Il mondo intero e l’Eurozona in particolare stanno viaggiando spediti verso una recessione economica. Infatti per domare l’inflazione galoppante, le banche centrali devono alzare i tassi di interesse, ma questo deprime la crescita economica e spinge inesorabilmente verso una marcia indietro dell’attività economica. In una parola: recessione.
Recessione e asset delle banche
Si tratta di uno scenario che i dati sugli asset under Management delle banche italiane stanno palesando già da molte settimane se non mesi. È proprio in questo ambito infatti che il deterioramento del sentiment degli investitori si riflette immediatamente.
Infatti va evidenziato che dai fondi italiani sono defluiti capitali per oltre 1,3 miliardi di euro nel primo trimestre dell’anno. Nel secondo trimestre gli stop loss sono addirittura cresciuti, tanto che questa cifra è giunta addirittura a 3,3 miliardi. Inoltre lo stock totale di AuM (asset under management) è sceso dell’1% M/M, sostenuto da movimenti di mercato sfavorevoli.
L’asset management del resto rimane un’attività a carattere ciclico, con elevata sensibilità rispetto all’umore del mercato. Non c’era dubbio quindi che le attuali turbolenze, dovute al deterioramento del quadro macroeconomico, avrebbero avuto delle conseguenze.
La corsa verso i rifugi sicuri
Sono importanti spie di allarme di un umore che si è fatto sempre più cupo, e che sta spingendo i mercati verso gli asset rifugio (primo fra tutti il dollaro americano, giunto sui massimi di 20 anni). Del resto lo dimostra anche il crollo verticale delle borse europee, che nelle ultime settimane sono andate paurosamente a marcia indietro.
Rieprcussioni sui conti delle banche
Tutto questo influenzerà inevitabilmente anche i conti economici delle banche, visto che fare trading con volumi inferiori, va a comprimere fatalmente le commissioni. Le prospettive dei ricavi delle banche italiane quindi sono peggiorate. Inoltre l’allargamento degli spread sovrani italiani e il deterioramento economico generale potrebbero continuare ulteriormente a peggiorare il sentiment degli investitori.
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