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Il franchising caffetteria: il caso di Starbucks

Perché aprire un franchising caffetteria sta diventando sempre più popolare anche in Italia? Il bel paese sembrava restio inizialmente ad accettare il mondo dei cafè in franchising, non è un caso se in Italia il numero uno delle catene di caffetterie come Starbucks non ha mai ritenuto il nostro mercato appetibile per l’apertura dei suoi punti vendita.

Ma qualcosa è cambiato, la diffidenza verso questa tipologia di franchising sta progressivamente abbandonando i preconcetti dei nostri connazionali in materia di caffè. Sorseggiare la bevanda per eccellenza al bancone del bar, prima di iniziare la giornata è vissuto dalla maggior parte degli italiani come un “vero e proprio rito” quotidinao e per questo è considerato ancora di più un piacere irrinunciabile. Con Starbucks la pausa caffè ha un gusto totalmente nuovo, il tempo e lo spazio vengono pensati e vissuti in maniera differente rispetto a un tradizionale bar-cafè. In un punto di ristoro del genere l’esperienza del caffè diviene secondaria perché è l’atmosfera conviviale ad assumere un ruolo determinante.

Un franchising cafè come starbucks determina una reinterpretazione dei ritmi quotidiani, il bar non più inteso come luogo “toccata e fuga” ma come ambiente adibito al relax . Leggere un libro, ascoltare musica con l’i pod o semplicemente svagarsi con il proprio laptop sono alcune dei gesti più comuni che la gente compie all’interno di una caffetteria in franchising. Solitamente questi posti di ritrovo si caratterizzano per il design curato e accogliente, trasmettendo la sensazione di benessere al cliente, invogliandolo a tornare e intrattenersi sempre più spesso, fidelizzandolo in maniera inconsapevole.

In Italia il nuovo modo di vivere questi spazi inizia a farsi strada, infatti negli ultimi cinque anni sono sempre di più i franchising caffè che aprono sul nostro territorio riscuotendo anche numerosi consensi. Le persone insomma iniziano ad apprezzare questa mutata concezione della fruizione della pausa caffè e ad allinearsi con il resto d’Europa, a questo punto anche Howard Schultz il padre di fondatore di Starbucks potrebbe essere pronto al mercato made in Italy e portare a termine la “rivoluzione” della pausa caffè.

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Il Franchising nel settore abbigliamento: ecco perchè rappresenta una delle realtà più radicate nel campo dell’imprenditoria.

Di cosa parliamo quando usiamo la parola franchising?

Molti pensano che il franchising come formula di collaborazione sia nata di recente ma non è così. Questo tipo di affiliazione commerciale risale alla metà degli anni ’40 in America che successivamente si è diffusa anche in Europa. Nel nostro Paese ha iniziato a prendere piede dagli anni ’70 in poi.

Ma perché oggi sta conoscendo questa espansione? Semplice, perché rappresenta un’opportunità di crescita per tutti i piccoli imprenditori che intendono dare una svolta alla propria attività commerciale.

La formula franchsing nasce con questo scopo, rappresentando una formula di collaborazione tra imprenditori per la distribuzione/erogazione di servizi e/o beni, indicata per chi vuole avviare una nuova impresa ma non vuole partire da zero e preferisce affiliare la propria attività ad un marchio già affermato.

Questo tipo di affiliazione commerciale permette al franchisee (soggetto che decide di essere affiliato) di usufruire di una serie di benefit concessi dal franchisor (azienda che affilia) quali : Know how aziendale, segni distintivi del brand, ed altre prestazioni e forme di assistenza atte a consentire la gestione della propria attività con la medesima immagine dell’impresa.

Grazie al franchising i piccoli imprenditori possono competere con grandi business, potendo sfruttare i vantaggi delle economie di scala. Un ulteriore punto di forza è dato dal fatto che il franchisee può rafforzare la sua visibilità sul mercato disponendo di una serie di risorse nel campo della pubblicità e del marketing concessegli dall’azienda.

Oggi il giro d’affari stimato attorno alle catene di franchising italiane è di circa 22 miliardi, in particolare si distinguono i Franchising Abbigliamento Donna e Accessori che hanno un ruolo determinante rappresentando circa il 19% dell’intera fetta di mercato.

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Lo stile rock ispira gli abiti da cerimonia

Non solo eleganza e raffinatezza, questa’anno gli abiti da cerimonia sono decisamente rock. Nostalgico, vintage, retrò questi gli ingredienti di tendenza per il vostro guardaroba 2013. Sbizzarritevi con tinte pastello decise come carta da zucchero, giallo limone, verde acqua, rosa pastello, per essere alla moda questa primavera si ha bisogno di qualcosa di più della classica eleganza ma di carattere e personalità.

Gli abiti eleganti non saranno soltanto in seta e chiffon, ma avranno tagli definiti e aggressivi come quelli che sfilano sulle passerella di Versace e Dsquared. Una donna trasformista e femme fatale che seduce grazie alla sua grinta e alla voglia di osare e sfidare i il bon ton tipico delle occasioni formali. Tutti i capi si ispirano ai colorati anni ’80 con una particolare attenzione ai dettagli , occhiali da sole con mini borchie applicate, stiletti neri con tacco a spillo o clutch nera con frange e borchie per un look impeccabile.

Il colore sarà il vero protagonista delle vostre serate modaiole, le stampe si fanno geometriche e il colorblocking riuscirà ancora ad imporre il suo taglio definito. Un altro must irrinunciabile sarà il colore metallizzato, insieme al lamè al glitter e agli strass, l’importante è luccicare anche di giorno. Almeno così la pensano Frankie Morello e Armani. Questo non significa che lo stile classico verrà bandito dai guardaroba trendy di questa stagione considerando che pizzi e san gallo daranno un tocco di sensualità ai vostri abiti eleganti e non solo, le trasparenze saranno la parola d’ordine per sedurre e ispirare lo stile delle altre donne.

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Il Franchising abbigliamento donna conquista il mercato italiano

Di cosa parliamo quando usiamo la parola franchising? Della soluzione ai problemi degli imprenditori, legati alle dinamiche di mercato e alla congiuntura economica non proprio favorevole. Molti pensano che il franchising abbigliamento donna come formula di collaborazione sia nata di recente ma non è così. Questo tipo di affiliazione commerciale risale alla metà degli anni ’40 in America, successivamente diffusasi anche in Europa.

Nel nostro Paese ha iniziato a prendere piede dagli anni ’70 in poi.
Ma perché oggi sta conoscendo questa espansione? Perché rappresenta un’opportunità di crescita per tutti i piccoli imprenditori che intendono dare una svolta alla propria attività commerciale. La formula franchsing nasce con questo scopo, rappresentando una formula di collaborazione tra imprenditori per la distribuzione/erogazione di servizi e/o beni, indicata per chi vuole avviare una nuova impresa ma non vuole partire da zero, e preferisce affiliare la propria attività ad un marchio già affermato.

Questo tipo di affiliazione commerciale permette al franchisee (soggetto che decide di essere affiliato) di usufruire di una serie di benefit concessi dal franchisor (azienda che affilia) quali : Know how aziendale, segni distintivi del brand, ed altre prestazioni e forme di assistenza atte a consentire la gestione della propria attività con la medesima immagine dell’impresa. Grazie al franchising i piccoli imprenditori possono competere con grandi business, potendo sfruttare i vantaggi delle economie di scala. Un ulteriore punto di forza è dato dal fatto che il franchisee può rafforzare la sua visibilità sul mercato disponendo di una serie di risorse nel campo della pubblicità e del marketing concessegli dall’azienda.

Oggi il giro d’affari stimato attorno alle catene di franchising italiane è di circa 22 miliardi, in particolare il settore Abbigliamento Donna e Accessori hanno un ruolo determinante rappresentando circa il 19% dell’intera fetta di mercato notiamo che il settore Abbigliamento ed Accessori assume un ruolo centrale costituendo quasi il 19% del valore totale generato. L’offerta dei franchising di abbigliamento donna può essere monomarca: è data una esclusiva di zona all’affiliato per la vendita di un sola marca di prodotti, o plurimarca: l’esclusiva è data solo sul marchio della catena. Entrambe le soluzioni sono valide.

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Bmt training: il web marketing turistico che entusiasma

Si è conclusa con enorme successo, la sesta edizione della Borsa del turismo, tenutasi dal 5 al 7 aprile 2013 presso la mostra d’oltremare, nell’ambito della quale è stata presentata la prima edizione di BMT Training un ciclo di incontri aperto a giovani professionisti che vogliono entrare nel mondo del turismo ed al personale dei tour operator, agenzie di viaggio, settore incoming e ricettivo, organizzato in seminari aventi ad oggetto le nuove tecnologie, il web marketing turistico, i motori di ricerca ed i social network per la promozione dell’ambito Turistico, tenuti da esperti del settore web marketing.

I corsi sono stati organizzati da Estensa Web Agency, per la promozione e la divulgazione delle conoscenze in merito alle potenzialità offerte dagli strumenti di marketing della comunicazione 2.0. L’alta affluenza di pubblico registrata ai nostri corsi, ha evidenziato il crescente interesse da parte degli operatori del settore di voler comprendere le strategie di comunicazione nel mondo virtuale, perché fondamentali nel successo aziendale.

I corsi proposti agli operatori del settore: “Come trovare nuovi clienti con Google Adwords”, “Territorio e Web Marketing per le Agenzie di Viaggio”, “Ottimizzare il sito web per i motori di ricerca”, “Facebook per il travel online”, “Creare newsletter di successo”, “Scrivere e scrivere bene: il blog per comunicare”.

Considerato il successo riscosso, abbiamo organizzato i nostri corsi di formazione di web marketing turistico presso la sede di Estensa.
Per maggiori informazioni visita il nostro sito http://www.bmtnapolitraining.com/ o scrivici a [email protected]

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Farinella: un franchising di successo.

Quali sono le caratteristiche di un ristorante di successo? Di certo la sua posizione, l’ospitalità, il prezzo e la strategia di marketing… ma primo fra tutti il suo nome, un suono che richiama alla mente cibi di qualità ed un’esperienza di socialità diversa da tutte le altre.

Il brand Farinella esprime un format full service dove la garanzia di qualità gastronomica è un asset fondamentale dove l’offerta spazia da un ricco menù di pizza Napoletana e piatti tipici della cucina Partenopea. Il brand è sinonimo di affidabilità e genuinità dei prodotti, serietà e professioalità del personale. Il know how, l’organizzazione, la formazione e la semplicità di controllo consentono agli imprenditori dotati di passione per la ristorazione di poter gestire un Farinella Restaurant con dei margini di guadagno più che soddisfacenti.

Perchè scegliere il brand Farinella?

I ristoranti Farinella si distinguono per il design confortevole ed accogliente, la freschezza dei colori mediterranei, l’inconfondibile familiarità degli odori mediterranei.

Dalla supervisione del business plan del franchisee, fino alla realizzazione del restaurant e del suo arredo, l’azienda madre assicura piena assistenza fornendo, grazie alla competenza acquisita negli anni, supporto nell’individuazione e formazione della squadra del personale. Dopo l’apertura, Farinella continua a monitorare l’attività dell’affiliato per tutta la durata dell’accordo di franchising al fine di garantire un crescente successo per sé ed il franchisee.

In oltre il format Farinella Restaurant non si esaurisce soltanto nella formula ristorante/pizzeria ma prevede possibilità di ampliamento con la formula Cafè che comprende un bar, bakery, focacceria, rosticceria e prodotti da asporto.

Molto di più di una promessa.

Aprire un ristorante Farinella significa fare una scelta ben precisa di distinzione e qualità. Ecco perchè l’iter che porta all’apertura di un ristorante Farinella in franchising prevede una guida costante da parte di Farinella, durante tutti gli step fondamentali che il franchisee dovrà affrontare.

Farinella ha la cura di fare una prima valutazione delle motivazioni e della competenza del potenziale franchisee, dalla supervisione del business plan del franchisee, fino alla realizzazione del ristorante e del suo arredo, assicurando piena assistenza, fornendo, grazie alla competenza acquisita negli anni, supporto nell’individuazione e formazione del personale.

La formazione del personale avviene grazie allo svolgimento del corso di formazione pratica e teorica in uno dei nostri ristoranti scuola: è un must fondamentale per lo start up dell’iniziativa del franchising.

Dopo l’apertura Farinella continua a seguire, consigliare e monitorare l’attività del franchisee per tutta la durata dell’accordo di franchising al fine di garantire anno dopo anno un crescente successo per se ed il franchisee.

Cosa chiediamo.

  • Punto Vendita: minimo 350 metri quadri
  • Bacino di utenza: a partire da 50 mila abitanti
  • Ubicazione ottimale: centro città, Centro commerciale, Centro storico, Vie commerciali
  • Personale richiesto (compreso il titolare): 10-12
  • Esperienza nel settore: costituisce il requisito necessario l’esperienza nel settore della ristorazione
  • Investimento iniziale: da 550 Euro / mq
  • Fatturato medio annuo: Da 1.100.000 a 1.600.000 euro in rapporto all’ubicazione del p.v. e del bacino di utenza
  • Fee d’ingresso: € 50.000
  • Royalties: 5%

Vuoi aprire un Ristorante Farinella? Vuoi semplicemente saperne di più? I nostri manager sono a tua disposizione per tutte le informazioni.

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Rimuovere un tatuaggio non è mai stato così di moda

Rimuovere un tatuaggio, un tempo sembrava un’operazione impossibile, non a caso la caratteristica principale associata a queste incisioni sulla pelle era la sua indelebilità. Parafrasando un celebre slogan pubblicitario, oggigiorno neanche un “tatuaggio è per sempre”. Sono lontani anni luce i periodi in cui tatuarsi la pelle aveva un valore simbolico, e presso alcune civiltà sanciva addirittura riti di passaggio per intere comunità. Ma i tempi cambiano, le tecnologie si perfezionano e i desideri delle persone mutano costantemente, ergo qualcosa che sembrava destinato a essere inciso sulla pelle per sempre, può scomparire grazie a trattamenti specifici.

L’esercito dei pentiti che desiderano rimuovere un tatuaggio, stando agli ultimi dati, aumentano considerevolmente, negli Stati Uniti la media di quelli che decidono di cedere al tattoff (così viene chiamato da tutti Will Kirby, il dermatologo americano di origini fiorentine che della rimozione dei tatuaggi ha fatto un business importante, con più di cinquantamila interventi), si attesta attorno al 14%. I motivi che possono spingere a questa scelta radicale possono essere diversi, come il volere eliminare il ricordo di una persona importante oppure si tratta di una necessità dettata da ragioni lavorative.

Ci sono numerosi esempi celebri che sottolineano la volubilità dei desideri umani: chi di voi non ricorda il cuore “pulsante”tatuato sulla spalla della bella Angelina Jolie, recante il nome dell’ormai ex marito Billy Bob Thorton, rimosso e sostituito con le coordinate geografiche dei luoghi in cui sono nati i suoi sei figli; o il caso dell’avvenente Megan Fox che ha eliminato in un batter d’occhio, l’immagine di Marylin Monroe che prima copriva in maniera vistosa il suo avambraccio motivando così la sua decisione- “è un personaggio negativo, soffriva di disturbi della personalità, era bipolare. Non voglio attrarre questo tipo di energie negative nella mia vita. Chissà, forse toglierò anche gli altri, ma il laser è doloroso”. Celebrities a parte, anche per la gente comune la pratica del tattoff sta progressivamente diventando una tendenza irrinunciabile.

A prescindere dalla motivazione, rimuovere un tatuaggio nella maggioranza dei casi deve essere una decisione ben ponderata, i tatuaggi possono essere rimossi grazie a un cospicuo investimento di tempo e denaro , ma soprattutto la rimozione può essere completata con successo soltanto quando si è in presenza di colori scuri. Infatti giallo e verde sono molto più difficili da togliere rispetto a nero, blu e rosso; il bianco poi è praticamente impossibile da cancellare. Per assicurarsi una rimozione definitiva, bisogna sottoporsi atra le 5 e 8 sedute distanziate almeno un mese circa una dall’altra.

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Come rimuovere un tatuaggio: la controtendenza del tattoff

La nuova moda del momento è quella del tattoff, in poche parole rimuovere un tatuaggio sta lentamente diventando la controtendenza del momento. Dati ufficiali non ce ne sono, ma in base alla diffusione di alcuni informazioni pubblicate da siti del settore, nel nostro Paese circa il 30% delle persone si pente di aver ceduto alla moda del tatuaggio. I motivi possono essere i più disparati, come ad esempio quello di voler eliminare il ricordo o semplicemente il nome di una persona importante precedentemente inscritto sulla pelle, in altri casi questa scelta può essere dettata da necessità lavorative come partecipare a un concorso nelle forze dell’ordine che richiedono l’assenza di tatuaggi visibili.

Questa tendenza non riguarda soltanto il nostro Paese, ma prende origine da molto più lontano ossia dagli Stati Uniti, la patria per eccellenza delle mode più originali. “Detatuarsi” sembra essere diventata la parola d’ordine per tutti coloro che desiderano ritornare a una pelle liscia senza alcun tipo di inscrizione, questa moda sta contagiando letteralmente la popolazione a stelle e strisce. Il tattoff (così viene chiamato da tutti Will Kirby, il dermatologo americano di origini fiorentine che della rimozione dei tatuaggi ha fatto un business importante, con più di cinquantamila interventi) miete sempre più discepoli. La media dei pentiti statunitensi, secondo alcune recenti statistiche , si attesterebbe intorno al 14%.

Questo ha determinato un aumento delle richieste agli specialisti: in base ai dati della società di Chirurgia dermatologica americana, nel 2011 sono state effettuate circa 100 mila rimozioni di tatuaggi, 14 mila in più dell’anno precedente. A prescindere dalla motivazione, rimuovere un tatuaggio nella maggioranza dei casi deve essere una decisione ben ponderata, i tatuaggi possono essere rimossi grazie a un cospicuo investimento di tempo e denaro , ma soprattutto la rimozione può essere completata con successo soltanto quando si è in presenza di colori scuri. Eliminare il rosso e il verde è difficile, il giallo addirittura impossibile. Ora non ci resta che capire quanto il tattoff si diffonderà nel Bel paese.

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La rivincita degli abiti da cocktail

Abbandonate i vecchi clichè , gli abiti da cocktail non sono più i fratelli meno cool degli abiti da sera, ma dei capi trendy e versatili adatti ad ogni occasione, anche quella più formale. Originariamente l’abito da cocktail veniva indicato come mise informale, non è un caso se all’inizio del 900 era chiamato “abito da tè” sottolineando volutamente il suo essere fuori da qualsiasi tipo di mondanità. L’inversione di tendenza arriva proprio dalle passerelle e dalle grandi maison di moda.

Hussain Chalayan, stilista che ama stupire, per esempio ha dedicato un’intera collezione agli abiti da cocktail, declinati in una variante trasformista. Il capo “prende vita” sotto i riflettori, trasformandosi da abito informale da giorno in un outfit sofisticato, grazie a una “semplice mossa” da parte di chi lo indossa. Le modelle hanno sfilato sfoggiando gonne a metà polpaccio abbinate a top a peplo verdi e cappelli dall’orlo bianco decorati da visiere in plastica verde e blu. Anche lo stilista anglo-siculo Antonio Berardi ha rivisitato l’essenza degli abitati da cocktail trasfigurandoli in una serie di modelli originali dal taglio romantico e femminile presentandoli nelle più svariate tinte fluo.

Il mondo dello star-system non è rimasto a guardare, numerose le celebrities che hanno deciso di presenziare a eventi di gala e sui red carpet indossando abiti inusuali e non propriamente da sera. Il must irrinunciabile per tutte le it girls del mondo dello spettacolo e non solo, è il peplum. Si tratta di un ampio Volant posizionato all’altezza della vita che spezza la figura donandole maggiore slancio; su top o tubini, non ha importanza, il Peplum snellisce il girovita facendo apparire i fianchi di gran lunga più stretti; la sua vestibilità è dinamica e non si limita quindi alle sole ragazze filiformi, ma è adatto anche alle ragazze dalle curve più morbide in quanto nasconde i “rotolini” di troppo.

Grazioso, ironico e svolazzante, il Peplum rende i vestiti più allegri, donando ai classici tubini un tocco di charme in più. Ne sa qualcosa Jennifer Lopez, icona di stile, che indossava un abito da cocktail variante peplum di Lanvine senza spalline a una cerimona di premiazione. Ma la capacità di reinventarsi di questa mise non si esaurisce qui. Sappiamo che la moda è in una fase di ritorno al passato, quindi non ci sorprenderà sapere che il luccicante sta tornando in auge.Palletes e strass diventano dominanti. In particolare lo abbiamo visto sulla bella Anne Hathaway, fasciata in un abitino da cocktail firmato Gucci fatto di piastre dorate e spalline in tinta. fa. Non da meno Selena Gomez, che alla premiere parigina del film Spring Breakers, di cui è protagonista, era vestita in abito laminato Gucci sopra al ginocchio color turchese. La rivincita degli abiti da cocktail è appena cominciata.

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Abiti da cerimonia chic&shock. Le proposte da Milano e Parigi Fashion week.

Che cosa c’è di nuovo sotto il cielo modaiolo di Milano? Curiosando tra le sfilate di abiti da cerimonia della Fashion Week autunno inverno 2013/2014 di questi giorni, le proposte non sembrano essere così varie.

Il nuovo “diktat modaiolo” proposto dalle grandi grandi griffe è quello di un ritorno al minimal e alla sobrietà. Vuoi anche per la crisi economica. Il prossimo autunno sarà trendy chi privilegerà la linearità e la semplicità dei capi, sia per quanto riguarda la quotidianità che per le grandi occasioni. Passare inosservate ma con stile questo sembrano dire le firme del made in Italy, il low profile vince sull’esibizionismo degli anni precedenti.

Facendo una breve panoramica di quanto visto fin’ora sulle passerelle c’è poco per cui essere sorpresi. Alberta Ferretti presenta una collezione essenziale con colori opachi, abiti da cerimonia rigorosamente lunghi e con gonne che non scoprono più in su del ginocchio. Velluto e chiffon di seta ritmati con rigore, preziosi fiori ricamati che seducono con discrezione. Lungo abito con mix di pizzo e tulle di seta nero, trasparenze e volants da red carpet.Chic ma con discrezione. Stessa storia per altre griffe celebri come Mila Schon , la stilista porta in scena una collezione austera, dark con bustier e gonne ampie che a stento lasciano intravedere le forme del corpo.

Angelo Marani preferisce le linee squadrate quasi geometriche per i suoi abiti da cerimonia mentre di giorno vince il jaquard,con mix di intarsi e dettagli tecno, la sua è una donna fredda quasi androgina. Silhouette rigorosamente sensuale con abiti avvolgenti, come per il look tutto bianco con top in lana e gonna in tessuto scuba. La linea giovane Blugirl invece dà risalto a dei capi di ispirazione collegiale con ampie gonne a pieghe, giacche blu con bottoni oro e camicette dal taglio casto. Romantica ma non didascalica per una donna sì sognatrice ma con i piedi ben piantati sulla terra.

L’unico nome che ha vivacizzato la fredda monotonia delle sfilate milanesi è stato Angelo Marras astro in ascesa del firmamento italiano, la sua collezione presenta abiti da sera e giornalieri con colori e stoffe vivaci; si va dalle stampe floreali che evocano un’atmosfera esotica per poi tuffarsi nei mitici sixties con abiti in tweed di chiara ispirazione vintage.

Stessa aria sulle passerelle parigine, dove una griffe storica come Louis Vitton rievoca atmosfere cupe di un buduoir degli anni venti, con creazioni ispirate alla lingerie da camera. Caschetti e trucco marcato per uno stile negligè chiaramente seducente ma con garbo. La collezione presentata da Marc Jacobs porta in scena i modelli base della lingerie ridisegnata, le sottovesti si tramutano in sensuali abiti di seta, le gonne sono lavorate con inserti di piazzo, e le vestaglie da camera diventanto cappotti trapezè di seta stampata.

Sensualità appena accennata anche per Dior e Lanvin sottolineano con abiti da sera vagamente retrò ma reinterpretato in maniera attuale e più vicino a una donna metropolitana, “costretta”ogni giorno a distircarsi in una società in bilico tra il benessere e la precarietà.Il prossimo inverno per essere cool lasciate a casa le trasparenze e gli abiti succinti, la classe non viaggerà sul tacco 12 ma su comode ballerine

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BMT Napoli presenta corsi di formazione di web marketing turistico per le agenzie di viaggio.

Nell’ambito di BMT che avrà luogo dal 5 al 7 aprile alla Mostra d’Oltremare a Napoli, saranno organizzati dei seminari ad hoc aperti a giovani professionisti intenzionati ad entrare nel mondo del turismo ed al personale dei tour operator, agenzie di viaggio, settore incoming e ricettivo. Obiettivo dei corsi è quello di informare e divulgare le conoscenze in merito alle enormi potenzialità degli strumenti di marketing e comunicazione e le strategie migliori per trarre grandi vantaggi dai nuovi canali digitali. I corsi si svolgeranno nei giorni 5 e 6 aprile 2013 nei padiglioni della fiera presso la Mostra d’Oltremare di Napoli durante lo svolgimento della BMT.

La professionalità e l’elevate esperienza sul campo del Web Marketing Turistico, dello Staff e di docenti assicurano un percorso specialistico ideale per tutti coloro che mirano al miglioramento e all’implementazione dei risultati all’interno della propria Azienda, pianificando una serie di strategie di web marketing volte al raggiungimento degli obiettivi prefissi.
Il programma sarà articolato in 6 corsi :

• “Come trovare nuovi clienti con Google Adwords”: comprendere i meccanismi e le logiche alla base delle campagne pubblicitarie attraverso la piattaforma di advertising di Google.

• “Territorio e Web Marketing per le Agenzie di Viaggio”: mettere a fuoco quali sono le potenzialità inespresse del territorio con le strategie di ingaggio dei consumatori grazie alla rete

• “Ottimizzare il sito web per i motori di ricerca”: l’attività di SEO (Search Engine Optimization) analizzata in maniera approfondita e esplicativa per una migliore conoscenza dei motori di ricerca e delle “leggi” che regolano il posizionamento dei siti web.

• “Facebook per il travel online”: il nuovo modo di fare promozione e pubbliche relazioni online per acquisire reputazione, fidelizzare la clientela attraverso il social network più frequentato

• “Creare newsletter di successo”: i segreti per fare attività di direct-mailing con l’invio di messaggi efficaci e personalizzati per la vendita di pacchetti turistici

• “Il blog per comunicare: come fidelizzare ed ingaggiare i clienti”: come presentare i propri contenuti con un corretto blog-style, suscitando la curiosità e l’interesse del navigante- viaggiatore.

I biglietti dei corsi sono acquistabili direttamente on line sul sito http://www.bmtnapolitraining.com/

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Pinterest al servizio del web marketing turistico: il caso Jetsetter

Il web marketing turistico negli ultimi anni è diventato una risorsa importante per tutte le aziende, grandi e piccole, interessate ad aumentare, e in alcuni casi, a rafforzare la propria visibilità nel mondo del web.

Tante le possibilità di ottimizzare il traffico al proprio sito, ma non tutti gli imprenditori possiedono gli strumenti adeguati per cogliere le opportunità del 2.0.

Per essere al passo con il mondo della comunicazione che cambia repentinamente, tante le web agency che propongono corsi ad hoc per fornire un Know How specifico alle imprese. Ma quello che più ci interessa sottolineare è l’importanza del social media marketing applicato al settore turistico, in particolare facendo un piccolo focus sull’importanza del social più in voga del momento: Pinterest.

Per tutti quelli che avessero bisogno di una breve ripassata, Pinterest è un social network che focalizza il proprio appeal sulla condivisioni di immagini tra gli utenti attraverso i famigerati “boards” (bacheche), all’interno dei quali per tema o per argomento sono visibili le immagini condivise dagli iscritti. Partito in sordina, soprattutto nel nostro Paese, Pinterest è lentamente diventato uno dei social più frequentati del pianeta, forse perchè in molti hanno intuito le sue potenzialità, neanche tanto nascoste, in materia di brand image.

Ma procediamo con ordine. Una delle maggiori fonte di business per la rete è sicuramente rappresentata dal web marketing turistico, che nel corso del tempo, grazie a portali come TripAdvisor & company, che hanno ben intercettato il desiderio dell’utente di volere tutto a portata di clic, sono diventati un vero e proprio business. Che si tratti di recensioni di strutture alberghiere o di semplici consigli per le mete più cool, il web esaudisce le/i richieste/desideri del viaggiatore anche più esigente. A tal proposito le aziende che operano nel settore turistico sembrano essere tutte interessate a sfruttare al meglio questa carta virtuale. Usare Pinterest permette di poter pianificare diverse strategie di marketing tra cui: link building, viral marketing, ricerche di brand marketing e potenziamento della brand image. Tra le diverse declinazioni più efficaci di viral marketing un posto a parte lo meritano i contest, organizzati con l’unico scopo di migliorare l’engagment dei follower.

Una case history a cui prestare attenzione è quella relativa a Jetsetter, un private travel club. Jetsetter ha lanciato un concorso su Pinterest per aumentare la propria visibilità. Il concorso consisteva nel creare una board pinnando immagini di una futura destinazione possibile, usando i contenuti del sito di Jetsetter e dal web con l’hashtag #JetsetterCurator. Sono state definite 4 categorie possibili (escape, adventure, style e cosmopolitan) e il vincitore di ognuna, scelto da una giuria di prestigio, ha avuto diritto a un soggiorno di 3 notti in una destinazione pertinente con la categoria. Il partecipante con il maggior numero di follower ha vinto 1000 dollari di credito su Jetsetter, un premio che ha incentivato i concorrenti a condividere la propria board e i pin con gli amici. Il contest è stato un successo: il traffico referral al sito ufficiale da Pinterest è aumentato del 100% e i 50.000 pin complessivi hanno consentito al brand Jetsetter di raggiungere un numero molto ampio di persone nel periodo del concorso. Se dopo questa panoramica pensate che il web marketing turistico sia attrattivo quanto basta e in linea con il vostro mood aziendale, allora Pinterest è la soluzione che fa per voi, “armatevi di mouse e creatività ” per iniziare la vostra “social” avventura.

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L’insolito minimal degli abiti da cerimonia

Quale sarà il trend della prossima stagione autunno inverno 2013/2014 ? Quale sarà il must a cui non potrà sottrarsi nessuna “fashion addicted”?

Scopriamolo insieme. I riflettori modaioli sono ancora tutti puntati sulla Fashion Week di Milano che in questi giorni sta monopolizzando l’attenzione internazionale degli addetti al lavoro e non solo. Gli abiti da cerimonia per la “upcoming” stagione fredda saranno sobri e minimal, visto che la crisi non ha lasciato immune neanche i brand di lusso dell’alta moda.

Non è un caso se per Prada gli abiti da sera hanno tutti uno stile morbido e “decadente”; colori scuri , spalline che cadono sulle spalle lasciando intravedere lo scollo, all’insegna dell’austerità.

Anche Max Mara privilegia uno stile senza fronzoli ed eccessi puntando sulla linearità dei capi. Abiti da cerimonia semplici, eleganti con prevalenza di colori scuri quali il grigio e il blu notte. Non credete che però l’assenza di fantasie e l’utilizzo di tonalità scure porti ad una minore luminosità dei capi. La parola d’ordine per Max Mara resta comodità e praticità che impera su tutti gli outfit anche su quelli più formali. Risultato reso possibile dall’abbinamento di sneakers e ballerine raso terra.

Voce fuori dal coro la collezione di Gucci che pur portando in passerella uno stile cupo e prevalentemente minimal, osa con abiti da cerimonia scintillanti e sensuali in pelle a stampa pitone. I pezzi forti della linea sono senz’altro gli evening dresses a rete, decorati con piume metalliche e le ali che ricordano quelle di una fenice. Un design che vola non c’è che dire.

Ma la vera sorpresa di questi giorni viene da Alghero più precisamente da Antonio Marras. Quella dello stilista sardo è una moda senza tempo in un contesto da sogno in cui abiti da cerimonia possono essere di diversa fattura. Si inaugura la sfilata con stampe floreali e gonne ampie per poi passare a linee più easy che privilegiano il tweed e atmosfere vagamente blasè. Gli outfit di Marras sono l’ideale per donne giovani e non, audaci e anticonformiste pronte a lanciarsi in nuove sfide senza dimenticare lo stile.

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Rimozione tatuaggi indolore? Da oggi si può.

Quanti e quali sono le tecniche più accreditate e affidabili per la rimozione tatuaggi? Se siete confusi dal “mare magnum” di informazioni relative all’argomento, abbiamo pensato di farvi il punto della situazione. Sino ad oggi le diverse tecniche di eliminazione dei tatoo davano sempre risultati deludenti e anti estetici lasciando segni indelebili come vistose cicatrici.

L’uso della dermoabrasione, della salabrasione, dei laser ad anidride carbonica e ad argon hanno da sempre provocato danni irreversibili alla pelle. L’avvento dei tatto laser ha permesso di operare una rivoluzione “copernicana” nel settore.

Il laser Q-switched rappresenta sicuramente un passo in avanti in tal senso. Questa nuova tecnica di rimozione è la migliore soluzione per chi desidera ottenere un risultato soddisfacente. Questo laser agisce emettendo una luce ad impulsi molto potenti (dell’ordine di MegaWatt) di brevissima durata, inferiore ai 10 ns, con lo scopo di cancellare il pigmento bersaglio. L’emissione del fascio laser in tempi così brevi permette di confinare l’effetto termico al solo bersaglio da colpire, salvaguardando i tessuti circostanti. L’effetto foto-acustico prodotto frantuma le cellule che contengono il pigmento del tattoo, permettendo così il riassorbimento e quindi la rimozione tramite il sistema linfodrenante.

Perché il trattamento sia efficace, il fascio laser deve essere assorbito dal colore del tatuaggio. La ricerca medica ci ha insegnato quali lunghezze d’onda utilizzare per rimuovere i diversi pigmenti colorati dei tatuaggi. Per rimuovere completamente un tatuaggio professionale possono essere necessarie fino a 5-6 sedute laser, con un intervallo di 30 giorni tra ogni seduta. Per rimuovere un tatuaggio amatoriale possono essere necessarie 3-4 sedute laser con un intervallo di 30 giorni tra ogni trattamento. Il numero delle sedute dipende da molti fattori come la quantità e la qualità del tipo dell’inchiostro usato, il colore e la profondità del pigmento del tatuaggio nella cute.

Prima del trattamento è necessario depilare l’area da trattare ed evitare l’esposizione solare nei 3 mesi che precedono l’intervento. Il trattamento provoca solitamente un lieve fastidio. E’ importante precisare che la soglia del dolore varia da soggetto a soggetto. In casi di persone particolarmente sensibili viene applicato un anestetico locale in crema per ridurre il fastidio locale. L’unico suggerimento è quello di affidarsi a strutture serie e qualificate per evitare che la rimozione sia parziale e non risulti completa, inoltre evitare accuratamente trattamenti che contemplano l’uso di lampade e acido lattico perché causano gravi danni alla pelle.

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Franchising compro oro: un settore di successo

La formula del negozio in franchising si adatta facilmente a qualunque tipologia di prodotto/servizio e sicuramente il settore franchising compro oro è di forte interesse perché è un mercato in costante crescita ed evoluzione. Infatti negli ultimi anni in Italia si è registrata una forte crescita del commercio dell’oro usato grazie soprattutto alla nascita e alla diffusione dei negozi compro/vendo oro.

Il mercato del compro/vendo oro cresce velocemente

I fattori fondamentali a supporto di questa crescita del mercato dell’oro usato sono principalmente:

  • L’impoverimento a cui ha condotto la forte crisi economica, spingendo un elevato numero di privati, dal pensionato al dipendente, a vendere l’oro che si trovano a casa come gioielli, monete o lingotti di piccole dimensioni per “raccimolare” qualche soldo in più;
  • L’aumento record delle quotazioni dell’oro, con una crescita del 160% negli ultimi cinque anni.

Un’ulteriore fattore determinate alla crescita del settore è la facilità con cui un imprenditore può aprire un negozio compro/vendo oro usato.

Aziende che operano già da tempo nel settore compro/vendo oro, oggi stanno cercando di incrementare la propria presenza sul mercato attraverso la formula del franchising compro oro, mediante cioè la realizzazione di programmi di affiliazione commerciale che propongono ai potenziali franchisee (affiliati), formule vincenti, già collaudate e di sicuro successo, senza correre rischi eccessivi.

Secondo l’Adoc (Associazione per la difesa e orientamento dei consumatori), solo nel primo semestre del 2012 si registra un incremento dei negozi compro oro del 15% rispetto all’anno scorso.

Come aprire un negozio franchising compro oro

Grazie alle numerose formule proposte dalle aziende che sviluppano progetti franchising compro oro, aprire un negozio compro oro è un’opportunità interessante per chi volesse entrare nel settore, avvalendosi dell’esperienza e del know how di un marchio già conosciuto e affermato. Il core business del negozio compro oro è molto semplice. Consiste infatti nel ritiro/consegna di oro e preziosi usati di qualunque caratura, diamanti, orologi, pagando immediatamente e in contanti (clienti e fornitori pagano in contati per ogni oggetto venduto o acquistato, riducendo il rischio di impresa).

I preziosi di maggior valore possono essere fusi o destinati alla vendita, sia presso il proprio negozio sia nel circuito franchising compro oro.

Solitamente per aprire un negozio in franchising compro oro non è richiesta alcuna fee di ingresso, né competenze particolar, le aziende che sviluppano piani di affiliazione in franchising compro oro garantiscono esclusività di zona, formazione e assistenza, sia in fase di start up sia durante tutto il periodo del contratto, supporto e tutoraggio nello sviluppo del punto vendita e nelle politiche di gestione.

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Autunno Inverno 2012: l’eleganza dei vestiti da sera è black

A Parigi, nei 4 giorni di sfilate dedicate all’ haute couture, hanno sfilato moltissimi stilisti e le maison più chic e più raffinate di sempre. Abbiamo ammirato vestiti da sera luccicanti come gioielli preziosi, abiti da cerimonia in pizzo e merletto, danzanti su un unico sfondo: il nero. Non possiamo certamente dire che il nero sia mai passato di moda, ma nella prossima collezione autunno/inverno tornerà fortemente di tendenza.

Il vestito da sera, l’abito da cerimonia e da cocktail, così come il completo da ufficio o casual, quest’inverno sarà quindi rigorosamente black ed anche se negli ultimi anni abbiamo assistito alla concorrenza agguerrita di colori affascinanti come il viola e il verde, il più classico dei non colori non teme rivali.

L’abito da cerimonia classicamente nero si addice a qualunque tipo di donna ed è modernizzato con qualche accenno di colore, silver e oro principalmente, con ricami dall’eleganza unica e dettagli gioiello. Da sempre gli abiti sfilano impreziositi da bottoni, polsini, colletti, spille traspirando femminilità ed eleganza mentre il tessuto che maggiormente risalta la fluidità di un abito da sera nero è sicuramente il velluto, protagonista assoluto della prossima stagione invernale e delle sfilate parigine. Morbido, sensuale impossibile non accarezzarlo, il velluto dona ai vestiti da sera, lunghi o corti, giochi di luce, creando nuance e sfumature di colore sempre nuove.

Un focus sul punto vita: un tocco di femminilità in più quest’anno grazie alla baschina. Nei completi, su giacche e abiti da cerimonia, la baschina si trasforma in sopragonna, donando dinamismo e leggerezza agli abiti, corti o lunghi.

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La nascita del Franchising Compro Oro in Italia.

Negli ultimi anni il commercio dell’oro usato è aumentato in maniera esponenziale dando vita alla nascita e alla diffusione dei negozi in franchising compro oro, attività che consiste fondamentalmente nel ritiro di oro e preziosi usati di qualunque caratura, diamanti ed orologi.

Questo aumento del commercio dell’oro usato è dato principalmente dai seguenti fattori:

  • L’aumento record delle quotazioni dell’oro che è ai massimi, con un aumento del 160% negli ultimi 5 anni.
  • La crisi economica che spinge molti privati, dal pensionato al dipendente, a disfarsi (vendere) l’oro che hanno a casa come gioielli, monete o lingotti di piccole dimensioni.

In effetti il bisogno di liquidita’ delle persone e  l’incremento della quotazione dell’oro come valore stabile messo a confronto con l’instabilita’ dei mercati fanno sì che le attività dedicate alla compravendita di questo prezioso metallo siano tra le piu’ redditizie che si possono avviare al momento. Secondo l’Adoc (Associazione per la difesa e orientamento dei consumatori), solo nel primo semestre del 2012 si registra un incremento del ben 15% rispetto al 2011.

Forti di questo periodo di “crisi” molte aziende, che operano già da tempo nel settore compro/vendo oro, hanno quindi tempestivamente incrementato la propria visibilità sul mercato espandendosi attraverso la realizzazione di programmi di affiliazione commerciale quale il Franchising; una forma commerciale consolidata per chi volesse entrare nel settore aprendo un’attività in proprio senza dover correre rischi eccessivi.

Generalmente le aziende Compro Oro leader nel settore, propongono la loro formula franchising con interessati prospettive di guadagno grazie a vantaggi garantiti quali:

  • Nessuna fee di ingresso: L’affiliato non deve sostenere alcuna fee d’ingresso
  • No royalty: il franchisee non pagherà royalty per il primo anno di attività
  • Esclusività di zona: non aggiungendo nuovi rapporti commerciali nella zona di competenza territoriale definita in accordo tra le parti.
  • Formazione e assistenza: il franchisee garantisce la formazione, in sede centrale e in loco, e assistenza per l’intero periodo di durata del rapporto contrattuale (es. assistenza legale, amministrativa e fiscale, sistema software, etc.).
  • Supporto e tutoraggio: con un consulente dedicato al supporto e allo sviluppo del punto vendita e delle politiche di gestione operative e marketing.

Quindi possiamo affermare che oggi aprire un negozio compro oro in franchising non è un’impresa complessa, ecco cosa serve:

  • Essere disposto ad investire una somma minima che verrà recuperata in breve tempo.
  • Un locale situato in una zona di forte passaggio automobilistico, magari con due posti auto, in un centro urbano di almeno 35.000 abitanti.

Quindi se sei interessato ad avviare un’attività indipendente, aprire un franchising compro oro può essere una soluzione a basso rischio.

Altro elemento di rilevante importanza legato al settore del franchising compro oro è sicuramente il fatto che clienti e fornitori pagano in contanti per ogni oggetto venduto o acquistato, questo permette di ridurre maggiormente il rischio d’impresa rispetto agli altri settori merceologici e soprattutto incoraggia i privati a vendere la loro merce per “raccimolare” qualche soldino in più.

In questo contesto, investire il proprio danaro in progetti di compro oro in franchising, è sicuramente un’apportunità da valutare.

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Gli Juice Artists di Chiquita Fruit Bar

Il Franchising del noto brand Chiquita denominato Chiquita Fruit Bar è un concetto imprenditoriale in franchising sviluppato e testato in Germania che sta crescendo velocemente in tutta Europa.

Nei Chiquita Fruit Bar ti accoglierà un Team di giovani e divertenti ragazzi che condividono la loro passione per la frutta: gli Juice Artists che preparano fruit drink e snack di frutta fresca accuratamente selezionata.

Gli Juice Artists – I consulenti della frutta

Non parliamo di semplici barman ma di veri e propri “consulenti della frutta”.

Un team di appassionati della frutta, maestri nella preparazione di frullati, succhi, insalate di frutta, cocktail (…) scelgono la frutta di stagione e sanno come frullarla alla perfezione mixando sapori, gusti e profumi.

All’interno del Chiquita Fruit Bar il Juice Artist prepara ogni giorno un menù nuovo, consigliando ai clienti snack e bevande sempre diverse.

Il cliente, quindi può scegliere la frutta che preferisce, acquistare la frutta intera e “vedere” la freschezza con i suoi occhi seguendo passo passo il processo di preparazione.

Chiquita Fruit Bar Italia – Sviluppo professionale

Partecipando attivamente alla formazione degli Juice Artists, Chiquita Fruit Bar Italia ha attuato un importante programma di sviluppo professionale e riconoscendo il valore aggiunto dalla collaborazione con questi professionisti dichiara: “siamo fieri di poter dire che abbiamo una squadra più che dedicata. Questo tipo di dedizione come sapete non cresce semplicemente sugli alberi”.

Oggi grazie al Juice Artist mangiare fuori casa diventa salutare!!

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Franchising in Conto Vendita

Il franchising conto vendita è una formula commerciale grazie alla quale il franchisee (affiliato) retribuisce al franchisor (affiliante) solamente il venduto eliminando cosi’ al 100% il rischi di rimanenze, in quanto l’invenduto viene riconsegnato.

La formula del conto vendita garantisce un reale vantaggio all’affiliato e non solo in termini di costi, ma anche a livello concorrenziale nei confronti delle attività commerciali concorrenti; altro beneficio derivante dal conto vendita è che l’investimento iniziale subisce una forte riduzione proprio perchè la merce sarà fornita a costo zero e pagata solo quando venduta.

Questi aspetti commerciali, applicati nel campo del franchising, si legano anche ad una inevitabile riduzione del rischio d’impresa ed ad una riduzione dei costi generali dati dal concetto in se di franchising.

Il franchising in conto vendita di Camomilla Italia

Dal 2011 il franchising conto vendita di Camomilla italia, oltre a quelli sopraelencati, può usufruire di ulteriori benefici, il marchio ha infatti ottenuto l’accreditamento presso Invitalia (Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) con cui l’affiliato può accedere ad incentivi e finanziamenti, sia in quota agevolata che a fondo perduto, predisposti dall’agenzia per il settore franchising.

I vantaggi offerti dal contratto franchising di Camomilla italia prevedono inoltre l’esclusività di zona, la pubblicità a livello nazionale, il supporto nella progettazione dello store, il supporto informatico e assistenza per tutta la durata del contratto.

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Blooker apre all’abbigliamento Uomo in Franchising.

Il progetto franchising abbigliamento uomo Blooker nasce dalla pluriennale esperienza dell’azienda nel settore dell’abbigliamento maschile di tendenza.

Il marchio Blooker prende il nome dal suo fondatore, John Blooker, un giovane irlandese emigrato a New York in cerca di fortuna che in poco tempo conquistò l’America con il suo stile; le collezioni Blooker sono infatti ispirate al mondo Usa ed aperte alle influenze internazionali.

Nel 2002 il marchio approda in Italia.

Il consolidamento del progetto franchising abbigliamento uomo Blooker si ha con la crescita della notorietà del marchio che porta all’esigenza di creare punti vendita monomarca.
La strategia del progetto è fortemente orientata al mercato ed offre all’affiliato numerosi vantaggi; primo fra tutti la formula del conto vendita con reso totale dell’invenduto, garanzia di successo.

Altri vantaggi di notevole importanza sono: l’esclusività di zona, l’investimento contenuto, nessuna royalties, la formazione pre e post vendita e l’assistenza gestionale ed informatica, layout punto vendita con progetto, assistenza visual e vetrine, riassortimento bisettimanale, percentuale margine 40% (stagione remunerativa), comunicazione istituzionale.

I requisiti minimi per poter aderire al progetto franchising abbigliamento uomo Blooker sono: una location di almeno 60mq in centri storici con almeno 30.000 abitanti o centri commerciali, una buona predisposizione al contatto con il pubblico, un investimento di almeno 38.000€, una fidejussione bancaria, fee d’ingresso (una tantum) e allestimento del punto vendita con ditte convenzionate.

Il progetto franchising abbigliamento uomo Blooker prevede uno store dall’arredamento minimale, moderno e funzionale, dal design accattivante, in sintonia con lo stile delle collezioni.
I capi di abbigliamento sono sempre esposti correttamente e coerentemente, mentre il personale è sempre disponibile a consigliare gli acquisti.
Il punto vendita offre un ambiente di tendenza in grado di conquistare il potenziale cliente e farlo sentire a proprio agio.

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