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Nell’universo letterario di Tozzi con Vox Company e Straligut Teatro

Alle volte su alcuni autori è come se calasse un’ombra, e allora è bene agire e reagire. Con l’audiolibro “Voci Crudeli” di Federigo Tozzi, Vox Company e Straligut Teatro (compagnia senese) si alleano cercando di mantenere viva l’attenzione su uno dei maggiori autori del ‘900 italiano, a tutt’oggi il miglior rappresentante della cultura letteraria senese.

L’opera tozziana è un’incessante interazione tra spunti regionali e significati universali (espressioni dello stesso Tozzi), dove il microcosmo si dilata fino a inglobare il macrocosmo. E le 3 novelle che compongono “Voci Crudeli” (“Mia madre”, “Una recita cinematografica”, “Creature vili”), ben riassumono la sua poetica, facendo emergere quella crudeltà che qui va intesa come assoluta meticolosità, freddezza e spietatezza nel raccontare l’inettitudine, l’emarginazione, il disagio giovanile.
L’audiolibro è narrato da Straligut Teatro e dura 56’. Euro 3.99.

FEDERIGO TOZZI (1883 – 1920) nasce a Siena e diventa scrittore solo grazie alla forte passione e all’incrollabile determinazione. Ostacolato dal padre che non teneva in nessun conto i suoi desideri e, anzi, riteneva studi e lettere una perdita di tempo, riesce comunque a scrivere, pur tra mille difficoltà, sviluppando però un carattere rissoso e aggressivo che lo porterà a una vita scapestrata e disordinata.
Insomma, una vita difficile e piuttosto povera di soddisfazioni (sia economiche, sia sentimentali).
Riesce a veder pubblicati solo tre dei suoi libri: Bestie, Con gli occhi chiusi (portato sul grande schermo da Francesca Archibugi nel 1994), e Tre croci. Il resto della produzione verrà proposto dopo la sua morte avvenuta a Roma.

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Vox Company propone Giovanni Faldella, e per i sensi è subito festa!

Il nuovo audiolibro della Vox Company è un’immersione totale in un ambiente, quello delle autentiche osterie, ormai scomparso (o quasi), e già questo singolo aspetto basterebbe a rendere “Una serenata ai morti” un testo prezioso. Ma c’è anche dell’altro, ed è la parte più succosa e seducente di questa proposta, perché lo scapigliato piemontese Giovanni FALDELLA è uno sperimentatore, una sorta di alchimista che trasmuta il vero fino a farci toccare la surrealtà fantastica. È così che il suo racconto diventa la godibilissima sinfonia di una sbornia – protratta fino al sacrilegio (poi punito in modo esemplare) – scandita in 3 tempi come una composizione musicale. Il testo, scritto al culmine della sua stagione creativa, è raccomandato a chi non si accontenta.

L’Audiolibro è narrato da Beppe De Meo e dura 51’. Euro 3.99.

GIOVANNI FALDELLA (1846 – 1928) voleva essere scrittore verista, alla Zola, e in tal senso “escuotere ogni angolo di vita sociale fino al tanfo delle osterie”. Ma il destino, per nostra fortuna, lo getta tra le braccia della letteratura “scapigliata” donandogli la capacità di trasformare l’osservazione del vero e la materia bozzettistica in senso grottesco, fino ai limiti del surreale. In virtù di queste peculiarità percorre strade linguistiche che, simili a quelle del Dossi, arrivano fino a Gadda senza passare da Zola. Giornalista e persino senatore, viene ricordato come scrittore per alcune opere in particolare: “Figurine”, “Rovine”, “Capricci per pianoforte”.

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Ambrose Bierce “maestro” a torto trascurato, è proposto oggi da Vox Company

Un maestro è tale anche perché ispira ed esercita una fertile influenza, il più delle volte in maniera inconsapevole. E Ambrose Bierce con La strada al chiaro di luna, una storia in bilico tra mistery e ghost story, si rivela tale ancora una volta.

Una donna viene uccisa nella notte, come e perché lo si scoprirà solo grazie a tre diverse testimonianze (tre diverse ricostruzioni del medesimo fatto), una delle quali – la più struggente e toccante – fornita proprio dalla vittima tramite un medium.

La ricostruzione affidata ai diversi personaggi richiama prepotentemente alla memoria un film che appartiene alla storia del cinema: “Rashomon” (premiato con il Leone d’Oro e l’Oscar) di Akira Kurosawa. I punti di contatto tra le due opere non mancano, e sono tutti di sostanza, eppure il regista si ispira ad un racconto dello scrittore Akutagawa e dichiara solo debiti formali nei confronti della poetica del nostro Pirandello. Però Bierce scrive il racconto con una ventina d’anni di anticipo rispetto agli altri. Forse l’ennesimo piccolo mistero nella vicenda personale di un autore che i misteri ci ha insegnato ad amarli.

Per questo motivo Vox Company lo propone, i misteri è bello viverli e condividerli. L’audiolibro è narrato da Roberto Arricale e dura 26’. Euro 3.00.

AMBROSE BIERCE (1842-1914?) è un autore capitale della letteratura americana. Considerato l’unico vero erede di Edgar Allan Poe, è stato un inquieto giramondo dalla vita avventurosa. Non a caso di lui non si hanno più notizie dal 1914, quando cioè finì inghiottito dalla rivoluzione messicana. Per descrivere la sua narrativa si usano abitualmente parole come: macabro, grottesco, terrificante, diabolico. Tra i pionieri del genere “fantascienza”, ha lasciato una indimenticabile testimonianza della Guerra di Secessione americana nei racconti “neri “ad essa dedicati.

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Con Ocramocra giù giù nell’inferno personale di “Miriam”

Recentemente a Modena – in occasione della Festa del Libro che si è tenuta il 7 e 8 marzo – lo scrittore Ocramocra è stato premiato con l’Oxè Awards. Con l’orgoglio che prova ogni editore quando un suo autore riceve nuovi riconoscimenti, la Vox Company Audiolibri ripresenta di questo autore l’audiolibro Miriam ospitato nella collana In Salsa Piccante.
La narrazione di Miriam è a tratti cruda e spietata, e nel condurci passo dopo passo nella sua storia personale non ci risparmia certo i dettagli, neppure quelli più scabrosi. In realtà la progressione del racconto è la coinvolgente e a tratti toccante descrizione di una inarrestabile discesa all’inferno, con un finale colpo di scena e di coda che, effettivamente, non ti aspetti. Il testo è narrato da Linda Bobbo e dura 35’. Euro 3.50.

OCRAMOCRA (1960) è, ma non sarebbe necessario dirlo, uno pseudonimo. L’autore l’ha scelto perché, dottor Jekyll tutti i giorni, quando scrive è mister Hyde, il contrario di se stesso, l’uomo della folla, un voyeur della vita, quella vita che passione e perversione dipingono a toni forti, accesi. Le mentite spoglie, quindi, servono per scrivere liberamente, per dare libero sfogo ad una narrativa che osserva nei particolari dell’animo la vita quotidiana, descrivendo la passione che l’ha motivata, la perversione che l’ha corrotta. Scrittore per passione ha sempre tenuto per sé ogni parola, decidendo solo in tempi recenti di pubblicare e farsi leggere.

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Con Ambrose Bierce per non dimenticare Darwin

Mentre nella Home di Vox Company prosegue l’omaggio ad Allan Poe per il suo bicentenario, anche un’altra ricorrenza incalza: il 12 febbraio 1809 – e quindi sempre 200 anni fa – nasceva in Inghilterra Chales Darwin. E così a Vox il racconto di Ambrose Bierce, “Il maestro di Moxon”, è sembrato particolarmente indicato per tenere insieme i due illustri personaggi. 

Cosa consente ad alcuni autori di leggere chiaramente nel futuro? Francamente è difficile dirlo, però questo racconto di Bierce è letteralmente stupefacente quanto a capacità anticipatorie. Scritto da uno dei legittimi eredi di Poe, il racconto è un perfetto esempio di equilibrio tra horror e fantascienza: agghiaccia e fa riflettere sul significato della parola “evoluzione”. Se ascoltato con attenzione,  potrebbe addirittura richiamare alla mente un film recente con Will Smith. È narrato da Vasco Mirandola e dura 24”. Euro 3.00.

AMBROSE  BIERCE (1842-1914?) è un autore capitale della letteratura americana. Considerato l’unico vero erede di Edgar Allan Poe, è stato un inquieto giramondo dalla vita avventurosa. Non a caso di lui non si hanno più notizie dal 1914, quando cioè finì inghiottito dalla rivoluzione messicana. Per descrivere la sua narrativa si usano abitualmente parole come: macabro, grottesco, terrificante, sanguinolento, diabolico. Tra i pionieri del genere “fantascienza”, ha lasciato una indimenticabile testimonianza della Guerra di Secessione americana nei racconti “neri “ad essa dedicati.

Dettagli su titoli, autori e narratori nel sito www.voxcompany.it 

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La Vox Company rende omaggio a Edgar Allan Poe

Il 2009 è il Bicentenario della nascita del grande Edgar Allan Poe (nato a Boston il 19 gennaio 1809), e tutto il mondo si appresta a celebrarlo con varie iniziative. Anche la Vox Company (www.voxcompany.it) ha ritenuto indispensabile rendergli omaggio, e così gli dedica due audioracconti che sono vere “pietre miliari” nella produzione dell’autore, ma anche, e soprattutto, tappe fondamentali della letteratura mondiale. Infatti, è a La lettera rubata e al suo protagonista – l’investigatore Auguste Dupin – che si deve la nascita del giallo moderno, così come è all’origine della prima fantascienza Il caso Valdemar. In definitiva due opere che hanno fatto la storia della letteratura.

“La lettera rubata” è narrato da Roberto Arricale e dura 43’. Vasco Mirandola narra “Il caso Valdemar” che dura 25’.

È sempre nella logica dell’omaggio a Poe – scrittore e brillante enigmista – che la Vox Company ha aderito ad una proposta un po’ singolare: la sponsorizzazione di un quiz online dal titolo enigmatico “Qual è il nome di questo gioco?” (www.cinquantallora.com/f_trivial/start.asp). Il gioco è assolutamente gratuito e mette in palio premi per i vincitori. Tra i premi gli audioracconti della Vox Company, sicuramente un modo assai piacevole e alternativo per poterli ascoltare.

EDGAR ALLAN POE (1809–1849) è, tra tutti gli scrittori americani suoi contemporanei, il primo a essere profondamente assimilato dalla cultura europea e l’unico ad esercitare un influsso così profondo da giungere pressoché inalterato fino a noi.Saggista, enigmista, poeta e romanziere (“Le avventure di Gordon Pym”), inventore del genere giallo e anticipatore di un certo tipo di fantascienza, deve l’enorme e duraturo successo ai numerosi racconti dell’orrore e dell’inquietudine. Muore giovane, solo, alcolizzato.

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