Durante il convengo AUDITA a Ivrea lo scorso 21 Giugno, il Prof. Vittorio Costa spiega i benefici di una terapia costante nell’ambito delle patologie cardiovascolari.
La spesa sanitaria pubblica corretta per il potere d’acquisto in Italia, è tra le più basse d’Europa. Nel 2012 era pari al 7% del PIL (9% in Francia e 8.7% in Germania) ed era pari a 2345 Euro pro-capite, contro i 3204 della Francia e i 3436 della Germania (media Europea 2950).
In particolare, la spesa farmaceutica è in continuo calo e nel 2013 è stata pari a circa il 7% della spesa sanitaria pubblica globale.
Tuttavia, a fronte di un calo di spesa pubblica farmaceutica è aumentata la spesa di compartecipazione dei cittadini (da 0.98 miliardi nel 2010, a 1.44 miliardi nel 2013). Risulta abbastanza sorprendete che in Germania, paese che viene preso ad esempio per l’elevata percentuale di prescrizioni di farmaci generici, la spesa farmaceutica sia molto più alta che in Italia.
Ciò è dovuto al fatto che in Italia i farmaci costano meno (fatto 100 il prezzo medio in Italia, in Germania il prezzo è 141.1, in Inghilterra 129.6, in Francia 111.9).
Va poi ricordato che nell’ambito delle patologie cardiovascolari, il costo dei farmaci è una voce marginale perché ciò che costa sono gli eventi he portano ai ricoveri in ospedale. I costi ospedalieri giustificano infatti il 73% dei costi totali della malattia coronarica , il 94% dei costi dell’ictus e l’80% circa dei costi dello scompenso cardiaco.
Occorre quindi invertire la prospettiva e pensare ai farmaci come a un investimento utile a ridurre le spese future e, soprattutto, a migliorare lo stato di salute dei pazienti.