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Dianova celebra la giornata mondiale Aids per sensibilizzare la popolazione

Nella giornata mondiale Aids Dianova ribadisce il suo impegno con la propria adesione alla Consulta delle Associazioni.

Una giornata per mantenere alta l’attenzione su questa malattia, sensibilizzare l’opinione pubblica contro la discriminazione nei confronti delle persone colpite, fare il punto sui risultati raggiunti dalla medicina, per la cura, la prevenzione e l’informazione.

Mai così tanti casi di Hiv in Europa, con una particolare incidenza sui giovani. Questo è quanto stato rilevato dal rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità nel 2014: 142 mila casi di infezioni nei 53 Paesi europei presi in esame, di cui 30 mila solo nell’UE; il numero più alto dagli anni ’80. L’11% dei casi riguarda giovani tra 15 e 24 anni. Situazione giovani allarmante anche in Italia, dodicesima in classifica secondo il rapporto. Nel 2014 sono state 3.965 le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive, soprattutto giovani tra i 25 e i 29 anni; nell’84% dei casi, più di 8 volte su 10 il contagio è stato causato da rapporti sessuali non protetti. In generale, le regioni che hanno mostrato un’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.

Insomma, nonostante anni di campagne informative ed eventi mirati, l’Hiv colpisce in modo silenzioso ancora troppe persone in tutto il mondo. Proprio in occasione della giornata mondiale Aids, Dianova ribadisce ancora una volta il proprio impegno a livello di prevenzione con l’adesione alla Consulta delle Associazioni per la lotta contro l’Aids del Ministero della Salute; a rappresentarla, il Dott. Giorgio Barbarini, medico infettivologo del Policlinico San Matteo di Pavia e amico di Dianova da oltre vent’anni.

Nel 2014, nelle strutture di Dianova presenti sul territorio nazionale abbiamo ospitato in totale 42 utenti cura contagiati dal virus Hiv e in alcuni casi coinfetti da Hiv e Hcv (Epatite C), il che dimostra quanto questo problema riguardi ancora oggi le persone tossicodipendenti.

Lo stigma è uno dei risultati delle conseguenze sociali della tossicodipendenza e in particolar modo dell’Hiv che fa parte di un processo di disapprovazione di specifiche caratteristiche o comportamenti, finalizzato ad esercitare una sorta di controllo sociale creando un “noi” diverso da “loro”; affinché il pregiudizio possa essere abbattuto è importante che tutti raggiungano una nuova consapevolezza: le persone sono tutte uguali e, allo stesso tempo, tutte diverse. La percezione del malato di Hiv è ancora oggi legata a stereotipi e false credenze dovute soprattutto ad una carenza di informazioni che rischia di penalizzare soprattutto i più giovani, ragion per cui ogni occasione è buona per diffondere informazioni e accrescere la conoscenza di una malattia che può e deve essere prevenuta al cento per cento.

“Chi non vede il fratello nella notte, nella notte non può vedere se stesso”. R. Tagore

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