Con i tempi di crisi aumenta in Italia il pessimismo nei confronti delle prospettive future. Secondo i dati raccolti dall’osservatorio Findomestic e diffusi all’inizio di settembre, in una scala da 1 a 10, il livello medio di opinione sulla situazione italiana è 4, il peggiore dato mai registrato da ottobre 2007, data della prima rilevazione. Oltretutto, il report fa notare che i dati sono stati raccolti prima delle notizie negative sulla borsa delle ultime settimane e quindi il dato oggi potrebbe essere ancora più negativo.
Conseguenza diretta della crisi è la diminuzione della propensione al risparmio degli italiani, non tanto per un cambio di mentalità e perché sia venuto meno il desiderio di mettere da parte dei risparmi, quanto piuttosto perché le difficoltà economiche generalizzate da un lato e l’aumento dei prezzi dalla’altro hanno determinato una situazione in cui molte famiglie non riescono materialmente, pur volendolo, a risparmiare.
Questo convergere di elemeti negativi ha conseguenze depressive anche sulle intenzioni d’acquisto degli italiani. Il settore tempo libero cola a picco, così come cala la telefonia e le previsioni d’acquisto per la casa e i mobili. Il settore auto resta sostanzialmente stabile (in lievissima crescita), con una previsione massima di spesa che si attesta a 16.207 euro (in crescita di 1300 euro rispetto al mese di luglio).
Chi ha necessità di fare un acquisto si rivolge sempre più spesso alle forme di credito al consumo proposte dagli operatori finanziari. La cessione del quinto dello stipendio e il prestito delega, un tempo considerati un’ultima spiaggia a cui ricorreva solo chi non riusciva a ottenere alre forme di credito sono oggi diventati un’opzione abbastanza diffusa, anche grazie a tassi di interesse più contenuti a fronte delle maggiori garanzie che queste forme di prestito danno riguardo la restituzione della somma erogata.
Le associazioni dei consumatori, però, lanciano l’allarme contro la tendenza all’indebitamento quando non accompagnata da politiche tese a favorire l’aumento della ricchezza prodotta. Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti rispettivamente di Adusbef, e di Federconsumatori affermano che “La ricetta di far ripartire i consumi incitando le famiglie ad indebitarsi, con la cessione del quinto dello stipendio ai lavoratori privati, agli atipici e pensionati, le offerte di pagamenti rateizzati (compri oggi, cominci a pagare fra due anni), i cosiddetti prestiti vitalizi per far ipotecare le case degli anziani, invece di far leva sulla creazione di ricchezza ha mostrato, secondo le due Associazioni, tutta la sua debolezza ed inefficacia”.