Danza e cucina formano il magico connubio che quest’anno ha caratterizzato il “Gran Ballo di Carnevale…tra le epoche”, firmato dalla Compagnia nazionale di danza storica: lo scorso 7 febbraio gli incantevoli Saloni di Palazzo Brancaccio a Roma – l’ultimo del Patriziato Romano – hanno aperto le porte a un’atmosfera Gattopardiana, con le coreografie ispirate ai balli di quel tempo e con costumi originali realizzati da sartorie artigianali. Gli ospiti hanno gustato un menu ispirato al celebre trattato Cucina Teorico Pratica di Ippolito Cavalcanti duca di Buonvicino largamente diffuso nell’800 in tutto il Sud Italia: un compendio di cucina tradizionale napoletana con alcune ricette d’ispirazione francese, come voleva la tradizione delle antiche mense nobiliari e dell’alta borghesia. Rigorosamente in abiti dell’epoca, i componenti della Compagnia e gli ospiti sono stati protagonisti del prestigioso repertorio delle danze di società, tratto dai manuali dei grandi maestri dell’epoca recuperati grazie alla ricerca – lunga ben venticinque anni – del presidente e direttore artistico Nino Graziano Luca.
“Il Gran Ballo di Carnevale è un momento magico e inimitabile – commenta il Maestro – che rimane impresso nei ricordi e degli ospiti grazie alla trama modulare con cui è concepito, finalizzata al coinvolgimento reale di quanti prendono parte alla festa. A renderlo unico è la location, realizzata dall’architetto Gaetano Koch, nel cuore della città eterna, tra le antiche mura romane del Colle Oppio presso la Domus Aurea dell’Impero di Nerone e le Sette Sale, tra il Colosseo e la famosa Basilica di Santa Maria Maggiore. Un autentico viaggio nel tempo”.