Ecco l’originale itinerario fiorentino tra personaggi, lapidi, case, torri: tutte le strade che portano a Dante, attraverso i passi della Divina Commedia. La redazione di WWW.FIRENZEMADEINTUSCANY.COM, sulla scia delle sue proposte esclusive e controcorrenti, per viaggiatori esigenti ed amanti delle curiosità storiche e dei misteri, ma anche dell’arte e della bellezza di Firenze e della Toscana, offre un itinerario virtuale improntato alla scoperta di percorsi suggestivi ed originali, che emozioneranno chi è alla ricerca di una nuova prospettiva e di un altro punto di vista con cui vedere e visitare la città di Dante Alighieri.
Il nostro itinerario virtuale si muove sulle tracce di Dante a Firenze, indagando attraverso, i monumenti, le lapidi, i personaggi, le case, le torri, le vie storiche che portano al grande poeta. Tutto, attraverso i passi della Divina Commedia, le iscrizioni sulle lapidi che raccontano la storia di una città in perenne conflitto tra diverse fazioni cittadine, come i guelfi e ghibellini, ma non solo. Trame nascoste e storie di coraggio, ma anche di vigliaccheria. La nostra indagine parte dalla Stazione di Santa Maria Novella e precisamente nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove è sepolto Brunetto Latini. Qui, troviamo la sua lapide che ricorda l’incontro ultraterreno dantesco con il nobile e letterato fiorentino, mastro del poeta. L’incontro dantesco, raccontato nel canto XV dell’Inferno, avviene sotto una pioggia di fuoco, nel girone dei sodomiti.
Da qui, arriviamo a quello che Dante chiamava il “bel san Giovanni”, ovvero il Battistero, sito appunto, in piazza San Giovanni, dove il poeta fu battezzato e che raccoglie ben due lapidi dantesche: quella che ricorda la consacrazione del monumento nel 1059 e quella che testimonia dell’amore e del rimpianto di Dante per la sua Firenze, da cui fu esiliato, con suo sommo dolore. Il battistero, aveva, per motivi di comodità e di sicurezza, un’importanza strategica nei collegamenti con la canonica e con il palazzo vescovile.
Da Piazza San Giovanni, cui facciamo ritorno, ci dirigiamo verso Via de’ Calzaiuoli. La prima parte di questa storica via, oggi piena di negozi e grandi magazzini, si chiamava un tempo Corso degli Adimari, con le sue celebri torri, al numero13 ed al numero 91R, appartenenti ad una delle più potenti famiglie fiorentine del XI secolo, la famiglia Adimari, per la quale il poeta non nutriva particolare simpatia. La Torre del “Guardamorto” si affacciava su Piazza San Giovanni e la sua vista dava sull’antico cimitero che esisteva una volta sulla piazza, distrutta nel 1248 dai ghibellini e rimpiazzata nel 1352-58 dalla Loggia del Bigallo. Alla sinistra di Via de’ Calzaiuoli, all’angolo con Via delle Oche, una targa definisce e ricorda la loggia degli Adimari detta “La neghittosa” e al numero 15 della stessa via, si trova una lapide di rimprovero di Dante alla famiglia Adimari, per la sua vigliaccheria. Infatti, membro di questa famiglia era Filippo Argenti, il cui nome gli derivava dalla superba e ostentata abitudine di far ferrare i cavalli con quel materiale e dipinto nella lapide di Corso 18 come ricco, potente, irascibile e poco virtuoso.
Sempre in Via de’ Calzaiuoli, troviamo tra Orsammichele e Piazza della Signoria, un bel palazzo, un tempo appartenuto famiglia di Guido Cavalcanti, amico e soldale di Dante, come ricorda lo stemma incastonato su uno spigolo della costruzione ed una lapide in memoria di questa amicizia.
Giunti in Piazza della Signoria, un tempo centro, con il Palazzo del Tribunale della Merca(ta)nzia, di ogni controversia commerciale delle varie corporazioni fiorentine, entriamo in via dei Cerchi che all’angolo con via de’ Cimatori accoglie la Torre Galigai e all’angolo con il Canto alla Quarconia, la Torre dei Cerchi. La famiglia Cerchi a Firenze, nel 1200 divenne presto ricca con i commerci ma andò in rovina con le guerre combattute da Vieri, comandante dei feditori prima a Campaldino nel 1289, nelle cui fila combatteva anche il giovane Dante e poi nella guerra civile contro Corso Donati. La famiglia dei Galigai, invece è ricordata in un’altra lapide. Questi ultimi, furono creati cavalieri forse da Carlo Magno, ma in principio erano di umile origine, come infatti indica il nome che significa ” conciatori di pelle”. Sempre su questo incrocio, su una delle torri di famiglia detta “Boccadiforno” un’altra lapide dantesca (Paradiso, XVI) ci ricorda la famiglia dei Della Bella.
Arriviamo così sul Corso a ridosso della porta di San Piero, uno dei centri più animati della città in epoca dantesca, ovvero la seconda metà del duecento. Qui vivevano famiglie importanti come la famiglia Portinari, per intenderci quella della Beatrice dantesca e quella dei Donati. I Cerchi, invece, erano acerrimi nemici dei Donati e al 48r troviamo la torre dei Ghiberti, ed al 46 una delle 6 torri che i Donati avevano fatto costruire su questa via. Sopra il Palazzo Portinari una lapide ricorda Beatrice, la cui famiglia ebbe tra i suoi importanti esponenti Folco di Ricovero, ghibellino, esiliato e perseguitato che nel 1285 fondò l’Ospedale di San Matteo poi divenuto Santa Maria Nuova, e soprattutto padre di Beatrice che abitò in questa casa.
Da via del Corso arriviamo al numero 1 di Via Santa Margherita dove sorge il Museo Casa di Dante, proprio dove c’era la casa degli Alighieri, ove la tradizione vuole che il poeta sia nato e vissuto. Passiamo quindi per la chiesa di San Martino al Vescovo, fondata probabilmente nel X secolo e patronata dalle importanti famiglie della zona come i Donati e gli Alighieri, tradizionalmente luogo indicato per il matrimonio di Gemma Donati con Dante Alighieri. Qui, fu ospitata nel XV la Compagnia dei Buonomini di San Martinoche aveva lo scopo di soccorrere “i poveri vergognosi”, ovvero le famiglie benestanti cadute in disgrazia per via delle lotte politiche, di rovesciamenti economici e altro, i quali, per pudore, non chiedevano elemosine pubblicamente. Da Via Dante Alighieri passiamo verso via del Proconsolo al numero civico 1, dove un’altra lapide dantesca ricorda le campane della Chiesa della Badia che Dante amò e descrisse più volte. Al numero 17r un’altra lapide con i versi del XVI canto del Paradiso ricorda Ugo di Toscana, che come la madre Willa, una delle artefici della preminenza di Firenze in ambito toscano e fondatrice della chiesa, fu personaggio di capitale importanza per questa meravigliosa città e le cui spoglie, riposano nella chiesa della Badia. Il percorso termina in Via Santa Croce con il Monumento a Dante Alighieri eretto in occasione delle trionfali celebrazioni per il cinquecentenario dantesco 1865.
In occasione di quello che si festeggia come compleanno di Dante, il 1°Giugno, La Fondazione Palazzo Strozzi lancia Il Passaporto sulle Tracce di Dante In Toscana.
La pubblicazione è disponibile gratuitamente nei luoghi in versione italiano/inglese o italiano/cinese, sul sito internet di Palazzo Strozzi in versione pdf e nell’applicazione iPhone gratuita Firenze in Tasca, in italiano, inglese e cinese.
Per visionare l’itinerario completo si può visitare il sito WWW.FIRENZEMADEINTUSCANY.COM