All Posts By

Inpef

Comunicati

Il ruolo del linguaggio nello sviluppo delle potenzialità del bambino ipo e non-vedente. Intervista alla Prof.ssa Paola Gravela

  • By
  • 19 Aprile 2016

Il bambino videoleso, fin dalla più tenera età, deve vivere una vasta gamma di esperienze per sviluppare le proprie potenzialità senso-percettive e psicomotorie.
Ma se è fondamentale l’apporto dell’ambiente nell’influenzare il processo evolutivo di ciascuno, lo è in misura ancora maggiore nel caso del bambino ipo o non-vedente.
Se la famiglia e la scuola, dunque, sono i primi contesti sociali che devono adoperarsi al massimo affinché il bambino possa esprimere le proprie potenzialità, fondamentale si pone la questione del linguaggio.

Prof.sa GravelaNe parliamo con la Prof.ssa Paola Gravela: già docente a contratto presso l’Università di Basilicata: Supervisore di Tirocinio; Conduttrice dei Laboratori dei Linguaggi non verbali (Braille) e di Educazione Logica-Matematica presso la Facoltà di Scienze della Formazione Primaria. Già VicePreside nella Scuola dell’Obbligo. Autrice di saggi, articoli e pubblicazioni sull’argomento. Attualmente docente e coordinatrice presso INPEF

– Prof.ssa Gravela, si parla ormai da parecchi anni di “Codice Braille”, ma le informazioni in proposito sono alquanto approssimative. E’ un vero e proprio linguaggio? E quanto è conosciuto?

“Il codice Braille è un linguaggio universale, che consente a ipovedenti e non vedenti di essere autonomi nella ricezione delle informazioni, restituendo a queste persone una piena dignità e favorendone il pieno inserimento nel contesto sociale.
Purtroppo si tratta allo stesso tempo di un linguaggio ancora poco noto e poco insegnato tra i normovedenti”.

– Questo significa che sia i familiari che gli addetti ai lavori non sono sempre dotati delle opportune conoscenze?

“Esatto. Ed è per questo che l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare ha sviluppato ormai da tempo un prezioso Corso, proprio dedicato alla formazione di chi è o vorrebbe entrare in relazione con persone videolese, per favorire la comunicazione e le relazioni.
E’ pensato per le figure da lei appena citate ma è anche particolarmente indicato per chi opera nel contesto scolastico, nell’ottica dell’inclusione dei soggetti più deboli”.

– Vista la natura particolare di tale linguaggio, che taglio ha il Corso INPEF “Codice Braille”?

“La formazione ha un taglio assolutamente  pratico, essendo orientata in special modo all’esplorazione aptica, ovvero ad esercitazioni che stimolino la sensibilità del tatto, per avvicinare l’esperienza delle persone normodotate a quella delle persone videolese ed affinare la capacità di riconoscere oggetti anche senza l’ausilio della vista”.

Gli obiettivi del Corso Intensivo INPEF “Codice Braille” – la cui prossima edizione con la Prof.ssa Gravela è prevista il 4 e 5 giugno 2016 presso la sede di Via dei Papareschi, 11 a Roma – sono dunque lo sviluppo dello schema corporeo, il movimento e il suo rapporto con lo spazio, il sostegno alla famiglia, la guida per l’ingresso del bambino videoleso nella scuola dell’obbligo, la percezione aptica (tattile), la comunicazione, produzione e fruizione attraverso la lettura e scrittura del codice Braille, con l’uso della apposita Tavoletta, l’uso del cubaritmo (matematica per non vedenti) e la disposizione dei numeri.

Per informazioni ed iscrizioni:
Contatti:  [email protected]
06.55302868 – tel/fax 06.5803948 –  329.9833862

No Comments
Comunicati

Inpef, Roma. Al via la nuova edizione della Scuola Nazionale Peritale

  • By
  • 13 Aprile 2016

Ripartirà il prossimo 16 giugno l’esperienza di questo Master, inaugurato nel 2015 e primo in tutta Italia, dedicato all’alta formazione di coloro che desiderano intraprendere la professione di Perito, Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) e Consulente Tecnico di Parte (CTP)

 

Il ruolo del Consulente Tecnico trova crescente applicabilità e spazi professionali grazie all’introduzione della Legge sulle Indagini Difensive (L. 397 del 7 dicembre 2000) con cui, secondo quanto disposto dall’articolo 11, al difensore viene oggi attribuita la facoltà di svolgere attività di investigazione e di indagine, nell’interesse del proprio assistito, avvalendosi dell’ausilio di Periti e Consulenti esperti.

L’obiettivo principale della Scuola Nazionale Peritale INPEF è quello di delineare il profilo di una figura professionale che sappia: mettere le proprie competenze a disposizione dei professionisti del mondo giudiziario e della legalità, per far emergere sistemi utili per la ricerca della verità, ma anche iniziative di prevenzione e tutela sociale;

operare nel rispetto delle norme dei Codici, della Deontologia e della prassi etica e professionale;padroneggiare la tecnica e la metodologia per la stesura di una perizia e di una Consulenza Tecnica d’Ufficio o di Parte; conoscere i vari ambiti di applicabilità di una Perizia e di una Consulenza, anche relativamente a settori professionali ed ambiti diversi da quello di provenienza.

Un team di Docenti e Professionisti esperti – che da tempo lavora nel campo Peritale e di Consulenza Penale, Civile, Minorile, Familiare e del Lavoro – guiderà gli studenti alla trattazione ed all’approfondimento di tematiche attuali, per formare in modo completo ed operativo coloro che intraprenderanno l’attività peritale e di consulenza ed aggiornare coloro che già operano nel settore. Tra i docenti del Master:

  • Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente INPEF, Psicologo clinico, Pedagogista Familiare, Consulente Tecnico di Parte
  • Dott.ssa Marina Baldi, Biologa Genetista Responsabile della sezione di Genetica Forense Istituto Genoma, Criminologa e Perito
  • Dott.ssa Francesca De Rinaldis, Criminologa, Psicologa Forense, Psicoterapeuta
  • Prof. Fabio Fagiolari, Medico Legale, Psicopatologo Forense
  • Prof. Martino Farneti, Perito Balistico, Consulente Tecnico, Esperto nella scena del Crimine
  • Gen. Prof. Luciano Garofano, Gen. CC (cong.), già Comandante RIS di Parma
  • Dott.ssa Paola Gnasso, Grafologa giudiziaria
  • Avv. Francesco Morcavallo, già Giudice Minorile, Avvocato
  • Prof.ssa Stefania Petrera, Giudice Onorario, Esperta in Pedagogia Giuridica.

La formazione si avvarrà anche della presentazione, analisi, discussione e produzione di elaborati pratici relativi a casi specifici per ogni tema trattato.

Le competenze teorico-pratiche acquisite saranno funzionali, unitamente ad altri requisiti, all’idoneità richiesta dagli Ordini Professionali per essere iscritti agli Albi dei Tribunali in qualità di Periti e di Consulenti Tecnici di Ufficio. Il titolo sarà inoltre spendibile per la libera professione di Consulente Tecnico di Parte su nomina del Difensore, nell’ambito delle indagini difensive.

La Scuola Nazionale Peritale è rivolta a Psicologi, Psicoterapeuti, Pedagogisti e Pedagogisti Familiari, Medici, Medici Legali, Avvocati, Giuristi, Criminologi, Genetisti, Biologi, Tossicologi, Balisti, studenti laureandi e specializzandi in suddette discipline e tutti i professionisti che già operano nel contesto giuridico per perfezionare ed aggiornare le loro competenze.
L’ammissione è subordinata al conseguimento della Laurea Magistrale (vecchio ordinamento o nuovo ordinamento 3+2) e dalla valutazione del CV da  parte del Comitato Tecnico Scientifico del Master.

Il numero totale delle ore è di 1500 comprensive di formazione in aula, formazione a distanza, autoformazione, letture, partecipazione a Convegni e Seminari, esercitazioni didattiche a distanza, visite di istruzione, tirocinio, project work, ricerche e preparazione del lavoro finale di Tesi.

Le lezioni si svolgeranno – a cadenza mensile, di sabato, dalle ore 10.00 alle 17.00 (periodicamente anche la domenica) -presso la sede dell’istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, Via dei Papareschi, 11 – angolo Piazza della Radio (palazzo Gruppo Clark), Roma.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare i seguenti recapiti:
[email protected] – Tel/Fax 06.5803948 – Tel. 06. 5811057 – cell. 3299833862

No Comments
Comunicati

Convegno “Le Garanzie e i Valori: l’Internazionale Minorile”

L’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare e l’Ambasciata della Repubblica dell’Ecuador in Italia

    presentanto il Convegno

 “Le Garanzie e i Valori: l’Internazionale Minorile”

Venerdì 1 aprile 2016 – a partire dalle ore 16.00 presso il  Centro Incontri della Regione Piemonte
Corso Stati Uniti 23  Torino

Nell’ultimo periodo, sono stati oltre 100 i bambini ecuadoriani residenti in Italia allontanati dalle famiglie di origine e collocati in case famiglia o centri di accoglienza. Un fenomeno che ha allertato il Governo dell’Ecuador, Paese da sempre attento ai Diritti Umani ed in particolare ai Diritti dei Minori, spingendolo a dare avvio ad una serie di iniziative di sensibilizzazione delle Istituzioni locali a tale problematica. Già dal 2014, del resto, l’Ecuador ha istituito insieme all’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare un gruppo di lavoro che, oltre ad agire concretamente su alcuni casi di ricollocamento dei minori preso le famiglie di origine, si è anche fatto carico di numerose iniziative legislative e mediatiche per sensibilizzare il Governo Italiano e l’opinione pubblica ad un cambiamento importante nel rispetto dei Diritti dei Minori.

Da Torino, scelta per l’alta presenza di cittadini ecuadoriani che vi  risiedono e per il ruolo strategico che questa città metropolitana riveste, a livello nazionale, nelle  Politiche per l’Infanzia, partirà dunque la prima di una serie di iniziative che attraverseranno l’Italia, con tale fine.

All’evento, dal titolo “Le Garanzie e i Valori: l’Internazionale Minorile”, che si terrà il prossimo 1° aprile presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, parteciperanno, oltre ad alcuni rappresentanti delle Amministrazioni Comunali, Provinciale e Regionali, Juan Fernando Holguín Flores, Ambasciatore dell’Ecuador in Italia e la  Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente I.N.PE.F., insieme all’Avv. Francesco Miraglia e all’Avv. Francesco Morcavallo, triade che costituisc​e​  il Gruppo di Lavoro dell’INPEF per la tutela dei Diritti dei Minori in Italia.

Tra i relatori, sarà presente anche l’On. Eleonora Bechis, membro della Commissione Infanzia della Camera dei Deputati, originaria proprio della città di Torino.

 

Juan Fernando Holguín Flores, Ambasciatore dell’Ecuador in Italia, ha dichiarato: “Los excelentes resultados obtenidos por la estrategia desarrollada por el Gobierno del Ecuador en su apoyo a los niños y familias ecuatorianas en conflicto con los servicios sociales y/o tribunales de menores en Italia nos llenan de satisfacción. Ecuador protege a la familia como un núcleo de la sociedad y pilar de su desarrollo. Su integridad y protección es una prioridad nacional. Independientemente de su lugar de residencia, los ciudadanos ecuatorianos conocen que están respaldados por el Gobierno del Presidente Rafael Correa a través de su Embajada y Consulados”. 

 

In occasione del Convegno, sarà anche inaugurata la

mostra itinerante

 “Storie di Padri, di Madri e soprattutto di Bambini

per dare voce a quei bambini – di tutte le nazionalità – che sottratti alle proprie famiglie chiedono di essere ascoltati, scrivono diari e inviano lettere ai giudici per dire “Voglio tornare a casa!!”.

La Professoressa Palmieri, Presidente dell’INPEF, infatti, ha “raccolto disegni, lettere, poesie di bambini che sono “trattenuti”  in talune strutture e che chiedono di potere tornare a casa dai loro genitori, dai fratelli, dai giochi lasciati nella cameretta quando sono stati portati via. La Mostra da’ voce a questi bambini e vorrei che si arricchisse man mano che toccherà altre città, con l’aiuto di quanti potranno e vorranno contribuire. Perché se nessuno li ha mai ascoltati, noi amplificheremo le loro voci!​”.

Il Gruppo di Lavoro sollecita la più ampia partecipazione possibile all’iniziativa, sottolineando che “Non è mai abbastanza quello che facciamo per i Diritti Umani ed i Diritti delle fasce più fragili: i bambini!”

 

No Comments
Comunicati

Molte buone ragioni per diventare un Counselor oggi

  • By
  • 10 Agosto 2015

Perché iscriversi oggi ad un Master in Counseling?

Perché il Counseling rappresenta una straordinaria opportunità lavorativa e quella del Counselor è una professione – riconosciuta anche in Italia con la legge 4/2013 – utile e stimolante. Utile perché rappresenta la risposta alle tante  situazioni di stress e disagio che non costituiscono una patologia ma richiedono comunque un aiuto professionale. Stimolante perché è orientata al benessere delle persone e si gioca sul piano della relazione e della comunicazione, aprendo la strada a sperimentazioni creative, artistiche e ludiche.

 

E perché tra i tanti Master in Counseling presenti sul mercato, iscriversi proprio a quello proposto dall’INPEF?

Innanzitutto perché questa formazione professionale si avvale dell’esperienza dell’INPEF e del suo staff nel sostegno alla genitorialità ed alle famiglie in genere, nonché di tutta l’esperienza maturata nel campo della didattica efficace e delle minorazioni sensoriali; vale a dire che questo Master rappresenta un’opportunità per potersi relazionare davvero con tutte la varietà e la ricchezza della persona, utilizzando all’occorrenza sistemi alternativi di comunicazione.

Il ricco programma didattico ed il taglio pratico della formazione permettono, inoltre, di apprendere e sperimentare tutte le metodologie e le tecniche del counseling, integrando le diverse cornici teoriche ed esplorando  i vari contesti applicativi: familiare, scolastico, della disabilità ecc.

Ampio spazio è dato in particolare alle tecniche di mediazione espressiva ed artistica nella relazione di aiuto: i partecipanti hanno la possibilità di cimentarsi – dapprima come utenti e poi come counselor tirocinanti – in laboratori di teatro, musica, danza, scrittura e narrazione, disegno, pittura e scultura, fotografia, manipolazione di creta e ceramica… fino ad arrivare all’ono-counseling, la relazione mediata dall’asino (in formula residenziale, per un fine settimana).

Si tratta insomma di una formazione esperienziale con un alto valore di crescita personale prima che professionale, andando a potenziare le abilità comunicative, espressivo-creative, socio-relazionali ed emotive della persona.

Non da ultimo, l’INPEF offre la possibilità di frequentare una sola annualità oppure l’intero triennio richiesto per accedere alle associazioni di categoria – in particolare all’AssoCounseling, presso cui l’INPEF è accreditato.

Ricordiamo infine che l’INPEF è un Ente accreditato MIUR (Decr. Prot. n. AOODPIT.852 del 30/07/2015) ed Ente con Sistema di Gestione Certificato da KIWA CERMET secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008.

 

Cosa ne pensa chi ha frequentato il Master in Counseling INPEF

Abbiamo intervistato Monica Simeone, che recentemente ha concluso il Master annuale, chiedendole cosa in particolare l’ha soddisfatta della formazione ricevuta:

“In generale posso dire che questo Master ha rappresentato indubbiamente un’esperienza positiva. L’aspetto che mi più mi ha colpito è stata la competenza dei docenti: ho avuto la fortuna di essere seguita da insegnanti più che bravi, preparati e sempre disponibili. Al momento sono in attesa di frequentare il laboratorio esperienziale e quindi la parte pratica, ma già la teoria è stata molto efficace ed esaustiva. L’INPEF, a differenza di altri Enti, si è dimostrato un Istituto molto flessibile e aperto a consigli e pareri di noi studenti su come eventualmente far migliorare alcuni aspetti della didattica e dell’organizzazione generale. Prima di essere accreditata come Counselor dovrò ancora frequentare un anno di formazione, ma il fatto che l’INPEF mi abbia già rilasciato una qualifica, come frequentante del Master, è un aspetto molto importante dal punto di vista psicologico per una persona che, come me, si affaccia ad una nuova professionalità”.

 

Ufficio Stampa INPEF

No Comments
Comunicati

Ripensare il concetto di “Sostegno”: dall’Insegnante all’Educatore. Intervista alla Prof.ssa Vincenza Palmieri

Fino ad oggi, il termine “sostegno” è stato associato alla figura dell’insegnante che si occupasse dei disabili – o diversamente abili, come più correttamente si è concordato di dire oggi. Ma c’è un nuovo punto di vista, non solo più corretto ma decisamente più completo, di cui apprendiamo colloquiando con la Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare.

 

  • Prof.ssa Palmieri, perché oggi non ci si può limitare più a parlare di “Insegnante di sostegno”?

Io credo che si debba fare un passaggio di consapevolezza ed iniziare a parlare di “Educatore” di sostegno. Perché i bambini portatori di una qualunque disabilità – seria, accertata e certificata come tale – non sono solo degli scolari o degli studenti: a scuola vanno 4-6 ore al giorno, ma hanno 24 ore di tempo nella loro giornata per poter giocare, incontrare, relazionarsi, crescere…  e così i loro genitori e familiari.

 

  • Qual è stato fino ad ora il ruolo dell’insegnante di sostegno?

Questa figura si è occupata per molti anni di sostenere l’insegnante di classe, più che i bambini. Spesso era pensata come “l’insegnante del corridoio”. Oggi noi puntiamo sul fatto che l’insegnante di sostegno sia, invece, altamente specializzato, con competenze superiori a quelle dell’insegnante di classe: insomma, tutt’altro che un insegnante “di serie B”, come di solito è stato ritenuto. Non si capisce come mai, infatti, anche nello stesso nucleo classe, questa figura – per quanto sia considerata di sostegno proprio alla classe e non solo al singolo bambino – sia stata spesso trattata alla stregua di un insegnante complementare.

 

  • Il dibattito è ancora in corso

Si, ma noi puntiamo, come dicevo, ad un superamento di questo concetto. Parlo, infatti di “educatore”, cioè un professionista formato su tutto ciò che possa essere utile alla relazione, all’aiuto, al supporto. Un sostegno che si esplichi anche nelle altre 18 ore del giorno e quindi non solo a favore dell’insegnante, ma dell’intera famiglia. Una figura che possa essere pensata anche per i giardini, i parchi, le colonie estive, i centri ludici, le comunità, i baby parking, le aree attrezzate dei grandi supermercati e così via. Perché una famiglia con un bambino diversamente abile non può andare in un Centro e lasciare il proprio bambino con un handicap libero di giocare nello stesso spazio degli e con gli altri bambini?

 

  • È  un concetto indiscutibilmente nuovo ma anche impegnativo

In realtà è un’idea molto semplice: quella di un educatore in grado di badare a TUTTI i bambini, anche nei contesti informali come le palestre (c’è un caso recente di un bambino che non è stato accettato perché disabile… ), nelle piscine, nei villaggi turistici… Se alcuni bambini hanno una difficoltà che non consente loro la piena autonomia, perché queste strutture non possono garantire un servizio completo proprio a chi è più bisognoso di integrazione? Perché non pensare ad una competenza del genere come competenza di base anche per istruttori ed animatori?

L’integrazione è un processo culturale a 360 gradi. Se noi la limitiamo soltanto a scuola, stiamo parlando di una percentuale minima della vita di un bambino.

 

  • Ci sono anche situazioni di difficoltà che richiedono competenze molto specifiche

Certo. Ma, per esempio, un bambino non udente ha bisogno soprattutto di mediazione linguistica. Perché non si garantisce anche questo tipo di servizio? Perché l’integrazione deve farsi solo a scuola? L’integrazione deve essere agita da tutta la società, non solo dal compagno di classe o di banco!

 

  • In sostanza, come intende lei l’integrazione?

L’integrazione non è un percorso che il diversamente abile deve fare verso “gli abili”, ma anzi dovrebbe essere basata sulla reciprocità, sull’andare uno – ognuno – verso l’altro, nelle due direzioni.

 

  • Voi, come Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, cosa avete fatto per promuovere questo nuovo approccio culturale?

Noi, da tempo, abbiamo un progetto formativo completo per gli insegnanti ma anche per gli educatori di sostegno. Ed è un progetto ambizioso, non solo perché rovescia il punto di vista del sostegno, ma anche perché trova un impiego enorme in moltissimi – tutti! – gli ambiti della vita quotidiana. A partire dalla scuola pubblica, certo. Così come nelle scuole private, che molti genitori con figli disabili preferiscono, con l’idea che in queste strutture ci sia un maggior controllo rispetto, per esempio, al bullismo; ma si scontrano, poi, con strutture non in grado di accogliere i loro figli.

Dunque una formazione dalla duplice spendibilità, che consente sia di lavorare nel pubblico, così come prevede la riforma della scuola, sia di qualificarsi come figure professionali richiestissime anche nell’ambito della scuola privata.

 

  • E poi, come accennava, in ogni altro ambito

Esatto: ovunque si voglia e si debba consentire l’accoglienza di TUTTI i bambini.  Quindi nei consultori familiari, negli ospedali, nei villaggi turistici, nei supermercati, centri commerciali, aeroporti, comunità, giardini, centri comunali… ovunque.

Certamente in primis nei pre- e post- scuola, ma comunque a sostegno quotidiano per le famiglia: supporto specialistico il pomeriggio, nei giorni festivi, nei mesi estivi … eccetera.

Un modo nuovo di intendere non solo la figura di sostegno, dunque, ma l’integrazione in generale. Ed un modo per aiutare i giovani a trovare lavoro – con questa nuova, ricercata professionalità – così come per fornire stimoli innovativi a quanti già lavorano ed intendano migliorare la qualità della vita di chi ne ha bisogno.

 

  • Lei chiama “Diversi Talenti” i bambini  con difficoltà o veri e propri handicap

Proprio così. E ovunque ci sia un Talento, comunque esso si esprima, non deve ricevere un “Sostegno/Stampella”, ma uno skateboard, un motore stellare per elevarsi ad ogni possibile Altezza!

 

Ufficio Stampa INPEF

No Comments
Comunicati

Vittime, Crimini e Conflitti

  • By
  • 13 Luglio 2015

INTERVISTA ALLA PRESIDENTE INPEF – PROF.SSA VINCENZA PALMIERI – SUL MASTER IN CRIMINOLOGIA E SUL DIPARTIMENTO DI SCIENZE FORENSI

di Valeria Biotti

scena del crimine

Se quello della Criminologia è un settore molto vivace e attivo di questi tempi, da molteplici punti di vista, potrebbe comunque stupire l’interesse sulla materia da parte dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare. 

Un interesse profondo e ampio, invece, dimostrato dall’attivazione non solo di un  Master specifico, ma di un vero e proprio Dipartimento di Scienze Forensi.
Per comprendere le motivazioni e le direttrici lungo le quali tale interesse si articoli, abbiamo intervistato la Presidente dell’INPEF, la Prof.ssa Vincenza Palmieri.

– Prof.ssa Palmieri, perché questo interesse da parte vostra nei confronti della Criminologia?

Innanzitutto perché, sia in Italia che oltre l’ambito nazionale, un gran numero – spesso la maggior parte – dei delitti si compiono tra le mura domestiche, nel contesto o a seguito di relazioni private o familiari.

Accade di frequente che i delitti più efferati rappresentino l’apice di un conflitto che non si è saputo gestire, a causa di un sostegno genitoriale che è mancato o addirittura in conseguenza di errori imputabili ad una mancanza di educazione o formazione delle figure di mediazione che, invece di aver correttamente gestito la conflittualità, la hanno acuita, inserendo elementi ulteriori di problematicità.Generale Garofano

– Quali sono le vittime di tali crimini e conflitti?

Le vittime più comuni sono i bambini, le donne, ma anche gli anziani. Questi ultimi, per esempio, trovano meno spazio sulle prime pagine dei giornali ma a ben pensare tutti noi conosciamo storie di maltrattamenti, reati, vessazioni di cui sono stati vittime. In casa o in strutture dove sono a tutti gli effetti torturati, addirittura soppressi: si pensi alle vicende degli “angeli della morte” in alcuni ospedali.

Sono i soggetti più fragili, comunque. Basti pensare ai bambini, attorno ai quali si muove il mondo, solo da poco emerso dal silenzio, della pedofilia, della pedopornografia.

– E’ una materia cruda e delicata
Esattamente. Spesso si assiste a scene del crimine di enorme cruenza, spesso ci muoviamo nell’ambito di sevizie e atti che non possono essere trattati soltanto da “tecnici” – quindi esperti balistici, dello studio del DNA, ecc… – ma devono essere oggetto di indagine anche da parte di figure in grado di ricercare il senso e le motivazioni nascoste dietro l’ovvio; professionalità capaci di ricercare la Verità attraverso l’analisi di atti documentali, muovendosi all’interno dei confini previsti dalla Legge, elaborando perizie complete e articolate.

– Voi all’INPEF, però, non avete disdegnato, nella ricerca dei docenti, anche i ruoli più tecnici

Farneti, De Rinaldis, PalmieriAssolutamente. Anzi, abbiamo voluto i migliori.
L’obiettivo è proprio quello di strutturare un percorso formativo che non si ascrivesse nel mero rango dei master professionalizzanti ma rappresentasse molto di più. Abbiamo, allora, professionisti che calibro del Generale Luciano Garofano, di​ Mar​i​na Baldi, Mart​ino Farneti, Francesco Miraglia, Francesca De Rinaldis, Stefania Petrera, Daniela Scarpetta, Donatella Ceré, Francesco Morcavallo,​ Eleonora Grimaldi, Beatrice Farneti, Paola Gnasso, Antonio Turco, Manola D’Amato, e molti altri prestigiosi professionisti del settore.​

E allora i nostri studenti si cimentano non soltanto nella costruzione di un profilo, nell’analisi comportamentale, ma hanno a che fare anche con un poligono di tiro, con i laboratori scientifici, con gli strumenti utili ai rilevamenti sulla scena del crimine, imparano a manovrare un quadricottero (il ‘drone’ – NdR) e a compiere le rilevazioni in zone impervie, si cimentano con la grafologia forense (ben 20 ore) e con la ricostruzione della scena in 3D. Potrei continuare, ma credo sia chiaro che la cosa a cui teniamo è che abbiano tutti i parametri necessari.

– I parametri per avere un’idea completa ed esaustiva della materia

Bisogna essere onesti: in questo campo è impossibile, arrivati ad un certo punto, non scegliere di specializzarsi, è pressoché automatico. Ognuno sceglie naturalmente l’ambito di analisi da approfondire. Può essere la balistica, come l’analisi comportamentale, il settore delle rilevazioni… Oppure, invece, magari lo studente vorrà approfondire ed ampliare una panoramica più generale, per una questione di curiosità e cultura personale.

Le competenze sono così tante che, quando i ragazzi finiscono le lezioni, ad ogni edizione capiamo che c’è sempre tanto da fare, insegnare, imparare, implementare: il campo della fragilità sociale e della ricerca della verità e giustizia richiedono una competenza, uno drone - qadricotterostudio e un apprendimento costanti.

– Si avverte una grossa passione nella Sua voce

In effetti siamo molto orgogliosi di questa esperienza che si è avviata anni fa e che poi è stata la base per attivare un vero Dipartimento di Studi Forensi. Ora, affianco al master in Criminologia, in continuo aggiornamento, c’è quello in Mediazione Penale Minorile, in Pedagogia Giuridica, Forense e Penitenziaria, in Psicologia Giuridica e Forense e molti altri. E’ un Dipartimento ampio, caratterizzato da una grande serietà da parte di chi se ne occupa.

– Possiamo dare qualche “indirizzo” e contatto per chi avesse avvertito nascere una curiosità in tal senso, leggendo questa nostra intervista?

Certo. Innanzitutto dell’INPEF – Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare

Via dei Papareschi, 11 – 00146 Roma (Angolo Piazzale della Radio) Tel. 06/5811057

E poi proprio sul Master: http://www.pedagogiafamiliare.it/file/master_criminologia.html

No Comments
Comunicati

In prima linea per i Diritti dei Minori e “Per una Vita Senza Psicofarmaci” : il Galà Di Natale dell’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Familiari

  • By
  • 18 Dicembre 2014

Roma, 11 dicembre 2014 – E’ iniziato il conto alla rovescia per l’evento di Natale dell’Associazione Nazionale di Pedagogisti Familiari (ANPEF), in programma domani sera – a partire dalle 19 – presso lo Sheraton Roma Hotel.
L’Associazione, presieduta da Vincenza Palmieri, festeggia quest’anno importanti traguardi, raggiunti grazie alla forza e alla determinazione di una squadra di professionisti, da anni impegnata sul fronte della tutela dei Diritti Umani e dei Minori, dalla battaglia a sostegno di una cultura dell’Infanzia che rifiuti l’impiego massivo di psicofarmaci, fino ad attività di sensibilizzazione in materia di abusi diagnostici su bambini e adolescenti.
La serata di Gala vedrà la presenza di ospiti d’eccellenza che, anche questa volta, hanno voluto accostare il loro nome a quello di una realtà associativa che porta con sè un messaggio di adesione a valori forti, orientati alla tutela di un’Infanzia troppo spesso messa in pericolo dalle logiche incoscienti degli adulti.
Tra gli ospiti d’onore della serata, si evidenzia la presenza dell’Ambasciatore dell’Ecuador Juan Fernando Holguin e quella della rappresentanza diplomatica ecuadoriana nel nostro Paese, in virtù dell’impegno nella salvaguardia delle diritti delle famiglie ecuadoriane residenti in Italia, nonchè quello della sen. Rosetta Blundo, Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Parteciperanno, inoltre, Salvatore Adduce, sindaco di Matera, eletta Capitale Europea della Cultura 2019 e Daniele Masala, il pentatleta italiano medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles 1984: entrambi testimonieranno vicinanza e condivisione della mission umanitaria che caratterizza l’evento, unitamente a molte altre personalità provenienti dal mondo dell’Arte, della Cultura, del Giornalismo e dello Spettacolo.

I veri protagonisti della serata, però, saranno proprio loro – i Bambini, le Nonne, i Nonni e le Famiglie – che nel corso di tutti questi anni hanno ricevuto assistenza e sostegno da parte dell’associazione, attraverso l’approccio familiare multidisciplinare coordinato.
L’appuntamento è in viale del Pattinaggio 101 (zona Eur), dove la splendida cornice dello Sheraton Roma Hotel accoglierà i suoi ospiti, sotto l’egida della difesa dei Diritti Umani.

No Comments
Comunicati

“L’ Infanzia Ferita”, focus in Senato sui diritti dei bambini

  • By
  • 21 Giugno 2014

Blundo (Vice Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza – M5S): “Riportare l’attenzione su minori e adolescenti“. Palmieri (Presidente  Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare): “I bisogni non posso aspettare e i diritti devono ricevere una risposta

 

La Scuola e l’infanzia Ferita. Prospettive di collaborazione“. È questo il titolo del Convegno organizzato in Senato dalla Senatrice del Movimento 5 Stelle, Rosetta Enza Blundo (Vice Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza). Obiettivo di questo incontro che, ha visto tra gli altri la partecipazione del garante per l’Infanzia Vincenzo Spadafora, del Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare Vincenza Palmieri e il Presidente del Consiglio Nazionale del’Ordine degli Assistenti Sociali Silvana Mordeglia, è stato quello di mettere in primo piano gli aspetti inerenti la difesa dei bambini e degli adolescenti dagli effetti della crisi economica e familiare. E creare un confronto tra operatori del settore e rappresentanti di scuole e associazioni affinché si aprano delle “prospettive di collaborazione”.

Un confronto necessario – spiega la senatrice Blundo – per offrire al mondo della scuola una maggiore conoscenza delle diverse problematiche che riguarda anche l’allontanamento dei minori dalle famiglie d’origine e la loro permanenza nelle strutture. Tema questo su cui i convenuti hanno riportato fatti, condizioni e soluzioni contrastanti. Il dibattito è inoltre risultato necessario per evidenziare i punti di forza e di debolezza nell’attività di inclusione sociale, di sostegno e di prevenzione al fine di arginare la dispersione scolastica. Purtroppo i dati su questo fronte sono preoccupanti: vanno oltre il 40 per cento. Si tratta di un fenomeno diffuso in tutta Italia che non è legato solo all’aspetto economico ma anche a una perdita di valori. E allora di fronte a questa crisi non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo porci delle domandi e iniziare a dare delle risposte“.

E’ per questo motivo – prosegue Blundo – che mi batto affinché la tematica della tutela dei minori resti sempre sotto i riflettori, soprattutto laddove sono assenti professionalità che operano al meglio. Purtroppo anche la legislazione in alcuni punti appare lacunosa in quanto alle volte consente addirittura di agire a danno dei minori stessi. In sostanza: manca un Ministero della Famiglia. Una struttura organica che con la sua presenza raccordi tutte le forze in campo ottimizzando le energie e colmando tutte le mancanze“.

Sulla stessa linea della Senatrice l’intervento del presidente dell’Inpef, Vincenza Palmieri: “Le politiche di Governo devono fare maggiore attenzione a quelle che sono le priorità cercando di ottimizzare le proprie risorse. Le famiglie hanno bisogno di politiche alloggiative, di quartiere e soprattutto di norme che possano garantire la gestione dei diritti umani e dei diritti dei bambini! E’ ora di ristabilire le priorità perché i bisogni non posso aspettare e i diritti devono ricevere una risposta“.

In merito alla dispersione scolastica – prosegue Palmieri – non posso fare a meno di segnalare dati allarmanti. E’ in atto una vera e propria diaspora che dai corridoi delle scuole procede verso quelli delle Asl. Come si può accettare un fenomeno del genere? Riprendiamo in mano quella che è la vera missione degli educatori e andiamoci a riprendere tutti questi dispersi nei corridoi delle scuole e dei centri di neuropsichiatria infantile! Non è accettabile che venga fatta una delega del sistema scolastico al sistema sanitario. Questa non è la strada da percorrere. Stiamo medicalizzando ciò che può essere attenzionato, come ha giustamente affermato la senatrice. Allora che fare? Aumentiamo il tavolo delle possibilità e portiamo avanti le esperienze positive. Ottimizziamo i fondi e diamo la possibilità affinché le buone intenzioni possano essere applicate e moltiplicate. Non dobbiamo dimenticarci che l’obiettivo e mettere il bene del bambino al centro del nostro interesse“.

 

No Comments
Comunicati

Convention Nazionale: “Il Sistema delle Case Famiglia in Italia”

È ormai alle porte la 3^ edizione del Convegno Nazionale su “Il sistema delle Case Famiglia in Italia – per adolescenti, donne sole, minori non accompagnati, alto contenimento, anziani, “doppia diagnosi”.

 

“Un bambino non solo è prezioso perché è il futuro della nostra società ma è prezioso nel presente perché è il centro dei nostri affetti – racconta la Presidente INPEF, Prof.ssa Vincenza Palmieri – ma prezioso, purtroppo, lo è anche per il malaffare: quello piccolo delle rette,  quello grande delle compravendite e quello grandissimo dell’abuso da parte di scellerati adulti che hanno sempre più spazio con l’aumento della povertà mondiale…”
I ragazzi che permangono nelle Case Famiglia costano allo Stato più di quanto costerebbe prendersi cura di quella famiglia a cui il minore viene sottratto per la “protezione” del minore stesso. Se non è contestualmente predisposto ed agito un sostegno alla Famiglia, la sottrazione del minore rimane un’ulteriore lacerazione nella storia delle vite coinvolte. Allo stesso modo, l’adolescente madre, i figli della mafia, i cosiddetti psicotici che nessuno vuole, sono tutti fantasmi sociali senza voce. A cui dobbiamo restituire la vita. Li troviamo nelle case famiglia, qual è il loro presente? Quale il futuro? Come possiamo far sì che tale permanenza rappresenti comunque un’esperienza transitoria e non ulteriormente devastante? Come dare anche famiglia ed affetti a chi la famiglia l’ha persa in mare o non l’ha mai avuta?”.

 

Per rispondere a tali quesiti, saremo lieti di ospitare relatori illustri ed esperti che condivideranno le proprie testimonianze: Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, Dott.ssa   Amelia Izzo, Mediatrice Familiare-Tutore minori per il Tribunale per i minorenni di Napoli, Dott. Carlo Fedele,  Presidente Coop. Sociale ”Araba Fenice” e Responsabile di Comunità ad Alto Contenimento, Cons. Avv. Donatella Cerè,  Cassa Forense di Roma, Prof.ssa Roberta Lombardi,  Esperta in Psicologia Giuridica, Psicoterapeuta e Giudice Onorario presso  Tribunale per i Minori di Roma, Dott.ssa Giovannna Sammarco,   Assistente Sociale – Presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali del Lazio, Dott.ssa Antonella Baccalaro,  Direttore del Consorzio Intercomunale per la gestione dei Servizi Socio Assistenziali dell’Ovest Ticino Romentino (Novara), Avv. Eleonora Grimaldi – Curatore Speciale Tribunale per i Minori di Roma, Padre Rovo, Associazione Volontari della Casa Famiglia “Capitano Ultimo”, Dott.ssa   Stefania Petrera, Pedagogista- Giudice Onorario c/o la sezione minori della Corte d’Appello  di Roma , Avv. Francesco Miraglia,  Cassazionista-penalista, esperto di Diritto di Famiglia e Diritto Minorile, Dott.ssa Rita Colavecchi, già Dirigente Scolastico, Avv. Francesco Morcavallo,  già Giudice Tribunale per Minori di Bologna, Dott.ssa Gabriella Maffioletti,  Consigliere Comunale del Comune di Trento, Dott.ssa Antonella Lombardi,  Educatore professionale, i ragazzi e gli operatori della Casa Famiglia IL FANCIULLINO, già premio Pedagogia Familiare 2013, con la lettura di un brano della Dichiarazione dei Diritti Umani, Maria Bisegna, Presidente dell’Associazione Nonne e Nonni Penalizzati dalle Separazioni, Dott. Silvio De Fanti, Vice Presidente del Comitato Cittadini per i Diritti Umani, Dott.ssa Maria Matano, Psicoterapeuta, Supervisore Comunità Minorili Area Penale Associazione ”Anthea” di Caserta

 

Il Convegno si terrà venerdì 4 e sabato 5 aprile – dalle ore 10.00 alle 18.00 – ed è in accreditamento presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma e presso il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

 

Un appuntamento da non perdere, per creare una Rete Sociale e mantenere la luce dei riflettori ben puntata sui Diritti Umani, con particolare attenzione ai Diritti dei Bambini.
Perché “Per far cambiare il vento, bisogna soffiare forte, non bisogna fermarsi mai e non si può essere soli”.

 

La Redazione INPEF

 

No Comments
Comunicati

“La Terra dei Fuochi brucia di impegno sociale”

  • By
  • 21 Febbraio 2014

Brucia di un fuoco che illumina, rischiara, scalda. Così come la gente che la abita,  la ama e  la protegge.

Quando le Riforme Sociali sono una realtà e gli Amministratori si dimostrano sensibili e lungimiranti, il Bene Sociale, la Giustizia ed il Sapere si incontrano, dando vita ad un richiamo a cui non si può resistere

I Sindaci e le Giunte dei Comuni di Piedimonte Matese, San Potito Sannitico, Baia Latina, Pratella, Valle Agricola, Alife, Santa Maria Capua Vetere, Alvignano, Carinola, Gioia Sannitica, Faicchio ed il Parco Regionale del Matese, con l’adesione al Programma “Mai più un bambino…”, affermano quel “Coraggio di Vincere” necessario di cui di cui la Prof.ssa Palmieri parlava già nel 2007 – nell’omonima pubblicazione – e che rappresenta lo spirito di fondo da cui nasce lo stesso Programma.

…  vincere è possibile – si legge. – Certo, è più semplice aspettare che qualcosa accada. Ma aspettare rende tristi e può portare al fallimento. Mentre aspettiamo c’è sempre qualcun altro che sta decidendo e agendo per noi. Per cambiare, per migliorare per vincere – qualunque sia la nostra battaglia – è necessario fare, comunicare, chiedere tentare, mettersi in gioco, decidere, agire e raccogliere – step by step – le nostre piccole vittorie. Perché per vincere ci vuole coraggio. Ed il coraggio è la nostra libertà”.

Questi Comuni, dunque, affermano proprio questa stessa libertà condividendo i punti fondamentali del Programma sulla tutela dei Minori in merito ad interventi di screening diffuso in ambito scolastico, sul divieto di sottoporre i Minori al TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) o di somministrare psicofarmaci ai bambini ricoverati in Case Famiglia come prassi di contenimento, circa il controllo sull’accanimento diagnostico e terapeutico con psicofarmaci verso bambini in condizione di disagio familiare, sociale, scolastico e/o ambientale, promuovendo l’istituzione di una Commissione di vigilanza e monitoraggio in ambiti inerenti i Minori in condizioni di disagio e la creazione di un database sui Diritti Umani Negati e sugli abusi e maltrattamenti ai Minori d’Italia

Per questa ragione, gli stessi Comuni patrocinano l’evento importante organizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare che si terrà il 22 febbraio 2014 – ore 15.30 – a Piedimonte Matese, presso il Museo Civico R. Marrocco: il Convegno “Nuovi saperi: metodologia di studio e tecniche per imparare come prevenzione e terapia delle Difficoltà di apprendimento.  Adolescenti e abuso di psicofarmaci”, con l’intervento  della Prof.ssa Vincenza Palmieri, dell’Avv. Francesco Miraglia, della Principessa Amelia Izzo d’Aragona, della Prof.ssa Paola Gravela e del Vice Presidente Inpef Dott. Pier Bonici, oltre alla graditissima presenza dell’Avv. Enzo Cappello, Sindaco di Piedimonte e  della Dott.ssa Raffaella Martino, Direttore Scientifico del Museo Civico.

Quando il fuoco brucia e l’impegno è tanto, ecco che si muovono tutte le forze in gioco. Così, gli studenti del Liceo Psicopedagogico incontreranno in mattinata l’INPEF presso l’Aula Consiliare del Comune di Alvignano, per sottoporre domande circa il loro presente e futuro, circa i valori che devono animare la loro terra e la loro vita; così come, nel pomeriggio, invece, nel momento più Istituzionale, verrà a portare il proprio sostegno anche la Consigliera del Comune di Trento Gabriella Maffioletti, grazie al cui interessamento il Programma “Mai più un bambino…” è stato oggetto di delibera comunale.
Sarà, inoltre, graditissima l’annunciata presenza dell’Ordine Sovrano Militare del Tempio di Jerusalem, nelle persone di Maurizio Palmisano, Luogotenente del Gran Priore d’Italia, e dell’Ambasciatrice per l’America Latina Nidia Yaneth Garcia.

Un fuoco che brucia in tutta Italia e che guarda lontano, dunque, quello delle Riforme Sociali; perché “per far cambiare il vento, bisogna soffiare forte, non bisogna fermarsi mai e non si può essere soli” (Vincenza Palmieri)

 

No Comments
Comunicati

Riforme Sociali a Piedimonte Matese con l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare

  • By
  • 19 Febbraio 2014

“Per far cambiare il vento, bisogna soffiare forte,

non bisogna fermarsi mai e non si può essere soli”.

(Vincenza Palmieri)

 

COMUNICATO STAMPA

Le Riforme Sociali previste dal

Programma Nazionale  “Mai più un bambino…”approvate in altri  11 Comuni Italiani.

Saremo, per questo, il  22 Febbraio 2014 a Piedimonte Matese (CE) – ore 15.30 – per sancire l’impegno istituzionale assunto.

 

 Dopo i Comuni di Limena, Strambino,  Baia Latina, Piedimonte Matese, San Potito Sannitico e Trento non potevano mancare, fieri:

Pratella, Valle Agricola, Alife, Santa Maria Capua Vetere, Alvignano, Carinola, Gioia Sannitica, Faicchio ed il Parco Regionale del Matese.

I cambiamenti devono essere istituzionali. E c’è bisogno di atti pubblici condivisi, forti, politici e politicizzati. Soprattutto, politicizzanti. Devono, infatti, provenire dalle Istituzioni e raggiungere il territorio. Per arrivare dove è naturale che arrivino: intorno ai nostri bambini”.

Queste le parole pronunciate tutte d’un fiato dalla Prof.ssa Vincenza Palmieri, ideatrice del Programma “Mai più un bambino…” che sta coinvolgendo e travolgendo tantissimi Comuni italiani, dette in un soffio e spinte lontano, fino al cuore delle Giunte e dei Consigli Comunali Comunali.

 

Decine di Sindaci hanno condiviso i punti fondamentali del Programma:

–  Tutela dei Minori in merito ad interventi di screening diffuso in ambito scolastico

–  Divieto di sottoporre i Minori al TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio)

–  Divieto di somministrare psicofarmaci ai bambini ricoverati in Case Famiglia come prassi di contenimento

–  Controllo dell’accanimento diagnostico e terapeutico con psicofarmaci verso bambini in condizione di disagio familiare, sociale, scolastico e/o ambientale

–  Creazione di una Commissione di vigilanza e monitoraggio in ambiti inerenti i Minori in condizioni di disagio

– Creazione di un database sui Diritti Umani Negati e sugli abusi e maltrattamenti ai Minori d’Italia

 

Quando tutto  questo è   finalmente formalizzato  all’interno di ufficiali documenti di Enti e Governi, significa che è davvero in atto quel cambiamento chiamato riforme sociali.

Per questa ragione, la Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare,  prima firmataria della Petizione,  sarà  il 22 febbraio 2014 – ore 15.30 – a Piedimonte Matese, presso il Museo Civico R. Marrocco, al Convegno “Nuovi saperi: metodologia di studio e tecniche per imparare come prevenzione e terapia delle Difficoltà di apprendimento.  Adolescenti e abuso di psicofarmaci”; per incontrare Capi di Istituto, studenti, Autorità e sancire con forza, ancora una volta, l’impegno   contro la medicalizzazione dell’insegnamento.

Insieme a coloro con cui, da sempre condivide battaglie ed impegno civile: il noto avvocato Francesco Miraglia, la Principessa Amelia Izzo d’Aragona, l’esperta prof.ssa Paola Gravela ed il Vice Presidente Inpef dott. Pier Bonici.

Presenzieranno, inoltre, l’Avv. Enzo Cappello, Sindaco di Piedimonte e  la Dott.ssa Raffaella Martino, Direttore Scientifico del Museo Civico.

Al mattino, l’INPEF incontrerà centinaia di Studenti del Liceo Psicopedagogico presso l’Aula Consiliare del Comune di Alvignano.

L’evento ha ricevuto l’adesione dei Comuni dell’Alto Casertano, degli Istituti Psicopedagogici e dell’Associazione delle Camere Minorili “Il Faro” di Santa Maria Capua Vetere, nonché il patrocinio morale dell’Ordine Sovrano Militare del Tempio di Jerusalem Priorato Generale d’Italia, Gran Balivato della Magna Grecia.

È proprio così:

 

“Per far cambiare il vento, bisogna soffiare forte,

non bisogna fermarsi mai e non si può essere soli”.

No Comments
Comunicati

ADOLESCETI E SOCIAL NETWORK

  • By
  • 17 Gennaio 2014

ADOLESCETI E SOCIAL NETWORK: il nuovo binomio del terzo millennio, un universo variegato e sconfinato di comportamenti e convinzioni che alimentano quotidianamente il “lato oscuro” delle tecnologie.

“Navigare” in Internet può essere pericoloso per chi non è abituato, per chi lo vuole scoprire e per chi, come i bambini, si avvicina per le prime volte al computer e al web.

Cybercrime, Cyberdstalking, Pedopornografia, Omofobia, Cyberbullismo sono  temi scottanti per le Famiglie, per gli Insegnanti e per tutti gli Operatori Sociali di cui l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare® si è preso responsabilità istituendo un gruppo di lavoro dedicato.

Sabato 18 e Domenica 19 gennaio, nell’ambito del primo Corso Intensivo per Esperti in Adolescenza e Social Network, interverranno Dott. Domenico Antonio Scali – Dirigente Superiore della Polizia di Stato, dirigente del Centro Polifunzionale della Polizia di Stato, Dott. Marco Valerio Cervellini – Sostituto Commissario della Polizia di Stato, in servizio presso la Polizia Postale e delle Comunicazioni, Prof.ssa Stefania Petrera – Pedagogista, Giudice Onorario presso la Sezione Minori della Corte d’Appello di Roma, Dott.ssa Daniela Scarpetta – Pedagogista Familiare, Assistente Capo della Polizia di Stato, Questura di Roma, Squadra Mobile, Ufficio Minori, Cons. Donatella Cerè – Avvocato del Foro di Roma, Esperta in Diritto Minorile e Diritto di Famiglia, Membro del Comitato Tecnico di Valutazione INPEF, Prof.ssa Vincenza Palmieri – Presidente INPEF, Psicologa, Pedagogista, Mediatore Familiare, Consulente Tecnico di Parte, Scrittore, Dott.ssa Adele CagnettaEducatrice, Casa Famiglia Capitano Ultimo.

La Rete sembra aver avviato una sorta di “democratizzazione” sia del crimine sia delle motivazioni per cui viene commesso. E, spesso, come nel caso di situazioni gravi in cui sono coinvolti minori (vedi il caso delle baby squillo, del bullismo in rete, della pedopornografia, ecc…), essa da una parte favorisce, dall’altra nasconde, annullando la percezione della realtà nella creazione di un mondo virtuale dove tutto è possibile, fino alla dipendenza, fino alla tragedia.

Tragedia vissuta in prima persona da  Teresa Manes, ospite dell’evento,  madre di Andrea, ragazzo “dai pantaloni rosa”, il quindicenne morto suicida, vittima di bullismo che decise di togliersi la vita impiccandosi con una sciarpa. Una vera e propria tragedia che scosse e turbò l’Italia intera. Sarà un’occasione anche per presentare il libro “Andrea, oltre il pantalone rosa”.

Altra presenza d’eccellenza, sarà la Dott.ssa Marida Lombardo Pijola, giornalista de “Il Messaggero”, scrittrice e opinionista italiana. Durante la sua carriera ha trattato argomenti riguardanti gli adolescenti, le donne ed in particolar modo le baby squillo.

Il Progetto Formativo (allargato a studenti e genitori) sarà realizzato anche nel corso dell’Anno Scolastico 2013/2014 in alcune scuole dell’intero territorio nazionale.

Perché “Adolescenti e Social Network” non è solo informazione diretta ma anche formazione e creazione di Progetti Educativi Speciali.

No Comments
Comunicati

“I Malamente” – Le nuove marginalità: ragazzi messi alla prova

  • By
  • 1 Novembre 2013

“I Malamente” Le nuove marginalità: ragazzi messi alla prova.
di Vincenza Palmieri, Eleonora Grimaldi, Francesco Miraglia – (Armando Editore 2013)

Prefazione di Capitano Ultimo

Dirompente, coraggioso, innovativo.

Non si può che definire così l’ultimo volume di Palmieri, Grimaldi e Miraglia dall’evocativo titolo “I Malamente”.

Il termine, con cui si indica un modo sbagliato, non opportuno o sconveniente di agire, un comportamento deplorevole, una condizione infelice è sempre stato associato all’ idea di una persona poco raccomandabile cui non era opportuno affiancarsi.

Un concetto ormai entrato nell’ uso comune che gli autori hanno voluto riprendere, con amore e un pizzico di polemica, per andare nella direzione opposta. Da sempre, e ora più che mai, il cattivo viene associato ad una mente malata; motivazione per cui si riempiono le case famiglia e le comunità di giovani a cui somministrare terapia psicofarmacologica: “o reo, o malato”. O bianco o nero, in quell’ assenza di sfumature che è invece propria della variabile adolescenziale.

Gli autori, dunque, si schierano proprio contro tale stigma, capovolgendone il significato.

“I Malamente”, oggi, sono ragazzi fuori dai margini dell’ascolto, allontanati da una scuola che li perde e non va riprenderseli, costretti, obbligati o decisi ad avviarsi verso una carriera di devianza, prima, e malattia, dopo.

“Cambiare il corso dei destini può essere un gioco. Un progetto letterario non è una guerra ma certamente, noi, vogliamo rappresentare una sfida”.

No Comments
Comunicati

Quando la solitudine è curata a suon di psicofarmaci: intervista a Vincenza Palmieri

  • By
  • 23 Agosto 2013

A Ferragosto il disagio non va in vacanza. Il Team di “Vivere Senza Psicofarmaci®” evita un TSO e supporta una grande quantità di richieste di aiuto.
Ferragosto, periodo di festa e di spensieratezza … ma non per tutti. Spesso proprio in questa giornata, le persone più “sensibili” percepiscono ancor più la solitudine. Il loro malessere cresce e si acutizza. Alcuni manifestano il dolore attraverso gesti eclatanti, violenze verso gli altri o verso se stessi. Altri, “semplicemente”, implodono in una sofferenza dilatata dal caldo e dall’assenza del rumore della città. Nel silenzio e nell’afa, il proprio dolore è un urlo assordante che non può cadere nel vuoto.
Ed è proprio in questo contesto che ha agito, lo scorso 15 agosto, il Team del programma “Vivere senza Psicofarmaci ®” di Roma, presieduto dalla prof.ssa Vincenza Palmieri (formato da medici specialisti in varie discipline, neurologo, psicologo, pedagogisti familiari, educatori, avvocati, ecc…), intervenendo in varie situazioni di disagio ed evitando anche un TSO.
“E’ stato un momento importante quello vissuto ieri dal punto di vista umano – spiega la prof.ssa Vincenza Palmieri – in quanto ci deve fare riflettere sul fatto che il disagio non si spegne nei periodi di vacanza, anzi. E’ importante sapere che sul territorio esistono specifiche Associazioni o Enti che operano 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, come appunto “Vivere Senza Psicofarmaci®” che da tempo propone un progetto alternativo a cure psichiatriche invasive supportando coloro che, in accertate condizioni, vogliano e possano dismettere l’abuso di psicofarmaci proponendo un intervento multidisciplinare e gestendo – come in questo caso – le richieste di aiuto.
Non un telefono rosa, né azzurro, né viola ma assolutamente bollente. Sempre più spesso, purtroppo, si tende a far ricoverare il malato psichico ma anche la persona che dimostra un “momentaneo scompenso”, in quei reparti per la diagnosi e cura psichiatrica che farebbero rabbrividire Basaglia e quanti ancora pensano che in Italia i manicomi siano stati chiusi. In Italia è attiva e quotidianamente applicata la contenzione tramite fasce di cuoio bianche che legano il paziente – mani e piedi – al letto. Come quelli che ho visto in questa estate. E quando questa pratica è interrotta, ci sono i bombardamenti chimici – gli shock tramite somministrazione di bombe psicofarmacologiche .
I più colpiti: i tossicodipendenti, i giovani portatori di disagio, pronti ad essere avviati , da una carriera di tossicodipendente a quella di malato di mente, comunque consumatore di droghe, se non di strada, …di ospedale!
Abbiamo ricevuto centinaia di telefonate proprio nella settimana clou delle feste del ferragosto, da diverse zone d’Italia, ed anche contatti tramite il sito o i social network. Erano ragazzi o genitori. Ed anche figli!
Se d’inverno la bufera attraversa le famiglie per il tramite delle “diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento”, con una “pandemia di dislessici”, d’estate il caldo, la solitudine e la miseria si trasformano in “psicosi”. Non serve certamente un mini manicomio territoriale (vedi Stop OPG), ma non basta neanche un amico.
L’esperienza di questi giorni, infatti, sarà capitalizzata in un progetto di assistenza ed aiuto che andiamo a strutturare con le Istituzioni e le Amministrazioni Locali in primis. Per evitare che una richiesta di aiuto o un bisogno di assistenza sanitaria o sociale si trasformino in una carriera psichiatrica o giudiziaria senza fine. Perché la solitudine o la non conoscenza non diventino mai più una malattia.”

Il Programma Vivere senza psicofarmaci spiegazione (http://www.viveresenzapsicofarmaci.it)

No Comments
Comunicati

Didattica molto Speciale – Storia e Metodi: storia di un’esperienza per abili e “specialmente abili”

La didattica, la sua storia, gli aspetti metodologici e la loro applicazione nella quotidianità sia sui bambini abili che su quelli “ specialmente abili” (e non diversamente abili come sottolinea l’autrice). Questo il contenuto del libro “Didattica molto Speciale – Storia e Metodi”, pubblicato da pochi giorni dalla Casa editrice Armando Editore e scritto dalla pedagogista familiare e psicologa Vincenza Palmieri, presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare di Roma, con la collaborazione della professoressa Margherita Fasano, docente di Didattica della Matematica presso l’Università della Basilicata, della professoressa Paola Gravela, docente di Scuola Secondaria di 1° grado a Matera, già docente SSIS, Carlo Lombardo, compianto uomo di spicco del volontariato lucano e Patrizia Di Franco, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Matera “Padre G. Minozzi”.

Una pubblicazione che vede il giorno, dopo un lungo periodo di gestazione e che racconta – in modo scientifico – ma anche con magia ed emozione, la particolare esperienza territoriale vissuta dall’autrice, insieme ai citati colleghi, nel Comune di Miglionico (Matera) in Basilicata, grazie all’applicazione della Legge 285/97, avente come oggetto le “Prime opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”.

Tramite la scuola alcologica, la scrittura creativa, il laboratorio di logica matematica e di rilegatura artigianale, abili e “specialmente abili”, con le loro famiglie,  hanno compiuto i primi passi in quella che oggi siamo soliti definire la “Pedagogia familiare”  e la “Didattica efficace”.

Si tratta di un documento innovativo – spiega la prof.ssa Vincenza Palmieri, nota per il suo impegno umanitario in difesa dei Diritti dei Minori – di un modello didattico e di lavoro di rete importante e sicuramente duplicabile in qualsiasi altra parte d’Italia. Abbiamo vissuto un’esperienza splendida, che ha visto collaborare attivamente l’Amministrazione comunale locale, nella persona di Giuseppe D’Alessandro, all’epoca sindaco e ora Consigliere Regionale in Basilicata, che voleva dare spessore a una quantità incredibile di materiale di tipo archeologico, vecchi libri che si trovavano sotto il Castello del Malconsiglio ma anche coinvolgere le associazioni le famiglie,  i giovani, i bambini, e che permettesse quindi agli abili e ai “specialmente abili” di lavorare insieme in una legatoria.

 Un progetto reso possibile anche dall’esperienza e bravura di un giovane esperto di legatoria, Gianni schiuma, che insieme alla professoressa Gravela, ha contribuito a dare informazioni e il giusto supporto alla realizzazione e alla buona riuscita del progetto sperimentando così nuovi aspetti che, in quel tempo, la didattica non contemplava. Un’esperienza emozionante che costò pochissimo”.

Un libro “Didattica molto Speciale – Storia e Metodi”, che nasce a distanza di tempo, perché molti fatti sono accaduti in questi ultimi anni e hanno impedito che l’opera venisse ultimata.

“Malgrado fossi stata delegata a curare ea realizzare l’opera – spiega ancora la professoressa Palmieri – ho voluto condividere il progetto con gli altri collaboratori.  Il fatto di non averlo pubblicato subito è stato dettato dal dolore provato per la perdita di Carlo Lombardo, un uomo che rappresenta e rappresentava nel panorama culturale, politico e regionale un esempio, un modello “del fare “, un “valore aggiunto” dell’essere un volontario. Un uomo a cui ho voluto dedicare il libro e il cui nome si aggiunge a quello di mio padre, Giuseppe Palmieri, un uomo che in  Basilicata rappresenta quella che è stata una forza, l’onestà di un pensiero politico, vissuto anche nella propria professione di insegnante coraggioso che non ha avuto paura di coniugare giustizia sociale e pedagogia insieme.

Questo libro è dedicato a tutti quelli che ci hanno creduto e lavorato, ma anche a tutti i bambini del territorio. Arriva anche in un momento particolarmente importante: risale infatti a pochi mesi fa, il recepimento in sede legislativa (con la Circolare Ministeriale n. 8/2013) dell’istanza avanzata con forza e per anni dall’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare di realizzare appieno il “Diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà”, con la conseguente affermazione di un altro punto chiave, il Diritto alla personalizzazione dell’apprendimento. Ogni bambino, infatti, ha bisogni educativi speciali, nella sua meravigliosa personale normalità.

“Affermare in concreto tale diritto oggi – spiega infine la Prof.ssa Palmieri – significa quindi mettere in campo una serie di strategie di organizzazione della didattica, dei curricula, dei libri di testo che davvero possano garantire che ogni bambino, ragazzo, individuo, per ogni ordine di scuola, possa esercitare il diritto ad apprendere, attraverso un’appropriata e personalizzata metodologia, senza alcun bisogno di certificazione diagnostica sanitariache attesti un disturbo inesistente. I bambini non sono più stigmatizzati quali portatori di una malattia, dunque, ma bisognosi, invece, di metodologia e progettazione educativa”.

Ecco, allora, che l’esperienza della Legge 285/97, inghiottita poi dalla norma di riordino dei Servizi Socio Assistenziali (Legge 328/00) rimane ancora oggi profondamente da ripensare, partendo proprio da quello che è stato prima di essa: la Storia della Scuola Italiana ed il modo con cui i Governi e i suoi Ministri hanno inteso dover sancire il Diritto allo Studio prima e all’Apprendimento poi.  Perché i progetti didattici intergenerazionali, funzionali a bisogni educativi molto speciali e i percorsi attuali sono figli di una politica per le famiglie che passa anche attraverso la formazione, la competenza e la partecipazione.

 

No Comments
Comunicati

SITUAZIONI DI AFFIDO ED ADOZIONE

  • By
  • 27 Dicembre 2011

 

Istituto Nazionale Pedagogia Familiare

I.N.PE.F

 ISTITUTO NAZIONALE di PEDAGOGIA FAMILIARE ®

(Reg. Ag.  Entrate Roma P.I. 11297531003  – Cod. Att. 855920 Formazione ed Aggiornamento Professionale)

Parte il 3 febbraio 2012 la IV edizione del “Master in Situazioni di Affido e Adozione” promosso dall’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare di Roma.

Secondo il rapporto della CAI, Commissione per le Adozioni Internazionali, relativo al primo semestre del 2011 c’è stato un trend positivo nel campo delle adozioni, soprattutto è in aumento il numero di minori stranieri adottati. Di conseguenza anche le offerte del mercato sulle figure professionali specializzate in questo campo sono in aumento.

Il rapporto della CAI fotografa in modo chiaro la situazione attuale delle coppie adottive, dei bambini adottati, italiani e stranieri e gli enti autorizzati, ma non sempre sono chiare le dinamiche per affrontare le problematiche che in alcuni casi bisogna affrontare.

In questo panorama così complesso, il Master in Situazioni di Affido ed Adozione, che si svolgerà a Roma nella sede centrale dell’Istituto, ha l’obbiettivo di fornire le competenze per la gestione di tutte le problematiche delle famiglie che intendono percorrere questa strada, a volte tortuosa, sia in termini psicologici che in termini giuridici, ed informare, aggiornare e formare tutte le figure professionali che a vario titolo sono coinvolti dalle problematiche di Affido e Adozione. Alla fine del Master verrà rilasciato un Attestato di Frequenza ed un Certificato di Competenza.

Il Master è rivolto non solo a professionisti del settore come Assistenti Sociali, Avvocati, Educatori ma anche a Genitori adottivi, Affidatari, Volontari, Insegnanti e Dirigenti Scolastici che devono essere pronti e preparati ad affrontare una sfida così importante.
Sfida che porterà alla realizzazione concreta dei bisogni di tutti gli attori coinvolti, sia di chi deve entrare del mondo lavorativo con professionalità e sia di chi, dall’altra parte, ha bisogno di un sostegno e risoluto ed efficace delle problematiche.

Fondamentale, per riuscire ad ottenere dei bambini felici e sereni, sarà farsi trovare pronti e preparati per affrontare l’accoglienza e l’integrazione in un mondo a loro nuovo e sconosciuto e gestire eventuali conflittualità che si possono presentare in ambito familiare, scolastico o con il gruppo dei pari.
Investire nella propria formazione, quando altri tipi di investimenti sono incerti, è investire in sé stessi e nel proprio futuro.

Ufficio Stampa I.N.PE.F
V.le Trastevere, 209 A/1 – ROMA
Tel 06.5803948
e-mail : [email protected]
http://www.pedagogiafamiliare.it/

Programma
L’attuale scenario normativo
L’Adozione Internazionale
Il Sostegno alla Genitorialità
Esperienze
Al termine è prevista la somministrazione del Questionario di Comprensione e Gradimento.

Durata e Date
40 Ore in presenza
Venerdì 3 Febbraio: ore 14.00 – 19.00
Sabato 4 Febbraio: ore 9.30 – 18.30
Domenica 5 Febbraio: ore 9.30 – 17.30
Venerdì 9 Marzo: ore 14.00 – 19.00
Sabato 10 Marzo: ore 9.30 – 18,30
Domenica  11 Marzo: 9.30 – 17.30

Docenti
Il Team dei Docenti dell’INPEF è composto da Accademici ed esperti professionisti nel campo dell’ Affido e dell’Adozione. Ognuno di loro ricopre ruoli istituzionali, nella Ricerca o nell’ambito della Consulenza e della Relazione d’aiuto. Hanno maturato esperienza nel settore sia in ambito giuridico che psicologico che, ancora, educativo o in attività di volontariato.
Considerato la specificità del tema, hanno dato la disponibilità ad intervenire anche Alte Autorità della Magistratura.
In Aula, oltre al Docente, è prevista la presenza del Coordinatore del Tirocinio.
E’ possibile richiedere in segreteria informazione ed elenco docenti.

Sede
I Corsi si svolgeranno presso la sede dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare Viale Trastevere, 209 A/1 Roma, con la possibilità di variare la sede a seconda del numero dei partecipanti.

Attestati
Attestato di Frequenza e Certificato di Competenze

Iscrizione
Le Iscrizioni dovranno pervenire via mail a [email protected]  corredate di CV e saranno accettate secondo l’ordine di arrivo fino a raggiungimento del numero previsto.

No Comments