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Chirurgia estetica: spiegazione di alcuni termini medici “tecnici”.

Entrando sempre più nel quotidiano, la chirurgia plastica ad indirizzo estetico ci porta a conoscenza di termini che non sempre sono ben compresi.

Alcuni esempi: blefaroplastica, ginecomastia, otoplastica, rinoplastica ed addominoplastica.

Siccome sono spesso derivati dal latino o dal greco, le lingue per antonomasia nel campo medico scientifico e farmacologico sono appunto astruse ai più.

Ci sembra quindi opportuno, sperando di fare anche cosa gradita, spiegarli.

La blefaroplastica è un termine che deriva dal greco “blépharon” ossia palpebra, e sta quindi ad indicare 2 tipi di interventi: quello teso ad eliminare le cosidette “borse sotto agli occhi” e quello per risollevare il sopraciglio e ridare all’occhio la sua forma originale senza quella sacca che ne oscura la parte superiore dell’ovale. In entrambi i casi tali borse (o sacche) sono dovute essenzialmente a 2 cause: accumuli di grasso e cedimento della massa muscolare e del tessuto del derma.

Per quanto concerne la ginecomastia anche in questo caso dobbiamo “scomodare” il greco con : “gynaikòs” ossia che riguarda il mondo delle donne, e si riferisce alla crescita della mammella nell’uomo, inteso come soggetto di sesso maschile.

Ci sono varie forme di ginecomastia: puberale, congenita, indotta, “vera e propria” e falsa.

Ovviamente a prescindere da quale casistica si ha di fronte l’intervento è per riportare il seno maschile a dimensioni e funzionalità prettamente maschili.

Per l’otoplastica “invece” bisogna scomodare il greco “otos” ossia orecchio, ed anche qui l’intervento è necessario per correggere le più comunemente conosciute “orecchie a sventola”.

La rinoplastica riguarda il naso, ovviamente, ed anche per questo intervento il nome deriva dal greco “rhinós” appunto naso. Obiettivo è quello di dare un aspetto più “normale” ad un  elemento del volto che si presta molto a far affibbiare nomignoli e soprannomi a volte persino offensivi.

L’addominoplastica è un interveto sulla fascia addominale, qui finalmente chiamiamo in causa il termine latino “abdōmen” . Tale fascia è quella che inizia dove ha termine il costato e finisce nella zona pubica, per meglio “visualizzarla” basta richiamare alla mente il “guscio di tartaruga” dei culturisti.

L’intervento di chirurgia plastica ha come obiettivo il ridare tonicità a questa parte del corpo eliminando l’accumulo di adipe e il rilassamento del tessuto cutaneo che sia negli uomini che nelle donne dà origine alla così detta “pancetta”.

Gabriele Goldoni

Uff. Relazioni col Pubblico

DermoMedical

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