioni alle spalle, che nel corso degli anni, hanno contribuito a migliorare sensibilmente l’uso di questo materiale nei contesti più svariati.

La conoscenza del mestiere, del clima, delle tecniche di costruzioni, del gusto italiano legato alla dimensione casa, del saper intervenire su nuovi ed avveniristici edifici, così come sul recupero di un palazzo d’epoca, fa di questa rete di serramentisti il vero valore aggiunto nel creare finestre che durino per sempre.

La finestra è una di quelle scelte che chiunque costruisca, acquisti o ristrutturi una casa o un edificio commerciale si pone: è una decisione che ha a che fare col benessere e la fruibilità, con il risparmio energetico, la sicurezza, le performance nel tempo. FinestraItaliana.it con i suoi partner è in grado di fornire supporto alla scelta e la migliore realizzazione nella fase di messa in opera.
Ognuno dei serramentisti partner è sempre vicino al cliente e reperibile per qualsiasi necessità in fase pre e post vendita.

“Dobbiamo sottolineare che la rete dei professionisti che utilizza profilati VEKA è molto fidelizzata e sempre in crescita – sottolinea Fulvio Riva Responsabile Commerciale – Italia Ovest VEKA e co-ideatore della rete Finestra Italiana – questa continuità valorizza il nostro lavoro e il nostro prodotto che grazie a questi professionisti, continua a crescere nonostante la crisi. Inoltre per il cliente avere un referente preparato e disponibile è fondamentale. ”

Su FinestraItaliana.it è possibile trovare tante informazioni sempre aggiornate: dalle norme per la detrazione fiscale, ai vantaggi sull’uso del PVC, alla valutazione della classe di isolamento termico degli edifici, alla vasta gamma di colori e profili e ai contatti del professionista più vicino a cui rivolgersi per una valutazione.

Gusto, competenza e conoscenze sempre in stile Made in Italy ha portato a realizzare sul territorio italiano nel 2012 circa 300mila finestre.

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Asta del Barolo 2013

Degustare un ottimo Barolo d’annata delle cantine dei 14 produttori dell’Accademia del Barolo lasciandosi coccolare dai manicaretti dello chef tre stelle Michelin Vittorio Brusaporto e osservando il tripudio delle vigne in fiore nel panorama mozzafiato delle Langhe. Un sogno che diventa realtà con la XIV edizione dell’Asta del Barolo che si svolgerà domenica 12 maggio a partire dalle 11 nelle prestigiose sale del Castello di Barolo, sede originale del Museo del Vino/WiMu. Per un weekend di coccole enogastronomiche (e non solo) le prenotazioni sono aperte.

E’ infatti possibile riservare un weekend di coppia, o individuale, alla scoperta del Re dei vini piemontesi soggiornando nel lussuoso Boscareto Resort & Spa di Serralunga d’Alba, trascorrendo la giornata di sabato visitando le cantine più prestigiose delle Langhe e cenando con il menù firmato da Gianpiero Vivalda dell’Antica Corona Reale Da Renzo accompagnato da 14 Baroli. Ma il weekend eno-glam non finirà qui e, nella giornata di domenica, l’Asta del Barolo accoglierà i suoi ospiti con una selezione di lotti prestigiosi e il pranzo firmato dallo chef stellato bergamasco nell’incredibile cornice del castello cuneese.

L’appuntamento clou nel mondo enologico internazionale torna quindi in un crescendo di emozioni che si preannunciano imperdibili per la selezionatissima platea internazionale di eno-appassionati, buyer, vip, giornalisti e personaggi del jet set. In queste location uniche i 14 produttori riuniti nell’Associazione che promuove l’Asta selezionano da ormai più di un decennio il meglio delle loro cantine proponendo vini storici, interessanti anteprime e, come ormai da tradizione, un lotto speciale creato in esclusiva per l’occasione. Azelia, Michele Chiarlo, Conterno-Fantino, Damilano, Poderi Luigi Einaudi, Gianni Gagliardo, Franco Martinetti, Monfalletto – Cordero di Montezemolo, Pio Cesare, Prunotto, Luciano Sandrone, Paolo Scavino, Vietti e Roberto Voerzio sono pronti a dare un benvenuto indimenticabile. “Non mancheremo di stupire i nostri ospiti italiani e stranieri, come sempre – preannuncia il Presidente dell’Accademia del Barolo Gianni Gagliardo – con molte sorprese ed altrettante novità”.

Chi volesse regalarsi un fine settimana all’evento più glamour del mondo del vino dovrà affrettarsi prenotando il suo posto in prima fila sul sito accademiadelbarolo.com. L’intero weekend per due persone costerà 1400 euro, per una persona 800 euro mentre la partecipazione al pranzo stellato e all’Asta avrà il prezzo di 180 euro a persona.

Per prenotazioni e informazioni è possibile consultare il sito www.accademiadelbarolo.com

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BELLEVY.COM lo shopping di lusso a portata di click

L’italian style ha conquistato il modo e Bellevy.com si appresta ad essere il canale più cool per raggiungere i quatto angoli del mondo con una ricca selezione dei nostri migliori prodotti.
Serrande aperte da fine novembre, una piattaforma intuitiva e glam che interagisce immediatamente con il mondo in otto lingue, il nuovo canale e-commerce è stato pensato in grande “un link che ci è venuto spontaneo lavorando da anni con una clientela di cinquanta diversi paesi che apprezza tantissimo i nostri prodotti e dall’altra parte la conoscenza di artigiani, artisti, i piccoli imprenditori veri
artefici del successo del brand Italia nel mondo con cibi, opere uniche, oggetti di design, moda, … “ spiega Andrea Levy AD e ideatore del progetto “erano due mondi uno alla ricerca dell’altro, ma senza un canale diretto e internazionale davvero efficace.”

Bellevy.com dunque un ponte tra acquirente internazionale e produzioni di eccellenza, spesso di nicchia e con tiratura limitate, che finalmente si incontrano sul mercato virtuale del web. Infatti molto spesso le piccole realtà produttive sono pressoché nascoste, conosciute da pochi, più per passaparola che per strategie di visibilità e promozione, che da sole non sarebbero in grado di sostenere. Ecco
dunque un’occasione impedibile. Totalmente gratuita e semplicissima per il produttore i cui requisiti devo essere: un prodotto unico e di comprovata qualità e totalmente Made in Italy. Un’opportunità in cui hanno creduto sin da subito più di una trentina di piccole aziende e artigiani di tutta Italia e a cui hanno dato sostegno appassionato, prima di loro, i tre soci fondatori di Bellevy.com Andrea Levy, Andrea
Totino e Luca Pusterla insieme ad uno staff di otto persone che da un anno lavora all’iniziativa.

“Siamo pronti per la sfida e ci battiamo per sostenere con Bellevy.com le eccellenze del nostro paese” dice con entusiasmo Levy ”il commercio elettronico è in forte espansione tanto all’estero quanto in Italia. La comodità di fare acquisti comodamente da casa sta diventando un nuovo modo di concepire lo shopping face to face e gli acquirenti che possono e vogliono togliersi degli svizi nella vita attraverso degli acquisti selezionati, curati e d’eccellenza, davvero non mancano! Li raggiungeremo con canali diretti e un importante azione di comunicazione e marketing”.

Dunque l’invito ai produttori e una visita al portale e a concedersi una nuova finestra di business sul mondo. A chi ama il bello in Italia e nel mondo sperimentare lo shopping a portata di clik.

L’invito è a cliccare www.bellevy.com

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