COMUNICATO STAMPA
Martedì 23 luglio 2013 alle ore 11.30, a Roma nella Chiesa di S. Francesco a Ripa (piazza S. Francesco d’Assisi) presentazione alla stampa del progetto di restauro e della mostra
“I TESORI DI SAN FRANCESCO A RIPA”
Per i giornalisti presenti esposizione straordinaria pre-restauro del Parato Liturgico dell’Immacolata Concezione e di rare autentiche con le annesse reliquie, tra cui un frammento della Santa Croce e la “Sacra Spina” della Corona di Gesù Cristo.
Questa iniziativa di Confartigianato Imprese Roma si inserisce tra i principali eventi per celebrare il 4 ottobre la Festa di S. Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, e l’onomastico di Papa Francesco.
Intervengono:
padre Stefano Tamburo, guardiano e parroco di S. Francesco a Ripa
Mauro Mannocchi, presidente di Confartigianato Imprese Roma
Gianfrancesco Solferino, storico dell’arte e conservatore della Chiesa di S. Francesco a Ripa
Giovanni Pagani, restauratore
Nicoletta Vicenzi, restauratrice
Nella Chiesa trasteverina di San Francesco a Ripa, la “casa” romana del “Poverello d’Assisi”, oltre alla Cella del Santo, è custodito un ricco patrimonio di oggetti sacri che necessitano di urgenti interventi di restauro.
Si tratta in particolare di 293 antiche autentiche/expertises, con le annesse reliquie, e del Parato Liturgico dell’Immacolata Concezione (prima metà del ‘700), che per la raffinatezza dei tessuti e la complessità dei ricami in oro e seta testimonia oggi più che mai la perizia e le capacità artistiche degli esperti artigiani che lo hanno hanno realizzato.
Per testimoniare il contributo degli artigiani romani nella creazione del patrimonio culturale e religioso della Capitale, ed in sintonia con la proclamazione del 2013 Anno della Fede, Confartigianato Imprese-Roma provvederà a far restaurare le autentiche delle reliquie, il libro che le raccoglie (rilegato intorno alla prima decade del Settecento) e il prezioso parato liturgico, utilizzando le competenze di due distinte professionalità: il restauratore della carta per le autentiche e il restauratore dei tessuti per il paramento. Gli interventi conservativi saranno realizzati tra luglio e settembre 2013.
Il 2 ottobre 2013 a San Francesco a Ripa sarà inaugurata la mostra degli oggetti restaurati. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico, con ingresso libero, fino a domenica 6 ottobre 2013, salvo eventuale proroga. Tale mostra è patrocinata dal Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, proprietario della Chiesa trasteverina.
Per l’occasione, Poste Italiane provvederà all’emissione di un Annullo Speciale Filatelico, che sarà impresso sulla cartolina commemorativa con l’immagine in 3D della Chiesa di San Francesco a Ripa.
L’inaugurazione della mostra sarà introdotta da una conferenza tenuta dallo storico dell’arte e dai restauratori che illustreranno i manufatti in oggetto, gli interventi conservativi ai quali verranno sottoposti e il monumentale contesto che li custodisce.
Per ulteriori informazioni:
Euro Forum Comunicazione
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La “casa” romana di San Francesco d’Assisi
La Chiesa di San Francesco a Ripa, situata nel rione romano di Trastevere nei pressi dell’antico porto fluviale di Ripa Grande, è il Santuario Francescano di Roma, perché unico convento dell’Urbe dove soggiornò più volte il Povrello di Assisi.
L’articolato complesso francescano sorge sulle vestigia di un più antico insediamento benedettino fondato nel IX secolo, utilizzato come piccolo ospedale per i pellegrini. San Francesco abitò questo luogo più volte già dal 1219: a motivo di ciò, nel 1229, soltanto tre anni dopo la morte del Santo, Gregorio IX ne decretava la definitiva cessione ai Frati Minori. Nel 1231 veniva eretta la prima Chiesa dedicata all’Assisiate nell’Urbe.
Dalla sagrestia della Chiesa si accede alla Cella di San Francesco in cui sono conservati il sasso su cui il Santo posava il capo e, sulla parete di fondo, lo scenografico Armadio delle Reliquie (1708), capolavoro realizzato in radica di noce dal francescano fra Bernardino da Jesi. Un meccanismo ingegnoso aziona l’apertura degli sportelli all’interno dei quali sono custodite le teche d’argento contenenti le reliquie dei più importanti Santi dell’orbe cattolico. Al centro dell’armadio è esposto il ritratto su tavola di San Francesco, opera attribuita alla cerchia di Margaritone d’Arezzo (1262-1305).
La Chiesa attuale risale alla ristrutturazione di Onorio Longhi (il coro e il transetto, 1603) e di Mattia de’ Rossi (la facciata e le tre navate, 1681-1701). Dal 1873 al 1943, i locali del convento adiacente ospitarono la caserma dei bersaglieri “La Marmora”, attuale sede del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
San Francesco a Ripa è nota anche per la presenza della statua della Beata Ludovica Albertoni, di Gian Lorenzo Bernini (1675), tra le ultime e più preziose opere del grande scultore. La statua, scolpita in marmo di Carrara, eccezionale interpretazione della maturità berniniana, è collocata su uno spettacolare drappo in diaspro di Sicilia al di sopra dell’altare.
In un’altra cappella si trova il sepolcro di Giorgio de Chirico, benefattore dei Frati Minori.
Norberto Rivera Carrera, arcivescovo metropolita di Città del Messico, è il Cardinale titolare di San Francesco a Ripa.
La chiesa è di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.
San Francesco a Ripa è anche il titolo di un racconto di Stendhal, pubblicato per la prima volta nel 1853.
TRA FEDE E PIETA’
Le reliquie e i paramenti liturgici custoditi a San Francesco a Ripa
Il culto delle reliquie nacque inizialmente come memoria e venerazione delle tombe dei Martiri della Chiesa ma successivamente anche le ossa e gli oggetti di loro appartenenza divennero fonte di venerazione.
Ciò che proviene dal corpo di un Santo mette in relazione diretta con lui e con la sua esperienza di Dio; la fede del credente, in tal modo, si fa “una” con la vita del Santo.
Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo ha trovato la sua esperienza nelle varie forme di pietà che circondano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, le processioni, le medaglie, i paramenti, le suppellettili.
I manufatti, in particolare, non sono solo oggetti materiali ma beni “vivi”, creati da una comunità vivente in un proprio tempo e un proprio spazio, spesso rappresentativi di una vera teologia per immagini. Ciascun oggetto sacro deve essere ricondotto ad un contesto in cui la liturgia stabilisce un rapporto tra atti simbolici e materiali.
L’uso degli oggetti liturgici in particolari circostanze rientrava pertanto in un codice semantico che era immediatamente comprensibile dalla popolazione nei suoi valori di ricorrenza e gerarchia.
Le reliquie (accompagnate dalle relative autentiche), conservate nella Chiesa di San Francesco a Ripa, sono suddivisibili in diverse categorie a seconda della tipologia: ex ossibus-dalle ossa, ex lignum Crucis D.N.J.C.-dal legno della Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo, ex indumentis-dai vestiti.
Tutte le reliquie sono dunque caratterizzate:
– dal punto di vista spirituale, da un comune senso di fede e devozione;
– dal punto di vista materiale, dalla polimatericità delle stesse.
Così come le reliquie sono espressione di fede e devozione, allo stesso modo lo sono gli antichi paramenti sacri, intessuti di immagini simboliche.
I paramenti liturgici non sono solo esemplificativi per la ricostruzione della complessa cultura figurativa delle epoche passate ma sono permeati da un complesso significato liturgico.
La ricchezza dei tessuti, la perizia nella loro esecuzione, la complessità dei ricami e l’attualità o meno del disegno, erano elementi complementari di un progetto articolato che richiedeva il concorso di più fattori interagenti fra loro, così da rendere immediatamente comprensibile l’esatta collocazione del rito nel ciclo liturgico corrispondente. La riflessione e la devozione hanno spesso arricchito di letture simboliche sacralizzate ogni singolo pezzo dei paramenti liturgici.
Reliquie e paramenti, oggetti di natura differente, che esprimono un messaggio comune: come la venerazione della reliquia pone in relazione diretta con l’esperienza di Dio vissuta dal Santo, allo stesso modo le immagini e i simboli ricamati nei paramenti, cercano di rendere sensibile e di trasmettere il racconto di un mondo immateriale.