Il carnevale è una festa divertente e festeggiata in molte parti del mondo. Mentre in passato aveva una connotazione religiosa (si festeggiava il carnevale subito prima del digiuno di Quaresima) e politica (il carnevale era occasione per il popolo di sovvertire l’ordine e sbeffeggiare le autorità), oggi è soprattutto un’occasione per mascherarsi e darsi ai festeggiamenti più sfrenati. Eppure, l’eredità della tradizione del carnevale è ancora ben visibile in molti aspetti del carnevale moderno. Pensiamo ad esempio ai carri allegorici di Viareggio: non sono tutti carri che prendono in giro il potere e le istituzioni? E anche i normali festeggiamenti in qualsiasi città famosa per il carnevale non somigliano ad una “festa dei folli” in cui chiunque può vestire i panni di chiunque altro? E in fondo è proprio questo il senso dei costumi di carnevale, che offrono la divertente opportunità di trasformarsi in un personaggio famoso o del mondo della fantasia!
A proposito di maschere, oggi ce ne sono in circolazione centinaia (cowboy, supereroe, personaggio horror…) ma la realtà è che le maschere tradizionali restano quelle più belle ed affascinanti. Forse non tutti sanno che l’origine di molte maschere si fa addirittura risalire all’epoca della Roma antica, e in particolare al teatro comico in lingua latina. Altri personaggi nascono invece proprio durante i primi festeggiamenti carnevaleschi grazie alle buffe rappresentazioni teatrali che venivano allestite in giro per le città. Da queste rappresentazioni nacque e si sviluppò la commedia dell’arte, che fu la prima forma di teatro moderno italiano. Le maschere erano personaggi che gli attori interpretavano improvvisando sulla base di un canovaccio, cioè di una trama assai scarna e ridotta all’essenziale. Poiché la commedia dell’arte si basava completamente sull’improvvisazione e non prevedeva un copione scritto, i personaggi dovevano almeno avere un carattere ben definito da cui gli attori potessero partire per recitare.
Oggi queste maschere non vengono più portate a teatro, ma sono ancora tutte presenti nel teatro dei burattini. Si sono inoltre trasformate in costumi tipici e tradizionali: citiamo solo Arlecchino, Colombina, Pulcinella, Rugantino e Balanzone, ma si potrebbe continuare a lungo a fare nomi: Pierrot, Pantalone, Meneghino, Peppe Nappa…
Arlecchino si riconosce per l’abito di mille colori, la maschera nera sul viso ed il bastone. Questo personaggio lombardo rappresenta un servo povero ma astuto, che ha poca voglia di lavorare e furbizia in abbondanza per trovare il modo di non farlo. Il suo costume colorato ha una storia: a causa della sua povertà, racimola delle toppe di scarto di altri vestiti e se ne fa cucire uno da sua madre.
Pulcinella è una maschera che deriva dallo Zanni, un personaggio che intratteneva il popolo con canti e balli e che vediamo raffigurato anche in molti quadri di epoca moderna. Il personaggio di Pulcinella è napoletano, non ha un ceto sociale preciso e può rappresentare ricchi e poveri, servi e padroni. Il carattere è flemmatico ma molto intelligente. L’abito è bianco e ampio, sul viso ha una maschera nera dal naso adunco e in testa un candido un copricapo morbido.
Colombina è la serva furba, pettegola e intelligente della figlia di Pantalone (maschera veneta). Ha un abito grazioso e delle scarpe con il fiocco. Unica donna in un mondo di maschere maschili, sa difendersi con coraggio se qualcuno prova a prenderla in giro.
Rugantino è una maschera romana: rappresenta il carattere trasteverino, rissoso, impertinente, insubordinato ma generoso. Ha pantaloni al ginocchio, una fascia in vita in cui nasconde un pugnale, una blusa ampia e un cappello.
Balanzone è un dottore bolognese saccente e presuntuoso, che se ne va in giro con un ampio mantello ed un libro. Crede di poter risolvere tutto con la sua saggezza, ma non si rende conto di essere preso in giro dai personaggi del popolo.
Quelle che abbiamo appena descritto sono solo le maschere del carnevale più famose. Come abbiamo già detto, ce ne sarebbero ancora decine, a testimonianza di una tradizione lunga e solida legata alla commedia dell’arte nostrana ed al carnevale!