Dall’Associazione Governo del Popolo, arrivano alcuni interessanti spunti di riflessione sul Sistema politico e sulla Giustizia nel nostro Paese
LA CAUSE DU PEUPLE : Le discours du Rabbin REICHHORN
numidia-liberum.blogspot.com
Le discours du rabbin Reichhorn est un témoignage précieux sur la “Question Juive” depuis le XIXe siècle, telle qu’’on pouvait la comp…
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IL REGNO DI CRISTO
CORONAVIRUS
MESSIANISMO GIUDAICO
LA TRADIZIONE-TRADIMENTO DELLA GIUDEO-MASSONERIA
https://www.chiesaviva.com/giganti%20del%20male %20TRADIMENTO%20GIUDEO%20MASS.htm
APPENDICE
ASSOCIAZIONE GOVERNO DEL POPOLO:
Bando “Nuove economie di comunità” la pandemia Covid-19 non ferma il lavoro della Fondazione Istituti Educativi
500 mila euro destinati alla diffusione di una cultura dell’integrazione, per il miglioramento della convivenza civile, la coesione sociale e il miglioramento delle condizioni di vivibilità del territorio e della comunità, la valorizzazione delle risorse ambientali locali, la tutela del comparto agroalimentare locale della filiera corta e la promozione dei principi dell’economia sociale e solidale e della sostenibilità ambientale. Fondi messi a disposizione dalla Fondazione Istituti Educativi di Bergamo attraverso il bando “Nuove economie di comunità”, che ha selezionato i 10 progetti meritevoli del finanziamento, per un totale di 90 soggetti partner, con un’attenzione particolare alla fascia più vulnerabile della società che, a causa della pandemia, è tra le più colpite dalla crisi. Un bando che ha visto la partecipazione di ben 30 progetti con il coinvolgimento di più di 200 soggetti.
Tre gli ambiti di intervento: “territori smart land”, “cultura di sistema e alleanze generazionali” e “economie trasformative e circolari” in cui i progetti dovevano rientrare, fondamentale inoltre la capacità di fare rete sul territorio con enti, associazioni o strutture partner. Finanziamenti significativi che attualizzano gli scopi statutari della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo (FIEB) individuati nella qualità della vita, nella marginalità sociale, nel diritto/dovere di istruzione e formazione e nello sviluppo della persona umana. Una nuova tappa nella lunga storia della Fondazione in stretto rapporto con l’economia della terra e della comunità.
“Abbiamo scelto i progetti più innovativi e capaci di coinvolgere il maggior numero di soggetti sociali. Diversi progetti hanno mostrato di avere un impatto positivo dal punto di vista dell’occupazione e dell’inclusione di soggetti svantaggiati ovvero la tutela e la valorizzazione del comparto agroalimentare locale. Obiettivo della FIEB, attraverso questo bando, è sostenere e promuovere lo sviluppo di un sistema economico locale solido, solidale e sostenibile” spiega Luigi Sorzi, Presidente della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo “Nonostante l’emergenza da Covid-19, abbiamo deciso di onorare il nostro impegno per la provincia Bergamasca, per tutelare le peculiarità e le tipicità di un territorio operoso, dinamico e pronto a ripartire con grande forza. Alcuni dei progetti, avranno rilevanza anche nell’ambito della ripartenza economica post emergenza, e quindi per noi hanno un grande valore aggiunto” conclude Sorzi.
Tra i progetti assegnatari, “Migrantour a Bergamo: i nuovi cittadini raccontano il territorio” proposto come capofila dalla Coop. Impresa sociale Ruah S.C.S, che si propone l’obiettivo di valorizzare il turismo esperienziale con un forte coinvolgimento dei giovani migranti e “Una rete per costruire una economia della persona e della sostenibilità” proposto come capofila dal Biodistretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo, con l’intento di creare un Distretto dell’Economia sociale e solidale provinciale. “Relazioni in prova, relazioni in scena” proposto come capofila da Cea Servizi si occupa di sensibilizzare sul tema dell’apicoltura e dell’orticoltura; “Il recupero delle eccedenze alimentari verso una nuova sostenibilità” proposto come ente capofila da Coop. Namastè coinvolge rete di supermercati e numerosi volontari, anche nel mondo della disabilità mentre “Le 5 R: recupero, riuso, riciclo, riutilizzo risorse” proposto come ente capofila da Associazione Diakonia lavora per dare nuova vita ad oggetti riciclati. Cinque infine i progetti trasversali a più ambiti: “I mercati degli agricoltori per il benessere della comunità” proposto come ente capofila da Promoisola, progetto multiarea con più azioni e ricaduta nel territorio Isola Bergamasca; “Nutrire relazioni per sostenere il futuro” proposto come ente capofila da Ca’ Al del Mans, quale progetto innovativo per la Valle Brembana; “Proposte di turismo sostenibile delle terre alte del Sebino settentrionale” proposta dall’ente capofila Associazione Bossico Borgo Diffuso, quale progetto turistico innovativo per l’area del Sebino; “Cre-attivi per natura” proposto come ente capofila dalla Coop. Città del Sole, quale migliore progetto di creazione di collaborazioni e partnership nell’ambito dell’economia circolare; “Giro-Tondo” proposto come ente capofila da Azienda Bergamasca Formazione, quale migliore progetto multiarea con focus formazione nell’ambito agroalimentare.
“Il bando sulle nuove economie di comunità – dichiara il consigliere Matteo Rossi – ha portato in evidenza una realtà fortemente presente sul nostro territorio che cerca di promuovere ogni giorno un’economia che metta al centro la persona, l’ambiente e la comunità anziché il profitto e lo sfruttamento delle risorse naturali. E’ una risposta chiara alla domanda di senso che molte persone si pongono – dopo questa crisi – con la speranza di poter costruire un nuovo modello di sviluppo, ed è la strada giusta sulla quale costruire il rinascimento del nostro territorio, mettendo al centro quei valori che durante la crisi ci hanno dato la possibilità di rimanere uniti come comunità bergamasca”.
I progetti saranno presentati in un webinar mercoledì 10 giugno alle ore 20.30. Per partecipare alla presentazione https://www.istitutieducativi.it/bandi-contributi/
Tornare a scuola dopo il covid-19: Unibg a supporto di insegnanti e alunni
Le iniziative del Centro di Ateneo per la Qualità dell’insegnamento (CQIA) in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali a supporto degli insegnanti nella gestione dei vissuti e delle emozioni che gli alunni stanno affrontando in questo complesso periodo.
Nella Fase 2 dell’emergenza Covid l’università degli studi di Bergamo supporta la scuola che, con la sospensione delle attività didattiche in presenza, si ritrova di fronte alla necessità di ripensamento della didattica, della ridefinizione delle modalità di insegnamento-apprendimento a distanza e all’interruzione improvvisa della partecipazione a un contesto socio-educativo fondamentale per bambini e ragazzi.
Quando avverrà, il rientro a scuola non potrà configurarsi come semplice ripresa delle attività didattiche in presenza, ma dovrà prefigurare spazi e modi, adeguati alle varie fasce di età, con cui ri-significare tanto l’esperienza vissuta nei mesi di sospensione quanto il ritorno a una normalità che sarà necessariamente differente da prima.
Con queste premesse e con la volontà di far fronte alle difficoltà di diversa natura che i ragazzi e le loro famiglie stanno affrontando, soprattutto nel territorio bergamasco, uno dei più colpiti dall’emergenza, Giuseppe Bertagna, professore di pedagogia e direttore del Centro di Ateneo per la Qualità dell’Insegnamento e dell’Apprendimento, e Ilaria Castelli, professoressa di psicologia dello sviluppo e dell’educazione, hanno ideato un progetto in chiave psicologica e pedagogica rivolto alle scuole e agli insegnanti,
Il progetto di CQIA, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo, è composto di due iniziative che hanno la volontà sia di essere di immediato aiuto ai docenti sia lungimirante, in previsione cioè di una prossima apertura delle scuole a settembre.
La prima è un servizio di consulenza gratuita online per gli istituti scolastici di qualsiasi ordine e grado che necessitino di un supporto psicologico, pedagogico e didattico per il proprio personale. Numerosi sono i temi sui quali i docenti di psicologia, pedagogia e didattica del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali coinvolti sapranno dare il loro apporto e in particolare agiranno: la promozione del benessere a scuola e gestione del clima emotivo sia in classe, sia a distanza; la soluzione delle criticità che riguardano gli aspetti inclusivi nella progettazione didattica e della sua realizzazione, soprattutto in riferimento alla modalità a distanza; la consulenza sui temi legati all’ambito della corporeità e del movimento all’interno dello spazio scolastico. Per accedere al servizio è necessaria la prenotazione telefonica (035.205.2992, il martedì e il giovedì dalle ore 14 alle ore 18) o via email [email protected].
La seconda iniziativa è “Tornare a scuola dopo il Covid-19: riflessioni e suggerimenti”, una programmazione di corsi di formazione specifici e gratuiti per docenti di diversi ordini scolastici sui problemi del “tornare a scuola”. Questi incontri potranno anche configurarsi come un’occasione per mettere a fuoco eventuali percorsi di consulenza/formazione da progettare e realizzare nel corso dell’anno scolastico 2020-2021, per accompagnare le scuole nel periodo di transizione che interesserà ancora la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Per iscriversi è necessario compilare il modulo reperibile sul sito del CQIA (link al modulo https://forms.gle/Yc93C1CGFQP4m5Mw9)
Per tutte le informazioni https://www.unibg.it/sites/default/files/scuole_covid_def_-_cqia-sus_0.pdf
Covid19: Libera Puoi è la campagna social contro la violenza sulle donne
Nuova campagna social “Libera puoi”, promossa dal Dipartimento per le Pari opportunità a favore delle donne vittime di violenza durante l’emergenza Covid19.
Video realizzato con la partecipazione di diversi artisti: Caterina Caselli, Anna Foglietta, Marco D’Amore, Paola Cortellesi, Emma Marrone, Fiorella Mannoia, Giuliano Sangiorgi, Paola Turci, Vittoria Puccini, su invito della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, per inviare il messaggio che purtroppo anche il problema coronavirus non ferma le violenze ma è possibile chiedere aiuto rivolgendosi al numero 1522.
«Restare a casa e rispettare le regole imposte per il coronavirus, », raccomanda Emma. «Ma per molte donne la casa non è un luoo sicuro», dice Paola Turci. «In questi giorni di emrgenza non sei sola. Le case rifugio e i centri antiviolenza restano operativi per aiutarti», ricorda Fiorella Mannoia.
#Mascherina 1522, il nome in codice in Italia per denunciare la violenza
Gratis la App che difende le donne da violenze e stalker per il periodo della quarantena
« Le donne devono sapere che non sono sole. Soprattutto in questi giorni, che le istituzioni sono operative e c’è una comunità intera ad aiutarle, dice Bonetti. La rete antiviolenza è rimasta attiva 24 ore su 24 per garantire a ciascuna donna, un aiuto. Si può uscire di casa, la porta per uscire dalla violenza è, e rimarrà sempre aperta. Non ci stancheremo di ripeterlo».
Dalla ministra il ringraziamento agli artisti che “hanno reso possibile questo nuovo appello e che dall’inizio dell’emergenza hanno condiviso la nostra preoccupazione per la situazione di tante donne costrette in questi giorni di isolamento a rimanere in casa accanto a chi le maltratta e aggredisce”.
Ecco il testo dello spot:
Forse non tutti sanno che in italia ogni tre giorni che non ci sia una donna in questi giorni dobbiamo stare a casa rispettando le regole che sono necessarie per gestire l’emergenza del
corona blues rispettare le regole questo è un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri ma sappiamo bene che per molte donne la casa non è il luogo della sicurezza
dal 2000 a oggi i femminicidi sono stati 3.230 1564 per mano dei propri partner o ex partner:
Hai la possibilità di dire no a tutto questo anche in questi giorni di
emergenza non sei sola le case rifugio e centri antiviolenza sono aperti per proteggerti e non farti perdere la speranza bisogna stare a casa ma se la casa per voi e per i vostri figli e sono un luogo
di violenza e paura potete chiedere il voto alza il telefono e chiama il 15 22 dove ci siamo siamo insieme comunque sempre se hai bisogno chiama oppure scarica l’app per chattare con
un’operatrice la porta per uscire dalla violenza si può sempre aprire libera puoi di me libera poi libera libera fuori libera cuore libera poi libera poi di quel che è stato non resta
nessuna conseguenza nessuna conseguenza
FONTE: messaggero.it | youtube.com
Coronavirus: #iorestoacasa Bisogna continuare a fare ciò che sta producendo il miglioramento
Ecco cosa ci chiedono a viva voce i governanti, i medici, infermieri, studiosi, e chiunque in questi giorni stia lavorando per l’emergenza Coronavirus.
La nostra responsabilità come cittadini è proprio quella di aiutare contribuendo al miglioramento della condizione che stiamo vivendo.
Si tratta di Etica e di Condizioni operative. Ed è responsabilità di ogni singola persona seguirle. Che vengano seguite in modo consapevole, autodeterminato o imposto, è quello che stanno contribuendo a migliorare, sebbene in forma lieve, le tragiche statistiche che ci vengono fornite tutti i giorni.
Interessanti i dati trovati negli strumenti operativi dei Ministri Volontari di Scientology in merito al soggetto dell’Etica e delle Condizioni. Tecnologia disponibile on line sul sito www.ministrovolontario.it.
Alla sezione L’Etica e le Condizioni si possono trovare delle interessanti risposte relative alle esatte formule per migliorare la vita. Conoscere le leggi che, se seguite esattamente, governano la sopravvivenza e che garantiscono un futuro felice e fiorente, e ancora, che cosa sono le statistiche, di cui sentiamo tanto parlare, come si possono usare per valutare l’andamento di qualunque attività e prevedere che cosa succederà nel futuro. Per finire sono disponibili le informazioni sui passi specifici che si possono applicare per migliorare qualsiasi situazione personale o professionale in cui ci si trova.
“La scienza che riguarda l’etica e la giustizia ha avuto per lungo tempo un ruolo centrale per l’umanità. Siamo umani nella misura in cui lo è il nostro sistema di giustizia, e in base al comportamento che abbiamo con gli altri. Nel corso di Scientology dei Ministri Volontari sull’Etica e le Condizioni, L. Ron Hubbard ha presentato un sistema completo di strumenti da utilizzare per vivere le nostre vite.
Insegnando alle persone come riconoscere le esatte condizioni di esistenza e come applicarne le formule e i passi, possono scoprire che i propri miglioramenti e quelli della loro vita non hanno limite.
Seguendo i passi delle condizioni, mi sono ritrovato ad avere migliorato talmente tanti aspetti della mia vita e ad essere talmente indaffarato che il mio più grande problema, ora, è quello di saper distribuire bene le mie energie nelle varie aree della mia vita.
Mai come ora ho condotto una vita che mi facesse sentire così felice. Ho anche avuto un momento di ‘realizzazione’ riguardo alla ragione per cui le persone che non hanno etica tendano a vivere in un’esistenza di livello molto più basso. …Le abilità di questo corso potrebbero essere apprese da chiunque, e la loro vita cambierebbe completamente.” – C.H.
Per maggiori informazioni visita il sito: www.ministrovolontario.it e vai alla sezione L’Etica e le Condizioni.
MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT LANCIA: #MCEMOVEONTOGETHER, CLAIM DI UN NUOVO VIDEO
La fiera leader mondiale nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinnovabili, non si ferma, e grazie ad un nuovo video ad hoc vuole dare un messaggio di vicinanza e di fiducia a tutti i suoi interlocutori.
Milano,18 marzo 2020 – La fiera leader mondiale nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinnovabili, non si ferma, e grazie ad un nuovo video ad hoc vuole dare un messaggio di vicinanza e di fiducia a tutti i suoi interlocutori.
marzo 2020 – Ieri avrebbe dovuto aprire i battenti la 42^ edizione di MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT, in Fiera Milano. Proprio per questa occasione, la manifestazione, leader mondiale nell’impiantistica civile e industriale, nella climatizzazione e nelle energie rinnovabili, lancia l’#MCEMOVEONTOGETHER, con un video che intende dare un segno di vicinanza a tutte le aziende espositrici, i loro dipendenti, le associazioni e a tutti gli interlocutori di riferimento. Allo stesso tempo vuole essere un messaggio di fiducia che auspichi un imminente ritorno alla normalità per la vita ed il business. Lo spirito del messaggio è quello di sottolineare come l’importanza di lavorare uniti e compatti sia la scelta vincente per affrontare questo momento e ripartire con determinazione verso il futuro. MCE è da sempre la manifestazione di riferimento per tutta la filiera di settore ed è certa che, grazie all’impegno comune, sarà in grado di mettere in scena dall’ 8 all’11 settembre 2020 un’edizione sempre più all’insegna del business e dell’internazionalità.
Il video, firmato da RBA DESIGN, racconta, attraverso un sapiente utilizzo combinato di effetti sonori emozionali e motion graphic design, l’immobilismo attuale, della vita quotidiana come delle aziende. Uno scenario surreale, in cui MCE si distingue e restituisce alle aziende, agli imprenditori e ai partner la forza e il coraggio perduti, con l’obiettivo di reagire e ripartire con i propri business. Lo spot veicola in modo chiaro il messaggio chiave di andare avanti insieme e non mollare, rafforzato ulteriormente dal claim in chiusura: “Move on together”. L’appuntamento con MCE e BIE – BIOMASS INNOVATIO EXPO dall’8 all’11 di settembre diventa perciò l’occasione per ripartire e tornare alla quotidianità ancora più forti e motivati di prima.
“#MCEMOVEONTOGETHER è un’iniziativa nella quale crediamo molto – dichiara Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia e organizzatore dell’evento – e rientra a pieno titolo in tutte le attività di comunicazione che stiamo portando avanti per sottolineare il valore di un impegno comune per guardare avanti con fiducia e uniti, ripartire con la forza che da sempre caratterizza questi comparti e la storia di una manifestazione che da oltre 50 anni si è sempre saputa reinventare, restando fedele alla sua natura di punto di incontro e promozione del business”.
Il video è disponibile su: https://youtu.be/WQl1ctQEwm4il
MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT e BIE – BIOMASS INNOVATION EXPO sono manifestazioni fieristiche di proprietà di Reed Exhibitions, il leader mondiale nell’organizzazione di fiere e congressi che gestisce oltre 500 eventi in 30 Paesi che hanno registrato più di 7 milioni di partecipanti nel 2019. Reed Exhibitions conta 30 sedi in tutto il mondo a disposizione di 43 settori industriali. Reed Exhibitions fa parte di RELX Group plc, leader mondiale nella fornitura di soluzioni e servizi per clienti professionali in numerosi comparti di business.
#Maipiùinvisibili per la Giornata Internazionale della Donna
Al via la campagna #Maipiùinvisibili di WeWorld Onlus lanciata per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne in occasione del mese dedicato alla donna e della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo 2020.
“DI VIOLENZA SI PUÒ SPARIRE”, è proprio l’invisibilità il concetto su cui WeWorld Onlus ha scelto di puntare perché invisibili sono le tante donne che, insieme ai loro bambini, sono talmente stremate dalla violenza e dalla violazione dei loro diritti da augurarsi di scomparire, pur di smettere di subire. Invisibili queste donne spesso lo diventano però anche per le persone che le circondano e per la società intera. #MaiPiùInvisibili è un’opportunità per restituire voce e visibilità alle donne che subiscono violenza. Una lotta che la Onlus combatte quotidianamente sia in Italia sia nel resto del mondo.
Qui è possibile vedere lo spot realizzato https://youtu.be/os6BlvDz0xQ.
Obiezione vostro onore: inscenare un processo per fare prevenzione
Comunicato Stampa
Obiezione vostro onore: inscenare un processo per fare prevenzione
In un corso a Brescia il 3 aprile 2020 sarà possibile analizzare un infortunio e inscenare, attraverso la tecnica simulativa del role playing, un procedimento penale davanti ad un giudice. Come affrontare correttamente questa situazione?
Sono necessarie nuove metodologie didattiche per riuscire a incidere veramente sui nostri atteggiamenti, sulle percezioni e sui comportamenti. E sicuramente una delle tecniche formative più efficaci per sradicare vecchie abitudini e renderci consapevoli dei problemi reali e delle soluzioni possibili è l’utilizzo del metodo teatrale, delle tecniche del role playing.
Cosa accade se in azienda avviene un infortunio? Come analizzarlo? Come affrontare i procedimenti penali conseguenti all’infortunio? Come rispondere correttamente alle domande di un Giudice?
Obiezione vostro onore: insceniamo la sicurezza
Proprio per rispondere a queste domande utilizzando nuove tecniche formative di simulazione l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 3 aprile 2020 a Brescia un corso di 8 ore dal titolo “Obiezione vostro onore”.
Durante il corso i partecipanti si metteranno nei panni del “Datore di lavoro, del “Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione”, del “preposto”, del “Dirigente” e, partendo dall’analisi dell’infortunio, ci si immaginerà di essere coinvolti in un procedimento penale e di trovarsi a testimoniare davanti ad un Giudice.
Si cercherà di capire come comportarsi in Tribunale sia come indagati, sia solo come testimoni. Si comprenderà, in tal modo, quando i dialoghi e la documentazione a supporto della difesa sono utili, inefficaci o “armi a doppio taglio”.
Se il Giudice mi ponesse delle domande cosa risponderei? Sono sicuro di dire la cosa “giusta”? Quale documentazione devo produrre?
Fare formazione con il teatro e il role playing
Il role playing è una tecnica formativa simulativa che permette ad un gruppo di persone di svolgere, per un tempo limitato, il ruolo di attori, riproducendo situazioni che hanno una forte attinenza con situazioni reali. Uno strumento che permette di far emergere emozioni e, attraverso la simulazione, di rendere più consapevoli i partecipanti della reale portata dei problemi e dei modi corretti ed efficaci di affrontarli.
Questa metodologia consente, dunque, un’analisi dei vissuti, delle dinamiche interpersonali, delle specificità dei vari ruoli e dei processi di comunicazione correlati al particolare contesto rappresentato.
Nel caso del corso organizzato da AiFOS il role playing si basa sulla rappresentazione realistica dell’infortunio e del conseguente processo per far emergere i principi della normativa.
Attraverso la guida dell’avvocato Giovanna Rosa, che si occupa di consulenza legale, giuridica nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, sarà possibile sperimentare materialmente cosa succede in azienda quando accade un infortunio e comprendere anche cosa fare per prevenire e ridurre questa possibilità.
Informazioni e programma del corso
Il corso di 8 ore “Obiezione vostro onore” si terrà a Brescia il 3 aprile 2020 – dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 – ad AiFOS Service in via Branze 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia.
Durante il corso saranno affrontati i seguenti argomenti:
- Analisi di un infortunio reale
- Costruzione della difesa del partecipante (a seconda del ruolo che ricopre in azienda)
- Documentazione da presentare al giudice
- Le frasi “corrette” da pronunciare davanti al giudice
- Esame del caso reale e analisi finale
La partecipazione al corso vale come 6 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP, Formatori qualificati (area 1) e Coordinatori alla sicurezza. Il corso è valido anche ai fini della formazione specifica prevista per il Manager HSE e ai fini della formazione necessaria per l’iscrizione al Registro Consulenti AiFOS (Legge 4/2013).
Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/normativa/normativa/obiezione_vostro_onore
Per informazioni e iscrizioni:
Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected] – [email protected]
27 febbraio 2020
Ufficio Stampa di AiFOS
http://www.aifos.it/
La storia dell’abbigliamento
L’abbigliamento nasce in tempi preistorici per rispondere a esigenze di tipo utilitaristico. Esso protegge il corpo umano dai pericoli dell’ambiente: sia agenti atmosferici (freddo, pioggia, sole..), sia insetti, sostanze tossiche, armi e altri rischi alla sicurezza personale.
Tutti gli scavi finora effettuati che hanno portato al rinvenimento di oggetti e resti fossili risalenti al Paleolitico (da circa 2,5 milioni a 11-10.000 anni fa) non hanno portato alla luce elementi che possano dimostrare con sicurezza l’utilizzo di oggetti di abbigliamento da parte di ominidi in quel periodo.
Il ritrovamento di rudimentali strumenti in pietra, realizzati con la tecnica della pietra scheggiata, atti con ogni probabilità alla trasformazione delle pelli in indumenti, ha però portato molti antropologi a sostenere che già 18.000 anni fa (periodo Magdaleniano), e forse anche prima, gli uomini utilizzassero pelli per coprirsi.
In questo contesto la ragione fondamentale per cui gli esseri umani cominciarono a lavorare le pelli, per poi indossarle, è da ricercarsi nella necessità di coprire il corpo, nudo e più fragile rispetto ad altri animali, dalle intemperie. Non sono comunque da sottovalutare altri fattori.
Tra questi occorre citare la funzione simbolica dell’abbigliamento: indossare la pelle di un altro animale era equivalente a identificarsi con esso, oltre a dimostrare la propria forza, con cui si era ucciso lo stesso. Con ogni probabilità l’introduzione delle pelli per coprire il corpo ha un legame anche con delle forme primitive di pudore.
Questo contravviene alcune teorie secondo le quali il senso del pudore sia stata una condizione psicologica dettata dall’abbigliamento: essendo gli altri appartenenti alle comunità primitive coperti, l’uomo nudo percepiva la propria diversità dalla norma ed era portato ad equipararsi agli altri per non essere “escluso”.
L’adozione di forme di abbigliamento agli albori della civiltà umana è quindi dovuta sia ad un fattore funzionale (protezione del corpo) sia a fattori di altra natura (simbolici, religiosi, psicologici, ecc.).
Durante gli ultimi millenni dell’Età della pietra l’utilizzo di pelli di animali per coprirsi si diffuse tra gli uomini. Una vera e propria rivoluzione nel costume avvenne nel momento in cui si diffuse tra le civiltà preistoriche la lavorazione dei tessuti, che spesso garantivano maggiore protezione dal freddo e una maggiore reperibilità.
La nascita della tessitura, avvenuta intorno al VI-V millennio, portò ad una notevole crescita dell’uso delle vesti, che venivano tessute anche grazie ai primi telai, che apparvero proprio nel Neolitico, anche se erano assai rudimentali. La filatura e la tessitura furono introdotte nel mondo antico grazie agli strumenti, che gli uomini preistorici iniziarono ad utilizzare intorno al 4500 a.C.
Nel Mondo antico l’abbigliamento era costituito esclusivamente da oggetti filati di tessuto, e l’utilizzo di pelli di animale fu ben presto superato nella maggior parte delle comunità già a partire dal I millennio a.C. I tessuti utilizzati variano a seconda del luogo: ad esempio in Cina era assai sviluppata la produzione della seta, in India la canapa ed il cotone ed in Egitto il lino.
In Europa occorre ricordare come i Fenici furono i primi a praticare la tintura dei tessuti, grazie alla scoperta del pigmento della porpora, ricavato dall’essiccazione del murice.
A questo punto dell’evoluzione umana l’abbigliamento non era più visto esclusivamente come metodo per proteggersi da intemperie o altri agenti esterni, ma costituiva soprattutto un simbolo di appartenenza ad un gruppo (economico, religioso, politico, ecc.). I popoli mediterranei consideravano la porpora un bene di lusso ed i Fenici ottennero grossi guadagni vendendola alle altre popolazioni. Tra gli altri tessuti utilizzati nel mondo antico ricordiamo il cotone, la lana e il bisso.
L’Impero Romano con la sua grande espansione venne in contatto con gli usi ed i costumi di molte popolazioni, dalle quali importò l’utilizzo di alcuni tessuti per il vestiario quotidiano o riservato ai più ricchi. Vengono così confezionati abiti come la toga, la tunica ed il pallio.
Dopo Roma la filatura e la tessitura di seta, lino e lana diventano comuni a gran parte delle comunità europee, in particolare quella Bizantina, grazie ai suoi rapporti privilegiati (data la collocazione geografica) con l’Oriente. Di queste tre fibre tessili la più diffusa in questo periodo fu certamente la lana, sia per ragioni economiche (l’allevamento di ovini era abbastanza diffuso) che funzionali (alta capacità termica della stessa).
Lo sviluppo del settore tessile conosce un fermento, almeno per quanto riguarda l’Europa, a partire dai primi secoli del I millennio d.C., grazie soprattutto ad una rinascita degli scambi commerciali sia tra le nazioni sia tra Oriente ed Occidente. In Italia l’importazione di tessuti era uno dei fattori che produssero più ricchezza per le repubbliche marinare, anche se assunse un certo rilievo anche il commercio interno, soprattutto per rifornire le città più ricche (Firenze, Palermo, Lucca, ecc.).
L’abbigliamento di lusso o comunque con materiali pregiati rimase appannaggio delle classi nobiliari, delle corti di re e imperatori e dei ceti più abbienti (grandi commercianti, banchieri, ecc.). La qualità generale delle vesti comunque aumenta anche per le fasce di popolazione meno agiate, anche grazie all’adozione di strumenti che permettono una maggiore precisione nella sartoria: il ditale, gli aghi d’acciaio, le forbici a lame incrociate.
Lo sviluppo dell’abbigliamento era andato di pari passo con quello della tecnologia tessile, in particolare con lo sviluppo dei telai: nel 1790, nell’ambito della Rivoluzione industriale, Joseph-Marie Jacquard inventa l’omonimo telaio, che permette di aumentare sia la precisione sia la velocità di produzione dei tessuti.
L’evoluzione tecnologica si estende anche ai filatoi: tutto ciò attribuisce il primato nell’industria tessile ai paesi che per primi sono investiti dal fenomeno della rivoluzione industriale, tra tutti l’Inghilterra. Il mercato del vestiario conosce una crescita continua: la produzione tessile si meccanicizza e razionalizza assumendo notevoli dimensioni, rendendo l’industria dell’abbigliamento la più sviluppata del periodo.
Tra le fine del Settecento e l’Ottocento l’industria tessile è in grado di soddisfare le richieste, oltre che delle classi più abbienti, anche della media e bassa borghesia. Durante il XIX secolo cominciano ad apparire quei tipi di vestiti che sono utilizzati ancora oggi: aderenti al corpo, con le maniche, leggeri o pesanti, con stoffe prevalentemente scure.
Il miglioramento delle condizioni igieniche, assieme a quelle economiche, permette ad una buona parte della popolazione europea e nord-americana di indossare la biancheria. Il 1842 è un’altra data fondamentale: John J. Greenough brevetta la macchina per cucire, con la quale gli indumenti possono essere confezionati con grande velocità, ed il risparmio di denaro che ne deriva fa sì che la produzione può assumere dimensioni ancora più vaste.
L’industria dell’abbigliamento può adesso realizzare la produzione in serie dei vestiti, favorendo la creazione di centri industriali tessili e di grandi magazzini per la vendita dei loro prodotti. Successivamente, sia nell’Ottocento che nel secolo successivo, il perfezionamento della macchina per cucire permetterà di meccanizzare anche altre operazioni (ricamo, soprafilo, rammendo, cucitura dei bottoni, ecc.).
L’abbigliamento conobbe, nel XX secolo, una evoluzione straordinaria, ed una espansione produttiva e tecnologica senza pari. I due conflitti mondiali, ed i relativi dopoguerra, portano, dapprima, la crisi economica in molte nazioni: i materiali pregiati diventano appannaggio di pochissimi, mentre si diffondono quelli di recupero (lana riciclata, sughero per le scarpe).
In seguito, con il miglioramento della situazione economica, si ha un sempre maggiore sviluppo dell’industria del vestiario, che introduce, oltre ad una grandissima scelta di nuovi prodotti (busti, tailleur, gonne, jeans, tute da sport tanto per citarne alcuni) anche la scelta di nuovi materiali frutto della tecnologia come le fibre artificiali e sintetiche, meno costose e adattabili a situazioni diverse (tecnofibra).
Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento professionale Brescia.
Divise da lavoro e loro significato
Sono molte le professioni che richiedono divise da lavoro di tipo specialistico, adeguate all’attività che si sta svolgendo.
Parliamo ad esempio del personale che lavora presso le fabbriche o le industrie, le professioni nel settore medico-sanitario, la ristorazione e tanto altro ancora: sono sempre di più infatti i settori in cui si decide di vestire il proprio personale in divisa, a cominciare dalle catene di negozi che richiedono, se non proprio una divisa, un abbigliamento particolare al proprio personale.
O all’industria alimentare che richiede mascherina, cuffietta, camice e guanti. Oppure al personale ospedaliero che ha bisogno di un abbigliamento speciale dalla testa ai piedi.
L’abbigliamento da lavoro è un tipo di indumento preposto allo svolgimento di una determinata attività e va quindi indossato prima di lavorare e tolto prima di lasciare il posto di lavoro. Solitamente chi lavora in divisa dovrebbe anche evitare di indossare troppi effetti personali come orologio e gioielli qualsiasi altra cosa che potrebbe essere di impedimento per il normale svolgimento delle attività lavorative.
È anche importante occuparsi della pulizia e dell’ordine del proprio abbigliamento da lavoro, esattamente come se si trattasse dei nostri abiti di ogni giorno. Anche i piccoli dettagli, infatti, vanno a vantaggio dell’immagine dell’azienda per cui si lavora e in questo caso il rispetto è d’obbligo.
Inoltre, adeguati capi di abbigliamento da lavoro possono anche essere utili nella prevenzione di eventuali incidenti, soprattutto per determinate categorie di lavoratori, ad esempio gli operai, che indossano accessori e indumenti antinfortunistici come caschi, mascherine, guanti speciali, scarpe rinforzate.
Anche l’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.
L’abbigliamento da lavoro ha origine nell’ambiente industriale e in altre categorie lavorative, dove vengono impiegate persone per il lavoro all’aria aperta, ad esempio gli operatori ecologici, oppure nelle mense, dove è comunque richiesto un abbigliamento particolare.
Indipendentemente dall’attività lavorativa svolta, gli indumenti da lavoro hanno il comune denominatore della sicurezza. In alcuni settori industriali, come ad esempio l’industria, l’abito da lavoro è uno standard e un must per qualsiasi persona lavori all’interno di una determinata azienda.
Questa esigenza deriva naturalmente dal tipo di lavoro svolto: nelle industrie infatti gli operai sono spesso a contatto con materiali che possono sporcare, lasciare odori sgradevoli o essere in ogni modo dannosi o pericolosi per la salute, che si tratti di liquidi bollenti o di acidi, o dei prodotti chimici che spesso vengono utilizzati anche nell’industria alimentare.
Solitamente in questo settore lavorativo l’abbigliamento da lavoro è realizzato in cotone, nella maggior parte dei casi con colorazione blu, e con una trama particolarmente resistente in modo da non sfibrarsi a causa dei ripetuti lavaggi energici spesso ad alte temperature.
Ovviamente i capi di abbigliamento da lavoro non vengono utilizzati solo nel settore industriale privato ma in qualsiasi attività lavorativa dove si trattano materiali particolari o si svolgono lavori fisicamente impegnativi, basta pensare agli operai che lavorano per la creazione del manto stradale di strade e autostrade o chi si occupa di smaltimento di rifiuti.
Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione e delle aziende ospedaliere.
Gli ospedali (sia le strutture pubbliche che quelle private),le cliniche, i laboratori di analisi e tutti i luoghi di lavoro del settore sanitario prevedono l’utilizzo da parte del personale di un abbigliamento adeguato, che serve in primo luogo come segno di riconoscimento sia per le varie persone che vi lavorano, che spesso non sono poche, sia per i fruitori del servizio, che sanno identificare senza problemi un camice bianco.
Articolo offerto da La Bottega del Camice, divise da lavoro Brescia.
L’igiene degli abiti da lavoro
L’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.
Nella maggior parte dei casi il lavaggio di questi indumenti viene eseguito da ditte esterne specializzate nell’igienizzazione delle divise da lavoro, ma ci sono casi in cui lo si può fare anche da soli, utilizzando una normale lavatrice avendo comunque cura di non lavarli insieme agli altri indumenti e di utilizzare detergenti che abbiano anche una funzione antibatterica che garantisca un livello di pulizia più profondo e accurato, soprattutto nel caso di indumenti che vengono utilizzati in particolari ambienti ad esempio quello della ristorazione o quello medico-sanitario.
Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione.
Non per niente, cuochi, barman e camerieri nella maggior parte dei casi svolgono la loro attività in divisa, con l’aggiunta di cuffiette, camici e guanti per chi lavora a contatto con il cibo nelle fasi di preparazione. Il tutto, nel rispetto delle basilari norme igienico sanitarie previste per il settore della preparazione degli alimenti che andranno serviti al pubblico.
Dalle grandi mense aziendali o scolastiche fino ad arrivare al ristorante di quartiere, un abbigliamento adeguato per chi lavora in cucina a contatto con il cibo è obbligatorio e regolato da una serie di normative di legge.
Nel settore sanitario e ospedaliero, più che in tanti altri, è di fondamentale importanza la questione igienica, in quanto si è sempre a contatto con i degenti e spesso le spore e i batteri si attaccano ai tessuti e vengono trasportati dentro e fuori dagli ospedali, con conseguenti rischi sia per i degenti che per il personale.
Nel caso in cui non si utilizzino i lavaggi industriali, infatti, è necessario prestare particolare attenzione alla pulizia e al lavaggio degli indumenti da lavoro, avendo cura di utilizzare il pre-lavaggio e speciali prodotti battericidi come ad esempio il Napisan, per citarne uno. Anche il lavaggio a secco è un metodo di lavaggio altamente disinfettante che può essere utilizzato per questo tipo di indumento.
Certo, la cosa migliore sarebbe sterilizzare gli indumenti con lavaggi a 100 gradi, che assicura un’igienizzazione completa pur rispettando i tessuti. Per effettuare questa sterilizzazione bisogna necessariamente lavare gli indumenti in lavanderia, specificando il tipo di lavaggio richiesto.
Articolo offerto da La Bottega del Camice, abiti da lavoro brescia.
Storia del ricamo
Il ricamo ha origini antichissime e si distingue in:
– Ricamo bianco, così detto anche se eseguito con fili colorati, per la biancheria personale e da casa.
– Ricamo fantasia, in cui viene sfruttato ogni tipo di materiale: seta, lana, cordoncino, lustrino, ecc.
– Ricamo in colore, per ottenere effetti suggestivi.
– Su tela, a fili contati.
– In oro, per parati e tessuti importanti, con seta e oror, molto in rilievo e resistente, per paramenti e arazzi.
– Ricami a riporto, che si ottengono con l’applicazione di tessuti diversi da quello del fondo per ottenere un dato disegno.
– ricamo ad arazzo, uno dei più antichi, a fili contati, che riproduce scene di caccia, di ambienti familiari o soggetti sacri.
– ricamo lamellato, molto delicato, per il quale si usa un ago piatto a 2 buchi.
– ricamo in metallo, per bandiere, gagliardetti e altre applicazioni di carattere militare.
Vi sono poi il ricamo umbro, a colori, quello persiano, fastoso e ricco, il ricamo a giorno, a bandiera, a intaglio e tanti altri.
Il ricamo rappresentava il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto politico o religioso, aumentandone così dignità e prestigio.
In Italia, e precisamente in Sicilia, questa arte inizia intorno all’anno mille, durante il dominio dei Saraceni, che vi introducono laboratori di tessitura e di ricamo, rispettivamente Thiraz e Rakam, dai quali escono manti cerimoniali di grande pregio. La parola ricamo, infatti, deriva dal lemma arabo raqm (racam) che significa “segno, disegno”.
La Chiesa assegna al ricamo il compito di edificazione religiosa. Il materiale che il Medioevo offriva per i soggetti era inesauribile, le figure del Vecchio e del Nuovo Testamento e la crescente schiera di Santi presentava un’infinita abbondanza di avvenimenti interessanti e meravigliosi. Dal Medioevo fino al XVI secolo inoltrato, i ricami sono sovente portatori di tradizioni popolari e di poesia, ma anche di leggende profondamente radicate nell’animo dei popoli.
Durante il regno dei Normanni, in particolare di Ruggero II, la maestria dei ricamatori e tessitori è tale che i loro manufatti sono degni di Papi e Imperatori. I motivi ornamentali sono, in quell’epoca, ancora limitati a pochi elementi fitomorfi (albero della vita, giglio) e zoomorfi (grifoni, pappagalli, aquile), resi in maniera schematica ed essenziale.
Ci rimane, quale monumentale testimonianza, il Mantello da incoronazione del Sacro Romano Impero, ricamato con oro e perle, con un motivo di cammelli assaliti da leoni tigrati, a specchio, separati da una palma da datteri, simbolo dell’albero della vita. Fu ordinato nel 1133 e fu portato a termine nel 1134; ora è conservato nel Kurstgeveben Museum di Vienna. Molto probabilmente la tecnica e i decori sono stati portati presso le altre maggiori corti della Penisola dalle stesse maestranze arabo-sicule, costrette a fuggire sulla fine del secolo XIII a seguito della rivoluzione dei Vespri.
La moda dei ricami coinvolge le “nobili et virtuose donne” europee, che continuano a trovare in quest’arte un modo materiale e spirituale di evadere dalla quotidianità familiare. A Venezia si occupa di ricamo persino suor Arcangela Tarabotti, la scrittrice femminista ante litteram.
Si diffondono ovunque gli Istituti di religiose che accolgono giovinette abbandonate per insegnare loro un mestiere, di ricamatrice o merlettaia, e per aiutarle poi, anche con l’apporto di una dote messa da parte in anni di lavoro all’interno del collegio, ad inserirsi degnamente in società.
In Francia la riorganizzazione dell’Arti e dell’Artigianato determinata dall’accorta politica di Jean Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV, riunisce in un unico luogo, dov’era esistita la Manifattura d’Arazzi di Gobelins, tutti i laboratori destinati a produrre soltanto per il re. Sotto la direzione del pittore Le Brun, dal 1663, una équipe di artisti rinomati, tra cui scultori, architetti, ebanisti, incisori, tessitori e ricamatori, vengono riuniti nella “Grande Fabrique” per creare gli arredi dei sontuosi interni ed il guardaroba personale del loro sovrano.
Nel Settecento si assiste addirittura ad un aumento di ricami, anche se forse meno rilevati e spessi.
Viene usato prevalentemente per l’abbigliamento maschile, “camiciole” e “velade” si arricchiscono di bassorilievi auro-serici lungo le bottonerie e sui bottoni, attorno alle tasche, a sottolineare gli orli degli scolli, gli spacchi, risvolti, sui paramani delle maniche sagomate. Sono per lo più fiori, di tutte le tipologie, a mazzi, a tralci a ghirlande, intrecciati a nastri, nodi d’amore, nappe, conchiglie e piume.
Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento da lavoro Brescia.
Amore:L’amore oggi , Come trovarlo e che succede
Trovare l’amore su Internet: missione impossible?
Il vantaggio di questi strumenti sta nella possibilità di andare oltre la solita cerchia di amici ed entrare in contatto con persone che altrimenti non avremmo mai potuto conoscere. Il principale problema per chi cerca l’amore nel 2020 è, infatti, fare nuove conoscenze.
Un secondo vantaggio è quello per cui anche i più timidi su Facebook o WhatsApp si sentono a loro agio nell’entrare in relazione con l’altro e proprio le applicazioni per la messaggistica riescono ad aprire la strada per un incontro di persona, nel mondo reale.
La paura più comune alla base di questo nuovo modo di vivere l’amore ai giorni nostri è quella di legarsi e di perdere la propria libertà, oltre alla convinzione di non aver bisogno dell’amore e che bastino le serate con gli amici e gli incontri occasionali. Chi vuole trovare l’amore e ha oltre 30 anni farà sicuramente più fatica a fare nuove conoscenze, ma non è il caso di disperare. Sono tanti, infatti, i consigli per le over 30 che sono stanche di essere single. Nel vivere l’amore oggi siamo tutti più superficiali e anche la poesia viene riservata solo alle occasioni come l’anniversario di matrimonio o l’Anniversario Fidanzamento.
L’amore ai nostri tempi: tecnologia e sesso facile
Oggi viviamo in un mondo in cui dominano la tecnologia, le tentazioni e il sesso facile e chi si ancora ai vecchi valori e si dedica ad azioni e parole che nascono dal cuore viene considerato come diverso. Cambiano anche, ai nostri giorni, le tecniche per corteggiare le Donne Mature oltre che i luoghi in cui incontrarle. Vediamo allora come conquistare una donna matura.
Amore over 30: comunicazione efficace e velocità
A 20 come a 30 o 40 anni è importante saper comunicare in modo efficace per avere relazioni soddisfacenti, soprattutto tra adulti e donne mature. Apertura e sincerità sono alla base di un dialogo costruttivo, indipendentemente dal tema del discorso e anche in caso di discussioni con il partner.
Inoltre, nella ricerca di un nuovo amore over 30, è importante non perdere tempo, sprecandolo con persone che non piacciono o non interessano. Dopo alcuni incontri hai capito che l’altro proprio non fa per te? Smettere di vederlo e concentrate la propria attenzione altrove permette alla donna matura di trovare l’uomo che fa davvero per lei.
Non accontentarsi, anche se la perfezione non esiste
Anche le donne mature hanno diritto a trovare un partner che le soddisfi pienamente, dato che questo è il requisito per una relazione sana e duratura. Tuttavia è sbagliato attendere l’arrivo del principe azzurro, dato che la perfezione non esiste, almeno in amore. Come la donna non è perfetta, così non lo è neanche il suo partner e bisogna essere pronte a trovare un compromesso.
Sicuramente, trovare l’amore oltre i 30 anni o quando si è ormai donne mature è più difficile rispetto alla ricerca del partner a 20 o 25 anni, ma proprio l’essere “avanti con gli anni” permetterà di dare vita ad una relazione più appagante e duratura. Con i nostri consigli, infatti, siamo sicuri che troverai l’uomo giusto per te, provare per credere!
L’amore nell’anno 2020
La paura più comune alla base di questo nuovo modo di vivere l’amore ai giorni nostri è quella di legarsi e di perdere la propria libertà, oltre alla convinzione di non aver bisogno dell’amore e che bastino le serate con gli amici e gli incontri occasionali. Chi vuole trovare l’amore e ha oltre 30 anni farà sicuramente più fatica a fare nuove conoscenze, ma non è il caso di disperare. Sono tanti, infatti, i consigli per le over 30 che sono stanche di essere single. Nel vivere l’amore oggi siamo tutti più superficiali e anche la poesia viene riservata solo alle occasioni come l’anniversario di matrimonio o l’Anniversario Fidanzamento.
L’amore ai nostri tempi: tecnologia e sesso facile
Oggi viviamo in un mondo in cui dominano la tecnologia, le tentazioni e il sesso facile e chi si ancora ai vecchi valori e si dedica ad azioni e parole che nascono dal cuore viene considerato come diverso. Cambiano anche, ai nostri giorni, le tecniche per corteggiare le Donne Mature oltre che i luoghi in cui incontrarle. Vediamo allora come conquistare una donna matura.
Amore over 30: comunicazione efficace e velocità
A 20 come a 30 o 40 anni è importante saper comunicare in modo efficace per avere relazioni soddisfacenti, soprattutto tra adulti e donne mature. Apertura e sincerità sono alla base di un dialogo costruttivo, indipendentemente dal tema del discorso e anche in caso di discussioni con il partner.
Inoltre, nella ricerca di un nuovo amore over 30, è importante non perdere tempo, sprecandolo con persone che non piacciono o non interessano. Dopo alcuni incontri hai capito che l’altro proprio non fa per te? Smettere di vederlo e concentrate la propria attenzione altrove permette alla donna matura di trovare l’uomo che fa davvero per lei.
Non accontentarsi, anche se la perfezione non esiste
Anche le donne mature hanno diritto a trovare un partner che le soddisfi pienamente, dato che questo è il requisito per una relazione sana e duratura. Tuttavia è sbagliato attendere l’arrivo del principe azzurro, dato che la perfezione non esiste, almeno in amore. Come la donna non è perfetta, così non lo è neanche il suo partner e bisogna essere pronte a trovare un compromesso.
Sicuramente, trovare l’amore oltre i 30 anni o quando si è ormai donne mature è più difficile rispetto alla ricerca del partner a 20 o 25 anni, ma proprio l’essere “avanti con gli anni” permetterà di dare vita ad una relazione più appagante e duratura. Con i nostri consigli, infatti, siamo sicuri che troverai l’uomo giusto per te, provare per credere!
Imparare dalle differenze: l’interculturalità come risorsa
Comunicato Stampa
Imparare dalle differenze: l’interculturalità come risorsa
Il 9 marzo 2020 a Milano un convegno gratuito affronterà il tema della multiculturalità nel mondo del lavoro per migliorare l’inclusione lavorativa e trasformare le differenze in risorse.
Secondo alcune stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) nel mondo sono circa 150 milioni i lavoratori migranti che sono impiegati in vari settori lavorativi. Entrando poi nel dettaglio del nostro Paese i lavoratori stranieri rappresentano ormai più del 10% della forza lavoro, con punte molto superiori in settori come quelli dei servizi collettivi e alla persona.
È evidente che, partendo da questi dati, l’inclusione e l’integrazione della dimensione multiculturale nel luogo di lavoro siano ormai essenziali, sia per favorire la convivenza e il rispetto delle diversità che per permettere a tutti i lavoratori un’idonea percezione dei rischi lavorativi.
Il convegno sull’interculturalità come risorsa
Partendo dalla constatazione che la diversità nei luoghi di lavoro possa non essere un elemento di rischio e diventare una opportunità di arricchimento, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 9 marzo 2020 a Milano il convegno gratuito “Imparare dalle differenze: l’interculturalità come risorsa per la formazione e la sicurezza”.
L’incontro è organizzato in collaborazione con ISMO Srl, società di formazione e consulenza focalizzata sul valore delle persone, al fine di aiutare le organizzazioni nel raggiungimento dei loro obiettivi.
Il convegno sarà l’occasione per riflettere sulle modalità di approccio alla multiculturalità, alle differenze linguistiche, di credenze e abitudini. In ottica di benessere organizzativo è necessario progettare e attuare nelle aziende interventi integrati di gestione della diversità che tengano da conto tutte le sue declinazioni (culture, generi, lingue, età, …).
La presenza dei lavoratori stranieri e la normativa in materia di sicurezza
È indubbio che la presenza sempre più importante nel mondo del lavoro di stranieri, di lavoratori che arrivano da contesti molto diversi da quello italiano, renda necessario imparare ad affrontare e gestire idoneamente la multiculturalità. Specialmente nelle realtà lavorative ormai caratterizzate dalla compresenza di varie comunità dalle origini, abitudini, lingue e culture differenti.
Lo stesso Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) inserisce il lavoratore straniero tra i soggetti a rischio e meritevoli di interesse, ad esempio per quanto riguarda la valutazione dei rischi o in riferimento agli obblighi di formazione e informazione. Riguardo a questi ultimi aspetti il Testo Unico indica che “la formazione deve essere sufficiente e adeguata alla natura dei rischi” e che “il contenuto deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori per consentire loro di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro”. E laddove la formazione riguardi lavoratori immigrati, “essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo”.
Il programma del convegno
Per trasformare l’interculturalità in una risorsa si terrà dunque a Milano il 9 marzo 2020 – dalle ore 14.30 alle ore 17.30 – il convegno di studio e approfondimento “Imparare dalle differenze: l’interculturalità come risorsa per la formazione e la sicurezza” presso la sede di ISMO Srl in via Lanzone 36.
Moderatrice:
Paola Favarano, Presidente Comitato Donne AiFOS “SOFiA”
Saluti introduttivi:
Andrea Volpe, General Manager ISMO
Interventi:
– Marina Maderna e Alessandra Costa, Partner e Consulente ISMO, “Diversa/mente: i pensieri, le parole, i comportamenti che fanno la differenza”
– Annalisa Rosiello, giuslavorista, “Tutela della salute e prevenzione delle discriminazioni dei lavoratori provenienti da altri paesi”
– Nicola Mapelli, Sustainability & Innovation Specialist Stantec S.p.A., “Stantec e l’interculturalità del concetto di rischio e salute nella filiera. Un’esperienza di audit internazionali”
– Sara Calì, Formatrice esperienziale qualificata e mediatrice culturale, “Che razza di persone siamo?”
– Paola Favarano e Adele De Prisco, Consigliere Nazionali AiFOS e formatrici, “Come valorizzare le differenze dell’essere tutti ugualmente esposti al rischio”
Chiusura dei lavori:
Rocco Vitale, Presidente AiFOS
Vito Volpe, Presidente ISMO
Il link per iscriversi al convegno:
https://aifos.org/home/eventi/intev/convegni_aifos/imparare_dalle_differenze
Si ricorda che il convegno è gratuito, ma con iscrizione obbligatoria. E ai partecipanti al convegno verrà consegnato un attestato di presenza valido per il rilascio di 2 crediti di aggiornamento per formatori (area 3 – comunicazione) e per addetti e responsabili del servizio di prevenzione e protezione (ASPP/RSPP).
Per informazioni e iscrizioni al convegno:
Direzione Nazionale AiFOS: via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected]
06 febbraio 2020
Ufficio Stampa di AiFOS
http://www.aifos.it/
Come traslocare senza stress a Firenze?
In grandi città come Roma, Napoli, Torino o Firenze c’è un enorme ricambio ricambio di persone, sia privati che aziende, ma anche studenti universitari che cambiano continuamente casa o sede di lavoro spostandosi da una zona all’altra della città.
Anche se il trasferimento riguarda pochi chilometri, o addirittura poche centinaia di metri, quando si tratta di cambiare semplicemente quartiere è come affrontare un trasloco da una città ad un’altra vista le grandi dimensioni.
Per questo motivo, se stai pianificando di cambiare casa o ufficio e spostarti in un’altra zona di Firenze è indispensabile organizzare per tempo il trasloco se non si vuole incorrere in problemi o assurdi imprevisti.
La soluzione ideale, in linea di massima, sarebbe sempre quella di rivolgersi ad una ditta specializzata nel settore e questo a prescindere dall’entità stessa del trasloco, visto che queste aziende sono attrezzate per affrontare qualunque tipo di esigenza.
Per prima cosa quindi è fondamentale selezionare una ditta di traslochi a Firenze, scegliendo naturalmente l’azienda che rispecchia maggiormente le tue esigenze, infatti i traslochi non sono tutti uguali ed è importante capire se l’azienda prescelta sarà in grado di soddisfare le nostre richieste. Ovviamente esiste anche la possibilità di traslocare da soli, ma questa opzione è consigliata solo nel caso in cui si debba effettuare un trasloco molto piccolo e la distanza da coprire sia davvero minima.
Per i traslochi più consistenti la soluzione è sempre e comunque un’azienda in quanto solo le ditte specializzate sono in grado di sopperire a determinate richieste e di evitare che il trasloco si trasformi in una vera e propria odissea.
Se siete preoccupati del prezzo, allora dovete sapere che la maggior parte delle aziende del settore offre delle tariffe davvero convenienti e sicuramente equilibrate soprattutto in relazione al rapporto qualità prezzo.
Il tutto senza poi considerare che la maggior parte delle aziende del settore ha sviluppato degli appositi servizi indirizzati proprio a coloro che sono alla ricerca di un risparmio. Tra questi uno che sta riscuotendo un successo crescente è sicuramente il trasloco abbinato, ovvero quello che consente di dividere il costo tra i due clienti, abbinando appunto due diversi traslochi.
I Metalli ed il Ruolo del Fabbro nel Mondo Moderno
I metalli sono stati quelle materie prime che hanno permesso alle civiltà di fare un salto di qualità senza le quali il mondo che conosciamo oggi non sarebbe stato mai realizzato.
A dare forma ai primi oggetti realizzati con i metalli è stata la figura del fabbro che per mezzo della fusione e della lavorazione artigianale hanno dato vita ai primi oggetti metallici come utensili, armi, strumenti di lavoro fino ad oggetti di decorazione per persone e ambienti abitativi.
Oggi il mestiere di un fabbro Siena o di qualsiasi altro luogo è molto diverso rispetto al passato, l’industria produce la stragrande maggioranza degli oggetti metallici grandi e piccoli.
Il ruolo del fabbro che realizza oggetti di metallo con la forza delle braccia oggi sono una minoranza che continua a portare avanti una tradizione millenaria che oggi trova impiego a soddisfare richieste specifiche come quella di cancelli ed inferriate artigianali o in ambiti artistico come la realizzazione di oggetti decorativi che trovano nella lavorazione artigianale del fabbro un valore aggiunto per un mercato specifico che ama oggetti unici non prodotti in serie.
Se per quanto riguarda la produzione metalli il lavoro artigianale è stato in gran parte sostituito dai processi industriali il mestiere del fabbro ha ancora oggi un ruolo determinante nella società.
Le capacità del fabbro oggi sono richieste per molti lavori che si effettuano servizi di montaggio e riparazione di dispositivi che sono costituiti da meccanismi metallici che richiedono conoscenze e capacità altamente specializzate.
Oggetti come serrature, saracinesche, tapparelle, infissi e molti altri devono essere montati e in caso di necessità riparati per mezzo di tecniche che fanno parte della conoscenza che un fabbro possiede grazie alla tradizionale attività svolta per millenni nella lavorazione dei metalli.
Attualmente sono molte le aziende che operano nel settore del montaggio e della riparazione di dispositivi metallici complessi che vengono prodotti a livello industriale con procedimenti automatizzati ma che richiedono l’intervento manuale per essere messi in funzione correttamente.
“Prevenzione alla droga a Porto Sant’Elpidio”
Mercato pubblico Porto Sant’ Elpidio. Volontari Mondo Libero dalla Droga tra le bancarelle in occasione del mercato pubblico per informare sui pericoli dell’abuso di droghe comuni come alcol e farmaci.
Siamo soliti parlare di droghe riferendoci a Hashish, Marijuana, Cocaina fino a Eroina, alle più chimiche come LSD e oggi potremo parlare del Fentanyl con i milioni di persone distrutte in questi ultimi anni.
Proprio comprando questo ‘falso’ curativo in farmacia. Le droghe distruggono la vita, come ben definì l’umanitario L. Ron Hubbard; quando a fine anni 70′ già spiegava dettagliatamente i danni irreparabili generati dalle droghe. Chi spaccia droga dissemina morte; valutazioni diverse sono solo motivate da chi conosce e genera ricchezza vendendo queste sostanze. Ma come fermare questa piaga?
Bè i volontari sono poi andati dinanzi l’uscita della scuola media Marconi per distribuire a scolari, genitori e insegnanti copie dell’opuscolo ‘LA VERITÀ SULLA DROGA’ generando così una comunicazione tra genitori e figli. Perché? Perché solo una sana e aperta comunicazione permette di formare nel ragazzo l’integrità indispensabile per ‘DIRE NO ALLA DROGA’.
Per ulteriori info vedi il sito noalladroga.org
Ritornano i volontari di Mondo Libero dalla Droga a Vicenza
Attività di prevenzione alle sostanze stupefacenti molto sentita dai cittadini.
Sabato erano presenti dalle 10.30 alla stazione e si sono diretti verso il centro storico, passando per Campo Marzio, distribuendo gli opuscoli informativi di prevenzione dal titolo “La Verità sulla Droga”.
I volontari di Mondo Libero dalla Droga sono presenti ormai da anni sul territorio per informare i giovani sui reali effetti delle droghe.
L’Emcdda (“Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze”, un’agenzia dell’Unione Europea) ha recentemente pubblicato lo European Drug Report 2019, che contiene dati e statistiche sul consumo di stupefacenti nei 28 Paesi Ue, più Norvegia e Turchia.
Nella sezione dedicata all’Italia si legge che, in base alle rilevazioni relative al 2017 (l’anno più recente per cui sono disponibili i dati), un terzo della popolazione italiana (età 15-64 anni) ha fatto uso di droga almeno una volta nella sua vita e che un decimo ne ha fatto uso nell’ultimo anno.
La droga più consumata è la cannabis, con una persona su dieci che ne ha fatto uso almeno una volta nell’ultimo anno.
Ed è proprio questo il fenomeno che i volontari vogliono risolvere, infatti tra i tanti materiali hanno distribuito migliaia di copie dell’opuscolo intitolato “La verità sulla Marijuana” il quale spiega che negli anni questa sostanza è diventata sempre più pericolosa e dannosa a causa dell’aumento del principio attivo, il THC. Quindi i volontari vogliono puntare sulla prevenzione in quanto sostengono che, come scrisse l’umanitario L. Ron Hubbard, “L’arma più efficace nella guerra contro le droghe è l’istruzione.”
Tutte queste informazioni si completano poi, con la campagna La Verità sulla Droga che i volontari dell’associazione Mondo Libero dalla Droga, portano avanti distribuendo migliaia di opuscoli, settimanalmente tra Padova e Vicenza creando così un’informazione capillare che arriva nelle mani dei giovani.
Per maggiori informazioni scrivici a [email protected].
Quali sono le 3 migliori agenzie di pompe funebri a Roma?
Conosciute anche con il nome di Pompe Funebri le Agenzie di Onoranze Funebri sono attività spesso di piccole dimensioni e a carattere familiare. Le agenzie funebri rientrano in quelle imprese che non possono programmare la propria attività, non hanno orari, ne vacanze e devono restare disponibili 24 ore al giorno tutto l’anno.
Inoltre va ricordato che, a volte, neanche la loro esperienza di operatori funebri li rende emotivamente preparati ad occuparsi di decessi strazianti come quelli di giovani o bambini.
Questo è l’elenco aggiornato delle Onoranze Funebri di Roma che, anno dopo anno, si distinguono per il sostegno alla famiglie in cerca di un sostegno emotivo per affrontare un momento tanto difficile come la perdita di una caro.
1) Funerama
- Indirizzo: Via Casilina, 1854/c – Roma
- Telefono: 06 20764642
- Sito web: agenziaonoranzefunebri.roma.it
- Descrizione: Il personale delle onoranze funebri di Funerama opera con professionalità e accortezza in ogni fase del funerale, assicurando servizi funerari che comprendono il trasporto della salma, l’allestimento della camera ardente, la preparazione e la vestizione della salma e la gestione e la creazione degli addobbi funebri.
2) Pinchi Onoranze Funebri
- Indirizzo: Via IV Novembre, 27 – Fonte Nuova (RM)
- Telefono: 06 35291309
- Sito web: www.pinchionoranzefunebri.it
- Descrizione: L’agenzia di pompe funebri Pinchi Onoranze Funebri a Roma assicura la massima disponibilità e assoluta reperibilità a ogni ora del giorno e della notte, compresi i festivi. Grazie a una precisa organizzazione delle risorse e del personale, un gruppo di esperti dell’agenzia funeraria è sempre a disposizione, per garantire assistenza sin dai primi istanti dell’infausto evento.
3) Anthea
- Indirizzo: Via Amico Aspertini, 103 – Roma
- Telefono: 351 8888872
- Sito web: agenzia-funebre.roma.it
- Descrizione: Tra i servizi offerti dall’agenzia funebre Anthea ci sono il recupero e la vestizione della salma, l’allestimento della camera ardente, l’organizzazione della cerimonia funebre, l’assistenza completa per la cremazione, trasporti funebri nazioni ed internazionali, il disbrigo di pratiche funerarie e cimiteriali, l’addobbo floreale e il parco auto sempre nuovo.
Sicurezza sul lavoro: un nuovo anno tra speranze e realtà
Comunicato Stampa
Sicurezza sul lavoro: un nuovo anno tra speranze e realtà
Il bilancio del 2019 e le criticità da affrontare nel 2020 per migliorare realmente la tutela della salute e sicurezza sul lavoro in Italia. A cura di Rocco Vitale, presidente di AiFOS e sociologo del lavoro.
Il bilancio dell’anno appena passato dovrebbe portare, alla luce di quanto accaduto, a pensare e progettare la sicurezza sul lavoro per l’anno 2020 ed anche i prossimi. Nulla però di tutto ciò avviene.
I dati statistici degli infortuni accaduti sono sempre utili per riflettere, ma questi bilanci non si possono basare solo ed esclusivamente sui numeri. Del resto neppure i dati sono completi, esaurienti ed utili. Abbiamo, per semplificare, 22 sistemi di analisi dei dati. 19 Regioni e due provincie autonome, tramite le ASL (e le differenti terminologie di ATS in Lombardia ed in Sardegna, ULSS in Veneto, APSS nel Trentino, AS a Bolzano, USL in Emilia Romagna e Toscana, AUSL in Umbria e a Pescara (mentre dell’Abruzzo si chiamano ASL), ASUR nelle Marche, ASREM nel Molise, ASP in Calabria ed in Sicilia. Ogni regione fa a sé. Spesso non vi sono dati statistici completi a livello regionale né tantomeno un sistema unitario tra le stesse regioni.
Vi è poi l’INAIL, unico ente che presenta i dati a livello nazionale, regionale e provinciale. Vi sono alcune critiche rivolte all’INAIL per come vengono elaborati i dati ma ci si dimentica che l’INAIL è un ente di assicurazione e quindi i dati seguono il sistema assicurativo.
Ciascuno, insomma, ha propri sistemi di rilevamento e pertanto, spesso, questi dati rimangono solo numeri. Quanto era chiara la lezione di Kurt Lewin allorquando sosteneva che una ricerca di dati che non produce una azione conseguente è destinata a restare un volume negli scaffali (!).
Nell’accozzaglia dei dati una cosa però è chiara: gli infortuni aumentano e non si conosce quali sono o siano state le azioni di prevenzione. Per carità di patria, non parliamo del SINP (Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione) che dopo 11 anni ha prodotto solo decreti, commissioni e tanta carta.
In questo quadro sconclusionato dove si è persa l’idea di sistema paese-nazione si sono maggiormente ed ulteriormente aggravate le differenze, da ogni punto di vista, tra nord e sud. A questo storico disequilibrio nazionale, nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, si è aggiunta una ulteriore divisione. Questa volta non più tra nord e sud ma tra le aziende medie e grandi e le microimprese che, con meno di 9 dipendenti, rappresentano il 45,3% delle aziende italiane.
A dieci anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. 81/2008 questo divario risulta sempre più evidente senza proposte non dico di soluzione ma anche solo di inizio di presa in seria considerazione di questo problema.
L’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), pur senza velleità di sostituirsi agli organi istituzionali, ha realizzato una ricerca-monitoraggio sull’applicazione del D. Lgs. 81/2008 a dieci anni dalla sua entrata in vigore, il quale ha portato chiare evidenze di questa situazione. L’unico monitoraggio sulla salute e sicurezza era stato effettuato a dieci anni dopo il noto Decreto 626 del 1994 a cura delle Regioni. Persa la spinta propulsiva di una azione a livello nazionale ogni Regione è andata per conto proprio aumentando la burocrazia e le incombenze con: delibere, determine, circolari e via dicendo.
Bisognerebbe chiedersi, con serietà, che cosa di utile hanno apportato al sistema della sicurezza tutti questi interventi a fronte di un quadro che vede i morti e gli infortuni sul lavoro in costante aumento?
La nuova divisione sociale del lavoro, senza scomodare Durkheim, è ormai rappresentata non solo dal lavoro ma delle ore di lavoro che diminuiscono e con esse l’insicurezza sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Nelle aziende strutturate management e sindacati dei lavoratori hanno organizzato quello che possiamo definire il “controllo sociale”, la sicurezza fa ormai parte del sistema produttivo ed organizzativo. Dall’altro lato, come evidenzia la ricerca dell’AiFOS, nelle microimprese la sicurezza è ridotta, quando va bene, ad assolvimenti di legge solo formali fatti di carte ed attestati (quando non sono fasulli) dove non vi è alcuna sostanza.
L’azione più fallimentare è sicuramente quella della formazione che rappresenta il primo ed utile strumento per una azione di prevenzione.
Cosa fare in questa situazione? Non rientra nelle priorità cambiare il D. Lgs. 81/2008 (anche se alcune modifiche sarebbero utili ed immediate per la sua semplificazione ed applicazione) e neppure invocare la decina di decreti che ancora devono essere emessi a dieci anni di distanza. Forse sarebbe più utile pensare a meno decreti che parcellizzano l’azione della legge e a rivedere molti decreti emessi. Basti pensare ai 5 Accordi Stato Regioni sulla formazione di cui da anni si parla (e nessuno si prende la briga di iniziare) per una loro unificazione che però deve essere unificata con altri decreti e a normative previste dalla legge. Altre 5 norme sulla formazione sono previste da decreti differenti e non avrebbe alcun senso riordinare gli Accordi Stato Regioni tralasciando gli altri decreti. Ne verrebbe fuori un’anatra zoppa!
E allora molliamo tutto? Speriamo che qualcuno si muova per fare qualcosa?
No. Non si molla per niente e la speranza non è la fiduciosa attesa di qualche cosa di desiderato. Piuttosto la speranza deve essere riposta in noi stessi per continuare con serietà, caparbietà, interessi e stimoli nuovi a fare bene il nostro lavoro ogni giorno per tutti i giorni.
Il link per conoscere eventi, corsi e iniziative organizzati dall’associazione AiFOS: http://www.aifos.it
Per informazioni e iscrizioni:
Direzione Nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected]
09 gennaio 2020
Ufficio Stampa di AiFOS
http://www.aifos.it/
Giorno della Memoria: Mostra Multimediale “Psichiatria, Eugenetica e Shoah”
In commemorazione del 27 Gennaio il CCDU organizza una serata in tema dei diritti umani.
L’eugenetica – dal greco “buona nascita” – prese piede sulla scia delle teorie darwiniane verso la fine del XIX secolo. L’idea di “sopravvivenza del più forte” fu dapprima usata per impedire che i deboli procreassero e, più tardi, per giustificarne la soppressione. Hitler la usò come strumento per “migliorare” la razza umana. Solo gli ariani potevano riprodursi, e dunque occorreva sterminare le cosiddette razze inferiori: ebrei e zingari, ma anche ‘ariani’ omosessuali e malati mentali.
Il concetto di razza inferiore prese piede in questo substrato culturale imbevuto di pseudoscienza eugenetica, fornendo la base di consenso allo sterminio, quindi un perpetuare di violazioni dei diritti umani.
Per questo motivo, a Padova, il giorno 27 Gennaio il CCDU – Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani organizza un evento con annessa una mostra multimediale dal titolo “Psichiatria, Eugenetica e Shoah”, che si terrà presso Villa Francesconi Lanza, in Via Pontevigodarzere 10.
Il CCDU è un’organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata alla difesa dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale. Le sue funzioni sono unicamente quelle di fungere da organo di controllo, scoprendo e denunciando pubblicamente le violazioni psichiatriche dei Diritti Umani nel campo della Salute Mentale. I volontari della sezione di Padova, tramite le loro diverse attività nel territorio, sostengono che “I Diritti Umani devono essere resi una realtà non un sogno idealistico.” come scrisse l’umanitario L. Ron Hubbard.
Durante tutta la giornata sarà possibile visionare la mostra multimediale e alle ore 20.00 ci sarà un piccolo rinfresco e in seguito, alle 20.30 un incontro con alcune autorità locali.
Per maggiori informazioni contatta il numero 348.333.2499 o scrivi a [email protected] .
Infedeltà Coniugale : Quando affidarsi ad un professionista
La prima cosa da notare nel cambiamento di abitudini della moglie è senza dubbio il tempo passato fuori casa con le “amiche”, soprattutto se tali uscire sono più importanti del rapporto di coppia, non sai dove va e con chi e non riesci a contattarla fuori casa.
Un consiglio da investigatore privato Roma è offrirti di accompagnarla all’appuntamento, per valutare la sua reazione. Altro segnale a cui prestare attenzione sono le uscite per fare shopping da cui rientra a mani vuote.
Un altro aspetto da considerare sono i cambiamenti nel modo in cui si comporta con le persone care, dato che chi ha una relazione extraconiugale vive nel timore che amici e famigliari se ne accorgano o, comunque, percepiscano che si sta nascondendo qualcosa.
Infine, ascolta attentamente tutti i discorsi che riguardano le nuove amicizie, perché potrebbero trattarsi di altro e, in particolare, di qualcosa da mantenere segreto.
Nel caso di una relazione extraconiugale possono poi cambiare le abitudini in fatto di fumo e alcolici oppure aumentare i viaggi per lavoro e gli straordinari in ufficio.
L’ultimo consiglio dall’investigatore privato a Roma è controllare i soldi spesi quando esce, dato che ogni relazione costa e potrebbe portare ad un aumento delle spese o dei chilometri percorsi in macchina.
Infedeltà coniugale: come cambia il comportamento in casa
Se pensi che tua moglie stia commettendo un tradimento, l’investigatore privato Roma consiglia di analizzare anche il comportamento in casa, a partire da un allontanamento o da una diminuzione dei gesti d’affetto.
Altrettanto indicativo è l’aumento di attenzioni verso il marito dettato dal senso di colpa e l’uso del telefono con maggiore frequenza o interrompendo la chiamata quando il partner si avvicina o entra nella stanza.
La partner colpevole di tradimento cambia anche il suo comportamento sessuale e non sostiene lo sguardo diretto del marito, evitando il contatto visivo.
Inoltre, chi si occupa di indagine per infedeltà coniugale controlla di analizzare il tempo trascorso dalla moglie al computer, in particolare sulla chat, sui social media o inviando email e lo stesso discorso vale per il cellulare, su cui possono comparire numeri che non conosci.
Infine, un investigatore privato a Roma professionista consiglia di prestare attenzione ai comportamenti sfuggenti, che rappresentano segnali negativi: meno condivisione nella vita di coppia o riservatezza eccessiva sono validi motivi per considerare che ci sia qualcosa che non va.
Tradimento coniugale: una maggiore cura di sé
Prima di rivolgersi a un investigatore privato a Roma, c’è un ultimo aspetto da considerare: la donna cambia aspetto o inizia a curarsi di più, probabilmente per apparire attraente ad un altro uomo o in occasione di una nuova relazione.
Un altro comportamento sospetto è lo shopping frenetico, soprattutto di vestiti scollati e biancheria intima sexy che non viene indossata in camera da letto o abiti che non porta nelle uscite insieme.
Infine, molte donne che hanno un nuovo partner fanno allenamento in palestra e aumentano l’attenzione all’alimentazione, in modo da apparire più attraenti agli occhi del nuovo amante o, ancora, profumano di un’acqua di colonia o hanno odori che non appartengono al marito.
Ricorda però, questi comportamenti non sono sempre e solo il segnale di un tradimento o di infedeltà coniugale, dato che potrebbero rappresentare un tentativo di acquisire maggiore libertà o ristabilite la relazione di coppia. Se, tuttavia, sospetti che tua moglie abbia un amante ti consigliamo di rivolgerti ad in investigatore privato a Roma.
Incontro educativo per i più piccoli all’insegna dell’ecosostenibilità
Rispetto per l’ambiente e per gli animali alla Chiesa di Scientology d Padova.
L. Ron Hubbard nella guida la buon senso intitolata La Via della Felicità sottolineava il rispetto per l’ambiente attorno a noi. In riferimento a ciò, i volontari del gruppo de La Via della Felicità, organizzano ogni lunedì pomeriggio un’attività per i bambini all’insegna dell’ambiente e degli animali.
Infatti, durante il primo giorno della settimana, dalle ore 17.00 sarà possibile scoprire i curiosi animali tra cui “Emilio” il coniglio gigante, porcellini d’india, criceti ed altri curiosi amici dei più piccoli. Inoltre sarà possibile fare laboratori creativi con la plastica da riciclo assieme all’animatrice Licia La Rosa che si occupa anche del trucca bimbi.
Ad ogni incontro vengono mostrati anche dei brevi video che spiegano in linea generale i precetti de La Via della Felicità, un opuscolo che da 21 punti guida da seguire per una vita migliore.
È il primo codice morale basato interamente sul buon senso. La sua prima pubblicazione risale al 1981 e il suo scopo è quello di arrestare il declino morale nella società e ripristinare integrità e fiducia nell’Uomo.
Tale obiettivo viene conseguito a livello popolare, in ogni parte del mondo, da persone che condividono il libro La Via della Felicità con altri con il risultante aumento nella tolleranza e comprensione tra famiglie, amici, gruppi, comunità, nazioni e l’umanità, creando un mondo più sicuro e meno violento per tutti.
Per partecipare o per maggiori informazioni contatta il numero 334.727.6168
Corso di alta formazione a Roma : Affidarsi alla nuova startup Met institute
Perché iscriversi ad un corso di alta formazione a Roma
Oltre alla passione per la materia e alla volontà di lavorare in un determinato settore, a spingere sempre più allievi ad iscriversi ai corsi di alta formazione del MET Institute a Roma sono alcuni vantaggi, che solo una formazione avanzata può offrire.
In linea di massima, tutti coloro che escono da un corso di alta formazione sono maggiormente richiesti dalle aziende e dal mondo del lavoro e possono vantare un attestato che molti altri candidati, invece, non possiedono.
Frequentare una scuola di alta formazione apre, pertanto, le porte del mondo del lavoro, ma non è l’unico vantaggio. Vediamo gli altri.
I punti di forza dei corsi di alta formazione
Giovani e meno giovani si iscrivono ai nostri corsi di alta formazione e alla scuola di alta formazione MET Institute per collocarsi nel mercato del lavoro e trovare un primo impiego oppure, se meno giovani, per riqualificarsi dopo la chiusura dell’azienda o un licenziamento.
In entrambi i casi la nostra scuola propone corsi con attestati immediatamente spendibili sul mercato e che caratterizzano i profili occupazionali di alto livello: i nostri allievi frequentano un percorso su misura, al cui termine avranno acquisito competenze nei settori di maggior interesse per le aziende, come la medicina e la comunicazione digitale.
Con un attestato del MET Institute sarà più facile cominciare a lavorare nelle aziende dato che ogni singolo corso nasce proprio in risposta alle specifiche esigenze del mercato del lavoro.
Non solo: chi possiede un titolo di formazione avanzata potrà anche ottenere uno stipendio di tutto rispetto, che ripagherà in brevissimo tempo i costi sostenuti per l’attività formativa.
Una formazione 4.0 orientata alle conoscenze pratiche
Quello che contraddistingue il MET Institute dalle altre scuole alta formazione Roma è il fatto di offrire una formazione 4.0, orientata solo alle conoscenze pratiche immediatamente applicabili al settore lavorativo scelto come oggetto di studi.
Da noi, infatti, i docenti sono tutti professionisti del settore con una esperienza pluriennale e praticano ogni giorno la materia insegnata in aula.
È proprio questa la migliore garanzia, che permette all’alunno di ricevere conoscenze aggiornate. Formazione 4.0 è anche life long learning, necessario a rimanere competitivi sul mercato o a reinventarsi un futuro anche in età avanzata.
Ricorda, tutti i nostri corsi ti daranno alla fine delle lezioni un attestato di partecipazione da portare ai colloqui di lavoro o inserire nel curriculum e capace davvero, come dimostrano le testimonianze dei nostri allievi, di aprire le porte a nuove opportunità di lavoro.
Lo dimostrano anche i dati e gli studi: accedere ai corsi alta formazione significa avere la sicurezza di un lavoro nel settore desiderato e uno stipendio migliore rispetto ai candidati che si fermano alla formazione tradizionale.
A questo punto non ti resta che guardare sul sito del MET Institute il programma dei corsi, individuare quello che risponde alle tue esigenze e chiederci maggiori informazioni su come diventare studente della nostra scuola di alta formazione Roma.
Iscriversi e frequentare una scuola alta formazione Roma significa accedere ad un percorso di studio pensato per dare agli allievi competenze tecniche avanzate ed una piena padronanza delle materie oggetto di studio. A questo proposito il MET Institute propone una serie di corsi alta formazione Roma, che rientrano in tre percorsi principali:
- Scuola di Scienze Cliniche;
- Scuola di Comunicazione Digitale;
- Scuola di Salute e Prevenzione.
Tutti i corsi da noi offerti si basano sul modello della formazione 4.0, ovvero una formazione pensata per essere immediatamente applicabile al mondo del lavoro e che vede l’alternarsi in aula di docenti che sono anche consulenti e professionisti della materia, persone tra le più esperte per ogni ambito di studio, ricercatori che propongono nelle loro lezioni solo le ultime novità del settore.
Shopper biodegradabili: una scelta di marketing
Buste personalizzate biodegradabili: una scelta di marketing
Sostituire la tradizionale busta di plastica con una busta personalizzata biodegradabile è veramente una scelta sostenibile? A quanto pare sembrerebbe di sì, dato che oggi quasi tutte le aziende hanno realizzato la loro busta biodegradabile al 100% con creatività e capacità di adattarla alla merce da trasportare, per soddisfare non solo le esigenze dell’ambiente, ma anche il gusto estetico dei clienti.
Recandoci al supermercato a fare la spesa troveremo, quindi, sempre meno buste anonime e sempre più shopper personalizzate biodegradabili con il logo e il motto dell’azienda, realizzate interamente con materiali ecologici e completamente smaltibili alla fine del loro ciclo di vita. Il tutto senza rinunciare al design e offrendo al consumatore finale una borsa altrettanto funzionale e resistente di quella in plastica non riciclabile.
Fare pubblicità e marketing è, quindi, possibile anche sulla shopper biodegradabile in plastica o tessuto, grazie alla possibilità di renderla unica con colori, grafiche e scritte capaci di attrarre il consumatore e di trasformare la busta personalizzata in un oggetto complementare al nostro stile e capace di esprimere l’individualità della persona. Non solo: scegliere di realizzare una busta personalizzabile con Rifipack significa anche e soprattutto ammortizzare i costi per la tua azienda e contare su un valido strumento di marketing, oltre a ridurre l’impatto ambientale.
In particolare le buste personalizzate biodegradabili sono molto richieste in grandi magazzini, supermercati, ma anche negozi di vestiario, a testimonianza di una tendenza che, si spera, nel tempo coinvolga le aziende di ogni settore, diventando la scelta consapevole alla base di un consumo consapevole.
Non solo plastica: la shopper in cotone 100%
Parlare di Buste Personalizzate Biodegradabili non significa solamente parlare delle nuove buste per supermercati, ma anche delle shopper in cotone naturale 100% da sempre gradite ai consumatori per la loro bellezza, praticità e versatilità.
In particolare, le cosiddette eco bag di Rifipack si rivolgono alle aziende del settore bio, alimentare e della cosmesi, ma anche a chi produce prodotti naturali e vuole farsi notare a fiere ed eventi o manifestazioni con un grande pubblico. Il cotone delle borse personalizzabili Rifipack è lavabile e riutilizzabile, perfetto per tutte le volte che si vuole fare shopping e per trasmettere l’impegno ecologico della azienda.
Parlare di buste personalizzate significa affrontare l’argomento della sostenibilità ambientale e la legge correlata, dato che dal 1 gennaio 2018 le buste in plastica tradizionale usate nei reparti ortofrutta, macelleria e gastronomia sono state sostituite dalle buste biodegradabili e compostabili ultraleggere.
Per busta biodegradabile si intende una shopper Personalizzate con almeno il 40% della materia prima derivante da una fonte rinnovabile, cifra che salirà al 60% nel 2021 e tutte le buste per alimenti compostabili dovranno essere adatte anche a fungere da primo incarto se il prodotto in questione è un alimento. In questo senso il mercato delle aziende alimentari e non si è evoluto e oggi fornitori come Rifipack propongono ai loro clienti due tipologie di shopper:
- le shopper monouso biodegradabili e compostabili ai sensi della norma UNI EN 13432:2002;
- le buste personalizzate riutilizzabili realizzate con polimeri di plastica riciclata e aventi determinato spessore.
La buona notizia per le aziende del settore alimentare è che tali sacchetti saranno a carico del consumatore e la singola voce di spesa risulterà sullo scontrino. Non è un caso unico: solitamente tutte le politiche ambientali si basano sul pagamento di una modica cifra per rendere i consumatori più consapevoli e l’introduzione delle buste personalizzate biodegradabili ha l’obiettivo di ridurre il numero di buste in plastica più inquinanti e che richiedono anche centinaia di anni per arrivare alla fine del ciclo di vita.
Scopri tutte le nostre buste personalizzate
Come valutare l’efficacia e l’impatto della formazione
Comunicato Stampa
Come valutare l’efficacia e l’impatto della formazione
Un corso a Brescia il 21 gennaio 2020 fornirà le conoscenze per valutare l’efficacia della formazione analizzando il raggiungimento degli obiettivi individuati in fase di analisi dei bisogni.
In ogni realtà lavorativa la formazione alla sicurezza, un elemento fondamentale di ogni strategia di prevenzione, deve essere “effettiva” ed “efficace”.
L’efficacia della formazione si concretizza nel trasferimento al lavoro di quanto appreso durante il percorso formativo e nell’uso delle conoscenze e delle capacità in maniera coerente con gli obiettivi dell’organizzazione. In questo senso la formazione assume, dunque, un’importanza strategica per la valorizzazione delle potenzialità di un’organizzazione aziendale assicurando capacità competitiva e dunque adattabilità ai cambiamenti tecnologici e organizzativi.
Come verificare quanto la formazione alla sicurezza è stata efficace? Come capire se sono migliorate le competenze e i comportamenti sicuri dei lavoratori? Come valutare il miglioramento del livello di performance dell’organizzazione aziendale grazie all’iniziativa formativa?
Il nuovo corso sulla valutazione dell’efficacia della formazione
Per permettere nelle aziende un’adeguata valutazione dell’efficacia della formazione e dei miglioramenti organizzativi l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 21 gennaio 2020 a Brescia un corso di 8 ore in presenza dal titolo “La formazione efficace: dall’analisi del fabbisogno alla valutazione dell’impatto organizzativo”.
Il corso si pone l’obiettivo di:
- fornire le conoscenze per valutare l’efficacia della formazione analizzando il raggiungimento degli obiettivi individuati in fase di analisi dei bisogni;
- suggerire strumenti utili alla valutazione dell’efficacia della formazione erogata;
- sperimentare quanto l’utilizzo di indicatori possa risultare strategico per monitorare e valutare la formazione.
Il percorso formativo – rivolto a formatori, RSPP/ASPP, coordinatori, HSE manager e consulenti in materia di sicurezza – rappresenta un’occasione per riflettere sul vero significato della formazione e costituisce un esempio di cosa può restituire l’attività formativa se pianificata, progettata ed erogata sulle reali necessità aziendali e non quale mero adempimento amministrativo o burocratico.
Il processo di valutazione e le aree indagate
Il corso si sofferma, dunque, sul processo di valutazione che deve essere centrato sugli obiettivi di apprendimento.
Questa valutazione costituisce una sorta di “prova del 9” in quanto è la fase durante la quale, attraverso la verifica degli indicatori (quantitativi e qualitativi) definiti nella fase di progettazione, vengono rilevati il raggiungimento degli obiettivi prefissati e quindi dei risultati attesi.
In questa fase vengono che restituite utili informazioni sulle eventuali modifiche da apportare sia nella fase di rilevazione dei bisogni che di progettazione ed erogazione del corso sia sulle competenze del docente in quanto formatore.
Ricordiamo le aree comunemente indagate nella fase di valutazione:
- l’apprendimento;
- il comportamento;
- i risultati;
- il gradimento.
Gli argomenti del corso e le informazioni per iscriversi
Il corso “La formazione efficace: dall’analisi del fabbisogno alla valutazione dell’impatto organizzativo”, organizzato dall’Associazione AiFOS, si terrà il 21 gennaio 2020 – dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00 – a Brescia presso Aifos Service in via Branze n. 45.
Durante la giornata saranno affrontati i seguenti argomenti:
- Briefing: le fasi del processo formativo: analisi dei bisogni, progettazione, erogazione, valutazione
- Costruire un piano formativo aziendale
- Valutare la formazione: i livelli di analisi (apprendimento, gradimento, impatto organizzativo)
- Focus su “l’impatto organizzativo” in termini di competenze, effetti sull’organizzazione aziendale, performance delle risorse coinvolte
- Possibili strumenti utili: check list per il monitoraggio e valutazione della formazione
Con gli strumenti forniti nel corso sarà possibile:
- implementare le strategie di comunicazione promuovendo la formazione come attività integrata nella pratica lavorativa e strumento di miglioramento della qualità del lavoro;
- puntare sulla motivazione dei collaboratori;
- definire obiettivi sempre più appropriati e performanti tenendo sempre conto degli effetti della formazione anche sull’organizzazione e sulla soddisfazione del cliente esterno;
- migliorare il livello di coinvolgimento dei lavoratori nella vita aziendale.
La partecipazione al corso vale come 6 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP e Coordinatori alla sicurezza e 6 ore di aggiornamento per formatori qualificati terza area tematica. Il corso è valido anche ai fini della formazione specifica prevista per il Manager HSE (UNI 11720:2018 – area organizzativa e gestionale) e ai fini della formazione necessaria per l’iscrizione al Registro Consulenti AiFOS (Legge 4/2013).
Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/formatori-comunicazione/formatori-comunicazione/la_formazione_efficace_dall_analisi_del_fabbisogno_alla_valutazione_dell_impatto_organizzativo
Per informazioni e iscrizioni:
Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected] – [email protected]
19 dicembre 2019
Ufficio Stampa di AiFOS
http://www.aifos.it/
Concerto in Villa “Aspettando il Natale”
Non solo bellissima musica … ma un iniziativa di beneficenza ad opera dei volontari de La via della felicità.
Padova: Si terrà domenica 22 dicembre la festa di beneficenza “Aspettando il Natale” ospitata a Villa Lanza, con un prestigioso concerto accompagnato dal Pianista Andrea La Rosa e il trombettista Sean Lucarello che, nonostante la giovane età ha collaborato con musicisti quali Fabrizio Bosso, Mauro Ottolini, Alex Sipiagin e altri. Le voci sono di Chiara Carrino, dotata di una potente voce black che sorprende sempre il pubblico che l’ascolta e la fantastica voce del soprano Cristina Santi.
Da più di 20 anni i volontari de La via della felicità si adoperano per raccogliere doni da distribuire; inizialmente erano solamente persone più anziane oppure ospiti delle case di riposo, da qualche anno però l’attività si è estesa alle famiglie che per la crisi si son trovate in difficoltà.
I doni raccolti e impacchettati verranno distribuiti direttamente ad amministratori, associazioni e parrocchie che pensano poi alla consegna.
Per il pubblico saranno anche disponibili copie gratuite dell’opuscolo La via della felicità di L. Ron Hubbard, guida al buon senso a cui i volontari si ispirano da anni per la realizzazione dell’evento di beneficenza.
Dalle 15.30 apertura porte con dolci natalizi, alle 16.30 inizio dell’evento e Concerto
“Aspettando il Natale”
Ingresso libero
Villa Lanza, sede della Chiesa di Scientology di Padova, via Pontevigodarzere, 10. Per informazioni 049 8756317 o 393 3332499 [email protected].
Shopper Personalizzate Biodegradabili:Tutto ciò che c’è da sapere
Per Shopper biodegradabili si intendono Shopper On Line Personalizzate con almeno il 40% della materia prima derivante da una fonte rinnovabile, cifra che salirà al 60% nel 2021 e tutte le buste per alimenti compostabili dovranno essere adatte anche a fungere da primo incarto se il prodotto in questione è un alimento. In questo senso il mercato delle aziende alimentari e non si è evoluto e oggi fornitori come Rifipack propongono ai loro clienti due tipologie di shopper:
- le shopper monouso biodegradabili e compostabili ai sensi della norma UNI EN 13432:2002;
- le buste personalizzate riutilizzabili realizzate con polimeri di plastica riciclata e aventi determinato spessore.
La buona notizia per le aziende del settore alimentare è che tali sacchetti saranno a carico del consumatore e la singola voce di spesa risulterà sullo scontrino. Non è un caso unico: solitamente tutte le politiche ambientali si basano sul pagamento di una modica cifra per rendere i consumatori più consapevoli e l’introduzione delle buste personalizzate biodegradabili ha l’obiettivo di ridurre il numero di buste in plastica più inquinanti e che richiedono anche centinaia di anni per arrivare alla fine del ciclo di vita.
Buste personalizzate biodegradabili: una scelta di marketing
Sostituire le tradizionali buste personalizzate in plastica con una busta personalizzata biodegradabile è veramente una scelta sostenibile? A quanto pare sembrerebbe di sì, dato che oggi quasi tutte le aziende hanno realizzato la loro busta biodegradabile al 100% con creatività e capacità di adattarla alla merce da trasportare, per soddisfare non solo le esigenze dell’ambiente, ma anche il gusto estetico dei clienti.
Recandoci al supermercato a fare la spesa troveremo, quindi, sempre meno buste anonime e sempre più shopper personalizzate biodegradabili con il logo e il motto dell’azienda, realizzate interamente con materiali ecologici e completamente smaltibili alla fine del loro ciclo di vita. Il tutto senza rinunciare al design e offrendo al consumatore finale una borsa altrettanto funzionale e resistente di quella in plastica non riciclabile.
Fare pubblicità e marketing è, quindi, possibile anche sulla shopper biodegradabile in plastica o tessuto, grazie alla possibilità di renderla unica con colori, grafiche e scritte capaci di attrarre il consumatore e di trasformare la busta personalizzata in un oggetto complementare al nostro stile e capace di esprimere l’individualità della persona. Non solo: scegliere di realizzare una busta personalizzabile con Rifipack significa anche e soprattutto ammortizzare i costi per la tua azienda e contare su un valido strumento di marketing, oltre a ridurre l’impatto ambientale.
In particolare le buste personalizzate biodegradabili sono molto richieste in grandi magazzini, supermercati, ma anche negozi di vestiario, a testimonianza di una tendenza che, si spera, nel tempo coinvolga le aziende di ogni settore, diventando la scelta consapevole alla base di un consumo consapevole.
Non solo plastica: la shopper in cotone 100%
Parlare di Buste Personalizzate Biodegradabili non significa solamente parlare delle nuove buste per supermercati, ma anche delle shopper in cotone naturale 100% da sempre gradite ai consumatori per la loro bellezza, praticità e versatilità.
In particolare, le cosiddette eco bag di Rifipack si rivolgono alle aziende del settore bio, alimentare e della cosmesi, ma anche a chi produce prodotti naturali e vuole farsi notare a fiere ed eventi o manifestazioni con un grande pubblico. Il cotone delle borse personalizzabili Rifipack è lavabile e riutilizzabile, perfetto per tutte le volte che si vuole fare shopping e per trasmettere l’impegno ecologico della azienda.
Scopri tutte le nostre buste personalizzate.