Semestrale Terna. Flavio Cattaneo, l’AD della società che distribuisce l’energia elettrica in tutta la penisola, durante l’incontro con gli analisti, ha confermato la politica dei dividendi annunciata al mercato con il piano industriale del marzo scorso ed ha assicurato che il gruppo “non ha bisogno di rifinanziamento fino al 2015”. Ricavi in salita del 7%.
Comunque la si guardi, la crisi economica pesa sui conti di Terna. E pesa due volte. Da un lato per la diminuzione della domanda di energia elettrica. Dall’altro perché le manovre straordinarie del governo hanno ampliato la sfera di influenza della Robin Hood tax che ora colpisce anche le società delle reti e non solo le utility che producono energia.
Ecco spiegati i numeri dei primi sei mesi di Terna, la società che gestisce la rete di alta tensione della penisola.Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, ha realizzato nel primo semestre 2012 un utile netto pari a 221,9 milioni di euro, in calo del 32,4% rispetto allo stesso periodo del 2011. Tale decremento, spiega una nota, è dovuto all’impatto della Robin Hood Tax e per l’effetto di alcune partite straordinarie dei primi sei mesi dell’anno scorso. In particolare, al mancato apporto straordinario relativo essenzialmente alla cessione della partecipazione di Rete rinnovabile spa per 59,2 milioni e al rilascio del fondo riferito alle obbligazioni contrattuali connesse alla cessione della brasiliana Terna Participaes per 33,8 milioni di euro.
L’utile netto del periodo delle attività continuative, pari a 221,9 milioni, è in calo del 4,9%; a livello adjusted (in sostanza, applicando gli effetti della ‘manovra correttiva bis’ anche al primo semestre 2011) l’incremento dell’utile è del 13,2%.
Anche i ricavi rallentano. Nel primo semestre è stato pari a 856,6 milioni, con un incremento del 7,9%, rispetto allo stesso periodo del 2011. La variazione deriva essenzialmente dal maggiore corrispettivo per il trasporto di energia nella rete di trasmissione nazionale, pari a +58,2 milioni, e per l’attività di dispacciamento (+6 milioni). L’ebitda si attesta a 668,9 milioni, con un incremento di circa 62,4 milioni rispetto ai 606,5 milioni del primo semestre 2011 (+10,3%). L’indebitamento finanziario netto è pari a 5.886,8 milioni e registra una crescita di 763,7 milioni di euro rispetto al dato al 31 dicembre 2011. Gli investimenti complessivi effettuati dal gruppo in “attività tradizionali” nel primo semestre 2012 sono pari a 551,1 milioni di euro (+1,5% rispetto ai primi sei mesi del 2011).
Dopo gli ultimi ribassi di Piazza Affari, il titolo è tornato sui livelli di fine novembre dell’anno scorso a quota 2,6 euro. E le previsioni che parlano di un ulteriore calo dei consumi non inducono certo all’ottimismo sulle quotazioni. Nonostante ciò, l’amministratore delegato di Terna Flavio Cattaneo, durante l’incontro con gli analisti, ha confermato la politica dei dividendi annunciata al mercato con il piano industriale del marzo scorso. Cattaneo ha assicurato che il gruppo “non ha bisogno di rifinanziamento fino al 2015”. Mentre il recente downgrade di Moody’s, “non avrà impatto sul costo del debito” ha detto il manager di Terna, aggiungendo che l’indebitamento attuale è “assolutamente sostenibile”.
FONTE: Repubblica