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Decreto Esodati: le norme per salvaguardare i lavoratori

A fronte della Riforma del Lavoro emanata dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e il Governo Monti si è reso necessario un provvedimento che potesse esonerare dai suoi effetti una particolare categoria di lavoratori.

Il Ministro Elsa Fornero li definisce Salvaguardati, ovvero lavoratori che meritano di essere salvaguardati dagli effetti del recente inasprimento dei requisiti per l’accesso alla pensione, meglio noti all’opinione pubblica come Esodati.

Mediante il Decreto Interministeriale questa platea di lavoratori, il cui primo scaglione è stato individuato dal Ministro Fornero pari a 65mila Esodati, potrà accedere alla pensione con i vecchi requisiti, salvandosi così dal nuovo sistema di accesso alle pensioni.

La procedura completa per l’accertamento dei requisiti d’accesso e della successiva erogazione del trattamento pensionistico è stato reso noto mediante la pubblicazione definitiva del Decreto Esodati in Gazzetta Ufficiale.

Ma come si è venuto a creare il problema esodati?

Questa tipologia di lavoratori prossima alla pensione è stata incentivata, precedentemente alla riforma, a lasciare il proprio posto di lavoro mediante accordi sindacali o aziendali con garanzia di copertura economica. Ma con l’entrata in vigore delle norme relative all’innalzamento dell’età pensionabile (62 anni) e degli anni di lavoro effettivi, il tempo di attesa prima di poter accedere al trattamento pensionistico si è talmente dilungato che si sono ritrovati con la prospettiva nera di diversi anni senza né stipendio né lavoro.

Il decreto salva esodati, composto di 8 articoli andrà a disciplinare le modalità di attuazione della  cosiddetta manovra Salva Italia del 6 dicembre 2011 andando a individuare i soggetti interessati ai fini della concessione dei benefici. Le risorse messe a disposizione per la salvaguardia degli esodati dalla manovra ammonta a 5 miliardi e 70 mila Euro dal 2013 al 2019.

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