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Disturbo d’ansia generalizzata

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  • 17 Febbraio 2012

L’ansia, come disturbo vero e proprio, ovvero il disturbo d’ansia generalizzata, GAD, si distingue dalla normale preoccupazione, in quanto è eccessiva, come intensità emotiva, difficile da controllare e con una frequenza sufficiente da durare non meno di sei mesi all’anno.

Inoltre, deve anche essere la causa di uno stress significativo, da un punto di vista strettamente clinico, o danneggiare il funzionamento lavorativo, sociale oppure altre importanti aree di funzionamento.

Per una diagnosi corretta di GAD è necessario che la caratteristica dei disturbi di attacchi di ansia non sia semplicemente focalizzata su comportamenti quali la preoccupazione di avere un attacco di panico, la preoccupazione di essere contaminato o la paura di essere imbarazzato in pubblico, ma l’ansia deve essere così pervasiva che il paziente si concentra su certe attività e su determinati eventi, quali bersagli dell’ansia.

La qualità della vita di questi pazienti, infatti, viene materialmente colpita dalla loro perenne apprensione riguardo al loro futuro, le loro attuali circostanze di vita, la loro situazione finanziaria, la possibilità che avvenga qualcosa di doloroso ai loro familiari e vari altri aspetti della vita, inoltre possono provare tensione fisica e lievi sintomi di scarica neurovegetativa, anche se nulla che si avvicini, neppur lontanamente, all’intensità sintomatologica del DAP, disturbo da attacchi di panico.

Nel 1894, circa cent’anni fà, Freud coniò il termine di nevrosi d’angoscia e ne distinse due forme, la prima caratterizzata da un diffuso senso di inquietudine, che nasce da un pensiero rimosso, curabile attraverso l’intervento psicoterapeutico, la seconda caratterizzata da un senso di panico, accompagnata da scariche neurovegetative, tra le quali sudorazione profusa, aumento dei ritmi respiratori e cardiaci, diarrea e un senso soggettivo di terrore.

La recente ricerca neurobiologica ha confermato l’osservazione originaria di Freud, secondo cui vi sono, essenzialmente, due forme di angoscia, una ampiamente determinata da fattori psicologici e un’altra determinata da fattori biologici autonomi, al di fuori dell’ambito del contenuto psicologico.

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