Vi siete mai chiesti che fine fanno i dati personali che vengono richiesti quando accedete ai prestiti? Certo, servono per ottenere il prestito stesso, ma, cosa ancora più importante, vanno ad ingrossare la banca dati di quelle società che hanno il compito di fornire uno storico sulle situazioni dei richiedenti di un prestito.
La banca dati non è altro che un raccoglitore di storie di vita finanziaria a fronte delle quali gli istituti di credito decidono l’erogazione del loro prestito e dalle quali è prevista la cancellazione. La legge prevede infatti che si possa ottenere la cancellazione dalla banca dati di queste società solo per un prestito con rimborso regolare, ma tale cancellazione non facilità l’ottenimento di prestiti futuri, in quanto paradossalmente gli istituti di credito valutano positivamente la presenza nella banca dati della piena solvibilità del richiedente. in altre parole se c’è una cancellazione dalla banca dati, si estingue la possibilità per chi eroga di ottenere informazioni sul richiedente.
Una delle banche dati più utilizzate è quella della Centrale Rischi Finanziari, Crif che raccoglie informazioni su tutti coloro che richiedono l’accesso a qualunque tipo di prestito, registrando sia le insolvenze che i pagamenti regolari. La banca dati crif rappresenta una vera e propria risorsa di conoscenza per gli istituti di credito.
Un’altra banca dati importante è invece il registro dei protesti che si distingue dalle altre perché riguarda solo le insolvenze dei pagamenti con assegno.
Se per gli istituti di credito la banca dati è una risorsa, per i richiedenti diventa un legame col passato che deve portare alla cancellazione dei dati negativi assegnati. Ecco perché è importante sapere le procedure di cancellazione. Nel caso della banca dati Crif, la cancellazione avviene in via automatica dopo 36 mesi dall’estinzione del prestito. Ma non tutte le banche dati funzionano così. Quella del registro dei protesti infatti per la cancellazione richiede l’estinzione del prestito in sospeso e l’attesa di un anno prima di poter essere riammessi allo status di buon pagatore attraverso una vera e propria domanda di riammissione al prestito in due distinte sedi.
Essendo uno stato transitorio nella banca dati, la cancellazione potrebbe sembrare solo una questione di forma. In realtà la cancellazione diventa prioritaria se si ha necessità di richiedere un prestito immediato. Prima di arrivare alla cancellazione comunque è bene non farsi etichettare come cattivo pagatore nella banca dati. Per farlo basta affidarsi a mani esperte che valutino ad hoc le migliori tipologie di prestito in base alle possibilità presentate. La cancellazione dalla banca dati dei cattivi pagatori a fronte di un prestito passato diventa del tutto irrilevante nei casi di cessione del quinto, ovvero in quei casi di prestito dove l’unica garanzia è la propria busta paga o pensione. L’iscrizione o la cancellazione da una qualsiasi banca dati non ha alcuna importanza per l’esito positivo della richiesta di prestito, proprio perché a farsi carico dello stesso è il proprio datore di lavoro. Affidatevi all’esperienza di un consulente qualificato per essere consigliati al meglio nella scelta del prestito migliore.
No Comments Found