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susanna zirizzotti

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Il Csc ha presentato le ultime produzioni editoriali al Festival del Film di Roma

La Divisione Editoria del Centro Sperimentale di Cinematografia ha presentato all’Auditorium – in occasione del Festival del Film di Roma – le sue ultime due produzioni editoriali.
Adriano Aprà e Marco Bertozzi hanno presentato il libro di Luca Caminati ROBERTO ROSSELLINI DOCUMENTARISTA. Il libro studia la “cultura della realtà”, informa su tutta l’opera di Rossellini che manifesta in pieno le sue doti “scopiche”, frutto non solo di una questione di occhi, ma – congiuntamente – di etica e di estetica. A partire dai primi esperimenti della fine degli anni ‘30 – come Fantasia sottomarina del 1938-39 – fino ai documentari degli anni ’70 – ultimo quello su Le Centre Georges Pompidou – Rossellini ha infatti indagato la realtà tramite il reportage televisivo (L’India vista da Rossellini, 1957-59), l’intervista giornalistica (Intervista ad Allende, 1971-73), il film didattico (Rice University, 1971-73), la celebrazione storica (i due film su Torino e l’Unità d’Italia, 1961). Rossellini come sperimentatore di forme, nella molteplicità e nella ricchezza della rappresentazione del mondo. Ospite d’eccellenza il figlio Renzo che ha raccontato del padre l’aspetto meno noto: di quando accettò nel ’68 l’invito degli allievi del Csc, che avevano occupato la scuola, di dirigere il Centro. Lo fece con lo spirito di chi voleva cambiare quell’impostazione fascista rimasta ancora non solo nel vecchio statuto ma in tutto l’ordinamento scolastico. I libri di testo secondo lui dovevano essere i film che andavano discussi e criticati, mettendo in mano la macchina da presa e cominciare a studiarne l’uso più corretto. “Mio padre – dice Renzo Rossellini – diceva che il futuro doveva essere fatto di audiovisivi, le immagini servono per far conoscere la realtà alla gente, per farla crescere, per formare una coscienza consapevole. Tutto il cinema di storia, civile doveva essere portato a scuola per insegnare attraverso le immagini. Mentre odiava la parola educare perché non amava la sua derivazione latina educere e il suo significato etimologico, piuttosto preferiva dire “diffondere la conoscenza” e in questo fu un piccolo profeta, i suoi scritti sono straordinari, hanno guardato avanti anticipando il futuro”. Rossellini dai suoi primi cortometraggi, – che secondo Adriano Aprà sono come” favole di Esopo” – ci ha consegnato qualcosa che era già all’avanguardia dando una sua ridefinizione personale del documentario che a quel tempo aveva soltanto un carattere frigido e una collocazione sterile e obbligata da necessità di borderò. Il volume è arricchito da un eccezionale corredo fotografico. La postfazione e la filmografia sono di Adriano Aprà, lo studioso più autorevole dell’opera rosselliniana.
Dopo Rossellini è stato presentato il volume “POPFILMART visual culture, moda e design nel
cinema italiano anni ’60 e ’70”, curato da Stefano Della Casa e Dario E. Viganò collaborazione di Pierpaolo De Sanctis e realizzato con la collaborazione di un giovane editore come Simone Casavecchia delle Edizioni Sabinae.
Il volume esplora l’ampio bacino di forme con cui la Pop Art ha contaminato l’industria cinematografica italiana a cavallo tra anni Sessanta e Settanta. Da quando la scuola di New York sbarca alla Biennale di Venezia del 1964, con il Gran Premio per la pittura assegnato a Robert Rauschenberg, il Pop si trasforma progressivamente da corrente d’avanguardia a nuova estetica di massa protagonista del tempo libero. Il cinema, naturalmente, non può non assorbire la “nuova figurazione”: spesso si limita a registrarla in modo trasparente, quasi inconsapevole, come smalto o patina di modernità da applicare nei film (quasi tutte le produzioni della Fair Film di Mario Cecchi Gori nella seconda metà degli anni ’60, come Il profeta di Dino Risi o Adulterio all’italiana di Pasquale Festa Campanile). Nei casi più interessanti, invece, alcuni tra gli autori più attenti la assumono in forme ludiche e parossistiche (Diabolik di Mario Bava, La decima vittima di Elio Petri, Lo scatenato di Franco Indovina, Sissignore di Ugo Tognazzi), o ne ripropongono l’interrogativo di natura estetica (Il deserto rosso, Blow-Up e Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni; Dillinger è morto di Marco Ferreri). Il libro contiene saggi tematici per inquadrare il fenomeno, affidati ad esperti del settore (Vittorio Sgarbi sul panorama artistico; Stefano Della Casa sul cinema popolare; Dario E. Viganò sui manifesti e la grafica del periodo; Gianni Canova sul design; Pierpaolo De Sanctis sull’influenza del Pop nel cinema italiano; Bruno Di Marino sui trailer e i titoli di testa; Luca Barra sui caroselli televisivi; Domenico Monetti sul fumetto; Luca Pallanch raccoglie le testimonianze degli artisti e dei designer), interviste ad alcuni protagonisti dell’epoca (i registi Roberto Faenza, Tinto Brass, Giulio Questi, Corrado Farina, Piero Schivazappa, Franco Brocani; il produttore Ettore Rosboch; lo scenografo Pier Luigi Pizzi; il creatore di trailer e di titoli di testa Miro Grisanti) e un’ampia filmografia ragionata composta da oltre 100 schede critiche dei film considerati più pop. Per visualizzare al meglio l’impatto della Pop Art nell’immaginario collettivo scolpito dal cinema. Steve della Casa nel parlare del volume ha sottolineato anche la ricchezza dell’ apparato iconografico suddiviso in 8 gallerie tematiche (moda, design, geometrie, opere d’arte, titoli di testa, grafica, fumetto, pubblicità), costruite da foto di scena e fotogrammi dei film analizzati il tutto ben realizzato graficamente dalla Divisione Editoria del Csc.

note sull’autore di “Roberto Rossellini documentarista”

Luca Caminati è professore associato di Film Studies presso la Mel Hoppenheim School of Cinema alla Concordia University di Montreal, dove si occupa di cinema documentario e postcolonial studies. E’ autore di Orientalismo eretico. Pier Paolo Pasolini e il cinema del Terzo Mondo (Bruno Mondadori, 2007), Il cinema come happening. Il primitivismo pasoliniano e la scena artistica italiana degli anni Sessanta (Postmedia, 2010) e di numerosi saggi su registi contemporanei italiani fra cui, recentemente, Gianni Amelio, Giorgio Diritti e Pietro Marcello, apparsi su riviste specializzate quali «Bianco e Nero» e «Studies in Documentary Film».

note sugli autori di “POPfilmART

Dario Edoardo Viganò (Rio de Janeiro, 27 giugno 1962) professore ordinario di “Comunicazione” presso la Pontificia Università Lateranense. Insegna “Linguaggi e mercati dell’audiovisivo” e “Teorie e tecniche del cinema” presso il Dipartimento di Scienze Politiche della LUISS “Guido Carli”, dove è membro del Comitato Direttivo del Centre for Media and Communication Studies “Massimo Baldini”. Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e Direttore della «Rivista del Cinematografo». Tra i suoi libri: La maschera del potere. Carisma e leadership nel cinema (Roma 2012); Cari Maestri. Da Susanne Bier a Gianni Amelio i registi si interrogano sull’importanza dell’educazione (Assisi 2011); Chiesa e pubblicità. Storia e analisi degli spot 8×1000 (Soveria Mannellli 2011); autore della voce Il cinema: ricezione, riflessione, rifiuto, in A. Melloni (cura di), Cristiani d’Italia. Chiese, società, stato, 1861-2011, Enciclopedia Italiana Treccani (Roma 2011); Dizionario della comunicazione (Roma 2009); Attraverso lo schermo. Cinema e cultura cattolica in Italia, 3 voll., (Roma 2006, con R. Eugeni).

Stefano Della Casa è presidente Film Commission Torino Piemonte. Considerato tra i massimi esperti di cinema italiano, dopo aver curato la sezione “Spazio Italia” sin dalla sua fondazione, ha inoltre ricoperto la carica di direttore del Torino Film Festival dal 1999 al 2002. Dal 1994 conduce Hollywood Party, programma radiofonico di Radio3 e dal 2004 al 2006 il contenitore notturno La 25° ora – Il cinema espanso su LA7. Dal 2008 è direttore artistico del Roma Fiction Fest. Collabora con il quotidiano La Stampa e con numerose riviste di cinema. Da alcuni anni presiede la Film Commission Piemonte. Tra le sue pubblicazioni: Mario Monicelli (1986); Mario Mattoli (1990); Riccardo Freda (1999); Dario Argento, il brivido della critica cinematografica (2000); Officina torinese. Una passeggiata in cento anni di cinema (2000); Capitani coraggiosi. Produttori italiani 1945-1975 (2003); La buca di Maspero in Scrittori in curva (2009).

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POPfilmART un evento editoriale alla Mostra del Cinema di Venezia

 

Il 5 settembre a Venezia alle ore 17, presso lo spazio espositivo dell’ Ente dello Spettacolo (Hotel Excelsior), Stefano Della Casa e Dario Viganò presenteranno il volume POPfilmART, una coedizione Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà Luce ed Edizioni Sabinae con  la prefazione di Vittorio Sgarbi.

POPfilmART è la prima pubblicazione che si occupa delle contaminazioni e i dialoghi visuali fra la Pop Art e il Cinema.   I saggi tematici sono scritti da: Gianni Canova; Pierpaolo De Sanctis; Bruno Di Marino; Luca Barra; Domenico Monetti e  Luca Pallanch.

Il libro contiene interviste ai protagonisti dell’epoca: Tinto Brass, Franco Brocani, Roberto Faenza, Corrado Farina, Giulio Questi, Franco Rossetti, Piero Schivazappa, Miro Grisanti, Pier Luigi Pizzi, Ettore Rosboch.

Il volume è arricchito da un’ampia filmografia ragionata composta da oltre 100 schede critiche dei film considerati più pop e da bellissime foto di scena e fotogrammi dei film analizzati

 

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Lo sguardo di Theo – Omaggio al cinema di Angelopoulos

Sabato 7 aprile la Cineteca Nazionale vuole ricordare Theo Angelopoulos, uno dei più provocatori e intransigenti maestri del cinema europeo che se ne è andato così tragicamente e improvvisamente nella giornata del 24 gennaio, investito da una moto in una località del Pireo, mentre attraversava una strada. Si trovava in quella località perché stava girando il nuovo film The Other Sea, coproduzione italiana, greca e turca, interpretato da Toni Servillo.
Nato ad Atene nel 1935, laureatosi in legge, nel 1962 si trasferisce a Parigi per studiare cinema. A 33 anni dirige il cortometraggio La trasmissione (1968) che ottiene buoni consensi, mentre il suo lungometraggio d’esordio, Ricostruzione di un delitto, ottiene la menzione speciale al Festival di Berlino. Ma è il film che è riuscito a stregare tutti è stato La recita (1975), opera di quattro ore, in cui l’autore raccontò la storia della Grecia dagli anni Trenta ai Settanta. Altri suoi film che resteranno memorabili sono Paesaggio nella nebbia (1988, Leone d’argento alla Mostra di Venezia), Lo sguardo di Ulisse (1995, Gran Premio della Giuria a Cannes) e L’eternità è un giorno (1998, Palma d’oro a Cannes). Senza scordare Il passo sospeso della cicogna (1991, con Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau) e La polvere del tempo (2008, con Willem Dafoe, Bruno Ganz e Michel Piccoli). Nella sua filmografia l’autore Angelopoulos non è mai sceso a compromessi, mantenendo quell’etica dello sguardo, ovvero piani sequenza atti a registrare le realtà interiori della Storia. Sull’ultimo film che stava girando ha dichiarato: «Il XX secolo ha creato una speranza di cambiamento, ma adesso il sogno è svanito e ci troviamo a vivere in un vuoto che le nuove generazioni dovranno riempire di contenuti».

ore 17.00
La sorgente del fiume (2004)
Regia: Theo Angelopoulos; soggetto: T. Angelopoulos; sceneggiatura: T. Angelopoulos, Tonino Guerra, Petros Markaris; fotografia: Andréas Sinanos; scenografia: Costas Dimitriadis, Giorgos Patsas; costumi: Ioulia Stavridou; musica: Eleni Karaindrou; montaggio: Giorgos Triantafyllon; interpreti: Alexandra Aidini, Nikos Poursadinis, Giorgos Armenis, Vassilis Kolovos, Eva Kotamanidou, Toula Stathopoulou; origine: Italia/Francia/Grecia; produzione: Angelopoulos Productions, Classic, Bac Film/Intermedias, Rai Cinema, Istituto Luce; durata: 174’
«La Grecia del ’900 raccontata come fosse un mito, intrecciando Storia e Tragedia. Gli anni tumultuosi fra il 1919 e il 1949, segnati da guerre, dittature, occupazione, guerra civile, rievocati senza le convenzioni del film storico ma con la forza lirica del cinema di Angelopoulos. Rivisto e snellito dopo la presentazione a Berlino, La sorgente del fiume ci guadagna forse in leggibilità senza perdere in intensità. Si parte dal ’19, quando l’Armata Rossa entra a Odessa e la comunità greca viene smembrata e dispersa; si arriva agli orrori della guerra civile. Al centro di tutto ci sono Elena, giovane esule promessa al vecchio Spyros, che invece fugge per sposarne il figlio e unirsi con lui a una banda di musicisti erranti (finirà emigrato e poi soldato negli Usa). Angelopoulos non illustra, spiega o riordina, ma condensa gli eventi in immagini emblematiche e spesso memorabili, osservando sempre i singoli sullo sfondo della comunità. Lento e iterativo, tirannico e illuminante come un rito, non è un film facile né nuovissimo per chi conosce l’autore, ma vale largamente la fatica. Musiche bellissime di Eleni Karaindrou» (Ferzetti).

Presentazione di Le Vélo
Una ragazza, una vecchia bicicletta acquistata da un rigattiere, le stagioni che cambiano, la bicicletta che teme di essere abbandonata in cantina… dieci minuti sospesi tra passato e futuro: da un lato, echi truffautiani sul filo della nostalgia e dei sentimenti sopiti, dall’altro, il progresso tecnologico, che permette di girare con mezzi inconsueti e sorprendenti (non vi sveliamo quali: leggere l’ultimo cartello dei titoli di coda!), al servizio di una storia che invece guarda indietro nel tempo, rispolverando passioni popolari, come la bicicletta (soprattutto in Francia, dove il corto è stato girato), e insegue immagini secolari di una natura ancora incontaminata. Un felice esordio (non dietro la macchina da presa come si diceva un tempo!) per il compositore Giovanni Rotondo (ha collaborato a importanti produzioni americani, fra le quali Spider-man 3, e a serie e film televisivi diretti da Carlei e Siliotto) e per sua moglie, Federica Savarese, anche interprete del cortometraggio.

ore 20.30
Le Vélo (2011)
Regia: Giovanni Rotondo e Federica Savarese; soggetto e sceneggiatura: G. Rotondo, F. Savarese; fotografia: F. Savarese; musica: G. Rotondo; missaggio: Federico Savina; montaggio: G. Rotondo; interpreti: F. Savarese, Alexander Addor-Neto; origine: Italia; produzione: Giovanni Rotondo e Federica Savarese; durata: 10’
Una bicicletta rivive, attraverso dei flashback, tutti i momenti salienti del suo rapporto con la ragazza che l’ha conquistato. Solo alla fine scoprirà se, come teme, è stata davvero abbandonata.
Ingresso gratuito

ore 20.45
La polvere del tempo (2008)
Regia: Theo Angelopoulos; soggetto: T. Angelopoulos; sceneggiatura: T. Angelopoulos, con la collaborazione di Tonino Guerra, Petros Markaris; fotografia: Andréas Sinanos; scenografia: Andrea Crisanti, Dionyssis Fotopoulos; costumi: Regina Khomskaya, Francesca Sartori, Martina Schall; interpreti: Willem Defoe, Bruno Ganz, Michel Piccoli, Irène Jacob, Christiane Paul, Reni Pittaki; origine: Italia/Grecia/Germania; produzione: Theo Angelopoulos Film, Greek Film Centre, Ert, Nova, Classic, Lichtmeer, Studio 217; durata: 125’
Triangolo amoroso tra due uomini e una donna nell’arco di cinquant’anni, raccontato da un regista americano di origine greca che, per lavoro, gira per il mondo. «Un ritornello musicale al piano, ossessivo, ripetitivo, melodico festoso, ma anche inquietante e horror, che diventa, nell’orchestrazione dell’autrice, Eleni Karaindroi, quasi un Tema di Lara), ci porta alla scaturigine formale, meno introversa del solito, del nuovo dramma di Theo Anghelopoulos, La polvere del tempo. Sempre insolente, il flusso di Anghelopoulos, per l’incedere laico e solenne, avanti e indietro nella Storia. Sempre abile nel fermo immagine catatonico, quando coglie, con respiro disumano, spettri di verità (e anche “di Marx”) strappati d’oblio perenne: siano le porti, le nebbie e i tram del real-socialismo sovietico che tradì i rivoluzionari; o gli incubi totalitari del neoliberismo terrorizzato dal terrorismo, che riduce gli individui a nude radiografie alienate, semoventi e consumanti; o il muro del pianto del rock, con i ritratti dei veri scopritori di “pianeti inaccessibili” agli occhi degli astronomi e della Stasi (Jimi Hendrix, Che Guevara, Jim Morrison, Johnny Cash, Janis…), perché la rivoluzione contro il lavoro forzato di tutti i tipi è già data vinta, ai “confini della realtà”» (Silvestri).

Cinema Trevi vicolo del puttarello, 25 Roma tel: 06.6781206
ingresso 4 euro – ridotto 3 euro

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Seconda edizione del Master universitario in Restauro Digitale audio e video

La Cineteca Nazionale ha rinnovato anche quest’anno la collaborazione con il Centro Teatro Ateneo per organizzare la seconda edizione del Master in Restauro Digitale audio e video. Il corso intende sviluppare figure professionali che possano operare nell’ ambito del restauro cinematografico e video e nei complessi processi di archiviazione multimediale per il recupero artistico-culturale di opere audiovisive. Il programma prevede lo studio delle metodologie produttive del restauro dell’audiovisivo attraverso l’applicazione delle tecnologie elettroniche digitali con gli hardware e software più noti in ambito broadcast, il più diffuso dei quali è Revival Da Vinci. La Cineteca Nazionale curerà in particolare la formazione relativa alla conoscenza e alla gestione delle pellicole cinematografiche. I corsi prevedono, oltre alle lezioni teoriche e tecniche con docenti universitari e professionisti, un periodo di laboratorio pratico dedicato allo sviluppo di progetti video personali, finalizzati alla creazione di un portfolio di presentazione dei lavori svolti. L’attività formativa è pari a 1500 ore di impegno complessivo, di cui almeno 300 ore dedicate all’attività di didattica frontale e 150 ore destinate alla prova finale. Le attività didattiche del Master si svolgeranno presso il Centro Teatro Ateneo Centro di Ricerca sullo Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza”. Le lezioni inizieranno entro il 1° febbraio 2012 e si concluderanno nel mese di dicembre 2012. Al termine del ciclo delle lezioni e del laboratorio è previsto un periodo dedicato allo stage in aziende del settore, al fine di garantire un primo inserimento nel mondo del lavoro. Informazioni sulle modalità di iscrizione al master si possono trovare sul sito web: http://www.masterspettacolo.it oppure [email protected].
Per iscriversi c’è tempo fino al 16 gennaio.

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Il Centro Sperimentale di Cinematografia annuncia la pubblicazione del nuovo Bando di Concorso

Il Centro Sperimentale di Cinematografia, Scuola Nazionale di Cinema di Roma apre le porte ai giovani dell’Unione Europea e ai giovani cittadini extracomunitari, per questi ultimi limitatamente a un posto in ciascuno dei corsi, interessati allo studio dei vari settori della cinematografia.
I posti messi a concorso quest’anno sono 74, di cui sei per i corsi di Montaggio, Regia, Scenografia, Costume; otto per i corsi di Fotografia, Produzione, Sceneggiatura, Tecnica del Suono e nove posti per ragazzi e nove per ragazze interessati a frequentare il corso di Recitazione.
Il percorso formativo si articola in tre anni ed è costituito da discipline teoriche di base, corsi professionali sistematici, seminari, esercitazioni, stage in Italia e all’estero. Oltre ai docenti responsabili dei diversi corsi: Franco Bernini (sceneggiatura), Andrea Crisanti (scenografia), Daniele Luchetti (regia), Giancarlo Giannini (recitazione), Domenico Maselli (produzione), Roberto Perpignani (montaggio), Giuseppe Rotunno (fotografia), Federico Savina (tecnica del suono), Piero Tosi (costume), gli allievi della Scuola hanno avuto occasione di incontrare o di lavorare con Theo Anghelopoulos, Cristina Comencini, Ascanio Celestini, Francis Ford Coppola, Spike Lee, Ferzan Ozpetek, Ennio Morricone, Sergio Rubini, Martin Scorsese, Lina Wertmuller, Wim Wenders, Giuseppe Tornatore, Fabrizio Bentivoglio, Nanni Moretti, David Warren, per citare solo alcuni dei “visiting professors” che si sono alternati in questi ultimi anni.
Gli allievi della Scuola Nazionale di Cinema hanno la possibilità di ricevere una formazione completa, tesa a coniugare tradizione e innovazione, sperimentazione e ricerca, stimolando e incentivando i processi di collaborazione tra le varie componenti culturali, tecniche, artistiche e professionali che concorrono alla creazione dell’opera d’arte cinematografica. Un ulteriore obiettivo della Scuola è favorire l’inserimento dei diplomati negli ambiti professionali più qualificati del cinema: per il corso di recitazione è attiva infatti una struttura interna, il “Service Cast Artistico” che opera nel mondo del lavoro come una vera e propria agenzia.
Il Bando di Concorso prevede un limite di età: deve essere compresa tra il gennaio ’85 e il dicembre 93 per tutti i corsi eccetto per Recitazione dove l’età è compresa tra il gennaio ’88 e il dicembre ’93. Ma per chi vorrebbe frequentare il Centro Sperimentale ed ha invece un’età superiore, nulla è perduto, la speranza verrà soddisfatta da CSC LAB, una serie di Laboratori che la Scuola sta preparando e si prevede partiranno dalla prossima stagione invernale.
Il testo completo del bando di concorso si può scaricare dal sito: www.fondazionecsc.it
La domanda di ammissione sarà valida solo se inviata per via telematica attraverso la procedura di partecipazione on line pubblicata esclusivamente sul sito della Fondazione.
Le domande dovranno pervenire entro il 30 luglio prossimo. Per maggiori informazioni basterà chiamare i numeri 06.72294261 – 292 o scrivere a [email protected]

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Al via la seconda edizione di Cinema di Migrazione

Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale collabora al progetto Cinema di migrazione organizzato dall’ associazione di cultura cinematografica Il Labirinto e finanziata dalla Provincia di Roma nell’ambito del Piano provinciale 2010/2011 per l’integrazione dei cittadini immigrati che finanzia più di 100 interventi di assistenza e di integrazione sotto la direzione dell’Assessorato alle Politiche Sociali e per la Famiglia.
L’Iniziativa, giunta quest’anno alla seconda edizione, prende il via il 24 gennaio 2011 alle ore 17,00 presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma con una rassegna di film e documentari curata da Alessandra Guarino e realizzata in collaborazione con Cinecittà Luce, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Aiccre.
La rassegna, a ingresso gratuito, si articola in una prima fase, dal 24 al 28 Gennaio 2011, al Nuovo Cinema Aquila (via L’Aquila 68), accanto ad alcuni eventi speciali, quali: la proiezione del film in 3D di Wim Wenders “Il volo” (lunedì 24 gennaio alle ore 18,30), l’omaggio a Costantin Costa Gavras, con la proiezione del film “Verso l’Eden”, (lunedì 24 Gennaio alle ore 20,30) e l’omaggio a Mario Monicelli, in collaborazione con la Cineteca Nazionale, con la proiezione del film “La ragazza con la pistola”, (giovedì 27 gennaio alle ore 22,30).
Da giovedì 3 febbraio, e per i successivi quattro giovedì, la rassegna si sposta al Cineclub KINO (via Perugia, 34 zona Pigneto) dove le proiezioni, due per ogni film: alle ore 18 e alle ore 21, saranno arricchite dalla presenza degli autori e dei produttori in sala e dal dibattito con il pubblico. Infine, da giovedì 10 marzo e per i successivi quattro giovedì, Cinema di Migrazione si terrà presso l’Aula Agostini dell’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà), ex Ospedale San Gallicano (via di S. Gallicano 25/A)
Il progetto Cinema di Migrazione, oltre alla rassegna di film, prevede l’attivazione di 10 laboratori didattici, in altrettante scuole di Roma e Provincia, di argomento interculturale e sulla migrazione, proprio perché nasce dalla necessità di offrire alle istituzioni scolastiche, ai docenti, agli studenti e ai genitori percorsi di didattica interculturale per contribuire non solo alla diffusione e alla sensibilizzazione dei temi legati alla migrazione e all’intercultura, ma anche a valorizzare la funzione culturale che il cinema, come strumento di formazione del pubblico, assume ancora oggi.

Ufficio Stampa Centro Sperimentale di Cinematografia: Susanna Zirizzotti – Valentina Contessi tel. 0672294260- cell. 3391411969 [email protected] [email protected]

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Misteri d’Italia al cinema Trevi – Le ultime giornate della rassegna saranno dedicate all’omicidio Pasolini e alla strage di Bologna

Si conclude il 26 novembre al Cinema Trevi di Roma la prima parte di Misteri d’Italia: una rassegna di film sui cosiddetti misteri italiani, quelle oscure vicende degli ultimi sessant’anni di cui non sono mai stati trovati i responsabili. Pensiamo ai fatti relativi a Portella della Ginestra, piazza Fontana, Brescia, Ustica, Bologna o ai casi Mattei, Moro, Ambrosoli e all’omicidio di Pier Paolo Pasolini fino alle stragi di mafia degli anni ‘90 e al G8 di Genova che verranno proposti nella seconda parte della retrospettiva.
Due appuntamenti importanti saranno quelli di mercoledì 24 e di giovedì 25 novembre in cui si cercherà di fare chiarezza su nodi apparentemente inestricabili di un passato/presente indagato attraverso uno sguardo ad ampio raggio, capace di rendere conto del cinema d’autore così come di quella produzione documentaria e indipendente che ha fronteggiato spesso questioni scomode e temi scottanti:

mercoledì 24 novembre ore 20.45
incontro moderato da Christian Uva con Franco Grattarola, Aurelio Grimaldi, Nino Marazzita, Mario Martone, Roberta Torre

giovedì 25 novembre ore 20.30
incontro moderato da Pierpaolo De Sanctis con Franco Bernini, Daniele Biacchessi, Roberto Greco, Massimo Martelli, Luigi Perelli

L’ingresso è gratuito

Cinema Trevi , vicolo del Puttarello, 25 Roma tel. 06 6781206 06 6781206

Ufficio Stampa CSC: Susanna Zirizzotti – Valentina Contessi tel. 0672294260- 391411969 [email protected] [email protected]

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Roma tra cronaca e film

Nell’ambito delle manifestazioni cittadine per il centenario del Sindacato Cronisti Romani (1910/2010), la Cineteca Nazionale propone il 21 e il 22 ottobre al Cinema Trevi a Roma, una rassegna di film su Roma e la cronaca.
Sono sei film d’autore che hanno segnato la storia della cinematografia italiana dal dopoguerra ad oggi e che offrono un’interessante rievocazione di fatti e misfatti della cronaca, in particolare quella cittadina, che hanno suscitato l’interesse dell’opinione pubblica e che hanno avuto ampia risonanza sui mezzi di comunicazione. Nel corso della manifestazione alcuni registi si confronteranno con giornalisti e cronisti.
La rassegna è stata ideata e promossa dal Sindacato Cronisti Romani e dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani.

Programma delle proiezioni:

giovedì 21 ottobre
ore 17.00
Il gobbo (1960)
Regia: Carlo Lizzani; soggetto: Luciano Vincenzoni, Elio Petri, Tommaso Chiaretti; sceneggiatura: C. Lizzani, Ugo Pirro, Vittoriano Petrilli, Mario Socrate; fotografia: Leonida Barboni, Aldo Tonti; scenografia: Mario Chiari; costumi: Piero Gherardi; musica: Piero Piccioni; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Gérard Blain, Anna Maria Ferrero, Bernard Blier, Ivo Garrani, Pier Paolo Pasolini, Rocci Vodolazzi; origine: Italia/Francia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica, Orsay Film; durata: 103’
Nell’ultima fase della guerra, un giovane della periferia romana, Alvaro, soprannominato “il gobbo”, è diventato famoso compiendo una serie di attentati contro i tedeschi e i fascisti. Suo personale e accanito avversario è il commissario della polizia fascista, Poletti. Per vendicarsi di lui, Alvaro non esita a usare la violenza sulla sua giovane figlia Ninetta. Da quel momento il destino accomuna le sorti di entrambi. Alvaro viene ferito dai tedeschi; si rifugia in casa di Ninetta e la ragazza, innamoratasi nonostante tutto del fuorilegge, lo nasconde. «Si deve dare atto alla regia di Carlo Lizzani di aver saputo risolvere sia il personaggio del protagonista, sia l’ingrata cornice che gli fa da sfondo con un linguaggio quanto si vuole aspro e violento, ma sempre rigoroso e preciso, attento ai disegni psicologici più complessi, sicuro nell’evocazione delle atmosfere più drammatiche, sulla scia (quanto a immagini e a ritmo narrativo) dei migliori film gangster americani» (Rondi).
Copia ristampata dalla Cineteca Nazionale – Vietato ai minori di anni 16

ore 19.00 Incontro con Romano Bartoloni, Giancarlo De Cataldo, Laura Delli Colli, Massimo Lugli, Enrico Magrelli, Andrea Purgatori

a seguire
Roma ore 11 (1952)
Regia: Giuseppe De Santis; soggetto e sceneggiatura: Cesare Zavattini, Basilio Franchina, G. De Santis, Rodolfo Sonego, Gianni Puccini; fotografia: Otello Martelli; scenografia: Leon Barsacq; costumi: Elio Costanzi; musica: Mario Nascimbene; montaggio: Gabriele Varriale; interpreti: Lucia Bosé, Carla Del Poggio, Maria Grazia Francia, Delia Scala, Elena Varzi, Lea Padovani; origine: Italia/Francia; produzione: Transcontinental Film, Titanus; durata: 98’
Una ditta cerca una dattilografa e moltissime ragazze rispondono all’annuncio. La scala crolla e una di loro muore. «In questa piccola folla il De Santis ha naturalmente individuato e sottolineato alcune figurine, dandocene sfondi e chiaroscuri. Nel film, come si usa dire, corale, spicca così questo piccolo coro; e gli episodi s’intersecano, ora amari, ora sardonici, talvolta con uno spento sorriso. Film composito, calcolato, previsto, con un’abilità talvolta sorprendente; e sono questa sicurezza e questa bravura a limitare l’umanità e il valore del film. Che è affastellato e al tempo stesso ordinato; con intarsi e imprevisti da caleidoscopio, e al tempo stesso chiarissimo; con toni d’arida cronaca, e qualche più profondo respiro» (Gromo). «Le due versioni dello stesso fatto di cronaca (De Santis e il Genina che segue [Tre storie proibite]) sono forse, nella loro capacità di ignorarsi, la prova maggiore di quanto vi è stato di grandezza nel cinema italiano tra gli anni Trenta e gli anni Settanta» (Germani).
Ingresso gratuito

ore 21.45
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)
Regia: Elio Petri; soggetto e sceneggiatura: Ugo Pirro, E. Petri; fotografia: Luigi Kuveiller; scenografia: Carlo Egidi; costumi: Angela Sammaciccia; musica: Ennio Morricone; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Sergio Tramonti, Arturo Dominici; origine: Italia; produzione: Vera Film; durata: 115’
Un commissario di polizia uccide la sua amante e lascia ovunque, nella casa della donna, indizi contro di sé. Vuole verificare fino a che punto il potere, di cui egli è un esaltato rappresentante, riuscirà a proteggerlo, al di là di ogni prova che possa incriminarlo. «Petri, preso alla gola dall’attualità, e probabilmente compiaciuto del suo ruolo scandaloso, ha insistito su un solo versante, forzando le tinte nella pittura dei metodi polizieschi. Ma basta scalfire con l’unghia il suo film, ricordare il timbro esistenziale che accompagna la sua opera precedente, per toccarne il tessuto più vero, intinto di angoscia storica espressa in forme di paradosso. Impressione accentuata dalla struttura narrativa, da quell’aprirsi e chiudersi del film su toni grotteschi (il delitto iniziale, il rinfresco sul finire) che stringe in una tenaglia di sarcasmo il cuore realistico del racconto» (Grazzini). Fra i tanti premi vinti, spicca l’Oscar per il miglior film straniero.
Vietato ai minori di anni 14

venerdì 22 ottobre
ore 17.00
Romanzo criminale (2005)
Regia: Michele Placido; soggetto: dal romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo; sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, G. De Cataldo, con la collaborazione di M. Placido; interpreti: Kim Rossi Stuart, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio; origine: Italia/Francia/Gran Bretagna; durata: 152’
Tre giovani della malavita romana, il Freddo, il Libanese e Dandi, conquistano a colpi di mitra la Roma degli anni Settanta, stringendo alleanze con la mafia e godendo della copertura dei servizi segreti. La storia della banda della Magliana, dal celebre romanzo del magistrato De Cataldo: i giovani divi del cinema italiano si dividono onori e premi (8 David di Donatello e 5 Nastri d’argento). «Giallo atipico e cinico in cui Placido (al suo miglior film) non rende romantici i banditi, anche se ciascuno pecca per le ragioni del cuore» (Porro).

ore 19.45
Il muro di gomma (1991)
Regia: Marco Risi; soggetto e sceneggiatura: Sandro Petraglia, Andrea Purgatori, Stefano Rulli; fotografia: Mauro Marchetti; scenografia: Massimo Spano; costumi: Roberta Guidi Di Bagno; musica: Francesco De Gregori; montaggio: Claudio Di Mauro; interpreti: Corso Salani, Angela Finocchiaro, Antonello Fassari, Ivano Marescotti, Pietro Ghislandi, Mario De Candia; origine: Italia; produzione: Pentafilm, Trio Cinema e Televisione; durata: 123’
«Il 27 giugno 1980 un aereo DC-9 precipita nel cielo di Ustica. Un giovane e bravo giornalista di un quotidiano milanese fa l’ipotesi di un missile, sdegnosamente smentita dalla autorità militari. Nove anni dopo sono tutti sotto inchiesta. Scritto dal giornalista Andrea Purgatori del “Corriere della Sera” con Rulli & Petraglia, è un buon esempio di cinema giornalistico e civile: ogni sequenza dà una notizia, la ricostruzione di un fatto di cronaca diventa un apologo forte sul potere politico-militare e le sue vergogne» (Morandini).

ore 22.00
Fortapàsc (2008)
Regia: Marco Risi; soggetto e sceneggiatura: Jim Carrington, Andrea Purgatori, M. Risi; fotografia: Marco Onorato; scenografia: Sonia Peng; costumi: Ortensia De Francesco; musica: Franco Piersanti; montaggio: Clelio Benevento; interpreti: Libero De Rienzo, Valentina Lodovini, Michele Riondino, Massimiliano Gallo, Ernesto Mahieux, Salvatore Cantalupo; origine: Italia; produzione: Bìbì FilmTv, Minerva Pictures Group, Rai Cinema; durata: 106’
È la storia del giornalista Giancarlo Siani che, a 26 anni appena compiuti, è stato ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, sotto la sua casa nel quartiere residenziale del Vomero, a Napoli, colpevole solo di voler fare il suo mestiere con professionalità e rigore. «A determinare il tono del film è la scelta del suo interprete principale. Libero De Rienzo: semplice e perbene, solare, antieroico. I tempi sono peggiorati. Saviano è costretto a una vita cupa e nascosta. Ma il messaggio è lo stesso: la mafia (e le sue varianti) è viltà e disonore. E stare dalla parte giusta significa spezzare l’inganno secondo il quale le mafie sarebbero protettive dei bisognosi» (D’Agostini).
Si ringraziano Bibì FilmTv e Minerva Pictures

Cinema Trevi, vicolo del Puttarello, 25 – Roma tel. 06-6781206
[email protected]

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Mostra fotografica: Dive Donne del cinema italiano

La Mostra fotografica “DIVE Donne del cinema italiano” curata da Fabio Di Gioia e Antonio Azzalini, realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Medusa e Drops Comunicazione, è un omaggio alle protagoniste del cinema italiano, dal muto ai giorni nostri.
Il percorso si snoda attraverso i corridoi e i giardini del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, in una scenografia studiata da Roberto Ciambrone, maestro di allestimenti cinematografici e televisivi.
La mostra rende omaggio a 52 artiste e si articola in sei sezioni: dagli astri nascenti del cinema muto, alle interpreti del Ventennio, del Neorealismo, del periodo della ricostruzione e del boom economico, degli anni ’70-’80 fino alle stelle dell’era digitale.
Composta da 160 bellissimi ritratti, fotogrammi, foto di scena, la mostra è presentata in tutta la sua luminosità grazie alla particolare tecnica di stampa su materiale trasparente, ed esposta in grandi cornici che mettono in evidenza la bellezza di queste preziose immagini, conservate nell’archivio fotografico della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia.
A Goffredo Lombardo è dedicato lo spazio riservato ai manifesti originali di film prodotti dalla Titanus, che hanno accompagnato la carriera di moltissime artiste italiane.
La mostra, inaugurata in occasione del 75° anniversario del Centro Sperimentale di Cinematografia, è arricchita da uno splendido catalogo di 160 pagine.
Le visite sono possibili fino al 5 novembre 2010 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00, il giovedì fino alle 22.30. La domenica dalle 9.30 alle 13.30. L’ ingresso è gratuito.
Centro Sperimentale di Cinematografia, via Tuscolana 1520 Roma, tel: 06.722941

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75 anni e non li dimostra

Il Centro Sperimentale ha festeggiato i suoi 75 anni con numerose personalità del mondo del cinema, della cultura e della politica
Il Centro Sperimentale di Cinematografia ha festeggiato giovedì 23 settembre i suoi 75 anni alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e del Ministro delle Politiche giovanili Giorgia Meloni.
Durante la cerimonia il Presidente del CSC Francesco Alberoni ha ricordato che oggi il Centro Sperimentale rappresenta l’unica istituzione di alta formazione cinematografica in Italia e una delle più prestigiose del mondo.
Oggi sono orgoglioso di affermare – dice Alberoni – che il processo di trasformazione del Centro Sperimentale può considerarsi sostanzialmente realizzato e che gli obiettivi qualificanti indicati dalla legge di riforma del CSC risultano tutti largamente attuati. Abbiamo dato una connotazione realmente nazionale, con una significativa presenza sul territorio istituendo, accanto a quella di Roma, tre sedi regionali, ciascuna con una propria specializzazione cinematografica; in Piemonte per l’animazione, in Lombardia per la Fiction, il documentario e la pubblicità ed in Sicilia per la docu-fiction storico artistica. Il nuovo piano didattico ha coinvolto tutti i docenti della scuola favorendo una con-divisione del “sapere cinematografico” capace di stimolare e assecondare un fecondo scambio culturale e professionale tra gli allievi e di promuovere la formazione di un “laboratorio permanente” di tutte le componenti tecniche e artistiche che concorrono alla creazione dell’opera cinematografica. E quindi anche un clima di dibattito e cooperazione, da cui sorgano idee e progetti comuni. I docenti che si avvicendano nell’insegnamento sono per lo più illustri professionisti del cinema italiano e mondiale. La cinematografia – dice Alberoni nel suo discorso introduttivo – si apprende soprattutto lavorando a fianco di un Maestro, esattamente come si faceva nelle botteghe artigiane del Rinascimento, senza trascurare l’utilizzo di tecnologie modernissime. Nel complesso, la Scuola è passata dai circa 50 allievi in corso nel 2002 ai circa 350 attuali.
Alberoni ha ricordato anche i numerosi allievi che sono poi divenuti illustri professionisti del cinema italiano.
Il Ministro Bondi e il Ministro Meloni hanno assicurato il loro impegno a sostenere lo sviluppo della cultura liberandola da condizionamenti politici e statali. Bondi ha annunciato che presenterà la prossima settimana un ddl con nuove norme per la concessione dei contributi agli enti, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si è dichiarato pronto a firmare i progetti di legge di sostegno al cinema italiano.
La cerimonia è proseguita con la consegna dei diplomi honoris causa a Virna Lisi, splendida protagonista del cinema italiano e internazionale che ha arricchito la sua straordinaria bellezza con impegno e sensibilità, dando prova, nella sua lunga carriera, di una duttilità non comune nel panorama del cinema italiano, a Giuseppe Tornatore che ci regala un cinema fatto per il grande schermo, ricco di risate, pianti, volti d’attore, finezza artigianale, con il coraggio dei sentimenti forti, narrati da una messa in scena al tempo stesso popolare, diretta, capace di parlare a tutto il pubblico, ma sorretta da raffinate citazioni che spaziano nell’intera storia del cinema, a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo che con la loro passione e il loro lavoro, sanno dare corpo visibile ai sogni di cui è fatto il cinema. L’amore per il dettaglio delle botteghe artigiane della tradizione italiana e il sapiente impiego delle nuove tecnologie dell’immagine si integrano a dar forza a una sensibilità artistica che li rende veri.
Durante la serata gli ospiti hanno poi visitato la mostra fotografica Dive. Donne del cinema italiano curata da Antonio Azzalini e Fabio di Gioia con la supervisione accademica di Gianni Canova che sarà aperta al pubblico tutti i giorni dal lunedì al venerdì (dalle ore 10:00 alle ore 16:00) fino al 3 novembre presso la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma in via Tuscolana, 1524.

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