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L’acqua nella Provincia di Ancona? Pubblica, buona, ma “sommersa” da una “marea” di sfide

L’acqua pubblica nella Provincia di Ancona “zampilla” ancora, ma “naviga” in un mare di incertezze.  Sono quelle dettate da un quadro normativo ancora indefinito che pone il servizio idrico “post-referendum” in una grave situazione di stallo. Dopo il referendum che ha confermato la gestione in house da parte di Multiservizi Spa nella Provincia di Ancona e nei due comuni del maceratese (Matelica ed Esanatoglia) e alla vigilia della soppressione delle Autorità d’Ambito, prevista per il 31 dicembre, per l’acqua pubblica si aprono nuove sfide: quale sarà la tariffa idrica del futuro? Quanto pagheranno i cittadini per l’acqua e, soprattutto, chi farà gli investimenti necessari a migliorare la rete idrica? Sono queste le minacce che incombono sull’acqua pubblica. Sono questi gli spunti di riflessione lanciati oggi ad Ancona, presso la sede della Regione Marche dall’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale n. 2 “Marche Centro-Ancona”, in occasione della presentazione della 9° edizione della “Relazione sullo stato del Servizio Idrico Integrato nell’A.T.O. n.2 Marche Centro-Ancona”, il report annuale che fotografa la “filiera acqua” nell’Ambito Territoriale Ottimale n. 2.

Dalla sorgente al depuratore, l’acqua gestita da Multiservizi Spa nei 43 comuni dell’anconetano, oltre che nei comuni maceratesi di Matelica ed Esanatoglia, è “pubblica, buona e sufficiente”: le fonti di approvvigionamento sono di ottima qualità, la copertura del servizio acquedotto è pressoché totale, quella del servizio di fognatura è in crescita e comunque superiore alla media nazionale, quella del servizio di depurazione conforme ai valori medi nazionali e in via di potenziamento.

A preoccupare non è la qualità e nemmeno la quantità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti.  Il territorio dell’A.T.O. n. 2 è pressoché autosufficiente dal punto di vista idrico: il volume d’acqua acquistata nel 2010 è inferiore allo 0,7% di quello prelevato nell’Ambito ed immesso in rete.

A preoccupare, piuttosto, sono tariffe e investimenti. Il secondo quesito del referendum ha, infatti, abrogato la norma relativa alla determinazione della tariffa del Servizio Idrico Integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Ecco allora che “cassata” la remunerazione delle tariffe, il referendum apre al problema del finanziamento degli investimenti e alla fuga di capitali nel settore. Senza remunerazione potrebbe, infatti, venire meno l’interesse a investire nel servizio idrico.

Fino a quando non si saranno sciolti i nodi, vi saranno forti incertezze per i finanziatori – ha dichiarato Marisa Abbondanzieri, Presidente dell’A.A.T.O. n. 2 – e pertanto, se non si interviene in fretta, nel prossimo futuro c’è da aspettarsi un forte rallentamento, se non la paralisi totale dei nuovi investimenti necessari sulla rete e soprattutto nella depurazione, per non incorrere nelle procedure di infrazione europea e  nelle sanzioni civili e penali”.

D’altronde, lo scostamento tra investimenti pianificati e quelli realizzati è già una realtà, così come lo scollamento tra i finanziamenti pubblici previsti e quelli riscossi: nel corso del 2010, infatti, sono stati percepiti un totale di 648.902 euro di finanziamenti pubblici in meno rispetto a quanto previsto e sono stati realizzati complessivamente 13,963 milioni di euro di investimenti in meno  rispetto a quanto pianificato.

 

A rischio, oltre che gli investimenti e la qualità del servizio, anche le tariffe.

A fronte del restringimento della coperta della fiscalità pubblica, l’aumento delle tariffe sarà inevitabile per adeguare la qualità del servizio.

Di qui l’urgenza, secondo Luciano Baggiani, Presidente dell’ANEA (Associazione Nazionale  Autorità e Enti di Ambito) di una “nuova politica nazionale di settore e un nuovo metodo tariffario, per favorire gli investimenti e fornire servizi di qualità al giusto prezzo”.

Attendiamo con impazienza –  ha dichiarato Baggiani in una nota – risposte concrete sulle due questioni più urgenti: i criteri di calcolo della tariffa dopo l’abrogazione del rendimento sul capitale e, soprattutto, la designazione dei componenti dell’Agenzia nazionale, che avrà l’arduo compito di elaborare il nuovo metodo tariffario.  Se non si sciolgono questi nodi, e in fretta, c’è da aspettarsi un ulteriore rallentamento, se non il blocco totale, degli investimenti”.

Ad aggravare l’incertezza del quadro normativo che pesa sul servizio idrico integrato è anche l’imminente soppressione al 31 dicembre delle Autorità d’Ambito, gli enti regolatori del servizio: “Il rischio è che il settore evolva senza alcuna possibilità di governo da parte della pubblica amministrazione – ha dichiarato il Direttore dell’A.A.T.O. n.2, Massimiliano Cenerini –  La normativa nazionale rinvia all’intervento regionale. Resta prioritaria, pertanto, l’attivazione della Regione Marche per la definizione, auspicabilmente innovativa e consapevole della strategicità del settore e delle relative competenze, di un assetto per la regolazione del servizio”.

 

 

 

 

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L’acqua pubblica nella Provincia di Ancona “zampilla” ancora, ma “piovono” altre sfide

A 5 mesi dal referendum che ha proclamato “l’acqua pubblica” e che ha confermato la gestione in house da parte di Multiservizi Spa, per l’acqua pubblica della Provincia di Ancona si aprono nuove sfide.
Sono quelle dettate da un quadro normativo ancora incerto che pone il servizio idrico “post-referendum” in una grave situazione di stallo.
All’indomani del referendum e alla vigilia della soppressione delle Autorità d’Ambito, prevista per il 31 dicembre, quale futuro per l’acqua pubblica? Quali ripercussioni per le tariffe e per gli investimenti? Quali rischi per la qualità del servizio e per il suo controllo?

Sono queste le minacce che incombono sull’acqua pubblica. Sono questi gli spunti di riflessione che l’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale n. 2 “Marche Centro-Ancona” e l’ANEA, l’Associazione Nazionale delle Autorità ed Enti di Ambito, lanciano in occasione della Giornata di Presentazione della RELAZIONE SULLO STATO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO NELL’A.T.O N. 2 “MARCHE CENTRO –ANCONA” – 9a edizione, in programma per mercoledì 23 novembre, alle ore 10, presso la Sala Raffaello (piano terra) della Regione Marche, in via Gentile da Fabriano 9 – Ancona
con Marisa Abbondanzieri Presidente A.A.T.O n 2 “Marche Centro-Ancona”, Massimiliano Cenerini Direttore A.A.T.O. n. 2 “Marche Centro-Ancona”, Luciano Baggiani Presidente ANEA (Associazione Nazionale Autorità e Enti di Ambito).

Dalla sorgente al depuratore fino al rubinetto, la “filiera acqua” dell’anconetano è al centro dell’analisi dell’A.A.T.O. 2 che ne fotografa lo stato attuale (disponibilità, qualità, dotazione impiantistica, investimenti, finanziamenti e tariffe) e ne tratteggia i futuri scenari e le prossime sfide.
Dopo la vittoria del referendum che ha abrogato la norma relativa alla determinazione della tariffa del Servizio Idrico Integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito, l’acqua pubblica, minacciata dal rallentamento degli investimenti e dalla fuga di capitali, torna al centro del dibattito: chi finanzierà il servizio idrico? Quali rischi per gli investimenti e per le tariffe? E per la qualità del servizio?
E soprattutto, alla vigilia della soppressione delle Autorità d’Ambito (gli enti regolatori del servizio idrico) prevista per il 31 dicembre, quali scenari si aprono per il suo controllo?

In assenza di un’Agenzia nazionale, di un nuovo metodo tariffario e di una legge regionale volta a regolare il servizio, in completa balìa di un quadro normativo, nazionale e locale, instabile e dai contorni indefiniti, l’acqua pubblica in Provincia di Ancona “zampilla” ancora, ma “naviga” in un mare di incertezze.
A fotografare lo stato attuale dell’acqua “nostrana” e a tratteggiarne i futuri scenari e le prossime sfide saranno il Direttore dell’A.A.T.O. n.2 Massimiliano Cenerini, la Presidente Marisa Abbondanzieri e il Presidente ANEA (Associazione Nazionale Autorità e Enti di Ambito), Luciano Baggiani.

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L’Acqua pubblica agli sgoccioli? Di certo, la gestione in house nella Provincia di Ancona non fa acqua!

Pubblico o privato, chi fa veramente acqua?
Di certo, la gestione in house nella Provincia di Ancona non fa acqua!
È quanto emerge dalla “Relazione annuale sullo stato del Servizio Idrico Integrato nell’A.T.O. n. 2 Marche Centro-Ancona”, presentata oggi 15 dicembre presso la sede della Regione Marche.
All’indomani della manifestazione regionale del 4 dicembre contro la privatizzazione dell’acqua e alla vigilia della soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale prevista dalla L. 42/2010 a partire dal 1° gennaio 2011, l’AATO n. 2 “Marche Centro-Ancona” , l’Autorità d’Ambito incaricata di programmare, regolare e controllare la gestione del Servizio Idrico Integrato nei 43 comuni della Provincia di Ancona e nei 2 Comuni della Provincia di Macerata (Matelica ed Esanatoglia), per l’ottavo anno consecutivo, scatta la fotografia del Servizio Idrico Integrato nel territorio di sua competenza.
Dalla sorgente al depuratore, a finire sotto la lente di ingrandimento dell’AATO n. 2
è l’intera filiera dell’acqua, gestita in house da Multiservizi Spa.
Le fonti di approvvigionamento sono tutte di ottima qualità, la copertura del servizio acquedotto è pressoché totale, quella del servizio di fognatura è superiore alla media nazionale e quella del servizio di depurazione conforme ai valori medi nazionali.
È questa in sintesi la “pagella” del Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Ancona.

A preoccupare non è, dunque, la qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti, né la sua quantità (Il 2009 è stato infatti un anno sufficientemente piovoso).
Preoccupa, piuttosto, la sua futura gestione e controllo.
Dopo la conversione in Legge del Decreto Ronchi che apre alla liberalizzazione, la bocciatura della Corte Costituzionale al ricorso presentato da alcune Regioni italiane, tra cui le Marche e l’approvazione della Legge 42/2010 che prevede la soppressione delle A.A.T.O. su tutto il territorio nazionale, quale futuro si profila per l’acqua, per la sua gestione e il suo controllo? Quali rischi per le tariffe e per gli investimenti? E quali conseguenze per gli utenti?
“Ci troviamo di fronte ad un quadro giuridico dai contorni incerti e dalle prospettive preoccupanti che potrebbe compromettere gli investimenti, il loro rapporto con le tariffe e l’operatività della gestione”, ha dichiarato la Presidente dell’A.A.T.O. n. 2 Marisa Abbondanzieri.
L’attuale quadro normativo che regola il settore è ancora debole ed impreparato a fronteggiare adeguatamene i rischi posti dalle grandi operazioni di concentrazione aperte dalla gara. “In fase di gara, infatti, un gestore con vari affidamenti e un’elevata capacità negoziale – ha sottolineato il Direttore dell’A.A.T.O. n.2 Massimiliano Cenerini – sarebbe in grado più di altri, di offrire un prezzo d’asta strategicamente basso, rinunciando temporaneamente a parte dei profitti per aggiudicarsi l’affidamento, compensando tale rinuncia sia con le tariffe più alte già spuntate in altri ATO, grazie proprio alle superiori capacità negoziali, sia attendendo il momento migliore, come la revisione periodica, per rinegoziare le condizioni pattuite in sede di gara. Le Autorità d’Ambito sono troppo poco indipendenti, hanno una capacità di agire limitata e sono troppo piccole per fronteggiare da sole i grandi gruppi industriali. Inoltre, la mancanza di una vera autorità di settore nazionale di settore, indipendente e autorevole, rende ancora più debole il sistema di regolazione”.
Di qui la proposta di un’Autorità nazionale più forte da affiancare a quelle locali e all’attività dell’Antitrust, oltre che regole uniformi in grado di ri-equilibrare l’asimmetria gestore-utente finale: “occorre un metodo tariffario che faccia chiarezza su diversi aspetti – ha continuato Cenerini – una regolazione del trasferimento di parte dei vantaggi delle fusioni e delle acquisizioni agli utenti, sotto forma di tariffe più basse e/o maggiori investimenti”.
A rischio non sono, infatti, solo le tariffe, ma anche gli investimenti, almeno fino al 2012.
È infatti probabile che gli istituti di credito attenderanno il 31 dicembre 2011 per stipulare nuovi contratti di finanziamento per poter conoscere il nuovo gestore.
Ma al di là della privatizzazione, ad aumentare il clima di incertezza che aleggia nel settore idrico è l’imminente soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale, gli enti regolatori e controllori del Servizio Idrico Integrato, condannati dalla L. 42/2010 alla sparizione a partire dal 1° gennaio 2011.
Il rischio? Una privatizzazione “s-regolata”, “senza alcuna possibilità di governo da parte della pubblica amministrazione e in particolare degli Enti locali”, ha precisato il Direttore Cenerini.

Se l’acqua privata fa acqua, come difendere quella pubblica?
Nell’attesa del Referendum per la ri-pubblicizzazione dell’acqua, “è urgente che la Regione legiferi sull’assetto dei nuovi ambiti – ha dichiarato la Presidente Marisa Abbondanzieri – non disperdendo un patrimonio di competenze e capacità messe in atto con il decennio che ci lasciamo alle spalle, che hanno reso possibile nelle Marche un moderno Servizio Idrico Integrato, gestito in forma associata tra i Comuni marchigiani”.
Intanto a tutela dell’acqua pubblica, oltre all’A.A.T.O n. 2 che ha inoltrato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la richiesta per il mantenimento della gestione in-house del sevizio, si è già mobilitata anche la Regione Marche
“Dopo aver sollevato di fronte alla Corte Costituzionale la questione di legittimità dell’art. 23 bis del Decreto Ronchi e la bocciatura del ricorso presentato – ha dichiarato Enzo Giancarli, Presidente della IV Commissione Consiliare Permanente della Regione Marche Assetto territoriale e ambientale – la Regione Marche un mese fa ha definito con l’ art. 38 della Legge di Assestamento di Bilancio il servizio idrico come un servizio di rilevanza non economica. Nella Regione Marche l’acqua è quindi ancora pubblica, almeno fino a quando quella norma non sarà contestata”.

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Pubblico o privato? Chi fa acqua nella gestione dell’acqua?

Pubblico o privato, chi fa veramente acqua?
All’indomani della manifestazione regionale del 4 dicembre contro la privatizzazione dell’acqua e alla vigilia della soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale, prevista dalla L. 42/2010 a partire dal 1° gennaio 2011, l’A.A.T.O. n. 2 “Marche Centro-Ancona”, l’Autorità d’Ambito incaricata di programmare, regolare e controllare la gestione del Servizio Idrico Integrato nei 43 comuni della Provincia di Ancona e nei 2 Comuni della Provincia di Macerata (Matelica ed Esanatoglia), esprime il proprio giudizio sulla gestione in house affidata a Multiservizi S.p.a., in occasione della
Giornata di Presentazione della RELAZIONE SULLO STATO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO NELL’A.T.O N. 2 “MARCHE CENTRO –ANCONA” in programma permercoledì 15 dicembre alle ore 10 presso la sede della Regione Marche. Interverranno Marisa Abbondanzieri, Presidente dell’A.A.T.O n 2 “Marche Centro-Ancona”, Massimiliano Cenerin, Direttore dell’A.A.T.O n 2 “Marche Centro-Ancona”, Enzo Giancarli Presidente della IV Commissione Consiliare Permanente della Regione Marche “Assetto territoriale e ambientale.

L’acqua pubblica è ormai agli sgoccioli?
Quel che è certo è che la gestione in house nella Provincia di Ancona non fa acqua!
Parola dell’A.A.T.O. n. 2 “Marche Centro-Ancona” che, per l’ottavo anno consecutivo, tira le somme del suo operato e scatta la fotografia del Servizio Idrico Integrato nel territorio di sua competenza.
A finire al centro dell’analisi tecnica, economica e finanziaria dell’A.A.T.O.2 è l’intera filiera dell’acqua.
Dalla sorgente al depuratore, la gestione in-house della risorsa-acqua da parte di Multiservizi s.p.a. , gestore unico del Servizio idrico Integrato dal 2005, passa al vaglio dell’Autorità d’Ambito n. 2 che ne restituisce un quadro complessivo analizzandone i vari aspetti: disponibilità e qualità della risorsa idrica, dotazione impiantistica, investimenti, finanziamenti, tariffe e standard tecnici e organizzativi del servizio.

Ma oltre all’analisi del servizio idrico di oggi, non mancheranno inevitabili considerazioni sul servizio di domani.
Dopo la conversione in legge del Decreto Ronchi che apre alla liberalizzazione, la bocciatura della Corte Costituzionale al ricorso presentato da alcune Regioni, tra cui le Marche e l’approvazione della Legge 42/2010 che prevede la soppressione delle A.A.T.O. su tutto il territorio nazionale, quale futuro si profila per l’acqua, per la sua gestione e il suo controllo? Quali rischi per le tariffe e per gli investimenti? E per gli utenti?

L’acqua pubblica è ormai agli sgoccioli?
Come difenderla? Cosa è stato fatto fino ad ora e cosa c’è ancora da fare?
Lo illustreranno il Direttore dell’A.A.T.O. n.2 Massimiliano Cenerini e la Presidente Marisa Abbondanzieri nella loro relazione annuale e il Presidente della IV Commissione Consiliare Permanente della Regione Marche “Assetto territoriale e ambientale”, Enzo Giancarli, nel suo intervento conclusivo.

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L’Acqua della Provincia di Ancona. Oggi e domani. Analisi e prospettive.

L’acqua che esce dai rubinetti della Provincia di Ancona e che per il 70% proviene dalle sorgenti di Gorgovivo, è un’acqua di qualità.
Di ottima qualità sono, infatti, le fonti di approvvigionamento che consentono di non ricorrere a particolari trattamenti prima della distribuzione, oltre ad una semplice disinfezione. L’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale n. 2 “Marche – Centro Ancona” preposta all’organizzazione e al controllo del servizio idrico integrato nei 43 comuni della Provincia di Ancona e nei 2 Comuni della Provincia di Macerata (Esanatoglia e Matelica) promuove a pieni voti la qualità dell’acqua dell’Ambito Territoriale di sua competenza.

L’occasione è la presentazione della Relazione annuale sullo stato del Servizio Idrico Integrato nell’A.T.O. n. 2, svoltasi oggi (17 dicembre) ad Ancona, nella sede della Regione Marche. A scattare la fotografia del Servizio Idrico Integrato, gestito in-house da Multiservizi spa, (gestore unico dal 2004, sono stati lo stesso Presidente dell’A.A.T.O. n. 2, Marisa Abbonadanzieri e il Direttore dell’A.A.T.O. n. 2, Massimiliano Cenerini, che tramite un’analisi “tecnica, economica e finanziaria” hanno contribuito a ricomporre il quadro complessivo della filiera dell’acqua nella Provincia di Ancona, dalla sorgente al depuratore.

Più che la qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti, a preoccupare un po’ è, piuttosto, la quantità. “Gli ultimi anni si stanno rivelando abbastanza critici” ha dichiarato l’Ing. Massimiliano Cenerini, Direttore delll’A.A.T.O. “ Il protrarsi di stagioni secche e la mancanza di nevicate nel periodo invernale – ha continuato Cenerini- ha portato ad un sensibile abbassamento del livello della falda della sorgente Gorgovivo. Per questo motivo nel 2009, così come nel 2008, già a partire dal 1° trimestre, è stato necessario far ricorso ai sistemi integrativi a cui generalmente si attingeva solamente nella stagione estiva”.
Promosso a pieni voti dall’A.A.T.O. è, invece, il servizio di depurazione e fognatura: mentre la copertura del primo servizio nel territorio dell’ambito è in linea con la media nazionale, la copertura del secondo è in crescita e addirittura superiore ai valori medi nazionali.

Dopo l’analisi del servizio, i fatti concreti.
In conformità al principio di trasparenza che da sempre contraddistingue il suo operato, l’Autorità d’Ambito n. 2 tira le somme del 2009, tracciando il bilancio delle sue attività. “L’anno che sta per chiudersi è stato un anno molto intenso per l’A.A.T.O. e ci ha visto impegnati su molti fronti”, ha commentato la Presidente dell’A.A.T.O, On. Marisa Abbondanzieri.
Il 2009 è stato, infatti, l’anno della “tariffa unica”. Sebbene sul territorio dell’ambito la
struttura tariffaria uniforme sia stata introdotta nel 2004, il processo di allineamento dei livelli tariffari si è completato nel 2009.
Il 2010 sarà inoltre l’anno della “tariffa sociale”, la tariffa agevolata per le cosiddette
“utenze deboli”. “L’istituzione della tariffa sociale a partire dal 1° gennaio 2010- ha commentato la Presidente Abbondanzieri – ci farà fare un passo avanti con le fasce più deboli: una piccola risposta, ma il segno di un’attenzione doverosa”.
Il 2009 è stato anche l’anno della seconda revisione tariffaria triennale, l’anno di avvio dell’iter di ricerca del finanziatore del Piano d’Ambito, l’anno della sentenza della Corte Costituzionale sulla tariffa di depurazione che ha dato il via ad una complessa azione di monitoraggio da parte del gestore e dell’Autorità per verificare l’entità dei rimborsi da effettuare, oltre che l’anno della chiusura con esito positivo della procedura di infrazione con la U.E. relativa all’affidamento in-house del servizio idrico integrato.

Ma non solo. Il 2009 è stato anche l’anno in cui la normativa nazionale di fatto ha imposto l’apertura alla “liberalizzazione” della gestione dei servizi idrici.
La spinta “liberalizzatrice” viene dalla conversione in legge del D.L n. 135/2009 che apre alla gara come modalità di affidamento ordinaria della gestione del servizio, liquidando, entro il 31 dicembre 2011, tutte le gestioni in-house, a meno che, entro questa data, le società che gestiscono il servizio non vengano per il 40% cedute a privati.
Dall’analisi del servizio idrico di oggi scaturisce, dunque, inevitabile, l’analisi del servizio idrico di domani.

Quali scenari e quali prospettive per la gestione e il controllo dell’acqua?
“Lo scenario non è ancora del tutto chiaro in quanto siamo tutti in attesa del Regolamento attuativo della legge, attualmente ancora in fase di discussione, nonché della valutazione da parte degli organi competenti sulla presunta incostituzionalità della legge sollevata da alcune Regioni – ha dichiarato il Direttore dell’A.A.T.O n. 2, Massimiliano Cenerini – Valuteremo i possibili effetti sulla gestione del servizio idrico nella nostra realtà solo quando il quadro normativo sarà definito in modo certo. Certamente se verrà mantenuta da parte del Governo l’attuale linea “liberalizzatrice”, occorrerà procedere ad un significativo potenziamento del ruolo dei regolatori pubblici” .

Di qui la proposta lanciata dalla Presidente dell’A.A.T.O., Marisa Abbondanzieri:
“É indispensabile mettere mano con convinzione ad un’Autorità Nazionale forte ed indipendente che affianchi l’attività delle AATO a livello locale, capace di definire le regole per la tariffa e la revisione periodica, i contenuti minimi dei contratti di concessione, i livelli minimi del servizio. Una riforma che si fonda solo sulla “liberalizzazione e privatizzazione” è destinata a produrre scarsi risultati, se non addirittura ad aggravare i problemi del settore”.
Ad invocare il rafforzamento dei poteri dei regolatori locali e l’istituzione di un’Autorità nazionale è anche il Direttore dell’A.A.T.O. n. 2, Massimiliano Cenerini: “L’attuale quadro regolatorio che governa il settore dei servizi idrici in Italia è ancora debole ed impreparato a fronteggiare adeguatamente i rischi posti dalle grandi operazioni di concentrazione industriale. Le Autorità d’Ambito sono troppo poco indipendenti, hanno una capacità di agire limitata e sono troppo piccole per fronteggiare da sole i grandi gruppi industriali. Inoltre la mancanza di una vera autorità nazionale di settore, indipendente e autorevole, rende ancora più debole il sistema di regolazione”.

La nuova normativa porta con sé anche un’altra preoccupazione. Quella inerente al finanziamento delle opere previste dal Piano d’Ambito per i prossimi 2 anni. “Ben difficilmente le banche concluderanno contratti di finanziamento con le attuali società di gestione, destinate a mutare profondamente a cominciare dall’assetto societario – ha sottolineato la Presidente Abbondanzieri. “Ma a fronte di questo quadro di incertezze, il territorio dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 2 raccoglie la sfida normativa, poiché l’azienda di gestione è forte e il regolatore pure”, ha concluso la Abbondanzieri.
La promozione a pieni voti dell’A.T.O n. 2 arriva anche dalla Regione Marche: “Quella dell’Ambito Territoriale Ottimale è una realtà positiva e di successo, di molto superiore alla media regionale – ha tenuto a precisare l’Arch. Antonio Minetti, Dirigente del Servizio Ambiente e Paesaggio della Regione Marche. “Se la partita dell’attrattività degli investimenti si gioca sulla qualità del servizio, l’A.T.O n. 2 gioca in casa: “Efficacia, efficienza della gestione e del controllo – ha puntualizzato Minetti – sono caratteristiche dell’intero Ambito Territoriale e dell’Autorità di controllo, una vera Autorità di classe A nel variegato panorama regionale”.

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L’Acqua nella Provincia di Ancona. Tra liberalizzazione e privatizzazione. Scenari e prospettive del servizio idrico integrato

Quale futuro per l’acqua pubblica? Quali scenari di gestione del servizio idrico integrato e quali prospettive di controllo si profilano a seguito della conversione in legge del D.L n. 135/2009 che apre alla “privatizzazione e liberalizzazione” del servizio idrico a partire dal 1° gennaio 2012? Sono questi solo alcuni degli interessanti spunti di riflessioni offerti dalla
Giornata di Presentazione della RELAZIONE SULLO STATO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO NELL’A.T.O N. 2 “MARCHE CENTRO –ANCONA”, in programma il prossimo giovedì 17 dicembre, alle ore 15.00 presso la Sala Raffello della Regione Marche, in via Gentile da Fabriano 9 ad Ancona, alla presenza di Marisa Abbondanzieri, Presidente dell’A.A.T.O. n. 2 “Marche Centro-Ancona”, Massimiliano Cenerini, Direttore dell’A.A.T.O n 2 “Marche Centro-Ancona”e Gian Mario Spacca, Presidente della Regione Marche.

A sette anni dall’applicazione nella Provincia di Ancona della Legge Galli (Legge 36/1994) con l’avvio della gestione associata del servizio idrico tra Comuni e all’indomani della conversione in legge del cosiddetto “decreto salva-infrazioni” (D.L n. 135/2009), che apre alla liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali, acqua compresa, l’A.A.T.O n 2 “Marche Centro-Ancona”, l’Autorità d’Ambito preposta all’organizzazione e al controllo del servizio idrico integrato nei 43 comuni della Provincia di Ancona e nei 2 Comuni della Provincia di Macerata, per il settimo anno consecutivo, tira le somme del suo operato e scatta la fotografia del servizio idrico integrato nel territorio di sua competenza.
A finire al centro dell’analisi tecnica, economica e finanziaria dell’A.A.T.O.2 è l’intera filiera dell’acqua.
Dalla sorgente al depuratore, la gestione in-house della risorsa-acqua da parte di Multiservizi s.p.a. (gestore unico del Servizio idrico Integrato dal 2005), passa al vaglio dell’Autorità d’Ambito n. 2 che ne restituisce un quadro complessivo analizzandone i vari aspetti: disponibilità e qualità della risorsa idrica, dotazione impiantistica, investimenti, finanziamenti, tariffe e standard tecnici e organizzativi del servizio.

Ma l’analisi del servizio idrico di oggi è anche il punto di partenza per l’analisi del servizio idrico di domani.
A delineare i futuri scenari aperti dal nuovo quadro normativo che apre alla gara come modalità di affidamento ordinaria della gestione del servizio e liquida entro il 31 dicembre 2011 tutte le gestioni in-house (a meno che, entro questa data, le società che gestiscono il servizio non siano per il 40% affidate a privati), saranno la Presidente dell’A.A.T.O n.2, Marisa Abbondanzieri e il Direttore, l’Ing. Massimiliano Cenerini.
La normativa, le sue ripercussioni sul mercato, sul servizio, sugli utenti e sul sistema di regolazione saranno oggetto di un’analisi precisa e puntuale che metterà in luce le opportunità e le criticità della nuova legge e che non mancherà di tratteggiare le prime previsioni sul futuro del servizio idrico e alcune proposte in materia di regolazione e controllo.
A chiudere la presentazione della relazione sarà il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca.

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