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Bataclan, è passato un mese

“Je suis Paris”, nel suo caso, assume una valenza amplificata. Quando i fatti di Parigi riempirono tutti i telegiornali del mondo, il cantautore emiliano sconcertato e incredulo come tutti, si unì a quella dichiarazione sgorgata nella mente e nella voce di tutti: “Je suis Paris”. Ovviamente, come già segnalato nell’incipit,  nel suo caso, la frase diventata una delle pass word mondiali, ha una particolare connotazione. E non può essere diversamente, visto che si sta parlando del cantautore Parisi e che, a causa di una mera coincidenza fonetica, “Je suis Paris” porta a due verità incontrovertibili: il fatto di sentirsi la Paris ferita e il fatto di essere Paris(i).

Quel 13 novembre l’Occidente che ascolta e l’Occidente che suona – ascoltatori e musicisti – furono attaccati. Quella sera di novembre l’Occidente che fa sport e l’Occidente che incoraggia – calciatori e tifosi – furono attaccati. Così come, quella sera del 13 novembre, l’Occidente che semplicemente si scambiava un’opinione nei bistrot e l’Occidente che serviva una birra furono attaccati.

Come può essere e perché? Sicuramente, da quella sera, l’Europa è cambiata. È diventata più piccola. I giorni, ancora in questo dicembre post attacco, sembrano lunghi come anni. Prima, indaffarati tra un cappuccino e uno sguardo allo smartphone, si discuteva di calcio, di serial Tv, di petrolio. Di MasterChef. Di MasterChef? Già. 800 milioni di persone nel mondo soffrono per fame e malnutrizione e c’è chi col cibo ci gioca. Ma questa è un’altra storia. Forse.
Ora e da qualche tempo anche un fagotto abbandonato sembra guardare minaccioso.

Fra pochi giorni sarà il 13 dicembre, esattamente un mese dopo i fatti di Parigi. Un mese dopo l’annientamento della Generazione Bataclan.
Per quella data il cantautore Mimmo Parisi pubblicherà il singolo “Génération Bataclan”. Sarà, questo, il suo modo per partecipare attivamente, col proprio punto di vista, a un evento che ha bisogno soprattutto di confronti.

Le canzoni possono fare qualcosa? Ecco il parere del songwriter Parisi: “E’ comunque un modo per partecipare. E’ un modo per dire ci sono anch’io a cercare di capire. Penso che si possa tenere viva l’attenzione anche attraverso un brano, una poesia, una rappresentazione teatrale o un’immagine pittorica. Tutto va bene, è importante confrontarsi, la soluzione può sfuggire a uno non a tutti” ha dichiarato. Poi ha aggiunto: “Sicuramente si possono già individuare gli obiettivi dei terroristi, ovvero la civiltà, la modernità, il progresso, la società aperta, la democrazia, la libertà e il multiculturalismo, guarda caso, tutti quei valori che caratterizzavano i ragazzi della Generazione Bataclan intenti a seguire un semplice concerto. Va da se, che non bisogna mollare. Bisogna rimettersi in cammino da subito. Verso dove? In qualsiasi direzione: verso il prossimo concerto, la prossima mostra del nostro pittore preferito, la prossima partita di calcio, la prossima passeggiata. Le città non devono spegnersi. Bisogna andare in giro, con un’altra coscienza delle cose, ma bisogna muoversi” ha concluso il cantautore.

“Génération Bataclan” sarà pubblicata il 13 dicembre 2015. Parole, musica e arrangiamenti – compresa l’orchestra/sampler – sono stati curati dall’autore. Drum campionata da Diego Romero. Le chitarre acustiche, il basso e il canto sono di Mimmo Parisi. Edizioni Stelledicarta. Il Cd sarà distribuito sulle piattaformi digitali. Cover di Testa.

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