Il 10 maggio è comparso sul giornale locale un articolo lungo e apparentemente informato sui guai dell’Ospedale di Cattinara. È stato enfatizzato il problema della sicurezza anti-incendio che, descritta in maniera superficiale e disinformata, produce solamente effetti negativi: allarme ingiustificato sulla sicurezza, rabbia per lo scippo di danaro che si fa credere utile all’ospedale, sfiducia nei confronti della coalizione attualmente al governo che ha, come unica colpa, quella di trovarsi a gestire i ruderi lasciati dall’amministrazione precedente. E’ noto a tutti che, prima della giunta Tondo, la sanità Triestina è stata appannaggio della sinistra che ha imposto scelte di parte che hanno portato alla situazione attuale di crisi. Crisi innegabile, che però nulla ha a che fare con gli stanziamenti economici e, soprattutto, che difficilmente l’adeguamento di Cattinara potrebbe risolvere.
Il dott. Bonivento, direttore del dipartimento di ortopedia di Trieste, propone alcune riflessioni sull’ospedale di Cattinara:
- L’Ospedale è nato vecchio, sullo schema degli Ospedali a Torre, già obsoleto al tempo del progetto del 1965 degli architetti Semerani e Tamaro. Agire con modifiche su questo schema, tenuto conto che l’ospedale ha già 50 anni, risulta quanto meno bizzarro, perché si utilizzano risorse per perpetrare un evidente errore di programmazione;
- Il costo di ristrutturazione risulta molto più alto rispetto all’edificazione di un nuovo ospedale o di un cospicuo ampliamento dell’attuale struttura;
3. Pensare ad una ristrutturazione “ per piani “ con l’Ospedale in piena attività significa rischiare per anni la paralisi dell’attività sanitaria nell’unico ospedale per acuti della Città. Non ci vuole la perizia di un ingegnere per capire che le esigenze di spazio, energia, libertà di percorso, molto difficilmente si coniugano con le necessità di pulizia, velocità di spostamento interno, silenzio e tranquillità, indispensabili per offrire ai pazienti il servizio che meritano;
4. L’ Ospedale, dal punto di vista degli impianti, è perfettamente “a norma” e verificato periodicamente dagli organi preposti anche per quanto riguarda la sicurezza anti incendio. Evidenziare oggi le evidenti difficoltà di sgombero dei piani alti dell’edificio in caso di incendio, dimenticando che il problema è nato con la nascita stessa dell’ospedale, risulta con tutta evidenza un tentativo maldestro di imputare colpe di altri a chi governa oggi.
A questo proposito viene spontaneo chiedersi : ma dov’era la sinistra fin ad oggi? Come mai fino adesso nessuna giunta regionale si è accorta del pericolo denunciato oggi con tanta veemenza?
Preoccupazione per la comunità, o piuttosto l’ennesimo tentativo di screditare chi, con il buon senso del padre di famiglia, vuol spendere i nostri soldi su un progetto serio e meditato?
Il dott. Bonivento invita i Triestini a dare, in scienza e coscienza, le risposte a queste domande.
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