All Posts By

Felice

Comunicati

Distorsione del Ligamento Crociato Anteriore del ginocchio

Una delle lesioni più frequenti dell’arto inferiore: può avvenire in diversi sport, a volte in seguito a traumi vistosi, a volte senza evidenti agenti esterni! Come individuarne la causa, le nuove frontiere della chirurgia, i programmi accelerati di riabilitazione e l’attenzione alla prevenzione!

Anatomia (come è fatto il ginocchio)

L’articolazione del ginocchio (immagine A) è formata da femore (1), tibia (2) e perone (3) uniti tra loro da ligamenti, che ne garantiscono la stabilità; nello specifico si trovano due ligamenti Laterali (interno ed esterno) e due centrali, detti “Crociati” (anteriore e posteriore). I ligamenti Crociati sono disposti con una direzione incrociata, proprio per limitare i movimenti eccessivi di rotazione e inclinazione laterale del ginocchio.

Eziopatologia (come avviene la distorsione)

La distorsione del Ligamento Crociato Anteriore (LCA), e in particolar modo la sua rottura (immagine B), avviene nella maggior parte dei casi quando il ginocchio è soggetto ad uno stress torsionale eccessivo in flessione, abduzione e rotazione esterna; tale movimento abnorme supera la capacità di tensione dei ligamenti, in particolare del LCA, causandone la rottura. Varie discipline sportive (calcio, calcio a 5, sci, rugby, basket, volley, scherma, ecc.) vedono, nell’arco della stagione agonistica e/o amatoriale, il manifestarsi di tale problematica! Studi epidemiologici forniti da centri specializzati nella chirurgia del ginocchio identificano 2 prevalenti tipologie di infortunio: da trauma diretto sull’arto inferiore (contusione diretta sul ginocchio, caduta da un salto sopra un ostacolo non considerato, movimento di rotazione di corpo e ginocchio con piede bloccato da un avversario, ecc.) e da trauma indiretto  (cedimento del ginocchio senza contrasto-contatto con l’avversario o con oggetti esterni). Mentre nel primo caso la situazione è determinata direttamente dall’esterno e può essere raramente prevedibile ed evitabile, nel secondo ci si trova di fronte ad un disequilibrio del corpo (debolezza muscolare, deficit di ossigenazione, deficit posturale, stress emozionale, alimentazione scorretta, ecc.) che comporta in un certo istante la mancanza di controllo del cervello della posizione del ginocchio (figura C), un suo sovraccarico abnorme ed il superamento dei limiti di resistenza del LCA. Ne consegue come i professionisti di Magalini Medica consiglino vivamente a tutti gli atleti agonisti o amatoriali (praticanti gli sport più svariati) di sottoporsi, durante la preparazione estiva, ad uno screening globale che indaghi le componenti biomeccanica (movimento), biochimica (alimentazione) ed emozionale (stress) per impostare un adeguato programma di prevenzione atto a diminuire il rischio di tali infortuni.

Chirurgia o non chirurgia?

La domanda è frequente! Solitamente la risposta avviene con una contro-domanda: “Ha l’obiettivo o il desiderio di tornare a svolgere l’attività lavorativa o sportiva precedente?” Nel range di età tra i 16 e i 40 anni, dove il paziente ha questa richiesta, l’Intervento Chirurgico è vivamente consigliato, perché garantisce la ripresa dell’attività, evita i rischi di recidive, e soprattutto previene i problemi di artrosi secondaria al ginocchio (si ricorda infatti che la rottura del LCA comporta un movimento più ampio fra femore e tibia (“lasco”) con conseguente graduale usura della cartilagine ed artrosi). La risonanza magnetica permette di valutare con chiarezza i segni di lesione del LCA dopo il 10°-15° giorno dal trauma. Importantissimo il recupero della muscolatura nel mese precedente l’intervento! Questo avviene in artroscopia (2-3 taglietti di 7 mm, per una durata di 30 min e dopo 6-8 ore il paziente torna a casa): consiste nel prelievo di un tendine della coscia posteriore del paziente, o di un donatore, e il seguente innesto in due tunnel ossei ricavati nel femore e nella tibia (immagine D). Nei soggetti dove non è indicato l’intervento chirurgico, se ne affronta invece uno Conservativo che, grazie ad un programma riabilitativo mirato (simile a quello post-chirurgico descritto in seguito) tende a stabilizzare il più possibile il ginocchio tramite il rinforzo della muscolatura e dell’equilibrio.

Riabilitazione post-chirurgica (quando si ritorna in campo?)

Da 8 anni Magalini medica propone un programma accelerato di riabilitazione, che segue le linea guida dei centri Isokinetic; si sa che il l’innesto tendineo si integra nell’osso intorno ai 3 mesi e, in media, si ritorna in campo in 6 mesi.

Nei primi 15 giorni si lavora su gonfiore e mobilità articolare (foto1); ghiaccio 10-15 minuti ogni ora, argilla una volta al dì, tecarterapia, linfodrenaggio, recupero di flessione ed estensione del ginocchio (al 7° giorno si inizia la cyclette e si devono raggiungere i 90° di flessione entro le 2 settimane), recupero del tono muscolare (esercizi a lettino o in piscina), detossinazione per ridurre l’infiammazione e migliorare l’ossigenazione (cura dell’alimentazione).

In seguito recupero della forza muscolare e della propriocettività: al 15° g. pressa; al 21° si cammina con una stampella e si guida; al 28° senza stampelle, esercizi con 3-5 kg, pressa-jump; al 35° si corre su un trampolino elastico ed equilibrio su superfici instabili, space curl; al 45° si corre sul tapis roulant e si atterra da un saltello su una gamba; al 60° si corre 10 minuti in campo, space curl ed equilibrio su superfici instabili con agenti esterni distraesti (foto 2-3), salti da varie altezze; al 90° si corre 30 min in campo (lavoro aerobico sotto controllo di cardiofrequenzimetro), equilibrio su superfici instabili e rotanti, salti con rotazioni in aria ed arrivo su una gamba, accelerazioni brevi (scatti) e decelerazioni forzate (frenate), leggeri cambi di direzione.

Infine recupero della prestazione sport-specifica: durante il 4° mese si effettua solo blando lavoro di piscina e di aumento forza-volume in palestra (per lasciar integrare bene il neo-ligamento); nel 5° mese ancora palestra e si inserisce il lavoro singolo in campo, con studio su potenza, reattività, resistenza nei movimenti funzionali richiesti dallo sport specifico; il 6° mese, previo superamento di test di screening effettuati da fisioterapista e preparatore atletico, si inizia ad integrare il lavoro singolo all’interno del contesto di squadra (tecnica-tattica).

Si sottolinea, sia durante tutta la riabilitazione post-chirurgica, sia durante la prevenzione, l’importanza del lavoro di stabilizzazione di tronco e bacino (controllato e modificato mensilmente dal fisioterapista); i deficit di controllo motorio di tale zona sono infatti responsabili del cambio d’asse dell’arto inferiore, dell’alterata propriocettività e degli infortuni.

No Comments
Comunicati

La Distorsione alla Caviglia

La Distorsione alla Caviglia.

Un infortunio che non risparmia nessuno: dal sedentario, allo sportivo amatoriale a quello agonista. Un’equipe di professionisti della Magalini Medica, grazie a programmi riabilitativi accelerati ed a tecnologie avanzate, segue questa patologia dalla diagnosi, alla cura, alla rieducazione funzionale, dedicando sempre attenzione alla prevenzione

La distorsione della caviglia è uno dei traumi che più frequentemente colpisce l’arto inferiore; questo infortunio incorre negli sportivi agonisti, nei dilettanti, ma anche nelle persone che svolgono una normale vita lavorativa. E’ quindi importante, al di là della diagnosi e della riabilitazione, capire il perché di tale frequente casistica.
E’ vero che spesso la disciplina sportiva amatoriale viene sottovalutata da chi la pratica, senza prestare attenzione e senza essere in possesso di una adeguata preparazione atletica ma è anche vero che lo sport professionista vede una sempre più crescente quantità ed intensità degli allenamenti, un eccessivo stress agonistico ed una pazzesca evoluzione dell’attrezzo sportivo. D’altra parte è vero che spesso molti soggetti che non praticano alcun sport incorrono in questo trauma senza alcun elemento predisponente, come ad esempio scendendo un gradino delle scale!
Si capisce come la medicina riabilitativa moderna abbia iniziato a porre estrema attenzione alla causa (eziologia) che determina tali infortuni; si inizia a legare l’insorgere di problematiche fisiche ad uno stile di vita non propriamente connesso al concetto di benessere fisico (preparazione psicofisica, sedentarietà, inattività, eccessi di carico nell’allenamento, posture, ecc…). Si sottolinea la necessità di una valutazione generale dell’individuo sia dopo la distorsione, per capire le possibili cause del trauma, sia in una condizione di benessere come strumento di prevenzione! In Magalini Medica è già in atto da tempo un programma di screening globale, che valuta secondo esperienza e criteri scientifici lo stato psico-fisico del paziente e propone un adeguato programma di rieducazione funzionale (per riportare quanto prima il soggetto all’attività richiesta) o un programma di prevenzione (per evitare traumi o ricadute dopo traumi precedenti).
L’unità funzionale caviglia piede è un insieme di piccole ossa collegate saldamente fra loro da una miriade di ligamenti, che ne garantiscono la stabilità (immagine); nel particolare la caviglia è costituita da tibia (1), perone (2), astragalo (3), calcagno (4); i ligamenti deputati alla stabilità di queste ossa, e soggetti a trauma, sono quelli contrassegnati dal pallino rosso.
La distorsione della caviglia è un trauma che avviene quando il piede si trova a compiere una quantità eccessiva di movimento, tale da distorcere e stirare i ligamenti che dovrebbero tener salde le ossa; nella casistica mondiale si riscontra come l’85% delle distorsioni avvengano con un movimento eccessivo in Inversione, cioè con la pianta del piede che guarda all’interno (immagine); conseguentemente i ligamenti coinvolti saranno quelli del compartimento esterno.
Nelle ore successive da tale evento la caviglia, nella regione del malleolo esterno, si presenta quasi sempre gonfia, calda, rossa, dolente e con impossibilità di movimento (a volte con qualche segno di ematoma)
La maggior parte delle distorsioni sono di ordine minore, I°-II° grado e comportano solo una lesione legamentosa parziale, senza frattura ossea; a volte però può nascondersi una frattura, e spesso la sola valutazione clinica può non diagnosticarla con sicurezza; per questo motivo, dopo un evento traumatico di tal tipo, dove il dolore è forte, c’è presenza anche minima di ematoma e c’è l’impossibilità di caricare il peso sull’arto è vivamente consigliata una radiografia.
E’ importantissimo sapere che la stabilità delle ossa della caviglia non è data solo dai ligamenti, ma anche dalla pronta reazione di difesa del sistema muscolare e tendineo sotto il comando del cervello; tale complesso sistema di riflesso nervoso e di controllo del movimento sta infatti alla base della prevenzione dei traumi distorsivi; a livello dei ligamenti sono presenti dei “sensori”, detti recettori, che informano il cervello sulla posizione della caviglia nello spazio durante i movimenti (propriocezione); in base ai segnali che arrivano, il cervello elabora ed invia continue risposte ai muscoli per effettuare continui aggiustamenti e mantenere la caviglia in corretto assetto in modo da evitare eccessivi movimenti e conseguenti distorsioni (immagine); se la propriocezione è alterata, cioè i sensori non inviano i segnali corretti (come ad esempio nella casalinga che si infortuna scendendo le scale), o se il cervello non è in grado di elaborare giuste risposte, o se i muscoli non effettuano adeguati aggiustamenti la distorsione ha facilità a verificarsi; per questo Magalini Medica segue un accurato sistema di valutazione e di rieducazione della propriocettività come punto cardine per ridurre al minimo infortuni e re-infortuni di tal tipo.
La riabilitazione consiste in 3 fasi successive
1. Riduzione di gonfiore, infiammazione e dolore: ghiaccio nelle prime 72 ore (solo 10-15 minuti consecutivi ogni ora); argilla una volta al dì per una settimana; bagni caldo-freddi dopo le 72 ore; tecarterapia, laser ad alta potenza e linfodrenaggio nella prima settimana (per gonfiore e dolore); stampelle e divieto di carico per una settimana nelle distorsioni più complesse;
2. Ripristino della mobilità e della muscolatura: mobilizzazioni e manipolazioni articolari, tecniche fasciali e legamentose per aiutare la cicatrizzazione dei ligamenti, rendere i tessuti estensibili e raggiungere quanto prima il normale range di movimento; esercizi a lettino, o in stazione eretta, o su pressa per ripristinare forza e volume di tutte le catene muscolari dell’arto inferiore (soprattutto del bacino, grande e medio gluteo, la cui debolezza o deficit di controllo, si traducono spesso con un cambio d’asse della caviglia ed un’alterata propriocettività)
3. Ripristino della propriocettività e del controllo motorio; esercizi di stabilità su superfici instabili (tavolette oscillanti, cuscini ad aria, palloni, trampolini, pedane vibranti, pedane instabili compiuterizzate), aggiungendo in un secondo momento elementi distraenti (come movimenti degli arti superiori, trazione di cavi, lancio di una palla con gli arti superiori, calcio di una palla con l’arto inferiore elevato, ecc…), o percorsi dove il paziente deve iniziare ad esprimere anche forza resistente e soprattutto forza esplosiva (per prepararsi all’eventuale lavoro che svolgerà in campo, per ritornare all’attività lavorativa o sportiva specifica)
Infine, come definito da Magalini Medica secondo le linee guida scientifiche internazionali, si consiglia al paziente, per mantenere allenato il complesso sistema della propriocettività, per svolgere in corretto assetto tutte le attività richieste e per ridurre al minimo in futuro le recidive di distorsioni di caviglia, di seguire un programma di Prevenzione a domicilio, sotto osservazione mensile del fisioterapista.

No Comments
Comunicati

La cura che viene dallo spazio -Presentata alla Magalini Medica di Bassano

ALTER G

La macchina riabilitativa “anti gravità” in dotazione alla Magalini Medica

Qui Houston, a voi Bassano. E’ stata sviluppata nei laboratori della NASA l’avanzata apparecchiatura per la riabilitazione ortopedica e motoria che, per prima in Italia, è stata acquisita dalla Magalini Medica di Bassano del Grappa.
La macchina, chiamata Alter G (Anti Gravity Treadmill), è dotata di una camera d’aria pressurizzata all’interno della quale il paziente può correre e camminare a diverse velocità, con l’utilizzo di un tapis roulant, riducendo il carico dell’impatto a terra che in condizioni normali – a seguito di una frattura agli arti inferiori, di una distorsione al ginocchio o di una tendinite – sarebbe impossibile da sostenere. La tecnologia di pressurizzazione permette infatti di regolare la forza di gravità, attraverso l’applicazione di una forza di sollevamento, e di alleggerire il peso del paziente, all’interno dell’involucro, fino all’80%.
“La camera d’aria “sostiene” il paziente – ha spiegato Massimo Magalini, dottore in fisioterapia e docente al Master in Fisioterapia applicata allo sport dell’Università di Siena -. Si può modulare la gravità nella maniera più opportuna e ridurre in questo modo i sovraccarichi alle articolazioni, accelerando sensibilmente i tempi di recupero o di riabilitazione.”
Recupero di fratture da stress sulle strutture ossee, tendinopatie e fasciti plantari, recupero funzionale di articolazioni degli arti inferiori, riabilitazione di esiti traumatici della colonna vertebrale e dell’arto inferiore, riabilitazione di lombosciatalgie e altre patologie della colonna vertebrale, recupero di tono muscolare, allenamento cardiovascolare senza sovraccarico delle articolazioni: sono alcune delle applicazioni terapeutiche della tecnologia “anti gravity”.
Per sperimentare e monitorare nel tempo le capacità terapeutiche della macchina si è costituito oggi presso la sede di Magalini Medica a Bassano un gruppo di studio – composto da 11 specialisti nel campo della riabilitazione motoria, ortopedica e sportiva – che si propone di verificare i vantaggi e i campi di utilizzo della strumentazione anti-gravità per sfruttarne al massimo le potenzialità.
Il responsabile del gruppo di studio è il dr. Enrico Sartorello, primario di Ortopedia Generale dell’Ospedale San Bassiano. Nell’ambito del progetto lavorerà assieme ad altri dieci esperti: il dr. Roberto Nardacchione, responsabile Unità Operativa Ginocchio della Casa di Cura di Abano Terme; il dr. Antonio Volpe, responsabile Unità Operativa Chirurgia della Caviglia e del Piede della Casa di Cura di Abano Terme; il dr. Massimo Magalini; il dr. Claudio Khabbazè, dell’Unità Operativa Ginocchio di Abano Terme, referente scientifico del gruppo; il dr. Andrea Postorino, dell’Unità Operativa Chirurgia della Caviglia e del Piede di Abano Terme; il dr. Giovanni Grano, primario di Ortopedia dell’Ospedale di Cittadella; il prof. Fabio Benvenuto, preparatore atletico del Benetton Rugby; il dr. Patrizio Cervellini, responsabile chirurgia spinale della Neurochirurgia dell’Ospedale di Vicenza; il dr. Cosimo Gigante, responsabile Unità Operativa di Ortopedia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova e il dr. Giorgio Puricelli, fisioterapista del Milan A.C.
L’obiettivo principale del team è lo studio, e il raggiungimento entro l’anno, di nuovi protocolli nella riabilitazione ortopedica a carico dell’arto inferiore e della colonna vertebrale. Nuovi orizzonti che potrebbero aprirsi con la cura che viene dallo spazio.

No Comments