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Banca Generali: consigli su come valorizzare il risparmio privato

Anche il risparmio privato, se ben investito, può essere un valido strumento per realizzare i propri progetti di vita. Banca Generali ha parlato del tema sul blog “Protezione&Risparmio”.

Banca Generali

Consulenti e pianificazione: le chiavi per far fruttare il risparmio privato secondo Banca Generali

Da sempre l’Italia si differenzia dagli altri partner europei per gli elevati livelli di risparmio privato, con gli ultimi dati che parlano di un valore di 4.169 miliardi di euro. Di questi, circa 1.600 miliardi sono tuttavia lasciati in giacenza su depositi bancari infruttuosi. Risorse preziose che, spiega Banca Generali, possono aiutare le famiglie a realizzare progetti di vita come l’acquisto di una casa o di un’auto, o ancora le spese per gli studi dei figli. In un articolo recentemente pubblicato sul blog “Protezione&Risparmio”, l’Istituto illustra le tappe fondamentali per valorizzare il risparmio privato. In primis, nonostante molti siano spinti dal desiderio di muoversi autonomamente, quasi sempre è necessario affidare il proprio patrimonio ad un consulente esperto. Questi si occuperà di accompagnare il cliente in quel processo conosciuto come pianificazione finanziaria, dove vengono definiti obiettivi finanziari, tempi e strumenti più adatti: “Non solo noi lavoriamo sulla fiducia dataci dai nostri clienti – ha sottolineato Stefano Lenti, Responsabile Area Consulenti Finanziari di Banca Generalima dopo il settore medico siamo la professione che può maggiormente incidere sul loro futuro”.

Banca Generali, risparmio privato: diversificazione e Pac per minimizzare i rischi

Diversificazione e Pac (Piani di accumulo del capitale) rappresentano i pilastri su cui si basa l’attività di pianificazione finanziaria del risparmio privato. Come si legge sul blog di Banca Generali, per diversificazione si intende la creazione di un portafogli di investimento equilibrato, composto da diversi strumenti e asset class. Ancora oggi il punto di riferimento resta un portafoglio composto dal 60% di azioni, più volatili ma con rendimenti superiori, e 40% di obbligazioni, dal rendimento più basso ma costante. Conti deposito remunerati e obbligazioni a brevissima scadenza gli strumenti utilizzati per garantire una minima liquidità e far fronte a spese impreviste. Da anni si assiste inoltre alla proliferazione di asset alternativi e oggi la tendenza è quella di aprirsi a strumenti come il private equity, che offrono il vantaggio di essere facilmente liquidabili e offrono rendimenti nel medio-lungo termine. L’altro pilastro della pianificazione, i Pac, consentono di acquistare quote dei fondi comuni d’investimento in maniera graduale, pagando una quota mensile senza investire subito tutta la cifra. Una soluzione particolarmente adatta per chi predilige un approccio razionale e guarda con attenzione ai cambiamenti sempre più repentini dei mercati. Oggi infatti, nonostante per risultare redditizi occorra attendere almeno 6-7 anni, “è cambiato il paradigma: i piani di accumulo oggi non rappresentano più una forma di risparmio forzoso bensì un servizio di investimento a tutti gli effetti”, conclude Stefano Lenti.

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