La storia della Barone Pizzini inizia agli inizi dell’800 quando gli eredi della casata asburgica Pizzini Piomarta von Thumberg si traferiscono a Timoline, una frazione di Corte Franca, per occuparsi dell’azienda di famiglia. Vari componenti della famiglia si susseguono nella gestione fino ad arrivare alla fine del Novecento quanto la cantina passa sotto la guida del Barone Giulio Pizzini che gioca un ruolo determinate nello sviluppo del Franciacorta divenendo uno dei fondatori della DOC nel 1967.
All’inizio degli anni ‘90, il barone coinvolge un piccolo numero di imprenditori appassionati di vino e, nel 1993, cede a loro l’azienda.
Precursore dei tempi, la cantina Barone Pizzini è stata la prima realtà franciacortina a produrre Franciacorta da viticoltura biologica certificata dopo aver cominciato la conversione dei vigneti dal 1998.
Come ricorda Silvano Brescianini, vicepresidente e socio “Il biologico è il mezzo, il fine è la qualità”; quindi attenzione al territorio, all’ambiente e all’uomo.
Avere una vigna in equilibrio significa lavoro costante, coltivazione del terreno per arricchirlo di materia organica con sovesci, compost, foglie, tralci di vite e poi ancora inerbimenti per ricreare un ambiente ospitale per insetti, gestione della biodiversità e cura della parte fogliare della vite.
Per Barone Pizzini biologico significa anche essere una cantina realizzata con architettura ecocompatibile: la nuova cantina, realizzata nel 2006, prevede numerosi accorgimenti per limitare il consumo energetico e ridurre l’impatto ambientale: le acque sono fitodepurate, è presente un sistema naturale di raffrescamento e sul tetto è installato un impianto fotovoltaico che garantisce una parte rilevante dell’energia elettrica necessaria per le attività aziendali.
Ma no solo: è stata la prima cantina italiana a potersi fregiare, nel 2012, della certificazione ISO 14064 con il sistema Ita.Ca (Italian Wine Carbon Calculator), il primo calcolatore di impronta carbonica specifico per la filiera vitivinicola.
Barone Pizzini è inoltre parte del progetto Biopass (acronimo di Biodiversità, Paesaggio, Ambiente, Suolo e Società) messo a punto dallo Studio Agronomico Sata di cui fanno parte il prof. Leonardo Valenti e il dott. Pierliugi Donna, rispettivamente consulenti enologo ed agronomo, della cantina.
Il progetto prevede la valutazione di tutti gli elementi presenti sul territorio che vanno a comporre la biodiversità n tutte forme di vita (animali, piante, funghi o batteri) nei loro habitat (bosco, acque, campi) per individuare gli eventuali interventi su cui focalizzare gli sforzi aziendali per una maggiore sostenibilità.
I riconoscimenti per questo grande sforzo non sono mancati e nel 2012 l’International Wine Challenge ha proclamato il Franciacorta Rosé 2008 miglior vino biologico al mondo. Nel 2015 Barone Pizzini ha ottenuto lo speciale premio per la Viticoltura sostenibile del Gambero Rosso e, sempre nello stesso anno, anche l’attestato Biodiversity Friend, primo standard per la certificazione della biodiversità in agricoltura, patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e di proprietà della WBA – World Biodiversity Association onlus.
di Paolo Valente