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Vincenza30

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Sabato 31 dicembre alle pozze termali delle Masse di San Sisto di Vetralla (VT) la performance poetica “P inaccadue O alla Seconda” (con bandiere poetiche benauguranti il nuovo anno).

Sisto, a Vetralla (VT), la performance di poesia-arte,“P inaccadue O alla Seconda (con bandiere poetiche benaugurati il nuovo anno)”. L’evento, alla sua seconda edizione, quest’anno è a cura di Gianni Piacentini e di Ugo Magnanti. Parteciperanno: Dona Amati, Vincenza Fava, Iolanda La Carrubba, Serena Maffia, Ugo Magnanti, Gianni Piacentini, Enrico Pietrangeli. Ancora una volta l’acqua è l’ambivalente habitat dove la poesia galleggia e affonda, in un’allegorica riflessione sulla parola e sull’arte ancora possibili. Tra le modalità di azione che quest’anno caratterizzeranno l’evento, riportiamo quella protesa a superare la forma del pesce arciere, ispiratore di altre circostanze, a cui si sostituirà la piccola rapida artificiale del secchio, il rovescio d’acqua provocato! È aumentato il volume del getto auto-censorio che il poeta-artista stesso invoca su di sé! Le parole, cadute altre volte dalla bocca del poeta-artista, così come cadono gli insetti colpiti dallo schizzo letale del pesce arciere, saranno in questo caso inondate d’acqua insieme al corpo stesso, in una sorta di lotta allo scroscio, subendo una rilevante sottrazione di suono, e distorsione di immagine. Un’altra modalità di intervento per quest’edizione dell’evento rituale riserverà alla poesia una valenza aerea e fluttuante, tanto da far trasparire il verso scritto in aria, annotato su scenografiche bandiere trasparenti, dono visibile e coinvolgente per i bagnanti presenti nel contesto che assumerà i discreti e silenziosi tratti del museo acquatico, dove i corpi si ‘sciolgono’ nuotando nell’acqua. Dimensione questa che andrà a dilatare le prospettive della poesia, godibile come forza rigeneratrice allo stesso modo delle acque tonificanti che l’accolgono. La poesia passerà a intridere della sua scrittura testuale il vento e i vapori delle acque. Un trionfo vitale che chiuderà dopo la doccia rituale il programma della decantata parola poetica. L’evento è patrocinato dalla Associazione “Le Masse di San Sisto” e da Fusibilia Associazione, ente culturale con sede ufficiale nella Tuscia www.fusibilia.it
Pozze termali delle Masse di San Sisto, Via Cassia Km 74,2, Vetralla (Vt). http://www.termediviterbo.it/terme-masse-di-san-sisto.html Info: tel. 3471808068

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Acqua infuocata – Petra de Goede

Appuntamento sabato 5 novembre alle ore 17.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania con la mostra fotografica “Acqua infuocata – vapore acqueo (visuale indistinta)” in olandese “Gloeiend Water damp (vaag uitzicht)” di Petra de Goede. Una mostra affascinante e singolare in cui la fotografia diventa un dipinto scultoreo dell’animo umano in perenne ricerca della propria essenza e del proprio equilibrio. Di qui i due elementi naturali che, accostati, costituiscono apparentemente un ossimoro filosofico, ma anche emozionale: l’acqua e il fuoco, simboli di purificazione e rinascita, diventano gli archetipi per eccellenza dell’inconscio umano alla perenne ricerca del proprio “io puro”. L’artista olandese, trovando l’elemento di unione tra acqua e fuoco, ben riconoscibile nel vapore acqueo, riesce a superare l’antitesi per arrivare alla realizzazione di opere artistiche in cui il vapore, suggerisce una visuale indistinta delle cose, quasi a rappresentare il velo, le illusioni della nostra mente a contatto con la realtà circostante immersa nel Tempo, categoria di esperienza/effetto: le tracce degli eventi che vengono scolpiti ed elaborati nel nostro inconscio portano Petra de Goede a realizzare immagini e forme in cui il tempo diventa una priorità per l’evoluzione del nostro esser-ci, oltre le apparenze della Forma stessa. Evoluzione che viene ben trasmessa dai colori, toni e luci nordiche dell’opera ‘Wezen’ (una delle tante presenti in mostra), ovvero ‘quiddità’. L’opera consiste in tre pannelli fotografati nel periodo 2005-2010 ad Haamstede, una delle più belle spiagge olandesi. “Per cinque anni sono tornata nello stesso posto, un posto che conosco da quando ero bambina. È uno dei varchi più lunghi per attraversare le dune, perciò non c’è quasi mai nessuno, qui il tempo sembra non esistere, l’acqua è immutata, i suoni sono gli stessi. Mi dà un grande senso di pace e fiducia. I pali fotografati sono pali con una posizione precisa; ci proteggono in quel punto, sono dei frangi onde. Sono forti, ma al tempo stesso mutabili, spariscono sotto la sabbia o cambiano nel tempo grazie all’influenza degli elementi” afferma l’artista. Il cerchio, simbolo della perfezione, la compiutezza (il desiderio) dei soggetti fotografati dall’artista, sono riconoscibili come forma definita. Eppure, portandosi oltre con lo sguardo, si cominciano a vedere frange irregolari che addolciscono il primo impatto e lasciano spazio all’approfondimento e alla fantasia dello spettatore divenendo quasi un mandala che riesce ad oltrepassare ogni significato ovvio e convenzionale. L’inquadratura dello stesso soggetto circolare muta completamente, cambiando posizione; con la visione frontale ‘il pizzo’ del contorno stimola la nostra mente e in più aggiunge colore. Il vento, l’acqua, il sole, la sabbia hanno avuto campo libero per lasciare le loro tracce. Il legno, una volta vivo, si lascia plasmare diventando una scultura naturale. La mostra resterà aperta fino al 27 novembre, il venerdì e il sabato dalle ore 15.30 alle 18.30, la domenica dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Per info: [email protected], tel.0761443239, [email protected] , Associazione Magazzini della Lupa, via della Lupa, 10 Tuscania (Vincenza Fava, Mirna Manni, Ivonne Banco)

Vincenza Fava

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Maurizio Gregorini e Raffaella Belli

Sabato 11 giugno alle ore 19.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania un affascinante incontro letterario con Maurizio Gregorini e Raffaella Belli che ci presenteranno i loro ultimi lavori poetici “L’odore del nulla o l’eresia del Cristo scomposto” e “Elitra diafana- Partitura” con l’intervento di Agostino Raff e Vincenza Fava. Maurizio Gregorini, giornalista, scrittore e poeta ritorna alla poesia dopo nove anni con un inedito volume in cui: “La tenuta, la tensione al calor bianco non deve nulla alle influenze culturali del circostante. Questa poesia è gloriosamente isolata, si percepisce prorompente, nativa. Ha la vivezza e talvolta l’oscurità oracolare di una voce altra che travolge il parlante. Così sarà il lettore a gestire con libera volontà la comparazione al potente e cosmico L’Être et le Néant di Sartre, ai giardini di Lorca la parola musicale e accorata; allo sdegno blasfemo di Artaud la violenza di approccio; al percorso tormentoso di Huysmans il cammino nei rovi della Speranza come virtù teologale; all’Ulrich musiliano l’apertura finale alla trascendenza della stessa dottrina ; o richiamare le semplici sublimi altezze di Caterina, delle due Terese, di Juan de la Cruz, fino a Turoldo” scrive Agostino Raff nella postfazione. Dieci anni separano il nuovo libro di poesie di Raffaella Belli dal suo esordio in versi, avvenuto con “Pensieri d’azzurro”; tempo in cui la poetessa ha potuto maturare ed accettare con chiarezza, dentro di sé, la peculiare voce della sua poesia, un canto che sfugge alla cronologia e si impossessa di una sequenza privata, tutta intrisa di musica, che interagisce con la cognizione del potere creativo. “La tematica della natura, ricorrente nella sua opera quanto il bisogno intimo di mostrarne all’altro il suo spettacolo, fa sì che il poeta ponga il suo sentire al limite del comprensibile, tuttavia nitidamente chiaro se ‘letto’ con attenzione in ogni sua parola espressiva: “Un tuffo scellerato/ mi portò ad infrangere il mare./ Con un’altra carezza/ l’onda generosa/ accolse gli inquieti deliri”” scrive Maurizio Gregorini nella prefazione.

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IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola

In scena venerdì 29 Aprile alle ore 21.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania e il 6 -7 -8 maggio (venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00) al Teatro Sala Uno Roma, IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola un progetto teatrale dell’Associazione Culturale ArgoStudio e della Compagnia Ilaria Drago. Un corpo logorato e trasformato dall’ambiente scenico che cresce intorno a lui. Sei specchi in semicerchio abitati da personaggi e riflessi, ombre e fantasmi che agitano i ricordi del folle imperatore: sono le vittime del suo amore e del suo odio, sono la folla affamata che abita e si nutre del suo corpo. È Caligola, insieme ai suoi desideri e le insanabili mancanze, il personaggio scelto da Tiziano Panici protagonista della pièce e regista insieme ad Ilaria Drago. Scena e progetto visivo Andrea Giansanti, musiche originali e sonorizzazioni Marco Guidi, disegno luci Javier Delle Monache, trucco e costumi Laura Rhi Sausi, responsabile tecnico Simone Bellingeri, ideazione grafica Angelo Sindoni. IN CORPORE_banchetto liturgico per Caligola è un monologo che si svolge su diversi piani del linguaggio contemporaneo: dalla drammaturgia al lavoro sul corpo dell’attore, dall’uso delle video/proiezioni alla creazione di ambienti sensibili grazie all’uso del programma Isadora. Un’indagine sulla genesi devastante del potere, la sua inarrestabile reversibilità che trasmuta il corpo martoriato, ormai cadavere del protagonista in uno strumento di logica infallibile. Questa fase del progetto si avvale della collaborazione di Ilaria Drago. La sua intensa esperienza di attrice, performer, regista e autrice è un contributo fondamentale a un percorso di ricerca che intende trasformare la parola scritta e il corpo scenico dell’ attore. Il Progetto ha quindi una sua origine specifica: nasce dal dramma più toccante di Albert Camus,Caligola, e attraverso un lavoro di riscrittura, si dirama toccando diverse sfere della comunicazione audio/visiva. Afferma Tiziano Panici: “Tutto intorno a Caligola è una superficie che riflette la realtà, la distorce, la ripropone sotto nuove forme e da lì emergono tutti i suoi fantasmi. Lo specchio “rappresenta”, racchiude i desideri più nascosti di Caligola. Cosa può apparire dentro lo specchio? L’impossibile! Ciò che Caligola insegue disperatamente: Drusilla, La Luna, Il Mondo.
È per questo che il suo animo non sarà mai sazio. Ad ogni istante lo specchio ricorda all’imperatore quanto vasto e profondo sia il lago che si nasconde nella sua anima.”
Per info e prenotazioni: [email protected], [email protected]
[email protected] , cell. 339 – 8577434

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Lughia – Il Silenzio dell’Albero

Appuntamento ai Magazzini della Lupa di Tuscania sabato 30 aprile alle ore 17.00 con il vernissage della mostra d’arte contemporanea “Il Silenzio dell’Albero” di Lughia, a cura di Giuseppe Salerno. Lontana dalle vicende del quotidiano, Lughia naviga nelle non-dimensioni dell’eterno e dell’infinito affidando poeticamente la rappresentazione dell’umana specie ad ombre evocatrici di memorie. Ombre che, nelle opere oggetto di questa esposizione, si rapportano ad alberi vissuti, nella dimensione umana, quali elementi di collegamento tra il prima ed il dopo, tra la terra ed il cielo. “Da bambina abbracciavo gli alberi. Tenendoli stretti e carezzandone le rugosità mi sentivo un tutt’uno con quella terra alla quale le loro radici erano fortemente ancorate. Da adolescente poi, quando per la prima volta conobbi la morte, desiderai che un giorno le mie ceneri venissero riposte nel cavo di un albero cosicché con esso potessi continuare a respirare”. In queste poche parole di Lughia è il rapporto profondo e indissolubile con la madre terra che ne accompagna l’esistenza di donna e d’artista. 

Nota per le Architetture di Sabbia che la rendono assolutamente unica nel panorama dell’arte contemporanea, Lughia ha una produzione di opere assai vasta. I suoi mondi interiori, che trovano la principale rappresentazione in scenari di sabbie e sassi fuori da ogni dimensione spazio/temporale, la vedono vicina ad una terra “Madre” nei cui confronti  manifesta, con materiali e modalità espressive le più diverse, una grande deferenza.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 15 maggio nei giorni venerdì e sabato ore 15.30-18.30, domenica ore 11.00-13.00. Per info: [email protected], [email protected]

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Le fatiche di Pedrolino, precario a tempo determinato

Appuntamento al Teatro dello Scalo di Roma dal 3 all’8 maggio con Gabriele Guarino e “Le fatiche di Pedrolino, precario a tempo determinato”, per la regia di Claudio De Maglio, uno spettacolo nato dalla collaborazione con Jvana Tranchina e presentato dall’Associazione Universitaria “Laboratorio del Reale” insieme alla compagnia Fuo.ri.Terr.A. Un viaggio di una maschera, trovata in un cartone vuoto in una discarica, attraverso i corpi, le fatiche e le sfide della precarietà per cercare una sua reincarnazione. Un fedele tradimento della tradizione della Commedia dell’Arte e di una delle sue maschere più antiche, troppo spesso dimenticata. Drammaturgia e testo Claudio De Maglio e Gabriele Guarino, maschera di Stefano Perocco di Meduna, fonica e luci Paolo Ricci, grafica Maria Teresa Aprile. Lo spettacolo nasce dalla lunga indagine di Gabriele Guarino sulla maschera di Pedrolino, iniziata anni fa dal lungo addestramento triennale di Commedia dell’Arte, presso il Centro Teatro Ateneo di Ferruccio Marotti, studiando con Carlo Boso, Claudia Contin e Ferruccio Merisi e Claudio De Maglio, il regista dello spettacolo. Il progetto che ha costruito quest’anno è la consacrazione di questa ricerca ampliata in contesti sociali con il programma di tavole rotonde sul tema della precarietà organizzato con l’Associazione culturale Universitaria “Laboratorio del Reale” che culminerà con l’ultimo incontro finale il 3 Maggio alle ore 19.30 presso il Teatro allo Scalo di Roma, prima del debutto dello spettacolo che sarà in programmazione tutta la settimana. Il progetto prevede anche una pubblicazione e un film che sono in fase di progettazione. Gabriele Guarino nasce a Taranto nel 1981 e dopo le prime esperienze con il Teatro della Fede di Alfredo Traversa a Grottaglie (TA) si trasferisce a Roma per studiare teatro. Lavora in teatro, cinema e tv, esplorando numerosi generi e approfondendo più codici espressivi, tra i quali, oltre la Commedia dell’Arte, la biomeccanica, il teatrodanza, e la ritmica del metodo Dalcroze. Attualmente collabora stabilmente con la compagnia Fuo.ri.Terr.A. di Roma e insegna Commedia dell’Arte in due Accademie di Arte drammatica di Roma, La Fucina e la Scharoff. Sarà possibile vedere lo spettacolo dal martedì al sabato alle ore 21.00, domenica alle ore 18.00. Per info e prenotazioni: www.teatroalloscalo.it

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Serafino Amato e William Pettit “Quattro pezzi facili – Four easy pieces”, Pittura & Fotografia – Musica & Video

Ai Magazzini della Lupa di Tuscania, sabato 16 aprile dalle ore 17 alle ore 20, appuntamento con “Quattro pezzi facili – Four easy pieces”, una mostra di Pittura & Fotografia – Musica & Video degli artisti Serafino Amato e William Pettit. Serafino Amato e William Pettit, si conoscono da poco tempo. Il loro è stato un incontro casuale, come ne avvengono inevitabilmente per le strade dell’arte.
Sono molto diversi fra loro, per nazionalità, età e cultura, ma qualcosa di fondamentale li unisce.
Serafino, che da sempre è affascinato dal “percorso”, si è quasi sempre fidato dei propri passi: “Chi cammina veloce raggiunge chi sta già sullo stesso sentiero, ma chi per primo aveva intrapreso il viaggio?”. In una mostra realizzata più di venti anni fa, intitolata “Segnavia”, un uomo veniva ripreso nel suo difficoltoso cammino in una fitta boscaglia con uno zaino sulle spalle. Una evidente reminescenza Heideggeriana.
Bill è un nostalgico, un espatriato, ma anche il suo percorso è fisico. Come uno “straniero” attraversa il tempo e il ricordo, riciclando il passato e l’immaginario insieme a tracce, foto e cartacce attaccate ad un muro. Il suo è un linguaggio ciclico. Scrive sempre la stessa poesia, canta sempre la stessa canzone, dipinge lo stesso quadro e a lui non sembra esserci differenza fra queste cose. …Tonalità e poemi, una lunga marcia versa casa, prima spinge e poi fa arretrare, ci si muove attraverso la leggerezza del tempo. La mostra è accompagnata da un testo di Yvonne Dohna, storico e critico d’arte.
Serafino Amato, docente di fotografia presso la John Cabot University (Roma),
si è formato nell’ambito della ricerca teatrale, nel filone della cosiddetta “nuova spettacolarità”. Dopo l’esperienza teatrale e performativa si è dedicato prevalentemente alla fotografia e dal 2000 ha affiancato alla fotografia l’uso della videocamera. Ha lavorato con l’Associazione Fondo Alberto Moravia, il Teatro di Roma, la Fondazione Sigma-Tau, il Piccolo Teatro di Milano. William Pettit, pittore, musicista e poeta, è docente di pittura, disegno e fotografia. Lavora come Assistant Professor di Studio Art presso la John Cabot University di Roma e come docente di Affresco, Pittura e Disegno al The Umbra Institute di Perugia. Per info: tel. 0761-443239, Magazzini della Lupa, via della Lupa, 10, Tuscania. Ingresso libero. http://magazzinidellalupa.idra.it/

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L’albero della vita

Sabato 5 marzo alle ore 17.00 ai Magazzini della Lupa di Tuscania vernissage della mostra fotografica “L’albero della vita”, donne raccontate da Antonia Dionisi e Giovanni Giusti. Le opere fotografiche di Antonia e Giovanni, scoprono lo sguardo degli artisti nel percepire da un punto di vista femminile e maschile l’essenza stessa dell’essere donna. Nella loro sostanziale e naturale differenza, gli artisti riescono a cogliere e a fotografare quello che la donna vive nella vita quotidiana. Di qui mani che lavorano, visi catturati dall’ Altrove, figli e madri. I dettagli dell’immagine fotografica riescono a catturare l’universalità della vita naturale della donna quando si trova in gruppo, nella sorellanza, dalla giovinezza fino alla vecchiaia. Antonia Dionisi ha sempre avuto una passione particolare per i ritratti, affascinata dai volti, espressioni di vita vissuta e dalle mani, espressione di vita compiuta. Giovanni Giusti cerca di raccontare le sue emozioni e quelle di chi fotografa attraverso i ritratti-reportage. Si è occupato di still-life pubblicitario, moda, fotografia sportiva ed ha lavorato come free-lance. Ha iniziato a viaggiare e fotografare in Oriente nel 1988, soprattutto in India, il paese che gli ha offerto uno splendido e profondo “teatro” per raccontare incanti emotivi. Prevale il bianco e nero. Alle ore 19.00 la serata proseguirà con “Trovarsi. Voci, corpi, sogni, desideri di donne”, a cura di Ivonne Banco. Un evento aperto alla partecipazione e al contributo poetico, letterario e artistico di tutti coloro che vorranno condividere il tempo e il luogo di un autentico incontro. Per info: [email protected], tel. 0761/443239

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