Sabato 28 Maggio 2011 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Colori, Materie, Segni degli artisti Marco Baj, Debora Bottaro, Maria Carla Mancinelli, Anna Pichierri, Corrado Pizzi, Francesco Rosicarelli, Matteo Rosicarelli, Matteo Ruffo, Scegle e Ornella Stabile. La mostra è centrata sull’esplorazione dell’utilizzo dei principali strumenti del lavoro artistico.
Soqquadro & Vista
Presentano
Colori, Materie, Segni
Mostra collettiva
DURATA: 28 Maggio – 10 Giugno 2011
INAUGURAZIONE: sabato 28 Maggio ore 18.30
ORARI: dal lunedì al venerdì 14.00-19.30 sabato 17.00-19.30
LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo)
CURATRICE: Marina Zatta
COLLABORAZIONI: Gloria Ceschin, Yasmin Mohamed Samir, Alessandra Parrella
INFO: tel. 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004
info@vistatv.it soqquadro@interfree.it
www.soqquadro.eu
“Vista” è un centro dedicato all’arte e alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti, ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo. In questo luogo Soqquadro espone la collettiva Colori, Materie, Segni, un progetto di Marina Zatta centrato sull’uso del colore, della materia pittorica e del segno grafico a 360 gradi.
Nell’esposizione sono presenti artisti che lavorano su diversi stilemi artistici, dal figurativo alla pop art, dall’informale all’astratto, molte delle principali correnti culturali dell’arte sono rappresentate in questa esposizione. Nei secoli, qualsiasi sia stato il soggetto e lo stile della narrazione pittorica, alcuni elementi sono sempre stati la strumentazione utilizzata dagli artisti per ideare un’opera d’arte. L’uso del Colore, evidenziato dalla luce, la scelta della Materia sia essa impalpabile o densa, e il Segno in tutte le sue varianti, sono più del pennello e della tavolozza gli arnesi di composizione dell’opera. Con questa mostra Soqquadro vuole lasciare spazio espressivo agli artisti per esplorare un più ampio spettro di ricerche artistiche sia sul piano dell’ideazione che su quello della realizzazione del lavoro d’arte.
Marco Baj con le sue opere ci racconta la lotta tra la natura e il grigio del cemento. La Città domina sulla Natura, come un meccanismo ben oliato; elimina il proprio creatore perdendo la sua vera funzione per trovarne una nuova: vivere. Come un qualsiasi essere prende coscienza di se stessa per progredirsi ancora e ancora. Ogni Città ha dei nuovi inquilini: i Palazzi (strutture verticali di vetro, acciaio e cemento). Questi servono fedelmente la Città come dei soldati. Il loro scopo è assumere nuove posizioni conquistando gli spazi verdi e aggiudicandosi nuovi piani.
L’opera di Debora Bottaro appartiene ad un ciclo che simboleggia la pazienza e i suoi livelli. La qualità di chi sopporta serenamente avversità, molestie, indugi e quant’altro viene rappresentata dalla corda presente sull’opera. In quest’opera i pezzi di corda, dal più corto al più lungo, simboleggiano i gradi della pazienza.
I colori di Anna Maria Pichierri si accordano e si scontrano in uno spazio organizzato che diventa “campo di battaglia”, atto alla verifica, aperto alle possibilità. Essi si mostrano come regolati da leggi compositive che ne determinano posizione, andamento direzionale, quantità, contrasti. La tela, ove riversare i tentativi di esperienza, diventa – attraverso combinazioni, stesure, accostamenti tonali – terreno d’invenzione; indicando altro ed altrove. Attraverso il gioco del colore con i suoi ritmi e rimandi, l’artista, nel rapporto di esplorazione e di scavo si fa “insidioso, insoddisfatto…”
Le “Città Invisibili” di Maria Carla Mancinelli, nel loro essere un omaggio a Italo Calvino, rappresentano paesaggi immaginari e dell’immaginario, che svelano nuove dimensioni, oniriche ed evanescenti, fatte di sovrapposizioni, nuovi piani, nuove profondità. Architetture galleggianti, leggere e fantasmatiche, che rivelano l’incertezza del presente, annegando nelle nebbie di un tempo in sospensione.
Per Corrado Pizzi bisogna intuire l’eccezionale e ricercarlo. Per lui il punto focale è lo studio e la sperimentazione di materiali sempre più ricercati, quasi a voler rendere l’opera un manufatto unico e inedito, perfezionando ogni particolare con pietre dai riflessi magici.
Matteo e Francesco Rosicarelli amano utilizzare materiali di recupero (industriali, edilizi, domestici) per realizzare le loro opere. La loro poetica mira a scovare in questi materiali da discarica una nuova vita, a dare loro una seconda chance, magari migliore della precedente. E’ il caso magari di un residuo di un profilato di alluminio, che alla nascita ambiva a diventare una finestra, e che per qualche millimetro si trova ad essere fuori da questa finestra, ad essere scartato. Una volta relitto sorge di nuovo come un opera che andra ad abbellire un ambiente!
Dopo alcuni anni passati come illustratore Matteo Ruffo ha deciso di dedicarsi alla pittura. Dipingere è per lui un esercizio faticoso che richiede costanza e disciplina… nulla di idilliaco o romantico. Un’immagine a suo giudizio funziona quando riesce a rappresentare una “realtà”, e quest’ultima deve essere in grado di vivere autonomamente, anche fuori da riferimenti figurativi, solo grazie alla sua forza.
Il dipinto di Scegle fa parte di una serie in cui rappresenta i quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua); qui si rappresenta la terra in quanto tale, pura e semplice. La terra che sta sotto di noi, che calpestiamo, stratificata e ricolma di tesori, di sorgenti, di animali, cunicoli, rocce e radici. Terra come luogo di sepoltura, ma anche madre e generatrice di vita, antica e giovane allo stesso tempo, manifesto di un continuo rinnovamento vitale. E’ anche a questo “riciclo di vita” che ha voluto accennare, con l’impiego di vari materiali di recupero, che rendono l’opera estremamente materica.
Per Ornella Stabile la pittura è ricerca; nelle variabili di scelte possibili sta il linguaggio imperscrutabile della visione poetica. Il soggetto non è niente, è solo il supporto sul quale la visione si propone determinati obiettivi, è come il titolo, nient’altro che un vuoto contenitore, ma la sostanza, il vero tema dell’opera è la pittura, la materia pittorica. L’opera si lascia affascinare dal soggetto solo al fine di mostrare una materia pitttorica che non sottolinea la forma, ma la rende evocazione di se stessa, metafora vibrante di ciò che vediamo.