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Lia PP

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Per non soli ingegneri

Partiamo dall’assioma che le menti ingegneristiche sono dappertutto, e così anche coloro che conducono vite meccaniche. Per tale, crediamo, larga fetta di popolazioni termini come raccordi in acciaio, manicotti filettati, stampaggi vari hanno un preciso corrispettivo concreto. Ovvero questi costoro comprendono il concetto e sanno applicarne l’oggetto.
Io scrivo per gli altri. Per quelli che leggono di cose meccaniche e in fondo sanno che fare finta di capire non servirà. Per il semplice fatto che persino fare finta di capire risulta loro impossibile.
Ogni cosa in ingegneria ha una definizione. Il problema non sta lì. C’è una definizione per ogni cosa, così ci rassicura il dizionario. E c’è chi aggiunge anche che c’è un posto per ogni cosa. Si tratta, in entrambi i casi, di discorsi pieni di fiducia, da una parte nell’intelligenza umana di comprendere (le definizioni) e dall’altra dell’intelligenza umana di mettere le cose comprese in luoghi utili. Ovvero di applicare.
Per esempio, la definizione di manicotto recita in maniera apparente cristallina: organo di conformazione cilindrica e internamente cavo, spesso di tipo scorrevole e scanalato all’interno, si impiega largamente nelle trasmissioni dei veicoli come parte di giunti o come elemento scorrevole per ottenere l’innesto delle varie marce, per il bloccaggio dei differenziali ecc. Chiarissimo, insomma, per coloro che conducono vite meccaniche, ma per noi che ci arrabattiamo alla meno peggio in un mondo troppo ingegneristico per le nostre attitudini i problemi iniziano a emergere in materia di … applicazione. Per esempio, capito abbiamo capito cosa sono i manicotti, ma … a cosa servono???
Per continuare con l’esempio i manicotti fungono da raccordi per tubi, si può trattare di manicotti acciaio o di manicotti filettati. Inoltre, deformando il pezzo dal pieno, le lavorazioni successive possono seguire le più svariate esigenze richieste da coloro che vogliono acquistare i manicotti. Di certo, non si tratta di gente come noi che ancora sta capendo a cosa servono. Così avviene sia per i manicotti che per la produzione raccordi in generale. I manicotti e i raccordi in acciaio o in altri materiali vengono prodotto grazie alla tecnica di stampaggio a freddo.
E di nuovo dobbiamo dare una definizione per porre dei paletti al nostro discorso, o meglio per mettere dei raccordi tra un discorso e l’altro. Soffermiamoci quindi sullo stampaggio a freddo. Di cosa si tratta?

Per ora possiamo affermare che lo stampaggio a freddo differisce da quello a caldo. Sembra ovvio, e in questo caso non c’è trabocchetto: lo è. Quindi: perché spesso viene scelto lo stampaggio a freddo se c’è anche la possibilità di optare per quello a caldo? Innanzitutto, coloro che conducono vite meccaniche ben sanno che lo stampaggio a freddo è più veloce rispetto al fratello più caldo. In secondo luogo, la sagoma risulta definita dopo la prima lavorazione: ciò significa che lo stampaggio a freddo è più preciso. Le superfici ottengono una finitura di più alta qualità e inoltre si risparmia sulla materia prima. Il prodotto a livello meccanico, insomma, ha un rapporto migliore tra il proprio peso, la resistenza e il mantenimento della propria struttura.
Insomma, lo stampaggio a freddo è un’ottima scelta per la produzione di raccordi oleodinamica o di altre tipologie, ma anche lo stampaggio a caldo ha i suoi punti forti. Parliamo dello sfrido, per esempio, ovvero del quel complesso di residui e cascami che risultano dalla lavorazione di un prodotto. Non tutti i residui infatti sono da buttare, lo sanno bene gli animali necrofagi, come gli sciacalli e gli avvoltoi. Ma lo sanno anche coloro che conducono vite meccaniche e si occupano di stampaggio. Infatti,i se nello stampaggio a freddo avviene l’eliminazione dello sfrido, che invece è presento nello stampaggio a caldo, dobbiamo ricordare che lo sfrido prodotto in fase di fabbricazione ha un elevato valore di recupero. Non sputiamo sui rifiuti, quindi, domani potremmo trovarceli a pranzo, o meglio sulla vite che tiene insieme le gambe del nostro tavolo.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl Trovare clienti on line

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Il bello dei contenitori non è il contenuto. Bello è quasi meglio di funzionale

Gli accessori che fanno parte della nostra vita quotidiana, di qualsiasi materiale essi siano fatti necessitano di una accurata progettazione a livello di design.
Sembra che non si possa vivere e, soprattutto, produrre nulla, senza uno studio a livello dell’immagine.
Perché il design è così importante? Perché è la prima cosa che notiamo di un oggetto. Certamente, possiamo affermare che il design sia soltanto l’involucro esteriore della cosa stessa, ma finché non afferriamo la cosa in mano è in effetti tutto ciò che percepiamo di essa.
Il design di un oggetto è allora una parte fondamentale di esso, anzi: è l’oggetto stesso nel momento in cui esso è solamente pubblicizzato. Infatti, quando compare in una pubblicità l’oggetto non viene fruito nella sua sostanza , ma soltanto nel suo aspetto visivo. La pubblicità per ora è solo visuale e sonora. Chissà che in un futuro non troppo lontano verranno introdotti anche stimoli di altro genere, per esempio, per quanto riguarda i cibi, stimoli dell’odorato.
Qualsiasi cosa ha un design, dai vasetti in plastica ai contenitori cosmetici, in special modo questi ultimi ricevono l’attenzione dei designer. Alla fine un profumo per essere tale ha semplicemente bisogno di un contenitore, un flacone plastica o in vetro. Quello che conta è il profumo del profumo o no? Eppure i flaconi cosmeticivendono molto, eccome. E non necessariamente a discapito della qualità del prodotto. Sembra che il talento e la fantasia dei designer si sia scatenata proprio nel progettare le bottigliette vetro che contengono quel meraviglioso liquido che, una volta spruzzato sui nostri vestiti, ci dà un’aura da principi e principesse. I flaconi dei profumi infatti posseggono le fogge più disparate e fantasiose e sono veramente piacevoli allo sguardo. Sembrano ammiccare a forme di vita che non esistono, a personaggi inventati che popolano i nostri bagni, proprio lì, vicino allo specchio nel quale contempliamo la nostra faccia assonnata.
A proposito di cosmetici, pensiamo alle forme dei contenitori degli smalti ipercolorati che usavamo da bambine (o magari anche ora che siamo un po’ cresciute). Il nostro occhio era attratto tanto dal colore dello smalto quanto dalla forma del contenitore. E molto spesso lo smalto rimaneva chiuso e imbottigliato e noi ci godevamo la vista di quel piccolo gioiello di contenitore posto sul comodino a ricordarci che il mondo è un luogo che mantiene ancora viva un po’ di magia. Insomma, se non possiamo sfogare il nostro desiderio di magia sulle cose stesse ci accontentiamo dei contenitori fantasiosi, ed è meglio di niente!
A volte dimentichiamo però come quella foggia elaborata che contraddistingue il contenitore dei nostri prodotti sia frutto di studio da parte dei designer. Quasi nulla ormai è prodotto a caso, e quasi ogni scelta di design mira a farci collegare il prodotto in questione a qualcosa d’altro. Le bottiglie in plastica blu con forme sinuose non ci ricordano forse le onde del mare o l’impetuosa freschezza dell’acqua di torrente? Berreste altrettanto volentieri da una bottiglia d’acqua grigio smog e piena di angoli?
Eh sì, qualsiasi contenitore viene ideato da un designer che si impegna a renderlo il più attraente possibile Insomma, dai barattoli in vetro per conserve alimentari fino ai contenitori dei profumi di alta classe o, almeno di portafogli ben forniti, il design spopola. Teniamolo d’occhio e divertiamoci ad ammirarne le fogge.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – Marketing Consulenza

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La vacanza ideale esiste. Inventarla o cercarla? Il signor dilemma del relax

Viaggiare è certamente un piacere, ma per taluni è anche un lavoro: offrire un servizio a coloro che vogliono godersi le vacanze lontano da casa. Magari senza aver alzato un dito per organizzare il viaggio. Internet ci permette di farci un’idea chiara di cosa vedremo in vacanza, ma a volte siamo così pigri che non abbiamo nemmeno voglia di scegliere la destinazione e ci affidiamo ad un viaggio last minute con destinazione sconosciuta. Chiaramente, le motivazioni non sono soltanto riconducibili alla nostra personale pigrizia, ma si tratta anche di questioni economiche: questo tipo di viaggi costa meno.
Ma se invece state per partire per una vacanza in cui sapete GIA’ dove andrete a finire, siate felici, almeno potrete fare i bagagli con un po’ di cognizione di causa e non mescolare guanti e costumi nello stesso sacchetto. Il fattore del risparmio economico è comunque possibile anche scegliendo la destinazione del proprio viaggio: una volta che avrete scelto, infatti, navigate sui siti in cui è possibile fare un Confronta prezzi, per capire a quali agenzie viaggio o compagnie aeree affidarvi. Non necessariamente dovrete recarvi in un negozio fisico, un’agenzia viaggi on line fornisce un servizio ottimo ed efficiente e talora più economico di quello di una agenzia “in carne ed ossa”. La prenotazione dei voli on line e la prenotazione hotel ormai rientra nella routine dell’organizzazione di un viaggio, mentre la diffusione delle agenzie viaggi on line non è ancora così vasta, anche se la maggior parte delle agenzie viaggi possiede un sito internet.
Il mondo dei viaggiatori è molto vario: c’è chi di noi digita su Google la query “Offerte viaggi” sperando di imbattersi in un nanosecondo in qualche promozione straordinaria e c’è chi invece ha già le idee chiare e il portafoglio pronto a sgonfiarsi. C’è chi sceglie il viaggio veloce e chi il viaggio lento, c’è chi ama andare per musei e chi predilige gli eventi e sagre. Insomma ce n’è per tutti i gusti e anche noi siamo di tutti i gusti così come i luoghi che ci andiamo a visitare. E internet permette di dare un’occhiata alla vetrina delle possibilità, un’occhiata veloce e, a volte, approfondita. Certo, Google non può scegliere per noi quindi dobbiamo chiarirci le idee su dove vogliamo andare, non possiamo mica pretendere che Google scelga per noi? Portafoglio permettendo.

Certamente possiamo leggere le recensioni dei viaggi compilate dai blogger o dagli iscritti a siti turistici. Eviteremo di fare gli stessi errori o di incassare le stesse fregature che ci vengono raccontate, ma poi un po’ ci dobbiamo buttare alla ventura senza programmare proprio ogni cosa. Altrimenti che gusto c’è?
Inoltre ci sono modalità di viaggio ibride, si tratta dei viaggi lavoro in cui si spende una parte del tempo lavorando e si spendono meno soldi  questa modalità, chiamata in inglese work and travel, è particolarmente adatta agli studenti squattrinati o a lavoratori con contratto a progetto. Il programma Work and Travel permette ai viaggiatori di ottenere un visto per lavori a breve termine e, così, autofinanziarsi un viaggio. Insomma le idee per viaggiare senza farsi spennare sono tante. Basta conoscerle, o inventarsele. Mentre per inventarsele serve solo un po’ di inventiva e anche un po’ di senso pratico per conoscerle bisogna imparare a cercare le idee vacanza che fanno al caso nostro, sul web o fuori dal web.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – Filtro Stopbadware

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Questa non è una vacanza per tutti … ma voi non siete tutti!

Paperino e le amache, ecco dove soggiorna sempre l’amatore dell’ozio per definizione. Nel suo giardino tranquillo si gode la siesta mentre gli altri lavorano. Lavorano perché lui si possa godere le ferie. E voi dove andate quando finalmente vi siete guadagnati il diritto economico e di tempo al meritato riposo?
Ci sono quelli che si fanno la bella vita serviti e riveriti negli hotel a cinque stelle, mentre i più intraprendenti optano per i campeggi. Sacchi a pelo e ombrelloni da giardino, l’accoppiata vincente per una vacanza nel segno della natura, dell’intraprendenza, senza rinunciare al relax. Altro elemento immancabile per una vera vacanza extra metropolitana è l’immancabile barbecue a gas.

Il wc chimico ci accompagna spesso in questi momenti di rilassamento. Infatti, siamo lontani dalla città in tutti i sensi: ne abbiamo abbandonato anche il comfort metropolitano. Pertanto, l’unica alternativa al wc chimico è approfittare dei numerosi alberi, magari accompagnati dall’amica che fa il palo per avvertirci dell’eventuale arrivo di passeggiatori indesiderati.
Anche le borracce e thermosrientrano nella categoria degli oggetti estremamente utili per questa tipologia di vacanza in campeggio. Chi è infatti disposto a rinunciare al piacere di un caffè caldo dopo ore di cammino o al gusto aromatico di una tisana appena finito il pranzo al sacco o la grigliata?
Ovviamente, se facciamo una grigliata dobbiamo stare attenti che nella zona in cui campeggiamo sia possibile accendere fuochi. Violare le leggi non è mai una buona idea, nemmeno in vacanza, soprattutto quando si tratta del fuoco. Il proverbio recita a dovere: mai giocare con il fuoco!
Per la nottata forniamoci di materassini da campeggio, infatti il terreno di per sé non è proprio comodo per chi è abituato a standard di comfort tipicamente metropolitani. Insomma, non siamo abituati a dormire all’addiaccio e ci conviene non dimenticarcene proprio nel momento in cui prepariamo lo zaino per questo tipo di vacanze vagabonde. Inoltre, non sopravvalutate la vostra forma fisica, ovvero non incominciate escursioni per cui non siete fisicamente preparati, i vostri compagni di viaggio più in forma potrebbero infastidirsi. Prima di partire per una vacanza escursionista guardatevi bene allo specchio e —valutate obiettivamente quello che vedete. Se siete assolutamente fuori forma perché andare a complicarvi la vita scegliendo modalità di vacanze che non sono adatte a voi? La vacanza, infatti, è solitamente intesa come un momento di relax in cui ci si libera delle tossine e dello stress accumulati durante il periodo lavorativo. Se, invece, le vacanze diventano un momento in cui soffriamo di ansia di prestazione perdono il loro valore rigenerante. Il consiglio è di discutere insieme il tipo di vacanza che si desidera e poi organizzarla in maniera razionale. Una volta scelte la tipologia di vacanza e la destinazione è anche molto importante scegliere il giusto equipaggiamento. Questo consiglio vale soprattutto nel caso in cui si scelgano vacanze campeggio e quindi si rinunci ai comfort tipicamente urbani. Essere lontani dalla città però non significa affatto non prendersi cura di se stessi e quindi, anche se non possiamo dormire su un materassone a due piazze questo non significa che dobbiamo per forza ammaccarci la schiena e non fornirci invece di un comodo materassino da tenda che renda più comode le nostre notti. Se il giorno seguente ci aspetta una gran escursione dormire bene è fondamentale!

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – Brand Marketing

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In a Plastic World: dalle Barbie al bando dei sacchetti, gloria e misfatti della plastica

Chi non si ricorda la canzone degli Aqua, Barbie girl e i primi versi: I am a Barbie girl in a Barbie world, Life in plastic, it’s fantastic … Eppure il mondo è diventato di plastica molto prima dell’arriva degli Aqua: ad essere precisi la trasformazione è avvenuta negli anni ’50. Proprio in questo decennio la produzione materie plastiche acquista peso nelle economie dei Paesi industrializzati. Il mondo di plastica degli anni ’50 è fantastico. Tutti ne vanno pazzi. L’euforia dura all’incirca fino a fine secolo. È nel duemila, infatti, che l’impegno contro lo spreco di plastica e a favore del suo riciclo ottiene conquiste importanti, almeno per quanto riguarda le buste della spesa.

Un supermercato dopo l’altro sta adottando la politica dei sacchetti biodegradabili e la vecchia busta di plastica giunge alla pensione dopo aver maturato tutti i suoi anni di età.

Nonostante questo avvenimento storico, l’addio alle buste di plastica non equivale affatto all’addio alla plastica, materiale che è un sempreverde del nostro mondo industriale o post industriale che dir si voglia. E’ inutile girarci intorno: la plastica serve e ci serve; è parte integrante del nostro mondo e della nostra vita quotidiana, dunque risparmiamo pure sui sacchetti per la spesa, ma apriamo gli occhi: non siamo barbie, ma il mondo è di plastica, e con la plastica dobbiamo fare i conti.

Ma cosa vuol dire: plastica?

Essere plastici o allo stato plastico significa poter essere modellati in qualsiasi forma. Plastica è un nome generico per indicare un vasto insieme di materiali artificiali caratterizzati da una struttura macromolecolare che, in determinate condizioni di temperatura e pressione, subisce variazioni permanenti di forma. Per questo vengono utilizzati gli stampi per plastica che servono a conferire la foggia desiderata al materiale e, così, a produrre oggetti che soddisfino le nostre necessità e desideri. La lavorazione materie plastiche è molto varia, ma il metodo più usato è lo stampaggio ad iniezione: i granuli di materia plastica subiscono un processo di fusione e successivamente vengono iniettati ad alta velocità e pressione negli stampi, dove il polimero, nel corso del suo raffreddamento assume la forma voluta. L’iniezione plastica permette la produzione di oggetti in serie, come sono generalmente i prodotti in plastica.

Gli esseri umani hanno sempre cercato di modellare la materia con le proprie mani. Prima di inventare la plastica hanno plasmato l’argilla e la creta, entrambi materiali che, una volta raffreddatisi, mantengono la forma che viene loro impressa. Questa qualità è definita plasticità e non appartiene quindi soltanto alla plastica intesa come materiale sintetico. Pertanto, plastici possono essere definiti anche la cera, la plastilina, il fil di ferro, il rame e molti altri materiali che dopo essere stati plasmati mantengono la nuova forma in maniera stabile. Anche le resine naturali posseggono questa caratteristica: parliamo, per esempio, della gomma arabica e del caucciù.

Gli antenati della plastica come la conosciamo oggi sono vari. Un primo tentativo di realizzare un materiale sintetico con la caratteristica della plasticità risale al 1869 quando il tipografo John Hyat inventa la celluloide. Questo materiale presentava però un grave inconveniente: l’alta infiammabilità. Nel 1909 un chimico belga sintetizza la bachelite, una materia plastica termoindurente e sintetica, cioè fatta senza composti chimici naturali, tuttora utilizzata in svariati campi (interruttori, prese di corrente, manici di pentole, parti di automobili …). Da allora, lo sviluppo delle lavorazioni materie plastiche
si è rivelato inarrestabile ed è stato segnato da tappe storiche. Negli anni Venti iniziano gli esperimenti sui derivati del petrolio e poi, negli anni Trenta e Quaranta, in Germania, Inghilterra e Stati Uniti vengono sintetizzati uno dopo l’altro il plexiglas, il PVC (cloruro di polivinile), i poliuretani, il polietilene e il nylon.

Lo stampaggio plastiche ha ormai una storia centenaria, piena di svolte e di sperimentazioni, di momenti di gloria (le barbie) e di battute d’arresto (il bando delle buste di plastica). Ma una cosa è certa, la storia continua ancora. Come dicono gli americani: to be continued.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – investire promozione

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Inossidabile compagno della nostra quotidianità: l’acciaio inox

E’ un po’ dappertutto, come il prezzemolo, ma non si mangia. E’ l’acciaio inox.

Il mondo dell’arte contemporanea è sempre stato eclettico e avido di novità. E prima o poi doveva succedere: l’inox è approdato anche in questa dimensione, quella dell’arte. C’è infatti chi si diletta a scolpire acciaio inossidabile, stanco dei “soliti” materiali tradizionalmente lavorati dagli artisti. Certo che la carpenteria inox di solito non ha una finalità artistica, ma le sperimentazioni nel mondo dell’arte sono sempre le benvenute. Carlo Mo non è l’unico ad avere sperimentato in questa direzione. Ma di certo lo scultore vicentino è diventato famoso grazie alle sue lavorazioni acciaio inox. Gli acciai inox (o acciai inossidabili) sono leghe a base di ferro e carbonio che posseggono le proprietà meccaniche degli acciai unite alla qualità di resistenza alla corrosione, la quale differenzia l’acciaio inox dagli altri acciai e dal ferro. Lavorarli è dura, se non si sa come fare. Ma per chi investe nel suo potenziale l’acciaio è un materiale conosciuto.

Gli artisti dell’inossidabile sono di certo esperti della saldatura acciaio inox, ma noi sospettiamo che si appoggino a lavorazioni conto terzi in quanto la lavorazione dell’acciaio inox necessita di un continuo aggiornamento delle tecnologie produttive e l’applicazione di un “protocollo qualità” molto accurato e severo, che solo aziende specializzate possono fornire. Per quanto concerne la lavorazione dell’acciaio inox, i tipi di saldatura sono fondamentalmente due: la saldatura a resistenza e la saldatura ad arco. La saldatura a resistenza ha un minore impatto termico e, pertanto, un minore effetto sulla struttura e sulle proprietà dell’acciaio inossidabile, a differenza della saldatura ad arco.
Insomma, quella dell’acciaio è un po’ una colonizzazione del nostro mondo, culturale e quotidiano. Da materiale prettamente utilizzato in ambito industriale è diventato oggetto d’arte grazie ad opere di tornitura di precisione, la quale ha permesso ne venissero apprezzate le caratteristiche estetiche di lucentezza e di lucidità. In particolar modo adatta alle caratteristiche dell’acciaio inox è la tornitura a lastra, che permette di valorizzare la lucentezza di questa lega. Infatti, la tornitura a lastra permette la deformazione della lamiera e il risultato è un prodotto di sagoma tondeggiante che possiede una rifinitura eccezionale, di qui la particolare lucidità che non può che donare bellezza alle sculture in inox, ma anche a qualsiasi altro oggetto prodotto in acciaio inossidabile.

Uno degli oggetti più tradizionali in inox, che per gli amanti del caffè è quasi un’opera d’arte, è la moka realizzata grazie alla lavorazione acciaio inox. La diatriba riguardo a quale sia la migliore: la moka in acciaio o la moka in alluminio prosegue da molto tempo. Quello che possiamo dire a riguardo è che le moke in acciaio inox conducono meno il calore e, così facendo, la temperatura del caffè non cresce troppo, il ché impedisce che l’aroma ed il gusto del caffè si rovinino. Lo stesso discorso vale per il pentolame: le pentole in alluminio si scaldano molto più in fretta perché conducono maggiormente il calore, caratteristica che può costituire un punto a favore per la scelta dell’alluminio, insieme alla sua maggior economicità. Purtroppo, però, l’alluminio è un metallo che reagisce con un alto numero di sostanze formando dei sali, di cui non è ancora stata dimostrata l’innocuità per l’essere umano. Le pentole in acciaio, invece, sono considerate più salubri per la cucina. Ricordiamoci di non pulire l’inox con spugne abrasive perché queste potrebbero graffiare l’acciaio e con il tempo favorire il rilascio di piccole quantità di cromo e nichel. Le persone allergiche al nichel non sono costrette a rinunciare all’utilizzo di pentole d’acciaio, basta che le scelgano in acciaio speciale senza nichel.
Insomma, dall’arte al cibo, l’acciaio inox si trova in un legame inossidabile con la nostra vita.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – usability

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Il campo di battaglia dell’udibilità e i sani alleati delle nostre orecchie: pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti

C’è chi prova a insonorizzare parte della propria casa rivestendone le pareti con i cartoni delle uova, ma di solito gli sperimentatori sono studenti con il senso dell’inventiva e molto tempo per farsi la colazione all’inglese la mattina. Ma l’insonorizzazione acustica è una questione seria, oggetto di studio e di investimenti economici. L’insonorizzazione industriale e civile è importantissima per la nostra salute acustica, la quale è tutelata anche a livello legale. Insomma, l’installazione di impianti di filtrazione dell’aria non è l’unica legittima preoccupazione delle industrie e delle associazioni che tutelano la salute dei lavoratori e dei cittadini.

Come viene misurata l’intensità dei suoni e qual è il limite di decibel previsto dalla legge?

Il fonometro è lo strumento preposto alla misurazione dei suoni, effettuata tramite la conversione del segnale sonoro in segnale elettrico, conversione che permette di attribuire al suono un quantitativo in decibel. Il D.Lgs.10 aprile 2006 n. 195 prevede che il livello di decibel sul luogo di lavoro non possa superare gli 87 decibel. Ma alla soglia degli 80 decibel scatta l’obbligo per il datore di lavoro di mettere a disposizione dispositivi di protezione individuale che permettono di attenuare il carico acustico subito dal lavoratore.

Ma chi si occupa di studiare la percezione dei suoni da parte degli esseri umani e i suoi effetti sulla nostra vita? La scienza in questione ha un nome preciso: psicoacustica, e si occupa dei meccanismi che trasformano gli impulsi acustici in sensazioni coscienti. La dimensione del suono è compresa fra il limite inferiore degli infrasuoni, gli ultrasuoni, la soglia di udibilità e quella del dolore e il tutto viene chiamato campo di udibilità.

Come diminuire il carico di decibel che invade il nostro campo di udibilità?

Il rumore, infatti, ci spacca la testa e rende le nostre orecchie un campo di battaglia. Ma in questa lotta abbiamo dei sani alleati. Si chiamano materiali fonoisolanti e fonoassorbenti.

Infatti, esistono materiali che assorbono i suoni in maniera molto più efficace rispetto ai cartoni delle uova. Pensiamo a quelli che rivestono le cabine silenti . Le cabine insonorizzate vengono utilizzate per gli esami di audiometria diagnostica al fine di non falsare i test. Oltre al medicale, altri ambiti di utilizzo della cabina insonorizzata sono quelli delle registrazioni audio e delle traduzioni simultanee.

Migliorare il clima acustico è la preoccupazione di molti di noi, non solo di chi per professione necessita di un efficace isolamento acustico. Pensiamo agli insegnanti che sono costretti a passare ore e ore in mezzo al chiasso provocato da alunni troppo vivaci. Certamente, il primo obiettivo da ottenere è cercare di calmare le acque burrascose della classe, lavorando quindi sulla spina dorsale dell’insegnante affinché impari a tenere a bada la classe. Però, l’introduzione di pannelli fonoisolanti nell’ambiente classe che, per forza di cose, è rumoroso non è affatto una brutta idea. Il fonoisolamento è realizzato grazie a strutture modulari che possono essere assemblate sulle strutture portanti degli edifici. Sono utilizzate nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali e possono essere installate anche in abitazioni private.

I materiali fonoisolanti sono caratterizzati da una massa e uno spessore elevato, necessario per limitare la trasmissione del suono tra due ambienti differenti. L’isolamento acustico è utile quando stanze o locali con differente pressione sonora si trovano in posizione attigua, come negli appartamenti o nelle scuole. Il materiale fonoisolante rende più difficoltosa la diffusione del suono negli ambienti circostanti.

I materiali fonoassorbenti, invece, sono generalmente caratterizzati da una bassa densità e da porosità, qualità che permettono loro di limitare il riverbero delle onde sonore, diminuendo così l’effetto eco e il rimbombo. Questi materiali convertono una parte dell’energia sonora incidente in calore.

Insomma, diritto del lavoratore e di tutti noi non è solo quello di lavorare e vivere in luoghi provvisti di impianti aspirazione fumi se l’aria è a rischio inquinamento, ma anche di avere adeguati impianti di isolamento acustico, perché l’inquinamento sonoro, anche se meno alla ribalta rispetto ad altre tipologie di inquinamento, incide sulla qualità della nostra vita in maniera indisturbata e …. silente.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – Promozione Brand

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Se la cercate con una mente abbastanza elastica, la troverete in luoghi impensabili: la gomma, elastica

Quanto spesso vorremmo che il nostro cervello fosse un elastico di gomma … Come questo materiale, in versione naturale o sintetica che sia, vorremmo che il nostro cervello potesse essere deformato dallo stress quotidiano, per poi poter tornare, una volta a riposo, alla stessa condizione iniziale. Ma il cervello purtroppo non è così elastico, e se la gomma non reca traccia della pressione esercitata la nostra zucca invece sì.

Ricordiamoci però, per non prendercela tanto con il nostro cervello né farci affascinare troppo dalla gomma, che l’elasticità perfetta è impossibile in fisica. Insomma, né il nostro cervello né la gomma costituiscono un esempio di entità paranormali, fanno proprio parte del nostro mondo imperfetto, e sono entrambi abbastanza elastici da sopportare le imperfezioni della vita.

Ma vediamo un po’ di cosa si parla quando si chiama in causa la gomma:

la gomma naturale si chiama caucciù ,il quale è un estratto naturale di alcune piante; in particolare viene ottenuto attraverso il procedimento di coagulazione del lattice estratto dalla Hevea Brasiliensis. Al giorno d’oggi, la gomma utilizzata a livello industriale e civile in una varietà di realizzazioni (vedi lastre in gomma, tubi industriali in gomma, pneumatici..) è un prodotto sintetico. Ed è dappertutto. Se dovessimo elencare tutti gli oggetti che ci circondano fatti in gomma la lista diverrebbe così lunga ché la nostra memoria per ricordarsela dovrebbe allungarsi come un elastico di cauuuuccciù…

Sia naturale che prodotta sinteticamente, la gomma è composta da molecole di elevatissima lunghezza, le quali in assenza di sollecitazione sono ripiegate su se stesse e hanno la capacità di distendersi se sottoposte a trazione. A seguito della sollecitazione riprendono la configurazione originaria. Ma la struttura macromolecolare della gomma possiede un certo grado di reticolazione, caratteristica che permette alla gomma di ritornare al suo stato iniziale una volta che non è più soggetta a forza.

Per le caratteristiche che abbiamo descritto la gomma risulta il materiale ideale, ad esempio,per realizzare le guarnizioni che fanno sì che i nostri rubinetti non perdano acqua o, peggio, gas. Le guarnizioni in gomma infatti, vengono poste in compressione tra due oggetti, in modo da prevenire il trafilamento di liquidi o gas. Se il materiale da cui sono formate non permettesse loro di essere compresse e poi di ritornare alla forma e posizione iniziali le guarnizioni non funzionerebbero e rischieremmo di avere la casa invasa dall’acqua, o, peggio, dal gas. Oggetti meno essenziale alla nostra sopravvivenza, ma che comunque utilizziamo spesso vengono realizzati in gomma: pensiamo ai piedini appoggio per esempio che permettono maggior equilibrio alle nostre attrezzature, le basi di sostegno che utilizziamo per la macchina fotografica …

Ma come viene tagliata la gomma che tiriamo tiriamo ma mai riusciamo a spezzare?

La tecnologia taglio ad acqua water jet permette di tagliare la gomma senza sbavature, infatti con il laser è impossibile tagliare la gomma senza danneggiarla. Questa tecnologia utilizza un getto d’acqua ad altissima pressione che taglia numerose tipologie di materiali, oltre alla gomma. L’elevata precisione di taglio rende questa tecnologia molto utilizzata, soprattutto in ambito industriale, per il taglio della gomma e non solo.

Infine, la gomma, come moltissimi altri materiali può essere riciclata. Interessanti sono le realizzazioni con gomma riciclata, ad esempio pannelli fonoassorbenti prodotti utilizzando la gomma dei pneumatici.

Insomma la gomma non è solo elastica, ma anche estremamente versatile, e per questo bene convive con il nostro variegato mondo di tecnologie e innovazioni. Se la cercate con una mente abbastanza elastica, la troverete in luoghi impensabili.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – pubblicità web

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La struttura d’acciaio del futuro

Il mondo dell’industria navale rimane sconosciuto ai più: ovvero ai non addetti ai lavori e ai non appassionati. Tutti sappiamo ammirare le navi che galleggiano indolenti attraccate al molo delle cittadine marine o fluviali ripensando ai versi baudelairiani: Quelle belle e grandi navi, impercettibilmente cullate, sulle acque tranquille,quelle navi robuste, dall’aria sfaccendata e nostalgica,non ci dicono forse, in una lingua muta: quando partiremo per la felicità?

Le aziende che si occupano di inox nautica questa domanda se la fanno spesso. E sarebbero decisamente più felici se molti di noi optassero per acquistare un’imbarcazione, aumentando così i loro fatturati. Ma anche se non possediamo una barca, la progettazione carpenteria e la sua costruzione sono processi che possono catturare il nostro fascino. Per esempio, avete mai visto costruire una carena? Si tratta della parte immersa dello scafo che si trova, quindi, al di sotto della linea di galleggiamento. Sembra la pancia di una balena, se non che è spesso costruita con acciaio inox. La parte fondamentale della nave risulta pertanto di struttura acciaio inossidabile, per evitare le naturali corrosioni che hanno luogo quando un materiale rimane spesso immerso in acqua.

Per costruire navi e imbarcazioni, fino a duecento anni fa non c’erano dubbi: si usava il legno, oggi l’acciaio è diventato invece il signore nel settore. Ma perché non può essere utilizzato il semplice ferro e si necessita invece di chiamare in causa una lega inossidabile? Il ferro allo stato di metallo puro non è idoneo per l’impiego a bordo. L’acciaio è molto più solido in quanto è una soluzione solida di atomi di carbonio in una matrice di atomi di ferro e la sua resistenza è incomparabilmente più alta rispetto a quest’ultimo.

Ma ovviamente il settore dell’industria in cui l’acciaio è maggiormente utilizzato non è quello nautico, bensì quello delle autovetture. Le automobili sono dotate di strutture in acciaio, ma ora c’è chi anche sostiene che l’auto del futuro sarà di polipropilene. I pannelli e le portiere delle nostre auto non saranno più d’acciaio ma di questo materiale in versione espansa, leggero e resistente che attualmente viene impiegato soprattutto nel settore degli imballaggi. Se verrà utilizzato per costruire i telai delle autovetture sarà possibile risparmiare miliardi di litri di carburante ogni anno. In attesa di questa, come di tante altre, innovazioni in cantiere che non sempre giungono al consumatore finale, possiamo definire l’acciaio un materiale essenziale all’industria automobilistica. Certo che per ora, lavoratori nel settore della carpenteria dei metalli sono molto ricercati e nessuno prende sul serio l’ avvento massiccio del polipropilene. Una funzione, comunque, rimane saldamente riservata all’acciaio anche nel prossimo futuro, quella di costituire le strutture dei grattacieli che sono in acciaio e tali rimarranno, per la gioia e la sicurezza a tutti coloro che ci abitano e ci lavorano.

Insomma, gli esperti della lavorazione dei metalli sostengono che l’acciaio per un bel po’ continuerà a fare parte della nostra vita, e questo si capisce anche osservando l’enorme mole di ricerca che viene compiuta intorno a questo materiale, ricerca finalizzata a scoprire sempre nuovi modi per rendere l’acciaio più efficiente ed ecocompetitivo.

Di quale nazionalità sarà il futuro dell’acciaio? Si tratta di una questione molto complessa. La Cina si prospetta un colosso come in molti alti settori,ma anche la sua sorella asiatica, l’India, non è da meno. La posta in gioco economica è molto consistente e siamo tutti con gli occhi rivolti a quel grattacielo chiamato futuro e alle sue strutture d’acciaio.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl comunicazione impresa

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Tecnologie contemporanee con radici antiche

In fondo non abbiamo idea di cosa significhi vivere senza luce elettrica, ce l’abbiamo sempre avuta, salvo durante i black out o quando ci avventuriamo in vacanze campeggio armati di torcia, che comunque ci fornisce luce. Ma ci sono tutta una serie di altre innovazioni che fanno parte della nostra esistenza quotidiana che non destano nessun stupore in noi. Hanno sempre fatto parte della nostra vita, come potremmo notarle?

Più si studia la storia più sembra che i popoli del passato abbiano inventato prototipi rudimentali delle nostre attuali tecnologie. Da alcuni studi storiografici, per esempio, sembra che i Fenici già utilizzassero tecniche sofisticate di tessitura e di tintura. Infatti, i Fenici sono storicamente famosi per la scoperta e l’utilizzo della porpora, una specie di pigmento rosso estratto da molluschi. Nelle aree in cui i Fenici erano soliti commerciare sono state rilevate quantità di merci commerciate con supposta produzione in serie, il ché fa pensare che questo popolo già conoscesse alcune tecniche serigrafiche. Certo che per arrivare alla progettazione e realizzazione delle prime macchine serigrafiche documentabili dobbiamo attendere i primi del ‘900.

La tecnica serigrafica prevede che si realizzino immagini su qualsiasi materiale tramite l’utilizzo di un tessuto, che originariamente era di seta (da qui il termine serigrafia). Il processo prevede che si depositi dell’inchiostro su un supporto attraverso le aree libere dzl tessuto, in modo che sul supporto venga a formarsi l’immagine progettata.

Al giorno d’oggi la serigrafia è una tecnica utilizzata sia a livella artigianale, industriale che artistico. In ambito commerciale è usata principalmente per stampare immagini su tessuti di seta,, cappelli, sciarpe ceramica, vetro, carta, metalli, legno, materie plastiche, cd e dvd.

Ma l’ultima frontiera della stampa, soprattutto della stampa veloce si può dire siano le macchine da stampa flessografiche. Queste ultime sono necessarie per la stampa delle etichette che ormai fanno parte di quasi ogni oggetto che popola la nostra esistenza. La stampa flexo è utilizzata principalmente per la stampa di imballaggi, e quindi nelle macchine packaging, anche se da diversi anni ha iniziato ad essere usata anche per la stampa di quotidiani. Le macchine per imballaggio sfruttano le potenzialità di questo tipo di stampa. La matrice, che è flessibile come dice il nome flexo, viene avvolta ad un cilindro che viene ricoperto di inchiostro. Dopo di ché esso rilascia la stampa sul supporto tramite pressione. Tramite questo processo è possibile stampare su vari materiali e, in particolar modo, risulta efficace per la stampa su cartoni ondulati e su superfici ruvide, come per esempio gli imballaggi. Le taglierineribobinatricisono ovviamente parte dei macchinari necessari alla produzione di etichette per imballaggio e imballaggi veri e propri.

Insomma, dai Fenici fino a noi, se ne è fatta di strada! La tecnologia avanza e così la capacità degli esseri umani di realizzare prodotti sempre più vicini alla propria idea iniziale, mentre gli antichi, la maggior parte delle volte, dovevano accontentarsi di produrre artefatti abbastanza lontani dalla fantasiose idee che solcavano la loro mente. Oggi, spesso, la tecnologia ci conduce alla situazione opposta: ci permette di realizzare prodotti che, per precisione e efficacia, sorpassano la nostra pur fervida immaginazione.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – Search Marketing

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Piccole scaramucce immobiliari tra Cenerentole e Zii Paperone

Il mondo degli immobili è molto vasto e per orientarvisi bene bisogna avere le idee chiare su cosa si cerca prima di avventurarvisi. Se non si è alla ricerca di casa da soli il primo consiglio è chiarirsi bene le idee insieme al nostro partner, alla famiglia o comunque ai nostri futuri coinquilini. Non si va da nessuna parte, infatti, se non si sa cosa si sta cercando. O meglio, si va in giro, ma a zonzo, non veramente intenzionati a trovare casa. Non è necessario avere l’idea di una casa ideale in testa, dobbiamo infatti essere pronti ad accettare che la realtà non è plasmata dalle nostre idee, ma, semmai, sono le nostre idee che si devono adattare, almeno in parte alla realtà. Quindi, il consiglio per ottimizzare il tempo della ricerca ed evitare di fare un buco nell’acqua è capire quali sono le necessità e le priorità comuni. Questo confronto di partenza non ci renderà necessario confrontarci poi con il dilemma di come rispondere al sorriso smagliante dell’agente immobiliare che ci mostra una casa che non ha nulla a che fare con quello che cerchiamo, per sostanza o … per prezzo.

A proposito di prezzi, definire un budget al di sopra del quale non si può o non si è disposti ad andare è molto indicato quando si ha a che fare con immobili in affitto; può essere anche utile capire da subito se il proprietario è disposto a trattare … Nonostante la priorità della questione è sconsigliabile uscirsene fin dall’inizio con una domanda troppo diretta sulla trattabilità del prezzo. Bisogna sapere ritagliarsi lo spazio in cui poter fare simili richieste senza suonare sfacciati e, pertanto, senza essere condannati in partenza ad una risposta negativa. Con gli immobili in vendita bisogna adottare le stesse attenzioni, se non maggiori, rispetto a quelle che prendiamo con gli immobili in affitto. Tendenzialmente, le trattative saranno più lunghe. La posta in gioco, infatti, è più alta e pertanto anche la contrattazione seguirà un iter più lungo e, speranzosamente, anche diplomatico. Per lo stesso ordine di ragioni, la vendita e affitto bilocali dovrebbe richiedere, in linea teorica, meno impegno sul fronte della negoziazione rispetto alla vendita e affitto ville. Ma, come sempre, dalla teoria alla pratica ci sta un bel salto, pure acrobatico e, soprattutto, vi sta, quasi dimenticata, la variabile soggettiva. Insomma, c’è chi si ostina per vocazione e chi no.

L’ostinazione per vocazione nella contrattazione immobiliare riguarda tendenzialmente la richiesta di sconti minimi sul prezzo e, dall’altra parte, il rifiuto di concederli. E’ chiaro che definire ingente una spesa dipende da quante banconote affollano il portafoglio dell’aspirante acquirente, o dal potere immateriale della sua carta di credito. Rifiutarsi di acquistare, o rifiutarsi di vendere, per variazioni o mancate variazioni minime sul prezzo, non ha a che fare con il portafoglio, ma con la testa di chi armeggia con il portafoglio.

La teoria, che come abbiamo detto dimentica spesso e volentieri le variabili soggettive, prevede che le negoziazioni siano più lunghe per la vendita e affitto capannoni che per quanto riguarda immobili meno costosi. Ma la realtà è molto diversa, può essere che la vendita e affitto monolocali richieda più tempo e contrattazioni che la vendita di un appartamento in un palazzo storico veneziano,anche se grasso è il portafoglio di chi tratta. Ma avere tanti verdoni, ben insegna Paperon De Paperoni, non ci rende necessariamente più larghi di manica. Mai dimenticare l’un magico centesimo dal quale alcuni di noi sono partiti. E, a volte, galeotto questo centesimo o, almeno, uno simile, si perdono le staffe nella vendita e affitto uffici, magari di aziende con grandi fatturati e lavoratori con contratti precari. Se, come me, perplessi vi chiedete come ha fatto lo psicanalista a fallire così miserabilmente con questi personaggi che si angustiano intorno a quello che per loro è così poco, non sentitevi troppo ignoranti: anch’io a lungo ho ignorato quanto piena di insidie fosse l’esistenza dei magnati del petrolio e quanto traumatizzante possa rivelarsi per loro aver perso il potere di imporsi, ops, scusatemi … lapsus freudiano: una manciata di centesimi. ..

Sara Barausse – Prima Posizione Srl Servizi Rimuovi Stopbadware

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Giro girotondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra… sulla pavimentazione antitrauma

Mettere il naso fuori dalla porta per conoscere il mondo: è quello per cui siamo nati ed è ciò che ogni bambina e bambino non vedono l’ora di fare. Certo, ci sono i più timidi, ma in fondo ognuno di loro è spinto dalla curiosità e brama di sfuggire dalla culla tranquilla e di allontanarsi dalle pur amate e accoglienti braccia dei genitori. Il mondo extra casalingo è sempre fonte di stupore per i bambini che sono alla ricerca di avventura e di spensieratezza. Soprattutto all’aria aperta.

Basta vederli come si divertono nei giochi parchipubblici. Un semplice scivolo, un’altalena e un palo, i giochi con cui hanno giocato anche i loro nonni scatenano coriandoli di allegria e un forte desiderio di essere felici insieme ai propri compagni di scorribande. Presi dall’euforia, i nostri piccoli esploratori dimenticano talvolta a casa il senso della prudenza, ma le cadute, che puntuali arrivano, li riportano in fretta sulla via della realtà. Che talvolta è dura e possiede un bel colore violaceo da ematoma.

Qualche broncio e qualche lacrima sono di certo inevitabili, ma molto deve essere fatto per la sicurezza dei nostri figli. E’ estremamente importante che i giochi per esterno siano non solo a norma di legge, ma anche progettati per diminuire il rischio degli infortuni. Le pavimentazioni dei parchi giochi devono essere antitrauma per minimizzare i rischi di lesioni da cadute dalle attrezzature di gioco. I giochi per parchi, infine, devono essere costruiti con materiali resistenti e non infiammabili, e possibilmente ecologici.
Il problema del commercio di attrezzature da gioco e giocattoli non a norma o contraffatti è una questione reale a cui vale la pena prestare attenzione. E’ importante acquistare giochi con marchi di sicurezza, possibilmente prodotti nel nostro Paese o nell’Unione Europea e realizzati con materiali ecologici e di provata non tossicità. Il marchio che certifica la sicurezza dei prodotti giocattolo è il CE, il quale purtroppo può essere facilmente contraffatto. Alcuni giocattoli semplicemente non recano questo marchio: magari sono meno costosi, ma potrebbero non essere stati sottoposti ad alcun test di sicurezza con i rischi conseguenti per i vostri figli.

Un altro marchio di certificazione è il “Imq” o “giocattoli sicuri”, che viene attribuito ai giocattoli dagli stessi enti che eseguono test di sicurezza sui prodotti. Inoltre, è fondamentale che i giocattoli rechino la giusta indicazione dell’età consigliata e quelli per i più piccoli non abbiano pezzi che si staccano facilmente rischiando di soffocare il bambino.

Insomma, i migliori amici dei bambini, oltre ai genitori, ai nonni e agli animali domestici sono i giochi, e per tale motivo devono essere fidati. E, a differenza che per gli esseri viventi, per l’arredamento parchi gioco e per i giocattoli esistono certificazioni che possono fornirci una sicurezza in più e un pensiero in meno quando osserviamo i nostri bimbi esplorare il mondo su e giù da una giostra. Insomma, scegliete giochi di fiducia… certificata.

Sara Barausse – Prima Posizione Srl – business plan

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Trasportare, proteggere e abbellire: dentro il versatile mondo degli imballaggi

Avete mai fatto un trasloco? Se sì saprete di certo di cosa si tratta. Ma anche se avete sempre vissuto a casa con i vostri genitori,che non si sono mai mossi di lì, saprete di cosa sto parlando. Infatti, a meno che non viviate in qualche remotissima isola deserta, che in quanto tale non vi può ospitare, avrete messo almeno una volta il naso e le mani dentro un supermercato. Tutto, o quasi, ha bisogno di essere imballato. A proposito di isola deserta, basterebbero anche un po’ di foglie di palma.

L’imballaggio è veramente dappertutto. Nelle forme e nei design più svariati. Materie prime (come le foglie di palme con le quali nei paesi tropicali si confeziona il cibo tradizionale) o materiali prodotti a seguito di una progettazione industriale . Più o meno un grande fratello che invece di scrutare protegge e conserva i nostri cibi, vestiti, libri, elettrodomestici e tecnologie varie durante il loro viaggio verso il luogo di vendita.
Pensate all’imballaggio alimentare: non riguarda solamente i cibi industriali, ma anche, per esempio i prodotti ortofrutticoli. Quando facciamo la spesa nei supermercati possiamo scegliere tra il munirci di guanti e sacchettino e selezionare la frutta e la verdura che desideriamo e l’acquistare i pacchetti preconfezionati. I charter dell’ortofrutticolo, insomma.

Dal punto di vista ecologico è importante che gli imballaggi siano costituiti da materiali facilmente riciclabili o smaltibili. Nella lingua tedesca esiste persino una parola per indicare il sovrautilizzo degli imballaggi rispetto all’effettiva necessità. Si chiama Verpackungsflut: l’eccesso di imballaggio dei prodotti commerciali. Se qualcuno si è preso la briga di inventare un termine significa che il fenomeno non solo esiste ma ha preso decisamente piede.

lavorazioni meccaniche di precisione permettono di produrre i prodotti tecnologici così come li conosciamo, ma talvolta anche l’imballaggio richiede una buona dose di impegno in fase di progettazione e lavorazione. Per molte merci, infatti, l’imballaggio è indispensabile. Alcune tipologie di imballaggi, per ottemperare alle loro funzioni, devono essere prodotte a seguito di una attenta progettazione industriale. Per esempio, il materiale da cui è costituito l’imballaggio alimentare deve essere a norma di legge e garantire la conservazione del prodotto fino alla data di scadenza indicata sulla confezione.

Ma quanto vasta è la categoria di imballaggio?

Esistono tre tipologie di packaging, a prescindere dal materiale utilizzato. L’imballaggio primario serve a vendere il prodotto singolarmente. Pensiamo, per esempio, ai contenitori dello yogurt, alle bottiglie di acqua o di vetro che ci permettono di contenere e trasportare l’acqua dovunque andiamo.
L’Imballaggio secondario è invece quella confezione che permette la vendita collettiva di un certo numero di unità. Una volta rimosso, resta il prodotto con il suo imballaggio primario. La tripletta di yogurt, per intenderci. L’imballaggio terziario, infine, è quello destinato al trasporto e pertanto nella maggior parte dei casi non arriva mai all’utilizzatore finale.

L’imballaggio insomma ha tutta una sua storia che non ripercorreremo qui, ma come fare a non nominare nemmeno le celeberrime bollicine di plastica? Quelli degli anni Ottanta sanno bene che una buona porzione della loro felicità infantile è derivata dallo scoppiarle allegramente fino a rendere l’imballaggio inutilizzabile!

Comunque, un vero imballaggio, almeno dal punto di vista etimologico dovrebbe essere rotondo; infatti imballare significa proprio avvolgere e tenere assieme a mò di palla un gruppo di cose. Insomma, contiene e protegge, un po’ come l’utero materno.

Infine, i cambiamenti della società si riflettono anche sulle caratteristiche dell’imballaggio. L’imballaggio primario di unità molto piccole si sta infatti diffondendo con il crescere della cosiddetta spesa dei single. La produzione e l’imballaggio di unità alimentari destinate a una singola persona piuttosto che a un’intera famiglia permette di diminuire gli sprechi di cibo altrimenti quasi inevitabili.

L’imballaggio, tra le varie cose, è anche il primo strumento di marketing, qui ovviamente ci riferiamo all’imballaggio primario. Infatti, l’imballaggio è la prima cosa che vediamo di un prodotto. Pensiamo alle confezioni dei biscotti o dei cereali che soggiornano a lungo sul nostro tavolo mentre noi facciamo colazione.

Insomma, l’imballaggio protegge e conserva le cose e, al contempo, le abbellisce e le pubblicizza; alla fine è un po’ quello che fanno i vestiti che indossiamo…

Sara Barausse Prima Posizione Srl – agenzia SEO

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Breviario di sopravvivenza immobiliare per studenti universitari: da leggersi preferibilmente prima di cercare alloggio.

Siamo in molti a fare parte della generazione di Google, quella che cerca il primo alloggio indipendente dal nido di mamma e papà cliccando su un motore di ricerca. Le combinazioni di parole utilizzate sono le più varie, c’è chi non ci pensa due volte e digita direttamente il termine “economico” seguito dall’accoppiata “posto letto” e il nome della città interessata e vede un po’ che cosa viene fuori. Chi scrive, invece, ha approcciato per la prima volta il mondo degli affitti tentando una query molto più generica: “immobiliare padova”.
A meno che non abbiate genitori intenzionati a investire su di voi e su una vostra lunga permanenza universitaria evitate di ricercare “vendita case padova”.

Per chi cerca casa, muovendosi nel frattempo tra un ostello e l’altro con un’auto zeppa di scatoloni pieni più di libri che di vestiti, la questione è chiara: non tutte le agenzie immobiliari appartengono alla stessa famiglia. Ce ne sono di affidabili e meno affidabili, un po’ come le persone a cui chiedi informazioni sul percorso più breve per arrivare all’ufficio di turno, c’è chi ti fa fare il giro del globo, chi ti manda direttamente al punto tramite la via più breve e chi onestamente ammette di non sapere. Il mio consiglio riguardo a come iniziare a cercare casa è provare intanto a farsi un giretto introduttivo sulla piazza di Internet.

Come sanno bene tutti quelli che ci vivono, Padova è più popolata da studenti e stranieri che da padovani. Il che significa: un cospicuo ammasso di gente alla ricerca di casa. Le case in vendita a padova hanno prezzi esorbitanti, come d’altronde nella maggior parte del nostro Paese.
Internet può aiutare a chiarire le idee, ma non è di certo l’unico strumento a nostra disposizione per cercare casa in affitto, oltre alle bacheche on line vi sono anche le bacheche cartacee e, ovviamente, le agenzie immobiliari.

Prima di recarsi di persona in un’agenzia, i più raffinati esploratori del Web e aspiranti inquilini tentano con una query come “proposte immobiliari padova” e si addentrano, virtualmente e poi fisicamente, nella giungla delle agenzie immobiliari. E come in ogni giungla prima di addentrarci dobbiamo tenere a mente alcune regole finalizzate alla nostra incolumità di viaggiatori non necessariamente esperti. Innanzitutto, dobbiamo tenere gli occhi bene aperti in quanto se non siamo veterani dell’equatore o dei tropici per noi la giungla non rappresenta affatto un luogo conosciuto né tantomeno immediatamente ospitale. Questo significa essere consapevoli che ci sono dei pericoli. Il fine, però, non è solo proteggersi dall’agguato della tigre, ma anche e soprattutto riuscire a camminare nella giungla facendoci strada fino a raggiungere ciò che cerchiamo: la nostra casa. Eh sì, perché sull’albero, vicino al lago o proprio sotto il cavalcavia che porta agli istituti universitari la nostra bella casetta può essere individuata anche grazie al valido aiuto delle agenzie immobiliari. Le prossime regole che elencheremo servono proprio come bussola per riconoscere, nell’intricato habitat equatoriale, la specie che cerchiamo: ovvero una buona agenzia immobiliare.

Una volta che avete rinunciato alla query “vendita immobili padova” siete pronti a lanciarvi nel mondo dei contratti di locazione.

Innanzitutto, di fronte ad uno sbandierato libretto universitario, immacolato o meno,una buona agenzia immobiliare non può che proporti quello che meriti e di cui hai pieno diritto: un contratto studentesco. Dovete infatti sapere che esiste la possibilità di detrarre fiscalmente le spese dell’affitto dalla dichiarazione dei redditi propria o della famiglia, qualora voi studenti foste a carico dei genitori. La detrazione è pari al 19% del canone pagato e si calcola su un importo non superiore a 2.633 euro. Per usufruire della detrazione è necessario che lo studente sia considerato appartenente alla categoria dei fuori sede, ovvero che l’università si trovi in un comune distante almeno 100 chilometri da quello di residenza, in una provincia diversa da quella dell’università in questione. Il contratto di locazione deve essere stipulato a canone “convenzionale”, ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431. Inoltre, l’importo del deposito cauzionale non può superare tre mensilità del canone pattuito, mentre rimane possibile concordare un deposito di entità minore.

Insomma, se anche voi come me avete cercato su Google almeno una volta “agenzia immobiliare Padova” fate in modo di dirigervi da coloro che vi aiuteranno a cercare casa muniti di idee chiare su quali sono i vostri diritti. Così saprete immediatamente distinguere chi lavora nel loro rispetto da chi, invece, sarebbe felice di trovare in voi meno consapevolezza. Incontrerete certamente tante persone oneste che vi forniranno una buona consulenza. Ora non vi resta che iniziare a cercare quello che volete, tramite Internet, bacheche cartacee e agenzie immobiliari. Buona esplorazione!

Sara Barausse

Prima Posizione Srl – marketing non convenzionale

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Per una raccolta differenziata dei mozziconi di sigaretta

Gli articoli di giornale ci ricordano che i voli low cost sono estremamente inquinanti perché la loro economicità ci induce a prendere un aereo quando potremmo benissimo saltare su di un treno. Durante la spesa ci rendiamo conto che una buona fetta dei cibi che troviamo nei supermercati non solo non rientrano nella categoria “chilometro zero”, ma provengono dall’altra parte del globo (e spesso e volentieri costano meno di quelli prodotti sotto casa nostra). L’abbigliamento importato che la maggior parte di noi indossa, magari marchiato made in Italy, pagato pochi euro al mercato, alla boutique o ai grandi magazzini viene spesso prodotto con processi altamente inquinanti in paesi lontani dal nostro, da lavoratori costretti a condizioni lavorative schiavistiche. In quanto abitanti del primo mondo, pertanto, siamo responsabili di una gran quantità di inquinamento indiretto e, in prima persona, di una gran quantità di rifiuti che contribuiscono, se inceneriti, a produrre quell’ammasso di polveri purtroppo solo parzialmente rese innocue dai depolveratori.
E’ dunque proprio vero che tutte le cose belle, o almeno economiche, fanno male? E l’Europa cosa sta facendo a questo proposito?

Una dopo l’altra le città europee si convincono che il blocco del traffico è una necessità reale al fine di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e non solo. Nei pochi bar che riservano ancora una zona ai fumatori vengono installati impianti di ventilazione che permettono il trasferimento di aria “buona” dalle sale dei non fumatori a quelle dei fumatori. Allo stesso modo sono molte le industrie che cercano di limitare il proprio impatto ambientale installando dei filtri che diminuiscano l’inquinamento aereo. La depurazione dell’aria, e non solo, diventa una priorità, sia a livello locale che globale.
Ma né il blocco del traffico, né i filtri industriali, né tanto meno la rinuncia al weekend low cost o alla maglietta cinese costituiscono una risoluzione alla complessa questione dell’inquinamento. Il problema è di tipo sistemico e in tal modo va affrontato. Non basta un trattato di Kyoto, a fortiori considerata la fine che ha fatto, né lo sviluppo di una coscienza ecologica nelle generazioni future, perché l’aria è cattiva adesso, e non solo l’aria, ed è necessario intervenire adesso, come si sta cercando di fare . L’idea è che depurare l’aria non basta, bisogna impedire che essa venga inquinata, anche dai singoli individui, non solo dalle industrie. Per esempio, ben vengano i cosiddetti “aspiratori fumi”negli esercizi commerciali , ma iniziare a chiedersi se ha senso una legge che vieta ai minorenni di acquistare sigarette, ma poi permette loro di fumare indisturbati durante le ricreazioni scolastiche allarga l’orizzonte del problema dell’inquinamento, ma non vuole allontanarlo ad un indefinito futuro ecologico che non possiamo intravedere attraverso lo smog della Pianura Padana.
Ovviamente i grandi problemi non hanno soluzioni semplici né banali, ma talvolta banali e semplici idee possono fare molto. E’ facile concordare sul fatto che l’inquinamento dell’aria è solo in minima parte causato dal fumo di sigaretta. Ma dobbiamo iniziare a guardare in faccia la realtà: non possiamo chiederci di rinunciare ad ogni possibile viaggio low cost visto che le varie compagnie aeree ce lo propongono, ma possiamo batterci perché certe inveterate cattive abitudini vengano sradicate, per esempio quella di considerare il fumo, in particolar modo il dilagare di quello giovanile, un vizio piuttosto che quello che veramente è, un rischio non solo per la salute individuale, ma anche per quella della comunità. E gli aspiratori fumi sono solo un palliativo.

Se consideriamo ridicolo ritenere l’abitudine al fumo una causa importante di inquinamento dimentichiamo che un fumatore inquina non solo l’aria che respira e che respirano gli altri, ma anche il suolo pubblico se, come la maggior parte degli affezionati al tabacco, getta i mozziconi per terra. E non si tratta solo di una questione estetica. A Roma, infatti, c’è addirittura chi si è messo a fare i calcoli: ogni mozzicone di sigaretta misura in media tre centimetri, il ché all’anno va moltiplicato per un miliardo e 700 milioni di mozziconi gettati per terra. Se li mettiamo in fila arriviamo a 5 miliardi e 100 milioni di centimetri, ovvero 51 mila chilometri, più della circonferenza del pianeta Terra… E le sigarette finiscono anche in mare, inquinando le nostre coste e la nostra acqua. E allora, ben vengano impianti ventilazione nelle aree fumatori, ma anche una reale politica di dissuasione rispetto al fumo unita alla pratica della raccolta differenziata dei mozziconi ci ricorda che non si smette di inquinare nel momento in cui la sigaretta finisce.

Sara Barausse
Prima Posizione Srl – multimedia

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L’importanza di capire da dove veniamo e chi siamo : l’albero genealogico.

Secondo la psicogenealogia l’uomo non è altro che un insieme di emozioni, relazioni, affetti; tutte queste condizioni influenzano e ci mettono in connessione con la nostra famiglia, alla società che ci circonda e di conseguenza alla religione, alle maggiori istituzioni, alla cultura.

Molto spesso accade proprio il contrario, la persona viene cioè considerata come un’entità isolata e sé stante e i suoi problemi sono visti come l’incapacità di avere delle buone relazioni con gli altri, a partire nei rapporti affettivi a quelli lavorativi e familiari. In questo modo l’individuo viene considerato come sconnesso dalle proprie emozioni, senza alcuna possibilità di modificare la propria vita, anzi in completa balia del proprio destino. La psicogenealogia invece ci insegna che ognuno di noi eredita un bagaglio biologico preciso, una specie di impronta biologica ed emozionale. Questo sistema funziona un po’ come una ragnatela che ci rende inconsapevoli nelle scelte e dell’ ansia depressione .

Una trappola che ci impedisce di essere ciò che veramente vogliamo essere o desideriamo, anzi ci è proprio impossibile capire anche i nostri desideri. È una trappola che non si riesce a comprendere di cui non si è consapevoli di vivere e che crea non pochi problemi, tutte le nostre insoddisfazioni, nevrosi, malattie, conflitti e paure provengono da qui. Si tratta quindi di prendere coscienza e di individuare la ripetizione di questi meccanismi presenti le proprio albero familiare da generazioni; dinamiche e comportamenti che si ripetono manifestandosi in sofferenze e conflitti, delle vere e proprie prigioni affettive. Anche le costellazioni familiari e ricerca genealogica sono uno strumento utile per indagare questi meccanismi nascosti che ci inchiodano a vivere una vita che non è nostra.

Comprendere questi meccanismi è il primo passo verso la liberazione e la vera guarigione, il compito nella vita è quello di cercare in tutti i modi e con tutte le energie di essere semplicemente quello siamo. Jodorowsky è uno dei più importanti portavoce di questa forma di conoscenza, ha infatti elaborato la famosa Psicomagia. Si tratta di una forma d’arte e di interpretazione che porta alla guarigione dell’individuo, attraverso un ‘geto poetico’, un’azione precisa liberante, che in apparenza non ha logica ma che ha un profondo impatto con il nostro inconscio. Questo porta la persona a percepire la propria realtà , così com’è a partire da un nuovo punto di vista. È una specie di copione magico che va aldilà della nostra razionalità e consapevolezza e che colpisce la nostra natura più nascosta e più vera, portandoci ad un cambiamento tangibile, che porterà nelle nostre vite luce e la coscienza del presente passato futuro.

Per chi vuole approfondire e iniziare questo cammino di scoperta si consiglia di iniziare ad acquisire maggiori informazioni riguardo al proprio albero genealogico, a partire dai nostri fratelli e sorelle, genitori e zii e zie e nonni arrivando fino ai bisnonni. Si annoteranno quindi i nomi e cognomi, le date di nascita e di morte, di matrimonio, le separazioni e i divorzi, gli aborti, le professioni e il livello culturale. Questi sono tutti utili per definire il patrimonio trasmesso, tutto quello che ci è arrivato e che abbiamo ereditato. Buon lavoro allora e vedrete che le ‘coincidenze’ non saranno poche.

Articolo a cura di Elena Tondello
Prima Posizione srl – inserimento motori http://www.prima-posizione.it/wp/registrazione-motori-ricerca.html

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I suoni delle Dolomiti, un evento di musica tra le più belle montagne

Le Dolomiti sono situate nel nord est dell’Italia, queste montagne hanno una struttura geologica particolare ed unica. Oggigiorno sono considerate dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, a partire da agosto del 2009 sono state dichiarate un sito naturale di importantissimo prestigio. Il nome Dolomiti viene dal famoso geologo francese Déodat Gratet de Dolomieu che fu il primo a descrivere la roccia, un tipo di roccia composta da carbonato doppio di calcio e magnesio e che da alla montagna la sua inconfondibile forma e colori. Ma le Dolomiti non sono solo una meta turistica, conosciute nel mondo per lo sci, le gite ed escursioni o dolomiti mountain bike o ancora per fare delle scalate indimenticabili. I posti più importanti e più frequentati sono: Rocca Pietore situato vicino al ghiacciaio della Marmolada, le città di Alleghe, Auronzo, Falcade e Cortina d’Ampezzo e i villaggi di Arabba, Ortisei e San Martino di Castrozza e ancora le Valli di Fassa, Gardena e Baldia. Le Dolomiti mantengono un’importante cultura e si può gustare nel corso di questo unico evento in estate: i Suoni delle Dolomiti.

Quest’anno il Festival comincerà il 3 luglio con l’evento Dolomiti d’Incanto, una speciale manifestazione dove sedici migliori cori del Trentino suoneranno e canteranno in omaggio di questa bellissima terra. Questo primo evento vedrà i diversi corsi cantare allo stesso tempo in ben quindici diverse vette e sommità, immersi in un’atmosfera indimenticabile. Nel corso di questa particolare ed interessante evento i rifugi rimarranno aperti per ospitare il pubblico, insomma ecco il giusto connubio e un buon motivo per un last minute dolomiti.
I suoni delle Dolomiti è un lungo viaggio tra i sentieri delle montagne, immerse nella natura e nella musica e nell’arte, con un paesaggio mozzafiato e l’eco e le vibrazioni dei suoni degli strumenti e quelli della natura e i suoi silenzi: un perfetto matrimonio per i nostri sensi. Lo slogan di questo evento è chiaro e suggestivo: ‘suoni e voci della terra raccolte là dove la terra si avvicina al cielo’. È un tipo particolare di spettacolo, dove il pubblico la musica e la montagna sono un’unica cosa, per una notte sono uno speciale connubio di sensazioni ed emozioni e offerte montagna. Nell’aria si respira un’atmosfera unica e una passione sincera e attenta per le avventure fisiche e spirituali, il pubblico cammina e si avvicina alla meta. Non c’è solo una sola lingua o una sola cultura, è un insieme di diverse musiche e armonie: dalla classica al jazz, dai cantautori ai cori, dalla musica etnica e quella contemporanea, dal teatro alle storie narrate. Il concerto è l’incontro tra musica e natura, i musicisti portano i loro strumenti e si siedono sull’erba o sulla roccia e suonano tra il pubblico in un contesto incontaminato. La musica è il linguaggio universale e la montagna è lo spazio libero: il Festival è questo. Nel 2010 per citarne solo alcuni, hanno partecipato Marco Paolini con le letture di Jack London, Dave Douglas Trio e l’Orchestra di Piazza Vittorio.

Articolo a cura di Elena Tondello
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Gabicce Mare e i suoi parchi

Tra le tante località balneari della riviera marchigiana e romagnola, Gabicce Mare si distingue per un paesaggio mozzafiato, che ne fa la meta prediletta degli amanti del mare e della natura.

Il mare, innanzitutto, a Gabicce è una vera garanzia: le spiagge attrezzate e il mare limpido rendono la cittadina marchigiana il luogo ideale per chiunque voglia trascorrere una vacanza rilassante, avendo la sicurezza di fare il bagno in un’acqua pulita, soggiornando in unhotel gabicce mare. Nel 2009, infatti, Gabicce ha ottenuto la Bandiera Blu, un importante riconoscimento che viene assegnato ogni anno alle località con il mare e le coste più pulite e accoglienti d’Italia. Dal 1987 Gabicce ha ricevuto tale riconoscimento per ben 17 volte, confermando di essere una cittadina particolarmente attenta al benessere dei suoi cittadini e dei turisti e alla salvaguardia del suo territorio.

L’area in cui sorge Gabicce si distingue da altre zone della riviera marchigiana e romagnola per la conformazione delle sue coste: non solo lunghe spiagge sabbiose, ma anche scogliere e costa alta, per accontentare i gusti di tutti e fornire un panorama unico, che si può ammirare al meglio dall’alto di Colle San Bartolo, all’interno del Parco Naturale di San Bartolo. Ed ecco che arriviamo ad un altro punto a favore di Gabicce Mare: la cittadina fa infatti parte del Parco Naturale di San Bartolo, uno dei parchi più belli d’Italia, e non c’è dubbio che molti turisti scelgano di visitare Gabicce anche per l’immenso patrimonio faunistico e floristico del parco.

Istituito nel 1994, il parco comprende, oltre che il comune di Gabicce, anche Pesaro, ed è particolarmente degno di nota perché presenta un paesaggio unico se paragonato a qualsiasi altra zona della costa Adriatica, e suggerito per fare le proprie vacanze a gabicce.Qui si trovano infatti falesie e grotte, difficilmente rintracciabili in altre zone, ed alte colline sul mare che lasciano spazio a strettissime spiagge di ghiaia. In particolare, si possono distinguere due zone: la falesia viva e il versante interno. La falesia si presenta come un susseguirsi di speroni, valli e pareti a strapiombo, con cime che arrivano fino ai 200 metri, ed è interessante anche dal punto di vista geologico, dato che vi sono stati ritrovati dei pesci fossili e dei cristalli di gesso. La zona interna presenta invece varie zone coltivate (a vigneti e oliveti) e file di alberi e siepi.

Il parco custodisce numerose specie di piante ed animali, che ne fanno una riserva naturale particolarmente interessante. Alcune specie di piante, come il “Pino marittimo”, sono rare e non sorgono in nessun’altra zona delle Marche, ma numerose sono le altre piante, più o meno rare, che ricoprono la falesia e le zone meno scoscese. Ci sono anche delle zone boschive miste, che contribuiscono a rendere il paesaggio vario e affascinante adatto per concedersi il relax agosto. Per quanto riguarda la fauna locale, il parco ospita molte specie di rettili e anfibi, e la zona è interessata dalla presenza e dalla migrazione di varie specie di uccelli, tra cui il falco pellegrino, che è ritornato sulla falesia dopo una lunga assenza. Dagli anni Novanta la zona ha ricominciato ad essere popolata anche da alcune specie di grandi mammiferi, che le ampie coltivazioni del territorio avevano contribuito ad allontanare, e nei boschetti del parco è ora possibile avvistare anche dei caprioli.

Articolo a cura di Elena Tondello
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Soffri nel guardare un prelievo? Guarda che ti passa!

È abitudine e consuetudine per molti quello di girarsi evitando di puntare gli occhi sulle siringhe.In questo modo si crede di provare meno dolore proprio perché non si guarda, ma un recente studio afferma esattamente il contrario. Secondo questa originale ricerca il risultato risulta infatti in contro tendenza, rispetto a questa diffusa abitudine. Sono gli stessi infermieri poi a consigliare di girarsi quando si effettua un prelievo del sangue, soprattutto nel caso in cui si sia sensibili all’argomento. La ricerca riguarda uno studio portato a termine dall’Università di Milano Bicocca e dell’University College di Londra, la notizia è stata successivamente pubblicata su Psychological Science (una rivista che si occupa appunto di scienza). Questa ricerca ha dimostrato che guardare il nostro corpo nel momento in cui si vive un’esperienza dolorosa porta ad un’azione antidolorifica.

La percezione in tutto questo riveste un ruolo fondamentale, osservare e percepire quello che sta accadendo addirittura fa sentire meno dolore. Una notizia che certamente sconcerta e che fa tremare soprattutto i più sensibili, quelli che alla sola visione di uno di quei filtri per siringa, già tremano al pensiero. Ma ecco i dati dell’esperimento condotto: è stato portato avanti da Flavia Mancini (dottoranda di psicologia presso l’ateneo di Milano) nei laboratori di Londra con l’ausilio di 18 volontari. I volontari tutti sani al momento del test, è stato testato quanto caldo deve essere un oggetto affinché venisse percepito come doloroso, tutto questo in diverse condizioni.

I ricercatori hanno quindi sondato e capito se si verificavano cambiamenti per quanto riguarda la soglia del dolore percepito in relazione al fatto che vi fosse o meno il contatto visivo con quello che stava accadendo. In pratica verificando le reazioni del partecipante guardando o meno la parte dolorante, e inoltre ingrandendo o diminuendo l’area visiva con l’aiuto di uno specchio. Si è notato e si può notare anche osservando il video stesso, che nel momento in cui i volontari del test guardavano la parte dolorante, in questo caso la mano, lo stimolo doveva essere di 3 gradi centigradi superiore (quindi più caldo) rispetto a quando questi non guardavano direttamente la ferita ma altrove. Si è osservato inoltre che aumentando le dimensioni della parte stimolata, il dolore che veniva percepito diminuiva, al contrario meno i partecipanti riuscivano a vedere la propria mano maggiore era il dolore che il partecipante percepiva, questo era proprio collegato in base alla grandezza naturale dell’oggetto stesso che veniva usato.

Questo studio conferma ancora una volta l’importanza dei nostri sistemi sensoriali e percettivi, in particolare alla vista e quindi della relazione tra questi e il dolore e usarlo anche nei macchinari medici quali la tac o in altri nuovi macchinari quali gli accessori gascromatografia. Questa importante scoperta potrà essere applicata anche in altri settori e soprattutto in campo clinico e applicativo, come confermano gli stessi psicologi e studiosi del campo.

Articolo a cura di Elena Tondello

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Il Salone Internazionale dell’auto di Parigi e la mostra della’auto d’epoca

L’anno scorso si è svolto un importante evento per il mondo dell’automobile, a Parigi nel corso del Motor Show è stata creata un’esibizione speciale dal titolo un’incredibile collezione (l’Incroyable Collection 2 in francese) di pezzi unici, cioè di veicoli e modelli di auto del passato prestati per l’occasione dai più importanti musei del mondo.

Nell’ultima edizione di questa importante esposizione universale erano esposte molte automobile classiche all’interno del Padiglione numero 8, un’incredibile vetrina di questi modelli, che oggigiorno si possono considerare ottime soluzioni per il noleggio auto per sposi, erano visibili al pubblico della fiera. Era interessante poter ammirare tutte le collezioni e l’importanza dell’eredità del design che ancora oggi influenza i modelli attuali. Nel corso del Motor Show di Parigi del 2010, in particolare nel corso della mostra dedicata alle macchine d’epoca, si potevano vedere vecchi prototipi delle diverse compagnie automobilistiche presenti, la storia della loro invenzione e lo sviluppo dell’idea, la genesi e il processo di creazione dei più importanti modelli del passato, i loro cambiamenti nel corso degli anni. Insomma un vero excursus sul mondo dell’auto e del design.
I partecipanti a questa iniziativa potevano ammirare modelli e prototipi delle più importanti case automobilistiche al mondo. C’erano la francese Citroën con il modello C4 e il suo primo modello del 1931 (un modello familiar a 7 posti!) e i modelli sono stati dati dal Le Conservatoire, la Peugeot con la storia della berlina 404 modello creato nel 1967, la Renault con la 40CV del 1924 fino ad arrivare alla R5 Maxi Turbo del 1985, l’italiana Alfa Romeo che mostrava i vari modelli della Giulietta (un auto adatta e di moda per il
noleggio macchine per matrimoni), Mercedes-Benz che grazie ai modelli del Museo di Stoccarda ha esposto il modello 300 SL creato nel 1955, la americana Jeep Chrysler con automobili direttamente dal Chrysler Museum del Michigan tra i quali il Willys Station Wagon del 1946, la tedesca Opel con la Kadett del 1938 dal museo di Rüsselsheim, la Mazda con modelli prestati dal Mazda museum di Hiroshima, la Mitsubishi e la Mitsubishi Auto Gallery di Okazaki e infine la Nissan con modelli dal DNA Garage di Zama. Una ricca collaborazione tra le maggiori case automobilistiche del mondo, in particolare italiane, americane, tedesche, giapponesi e francesi e musei e collezioni.
Oltre 40 affascinanti modelli che sono ormai delle vere e proprie opere d’arte e di design, grazie al contributo di musei e collezioni internazionali. I modelli erano esposti in una cornice speciale, proprio come in una visita di un museo. Questo evento conferma l’importanza del design e del suo sviluppo nella storia, che oggigiorno risulta essere molto apprezzato dai clienti e dagli amanti delle automobili, in particolare per il mondo del noleggio auto lusso padova, dove è possibile affittare il modello dei propri sogni.
La mostra si è confermata come un evento di successo e si spera che verrà ripetuta l’esperienza positiva anche per la prossima edizione del 2011. Questi modelli del passato sono la testimonianza di come ora è il design nella nostra epoca, sono un passaggio che descrive le tendenze, le mode e i gusti di generazioni.

Articolo a cura di Elena Tondello
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Come muoversi nel web e costruire un sito che funziona

Innanzitutto per iniziare a capire qualcosa di questo mondo tecnologico è indispensabile approfondire l’argomento con una guida Htlm. Qui si possono trovare tutte le informazioni per realizzare un sito al passo con i tempi. Quindi bisogna armarsi di pazienza ed imparare questo linguaggio, il linguaggio di internet.
Cos’è una pagina web? È una sorta di ipertesto , è in realtà un testo scritto e generato da un editor, che utilizza un linguaggio specifico in codice. Questi codici sono contenuti tra parentesi angolari, e sono delle frasi e parole particolari chiamate appunto tags. Questi codici devono essere formulati in modo corretto affinché il browser possa interpretarli e decifrarli correttamente. Il browser è un servizio che consente la navigazione e che quindi interpreta i codici htlm (che significa Hyper Text Markup Language) dove ci sono i diversi domini internet.
Quindi basta utilizzare un programma noto agli esperti marketing che serve a scrivere testi come il Blocco Note e salvare i nostri dati e codici in formato ASCII, un testo che non ha codici aggiuntivi. Gli editors visuali sono semplici ed intuitivi, quelli testuali invece richiedono una minima conoscenza da parte dell’utilizzatore per la realizzazione dei siti web. I tags in tutto questo sono la parte fondamentale di tutto il lavoro, sono parole chiave fondamentali per questo lavoro.
Perché il sito poi risulti accattivante, servono altri accorgimenti oltre a queste impostazioni propriamente tecniche. Innanzitutto l’argomento e la sua collocazione e posizione all’interno di internet. Quindi prima di tutto bisogna informarsi on line e visionare i siti presenti che già trattano l’argomento, quindi cercare di differenziarsi nei contenuti proposti magari andando a visitare anche siti internazionali per poter avere una panoramica dinamica della situazione. In questo modo tratteremo un argomento appetibile per i visitatori, attirati da nuovi suggerimenti ed idee. La chiarezza e la fruibilità di un sito sono elementi indispensabili per chi si occupa di web marketing, l’organizzazione delle pagine deve risultare chiara, collegata a capitoli ed indici precisi. Si possono anche aggiungere per facilitare la ricerca una mappa del sito stesso e un motore di ricerca interno, elementi utili anche per il booking on-line.

Un altro strumento importante sono le statistiche perché ci permettono di avere un’idea costante di come il nostro sito si relaziona con il pubblica, di quante sono le visite e i modi per ottimizzare più efficaci per ottimizzare le nostre pagine, in anche in base ai computer che ci visitano. Elemento fondamentale poi è il design vero e proprio del sito, oltre alla chiarezza quindi il sito deve avere dei requisiti di bellezza e design al passo delle mode. Anche nel mondo del web quindi ci si può sbizzarrire e le mode sono importanti fattori che determinano il buon andamento del nostro sito, in tutto questo un web design ci può di certo aiutare a creare al meglio le pagine web. Armatevi quindi di pazienza e creatività, iniziando a navigare in internet, visitando i siti più originali, prendendo spunti e idee che potrebbero fare al caso nostro. Si tratta di creare e disegnare una pagina, con elementi nuovi e accattivanti in grado di attirare la curiosità dei visitatori on line.

Articolo a cura di Elena Tondello
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Un vino di garanzia: il Valpollicella.

Chi di noi non conosce i vini della Valpollicella? L’amarone, il recioto in particolare, sono vini conosciuti nel mondo intero, tra i più pregiati della nostra penisola.

La terra della Valpolicella si estende a nord ovest di Verona, ed è la patria indiscussa della cultura enologica. In questa valle si è creato un clima e un microclima adatti alla coltura di viti, ulivi e ciliegie. Inoltre le temperature autunnali consentono il giusto appassimento delle uve in appositi contenitori che sono stati creati con un taglio laser ad hoc per l’uso. Sono millenni che questa terra produce bottiglie rinomate e di prestigio e numerosi sono i posti dove gustarli. Conosciuto già in epoca promana il Recioto con il nome di Retico ai tempi di Cassiodoro e del Re Teodorico e più tardi conosciuto con il nome di Acinatico. Il vino denominato Valpollicella Classico viene prodotto nei comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio e S.Pietro in Cariano. Si tratta di un vino dal colore rosso rubino, con un sapore amabile e un po’ asciutto, solitamente ha una gradazione alcolica di 11 gradi. Il recioto invece ha un colore più scuro, usando una terminologia tecnica, granato, il profumo è intenso e inconfondibile, la gradazione alcolica è più alta arriva ai 15 gradi, è un vino dolce che si abbina bene ai dessert. Per ultimo, anche se in realtà è il più conosciuto, è l’Amarone, un vino molto profumato e allo stesso tempo asciutto, ha un gusto di viole e mandorle ed è ottimo se abbinato a cene a base di carne e rossa e selvaggina.

Tutti questi vini vengono prodotti utilizzando i migliori prodotti e le attrezzature più all’avanguardia per ottenere un prodotto di vera qualità, un esempio sono le vasche in acciaio inox, necessarie per il mantenimento e lo stoccaggio del vino. Il Valpolicella classico si ottiene da uve del luogo di origine biologica, parte dei vigneti pluridecennali è della pregiata varietà detta Rondinella. E’ un vino che si deve consumare giovane se si vogliono apprezzare le caratteristiche, a temperatura di cantina e si può abbinare benissimo a diverse pietanze.

Nel Valpollicella Classico Superiore invece il gusto si affina grazie al processo di affinamento che si ottiene lasciando almeno un anno il vino in legno di rovere e poi per altri sei mesi in bottiglia, questo vino si accompagna bene a primi robusti e ricchi come anche a carni bianche e rosse a soprattutto ai formaggi.

Il recioto è un vino dove a differenza degli altri sopracitati si utilizzano i grappoli più spargoli, detti appunto recie da cui prende il nome stesso, questi raccolti all’inizio di ottobre vengono fatti appassire su dei graticci e lì restano fino a metà febbraio finché avviene la fermentazione ottimale (lo stesso procedimento si effettua anche per l’Amarone). In entrambi i casi la svinatura (lo spostamento del vino in piccoli fusti) si effettua proprio per dare al vino una maggiore gradazione alcolica, grazie proprio alla fermentazione (il materiale delle botti è simile a quello utilizzato per gli accessori per piscine in acciaio inox).

L’amarone resta comunque il vino per eccellenza conosciuto da molti e apprezzato nel mondo per il suo profumo e gusto inconfondibile.

Articolo a cura di Elena Tondello
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Rimini: un altro modo per conoscerla per tutti!

Rimini non è solo la città della vita notturna, ma è anche un luogo pieno di storia e di monumenti da ammirare.

Moltissimi sono gli itinerari turistici all’interno della città, una storia che risale persino a prima dell’Impero Romano. Una proposta innovativa per visitare questa bellissima città in completa ecologia è scoprire Rimini in bici. A Rimini infatti potrete trovare quasi un’”autostrada” per due ruote lunga 60 chilometri. Sono le piste ciclabili della città di Rimini, un’opportunità originale e salutare per scoprire, in sella, il lungomare e l’entroterra, dove si trovano anche molti alberghi per famiglie . Dagli splendidi villini “antesignani” del turismo balneare, alle aree verdi, dalla lunga striscia blu di mare fino al percorso che costeggia il fiume Marecchia e porta su verso gli splendidi borghi di Verucchio e San Leo.

La prima proposta è la cosiddetta ciclabile di Marecchia. Si parte dal mare e dalla storia dell’età romana e attraverso il fiume Marecchia si scopre il favoloso entroterra della romagna lungo la strada ciclabile, ben segnalata per la maggior parte dell’itinerario e numerosi sono i posti dove dormire a cesenatico così come a rimini.

Si potranno fare numerose deviazioni per scoprire i luoghi di sicuro interesse sia paesaggistico che storico-culturale: come la Madonna di Saiano, i borghi di Verrucchio San Leo, Torriana, Montebello, per citarne alcuni. Si sconfina nelle Marche attraversando il fiume, ma il fiume e la sua pista non finiscono nella scarna traccia che vi ho segnalato: a voi scoprire il resto.
Questa pedalata nel polmone verde di Rimini (circa 20 chilometri, consigliata per mountain bike e per peronse allenate) parte da Rivabella (deviatore del Marecchia) e, attraversato il ponte ciclopedonale di legno che varca il fiume, incrocia il parco XXV Aprile che conduce al ponte di Tiberio. Da qui si passa lungo l’antico alveo del fiume Marecchia fino a Villa Verucchio, attraverso uno splendido paesaggio fluviale fino a Saiano (Santuario). Il percorso può continuare fino a Novafeltria passando per Pietracuta (San Leo). Il fondo del terreno è per la maggior parte del percorso in ghiaia.

Per chi preferisce restare in città, una valida alternativa sono le ciclabili cittadine pavimentate. Si parte da piazzale Kennedy – Parco V Peep passando per il Centro Congressi. La partenza è splendida con vista sul mare in Piazzale Kennedy e poi si risale il parco Ausa nel verde. Attraversata via Roma, dove si può deviare anche sulla destra verso le antiche mura della città, la pista ciclabile costeggia l’anfiteatro romano e attraverso un varco nelle mura della città conduce nel cuore del centro storico a pochi passi dal Duomo. Ci si immette poi nel Parco Cervi, da cui si possono ammirare le antiche mura e l’Arco d’Augusto. Si prosegue nel parco sino a via della Fiera dove si trova il Centro Congressi, per arrivare al lago della Cava nel grande Parco in prossimità di via Euterpe, dove è possibile svolgere attività fisiche e ‘percorsi vita’. Trovare dove dormire in questo territorio è semplice basta contattare uno dei molti alberghi anche nella zona di cervia adriatica.

Se invece preferite la vista suggestiva del mare si consiglia la pista ciclabile che dal porto canale di Rimini costeggia il lungomare fino a Miramare, a pochi passi dalla spiaggia. Un percorso davvero suggestivo che vi incanterà di certo.

Articolo a cura di Elena Tondello
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La tua casa pulita più che mai!

Ci sono alcuni consigli per pulire al meglio la tua casa, in modo veloce e semplice con prodotti naturali e biologici. In particolare per la pulizia della cucina, del bagno senza dimenticare i pavimenti.
Questi consigli aiutano a mantenere la nostra casa come nuova. Prima di tutto è importante usare prodotti di buona qualità e pulire con una certa costanza i mobili e i pavimenti: quindi la prima regola è di essere pazienti e pulire al meglio la nostra casa con i prodotti migliori nel mercato per il trattamento pavimenti. Non è così semplice trovare dei prodotti buoni, bisogna saperli scegliere con cura nel fitto panorama di prodotti presenti nei nostri supermercati. Ci sono inoltre alcuni tipi di pavimenti che sono più difficili da trattare e richiedono più attenzione e cura nella pulizia.

In particolar modo il pavimento in legno richiede una pulizia quotidiana non indifferente. Il miglior modo per cominciare a pulire questo tipo di materiale è in primo luogo quello di rimuovere tutta la polvere presente prima di passare alla fase successiva dove si può utilizzare anche macchinari simili a quelli usati nella pulizia industriale. Poi è necessario spazzare ogni giorno in modo che ci sia meno da lavorare per i giorni successivi (la polvere e le piccole particelle sono i peggiori nemici per il nostro pavimento). Il passo successivo sarà la pulizia vera e propria, la procedura migliore è semplice e vanta una tradizione antica: l’aceto. Questo liquido possiede un’ottima composizione di acido base con un basso ph e sgrassa e pulisce con efficacia e anche con poche spese. Non c’è bisogno di diluirlo con acqua o altri liquidi, basta semplicemente metterlo direttamente sul pavimento o magari metterlo in un recipiente, immergere un panno, strizzarlo e il gioco è fatto: i nostri pavimenti si possono ora pulire come sempre. Si può usare anche una piccola quantità di aceto e metterla direttamente sul pavimento se è molto sporco. È possibile che si debba pulire diverse volte la superficie perché sia completamente pulito. In questo ci possono aiutare anche macchinari destinati a questo specifico compito. Inoltre questo tipo di procedura non richiede il risciacquo con acqua e con questo piccolo consiglio, che è anche economico, il pavimento sarà splendente. Si può anche mettere l’aceto all’interno di un contenitore spray e spruzzarlo sulle superfici da trattare e passare alla fine con uno straccio per asciugare. Con l’aceto inoltre si tolgono anche le macchie più difficili e il metodo è semplice e del tutto naturale.

Oggi è possibile anche usare prodotti biologici, ce ne sono molti in commercio a disposizione. Questi prodotti per la pulizia e detergenti di ogni tipo sono sostenibili ed ecologici, sono composti da elementi non inquinanti. Sono prodotti che permettono di inquinare meno il mondo circostante e anche di usare prodotti per la pulizia più sani, composti solitamente da agenti chimici aggressivi per il nostro organismo. Il sistema biologico usa solamente soluzioni naturali in grado comunque di pulire e profumare le nostre case e ambienti. Sono anche sempre più spesso utilizzati nell’ambiente industriale in particolar modo nei processi industriali alimentari, manifatturieri e dei trasporti sia in Europa che nel Nord America. Insomma la risposta alla pulizia tende alla nostra salute e a quella del nostro pianeta.

Articolo a cura di Elena Tondello

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I film del grande schermo e i ritardi della parola: un successo assicurato.

Il film Il discorso del re ha vinto molti premi nel corso dell’ultima edizione degli Oscar, alla 83ma cerimonia che si è tenute il 27 febbraio scorso a Los Angeles, al teatro Kodak di Hollywood. Il film ha ricevuto per l’occasione l’oscar per il miglior film dell’anno ma anche l’oscar per il miglior regista (Tom Hooper) e per il miglior attore (Colin Firth) e altri sette Golden Globes sempre per il miglior attore protagonista. Si tratta di un racconto storico, dove il protagonista Colin Firth, recita il ruolo del Principe Albert, Duca di York. Questo principe ha un problema particolare, è infatti balbuziente e per superare questo disturbo si rivolge a Lionel Logue, interpretato da Geoffrey Rush, uno strano ed originale terapeuta per la cura della balbuzie. I discorsi tenuti dal re e le sue difficoltà di espressione disturbano il pubblico nel corso delle sue apparizioni pubbliche. Il principe prova allora diversi terapisti nel corso della sua vita, ma tutti si rivelano degli insuccessi. Solamente il terapeuta australiano Lionel Logue, suggerito dalla duchessa, riesce a fare la differenza, i suoi trattamenti sono alternativi e la procedura fin dalla prima lezione ha i suoi frutti. Come quando gli fa leggere un pezzo tratto dall’Amleto ascoltando contemporaneamente un pezzo di Mozart e registrando la sua voce.

Questo è stato un duro lavoro e fin dal suo inizio vi furono dei problemi, ma i progressi sono evidenti e Logel trova e scopre anche le radici psicologiche della balbuzie, in particolare il principe rivela alcuni avvenimenti importanti della sua infanzia: il padre era molto severo, la repressione della sua tendenza ad essere mancino e altri eventi traumatici del suo passato come la morte del suo fratellino più piccolo, il principe John. Logue e il principe divengono presto amici e gli esercizi balbuzie continuano con successo. Questo è solo l’inizio del film ma è abbastanza per confermare che quando si parla di disturbi del linguaggio e problemi simili in un film il successo è assicurato.

Un altro esempio viene dalla storia di Forrest Gump, una commedia americana dei primi anni 90, basata sul libro di Winston Groom. Anche qui il protagonista Forrest Gump, interpretato da un bravissimo Tom Hanks, con delle patologie del linguaggio e in questo caso anche con un ritardo mentale e dei problemi fisici. Ma questi ‘problemi’ sono anche la forza e la peculiarità del personaggio. La storia rappresenta la sua vita fin dalla sua infanzia, un uomo semplice che viaggia nel mondo. Il film è stato un successo commerciale, e ha vinto anche numerosi premi alla 67ma notte degli Oscar, come miglior film, miglior attore per Tom Hanks, miglior regista (Robert Zemeckis), migliori effetti speciali. Il protagonista ha una sensibilità unica assieme ad una purezza e intelligenza confermate dalle sue stesse parole nel film: La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita! A volte un problema è un’opportunità unica.

Articolo a cura di Elena Tondello

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Appuntamenti e una storia in Grado di sorprendervi..

Grado è anche conosciuta con l’appellativo di ‘isola dorata’, questo perché è situata in una splendida laguna, circondata da moltissime piccole isole che la rende un paradiso per la natura e per l’arte. Inoltre nel corso dell’anno è possibile trovare ed assistere a molti interessanti manifestazioni, in particolare nel corso dell’estate questa cittadina si riempie di divertenti eventi.

Prima di tutti bisogna considerare la lunga storia che ha attraversato Grado: nel passato, fin dall’epoca Grado fungeva da porto per la città di Aquileia (una colonia romana conosciuta per il suo patrimonio archeologico), e così veniva considerata come una seconda Roma del nord Europa. Grado racchiude un’importante storia, qui è possibile visitare ed ammirare monumenti e palazzi ricchi di storia, in particolare nel centro della cittadina, come la Cattedrale Paleocristiana con il suo battistero ottagonale. Qui sarà semplice prenotare un hotel grado e godere così dello splendido paesaggio. In questo pittoresco villaggio è possibile anche vedere delle tradizionali case di pescatori. La pesca, sin dal passato, ha sempre costituito una parte importante per la vita cittadina, ed era prima di tutto il primo mezzo di sussistenza per la gente del posto, ancora ora è possibile ammirare lungo la laguna questi ripari dei pescatori chiamati casoni. Il pesce ha un ruolo fondamentale anche nella cucina e nell’arte culinaria locale, viene usato in diversi piatti in particolare per quello più rinomato boreto a la graisàna o boreto alla gradese, un antico piatto a base di pesce costituito, servito con gli asparagi di Fossalon, senza dimenticare i piatti a base di seppie e di pesce azzurro.

Grado è anche conosciuta per le sue spiagge (di sabbia fine e morbida), questa è un’area protetta e riconosciuta anche dal ministero come ‘Bandiera blu’, per la purezza dell’acqua. Anche nei dintorni delle spiagge è possibile trovare fantastici aparthotel grado, proprio a due passi dal mare. Inoltre fin dall’inizio del 19mo secolo, l’aristocrazia austriaca veniva a soggiornare in quest’area per poter usufruire e bagnarsi con l’acqua termale, che proprio da qui scaturisce, sfruttando le qualità terapeutiche da sempre conosciute e apprezzate. Ancor oggi rappresenta un’attrattiva importante per i turisti che qui passano le vacanze, usufruendo anche dei nuovi centri spa e per la bellezza in particolare per la talassoterapia (la terapia basata sull’azione curativa data dall’acqua del mare).

Grado comunque, non è solo la città della cultura e dell’arte, qui infatti è anche possibile trovare e praticare molti sport, in particolar modo acquatici, come il windsurfing, la vela, sci sull’acqua e la canoa, ma è anche un posto bellissimo per fare passeggiate lungo le spiagge o nei sentieri circondati dai pini marittimi. Infatti Grado è la città della natura e delle riserve naturali, le così dette Valli, in particolare per i sentieri da fare nei pressi della Valle Cavanata e della Foce dell’Isonzo. Un ottimo posto per passare le vacanze usufruendo di un last minute grado, Grado è una città ricca di storia, natura e di eventi folcloristici e culturali. Un esempio è la Regatta de le batele, una gara antica che ancor oggi si tiene con delle vecchie imbarcazioni chiamate appunto batele o ancora la ‘Graisana’, una gara anche questa di barche, quest’anno alla 23ma edizione.

Articolo a cura di Elena Tondello

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Quale tipo di legno scegliere per la nostra casa?

Il pavimento richiede un’attenzione particolare a livello estetico ma soprattutto da un punto di vista di scelta della qualità dei materiali migliori e idonei all’ambiente che si vuole ricreare. A livello estetico invece bisogna tener conto dei mobili e dei complementi d’arredo che poi verranno inseriti nelle diverse stanze, per poter dare una visione d’insieme armoniosa. Grazie alle nuove tecnologie oggigiorno si possono sfruttare al meglio la scelta dei pavimenti, anche grazie alla nuova tecnica di riscaldamento a pavimento, mentre risulta sempre più in voga la scelta di abbellire i nostri giardini e portici con irivestimento legno esterno.

I materiali da scegliere sono vari e c’e n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Il più richiesto è il tradizionale pavimento in legno, conosciuto da tutti come parquet. Questo pregiato materiale proviene dal nord Europa, dove si possono trovare infinite varietà di legno e colorazioni, adatti per ogni tipo di ambiente. Le caratteristiche per ogni tipo di legno sono diverse, in linea di massima, si consigliano legni duri, resistenti e forti. Eccone alcuni di qualità dalle diverse nuances e venature: il faggio, il castagno, la quercia, il larice ma anche altri di nuovi quali il legno d’olivo o di ebano. Una caratteristica fondamentale dei pavimenti in legno è che sono termoregolatori e si mantengono freschi d’estate e riescono a trattenere il calore d’inverno , dando sempre una bella e piacevole sensazione al tatto. Inoltre sono conosciuti anche per le loro proprietà d’isolamento acustico.

Bisogna fare attenzione a quando si decide di acquistare il pavimento in legno, infatti non ci si deve lasciar ingannare da parquet economici che spesso sono anche di bassa qualità, la resistenza è infatti compromessa e si rischia di trovarsi con un pavimento difettoso (è il caso di parquet che vengono incollati invece di seguire la tecnica della giusta posa quella cioè ad incastro). Anche la scelta dellaposa in opera rivestimenti è una fase delicata da non prendere alla leggera, è meglio sempre affidarsi ad esperti del settore che conoscano il mestiere, per non trovarci successivamente a dover risistemare la pavimentazione della nostra casa (spesso accade infatti che la posa non venga realizzata secondo la regola dell’arte, è un mestiere quello del posatore che richiede esperienza e professionalità, in primo luogo bisogna conoscere le proprietà dei legni).

Ricordiamo infine anche l’importanza nella scelta delle finiture del bagno, anche qui si può realizzare una posa pavimenti in legno, ponendo l’attenzione alla zona vicino ai sanitari, alla doccia e alla vasca (l’acqua potrebbe rovinarne la superficie), per il resto dell’ambiente la scelta dei rivestimenti e piastrelle della zona bagno è anche qui ricca di materiali e possibilità. Anche in questo caso la colorazione delle piastrelle e la qualità dei materiali varia a seconda delle esigenze.

Articolo a cura di Elena Tondello

Prima Posizione srl – incrementare la produttività

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Il miglior investimento è ancora quello del mattone..

Diverse sono le motivazioni che hanno portato a questa situazione favorevole del mercato immobiliare; in primo luogo il calo dei prezzi degli immobili stessi, un’ampia offerta quindi assieme ad una maggiore disponibilità delle banche ad elargire mutui favorevoli. Anche le migliori guide sugli investimenti lo suggeriscono: gli investimenti immobiliari in italia sono gli affari migliori.

Il segreto secondo gli esperti del settore è di cercare il buon affare, questo è il tempo migliore per farlo.
I fattori che contribuiscono alla convenienza non sono da sottovalutare; i prezzi non sono mai stati così concorrenziali, per quanto riguarda il mercato medio nelle città, ma il discorso vale sia per i centri minori che per i grandi agglomerati e le città delle regioni italiane più ricche e benestanti (un esempio sono gli immobli san fior situati nei pressi di Conegliano e Vittorio Veneto) che per le aree più povere del nostro paese. Inoltre c’è una grande offerta, in particolare di immobili nuovi e recenti (si parla di circa 250.0000 abitazioni disponibili sul nostro territorio) che porta a ridurre ulteriormente il prezzo d’acquisto dell’immobile.

I tassi per chi deve rivolgersi alle banche per ricevere un prestito finanziario, non sono mai stati così favorevoli, per un mutuo a tasso fisso la percentuale è ferma al 2% mentre per il tasso variabile si va al 5%. Una situazione economica e soprattutto immobiliare più che conveniente per chi si approccia a comprar casa o a investire in un immobile nuovo. A medio lungo termine questa situazione potrebbe variare, questa è la situazione migliore che, secondo gli esperti, non bisogna farsi scappare.

Quando si decide di acquistare un nuovo immobile è utile tener presente alcuni fattori ed elementi fondamentali, particolari che successivamente potrebbero tornarci utili, soprattutto nel caso in cui volessimo a nostra volta rivendere l’immobile acquistato. In primo luogo la collocazione della casa, se si trova cioè in un quartiere residenziale, se è servito e raggiunto dai mezzi di trasporto, vicinanza ad aree verdi a scuole e servizi vari. Se poi si tratta di un investimento all’estero si dovrà valutare anche la situazione economica e politica del territorio nel suo complesso.
Nel momento in cui si acquista è bene fare prima anche i calcoli delle dimensioni della casa, verificando i cambiamenti interni alla nostra famiglia, per non trovarsi una volta comprato l’immobile a doverlo cambiare dopo pochi anni per l’arrivo di figli. In questo caso il consiglio di molti esperti immobiliaristi è di mettere in affitto il vecchio appartamento (numerosi sono infatti gli affitti nelle città italiane), e in questo modo pagare il mutuo per la nuova casa.
Un buon consiglio da seguire questo, sfruttando questa situazione economica favorevole per il mondo immobiliare, numerose sono le agenzie che offrono il servizio e la vendita diretta immobili . Un buon consiglio da seguire questo, sfruttando questa situazione economica favorevole per il mondo immobiliare. La casa alla fine è un luogo importante nella nostra vita, dove si svolgono eventi e situazioni che a noi sono cari, e se non vi trovate bene nel posto in cui siete, le possibilità ora ci sono, molte e varie e per tutti i gusti…

Articolo a cura di Elena Tondello

Prima posizione Srl – marketing operativo

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Sei un hacker o un sempice user? Alcuni consigli per chi viaggia nei forum e non solo.

Un forum virtuale contiene tutte le informazioni e news che stiamo cercando, è uno strumento informatico in grado di darci numerose ‘dritte’ veloci e precise su diversi argomenti. Chi si occupa di scrivere nei forum sono solitamente persone informate e soprattutto appassionate a ciò che scrivono e condividono sul web queste conoscenze e passioni.

La stessa parola forum rimanda (dal latino fora) al significato antico di piazza, questo era il luogo dove un tempo ci si trovava per parlare e per condividere idee e informazioni. Ed è ancora oggi questa la funzione di una comunità virtuale, in grado di consigliarci la migliore agenzia viaggi online disponibile on line.

I forum hanno anche un organigramma gerarchico ben preciso e strutturato, gli amministratori o admin sono i gestori del forum quindi possono modificare i contenuti dello stesso, i supermoderatori o supermod aiutano i primi e assistono e coordinano il lavoro dei moderatori che generalmente controllano il buon andamento del forum e sono gli esperti dei contenuti che in essi vengono riportati. Gli utenti o users infine sono coloro che si registrano al forum stesso, pubblicando messaggi e post mentre gli ospiti navigano all’interno del forum senza registrarsi. Il linguaggio dei forum è anche ricco di neologismi e parole specifiche che ormai conoscono in molti, chi di noi non sa che cos’è un emoticon, un nickname, un topic o chi è un hacker? Forse alcuni non sanno che cosa si intende per bannare (eliminare un utente e sospenderne l’account), o chi è un cracker (pirata informatico) o ancora flood (un invio di messaggi ripetuti). Il linguaggio informatico è in continua evoluzione così come i contenuti da questi proposti.

I servizi condivisi sono i più eterogenei, si va dall’assistenza on line, molte aziende infatti in questo modo riescono a comunicare con i propri dipendenti e clienti a forum che parlano dei più svariati argomenti dalla moda alla tecnologia dalla cucina alla musica. Per qualsiasi problema o domanda troviamo persone competenti in grado di risponderci. Volete sapere quali sono i ristoranti italia
più rinomati e quale vino è il più corretto da abbinare alla vostra prossima cenetta romantica? Nei forum troverete ottimi consigli su dove andare per fare colpo e di certo non sbaglierete posto!

Anche per il mondo del turismo e dei viaggi il popolo on line ci può dare una mano, è il caso di chi cerca super offerte viaggi, nei forum infatti sarà facile trovare consigli su tutte le compagnie low cost, consigli su offerte last minute e viaggi tutto compreso, destinazioni italiane ed internazionali, evitando di pagare le commissioni nelle agenzie e con solo un click il vostro biglietto aereo sarà emesso e la vacanza facile da realizzare.
Un forum è una fucina di idee e di possibilità, inoltre ad ogni momento chiunque può partecipare e postare un nuovo argomento o anche commentare un articolo presente, è sempre possibile quindi intervenire e dire la propria, correggendo anche eventuali errori e inesattezze: un sistema che premia la comunicazione e la verità. Quindi armatevi di curiosità e navigate alla ricerca di forum in grado di rispondere a tutte le vostre domande!

Articolo a cura di Elena Tondello
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La primavera non è lontana: e voi siete pronti?

Come ogni anno, dopo un lungo inverno passato stando chiusi in casa e in macchina, finalmente sta per tornare il periodo della libertà e del sole, nel quale si cercherà di respirare quanta più possibile all’aria aperta; e quindi, i fan delle quattro ruote abbasseranno i finestrini e magari le cappotte, mentre i motociclisti saranno impazienti di far finalmente uscire dal letargo le loro amatissime motociclette. Per essere pronti a nuove avventure su due ruote però bisogna controllare di avere tutti gli accessori necessari: chi ama le vacanze in moto si attrezzerà con sacchi a pelo per poter andare ovunque e fermarsi dove vuole, insieme anche ad altri accessori utili per chi ama dormire partire all’avventura e dormire sotto le stelle. Chi invece ama il camper potrà organizzarsi con diversi strumenti per rallegrare il viaggio, un esempio sono i barbecue, ottimi per viaggiare e preparare dei prelibati pranzetti a base di carne alla griglia e così sentirsi sempre un po’ a casa. Per chi vuole viaggiare tutte le attrezzature tecniche per il viaggio sono disponibili sul mercato sia per privati che per enti ed associazioni che le utilizzano per il proprio lavoro, un esempio su tutti è la protezione civile.

Il camper è diventato ormai una nuova forma di viaggio, alla moda e che consente di godersi il paesaggio in qualsiasi momento, fermandosi nel corso del nostro tragitto (numerose sono le aree attrezzate lungo le principali arterie e non solo). Ma c’è da sbizzarrirsi anche per chi invece resta a casa, ogni anno infatti ci sono novità curiose per abbellire le nostre case e giardini un esempio di successo sono le piscine interrate. Assieme al gazebo la piscina è un elemento che renderà le vostre giornate indimenticabili con la propria famiglia en plein air, sul mercato ci sono sempre più modelli disponibili semplici da installare, anche per chi ha poco spazio. L’arredamento del nostro giardino è sempre più apprezzato e si fa’ sempre più attenzione agli elementi d’esterno che creano atmosfere soffuse e di design, un esempio ne sono tavoli in ferro i che assieme alle sedie arredano con stile e originalità.

Insomma, la buona stagione sta per arrivare, ma bisogna essere preparati per accoglierla e poterla vivere al meglio; organizzando lo spazio esterno alle nostre case, arredando e pensando alla sua sistemazione o per chi vuole partire scegliendo la meta del prossimo viaggio on the road. Se questo è il vostro caso, dopo aver controllato di avere tutto il necessario a casa e che la moto o il camper o l’auto siano riparare e pronte per viaggiare, sia per viaggiare in tutta comodità, sia per potersi fermare liberamente, si potrà iniziare con la fase di realizzazione: è il momento di realizzare quanto più possibile dei sogni fatti durante l’inverno pensando a dove si sarebbe voluti andare una volta che il sole fosse spuntato di nuovo. Quindi, guide e mappe alla mano, e pronti per la libertà!

Articolo a cura di Elena Tondello

Prima Posizione srl -trovare nuovi clienti

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